sabato 25 giugno 2011

L'Ocse: Italia ultima per spesa istruzione. Divario tra ricchi e poveri sopra la media. Calate anche le risorse per la sanità. Zero trasparenza.



ROMA - Italia e Germania fanalini di coda per la spesa nell'istruzione. A darne evidenza sono le statistiche dell'Ocse, secondo cui nel 2008 i fondi distribuiti nel nostro Paese per l'istruzione rappresentavano appena il 9,3% dell'intera spesa pubblica, tra i livelli minimi del pool dei 31 paesi che fanno parte dell'organizzazione e ben al di sotto della media complessiva (13,1%). Non solo, nel rapporto “Uno sguardo sulla pubblica amministrazione 2011”, presentato oggi dal segretario generale Angel Gurria, l'Ocse rileva anche che in Italia, così come negli Stati Uniti, in Israele, Slovenia, Ungheria, Islanda e Repubblica Ceca, «i salari degli insegnanti sono considerevolmente inferiori rispetto alla media di quanto guadagnano i lavoratori del terziario».

È generalmente inferiore alla media Ocse anche il livello di spesa che l'Italia dedica alla sanità: nel 2008 ammontava al 4,6% della spesa pubblica complessiva, contro il 14,7% della media. E, in particolare, da noi si è registrato un aumento dell'1,6% dal 2000 al 2008 contro l'incremento medio dell'1,7%.

Sempre per la spesa per l'istruzione, inoltre, l'organizzazione con sede a Parigi osserva che in Italia tra il 2000 e il 2008 è calata dello 0,8%, al di sopra della media (-0,1%). Il livello di spesa che l'Italia, così come la Germania, destina all'educazione è superiore solo all'8,3% della Grecia e si distanzia di quasi dieci punti percentuali rispetto al 18,3% del Canada. «Gli insegnanti - si legge nel rapporto - sono la spina dorsale del settore educativo e i loro stipendi rappresentano la singola maggior voce di costo all'interno della spesa complessiva per l'istruzione». L'Ocse ricorda d'altra parte che «i salari e le condizioni di lavoro giocano un ruolo importante nell'attrarre, motivare e tenere professori di livello».

Disuguaglianze fra ricchi e poveri superiori alla media. «In Italia la diseguaglianza di reddito è più alta della media» dei paesi Ocse, rileva ancora l'organizzazione parigina nel rapporto, ricordando tuttavia che «l'Italia è uno dei soli tre paesi che negli ultimi 10 anni hanno aumentato la spesa per i poveri». Gli economisti parigini spiegano in particolare che il governo italiano «ha in parte controbilanciato il crescente divario tra ricchi e poveri aumentando la tassazione sulle famiglie e spendendo di più in benefici sociali per i più poveri». Si tratta, secondo l'Ocse, di un «fatto inusuale».

Da Parigi una strigliata arriva poi per quanto riguarda il concetto di trasparenza. «Attualmente l'Italia non pubblica le informazioni sui motivi per cui un contratto viene appaltato a un determinato soggetto né tanto meno permette di seguire online le spese per gli acquisti, come invece avviene rispettivamente nel 59% e nel 32% dei paesi Ocse. Garantire un livello adeguato di trasparenza attraverso tutto il ciclo degli acquisti pubblici è di importanza critica per minimizzare i rischi di frode, corruzione e cattiva gestione dei fondi pubblici al fine di garantire la giustizia ed equità di trattamento dei potenziali fornitori».

 

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