lunedì 27 giugno 2011

Federali.Sera_27.6.11. E a proposito del partito di Bossi, il leader autonomista ha spiegato che la secessione del Nord, che poi vorrebbe dire l’abbandonarci al nostro destino, cioè l’indipendenza del Sud e della Sicilia, non sarebbe un cattivo affare.----A Bolzano la Südtyroler Volkspartei è legata da sempre ai comunisti/progressisti, ieri Pci oggi Pd. Qui da noi Bossi strilla da decenni, lì Magnago ha tracciato un percorso definitivo; è vero che negli anni Cinquanta ci fu il rinforzino di qualche bombetta a opera di Klotz e Amplatz (altro che i nostrani serenissimi con tanketto: macchiette, a confronto), ma è altrettanto innegabile che il federalismo, promesso e ripromesso dalla Lega, i nostri cugini tridentini se lo gestiscono da un pezzo: si chiama autonomia amministrativa, linguistica, scolastica, sanitaria.

I rifiuti di Napoli su una portacontainer
Emergenza rifiuti a Napoli. De Filippo in aiuto di De Magistris
De Magistris: la Iervolino ci ha lasciato le casse vuote
Lombardo va avanti con Pd e Terzo Polo e apre a FdS: «Rompa per sempre col Pdl»
Siracusa calcio, la Prestigiacomo va in gol
Veneto e Trentino, un gap (anche) civico


I rifiuti di Napoli su una portacontainer
Il piano dei vigili del fuoco è stato già trasmesso
al prefetto De Martino: sito provvisorio galleggiante
NAPOLI — Un sito di trasferenza marittimo. Dove? A bordo di una portacontainer, all’ormeggio nel porto di Napoli o in qualsiasi altro scalo regionale. Basterebbe per raccogliere tutta l’immondizia che attualmente sommerge la capitale del Sud e la sua provincia: 7 - 8mila tonnellate. Il piano, che prima facie potrebbe apparire fantascientifico, ma che in realtà risulta assimilabile più al proverbiale uovo di Colombo, è stato elaborato, nell’ambito delle competenze istituzionali di Difesa civile, da due dirigenti del Comando provinciale di Napoli dei Vigili del Fuoco, l’architetto Alfonso Giglio e l’ingegnere Giuseppe Salvati, naturalmente con la benedizione del comandante Giovanni Fricano. E venerdì sera è già stato inviato al prefetto di NapoliAndrea De Martino per le valutazioni del caso.

Nel documento, composto di poche pagine e rimasto per il momento riservato, vengono indicate le motivazioni che renderebbero conveniente la soluzione del sito marittimo rispetto ai classici e osteggiati siti di trasferenza terrestri. Una prima considerazione è di ordine squisitamente «politico» . L’apertura di nuovi impianti è ormai fortemente osteggiata dalle comunità locali. La sola notizia, infatti, del possibile allestimento di un nuovo sito basta a far scendere in piazza i cittadini e molto spesso anche gli amministratori del Comune. Il sito di trasferenza marittimo permetterebbe di superare quello che in realtà si sta rivelando l’ostacolo più ostico alla risoluzione dell’attuale crisi e eviterebbe ai politici l’inevitabile perdita di consenso derivante da scelte impopolari. Ma è chiaro che la prospettazione dei Vigili del fuoco tiene conto anche di altri aspetti di natura tecnica.

Innanzitutto, stoccare temporaneamente i rifiuti sulla nave non comporterebbe rischi di natura igienico sanitaria per la popolazione, né provocherebbe la diffusione di quei miasmi pestilenziali, incompatibili con l’esistenza quotidiana dei cittadini che hanno la sfortuna di abitare nei pressi di qualsivoglia sversatoio. Inoltre, anche il problema delle infiltrazioni di percolato nel terreno e, attraverso questo, nelle falde acquifere verrebbe risolto alla radice. Per sua natura, infatti, una nave è impermeabile. Occorre a questo punto fare un passo indietro e ricostruire più in dettaglio come dovrebbe funzionare il piano. Per prima cosa, i rifiuti attualmente in strada dovrebbero essere raccolti stipati direttamente all’interno dei grandi cassoni destinati al trasporto merci. Attraverso un preciso calendario di carico, tale da evitare ingorghi nella zona portuale e dunque la permanenza oltre i tempi strettamente necessari dei container stessi sulla banchina, i cassoni verrebbero portati a bordo e sistemati nelle stive. A questo punto, le stive stesse verrebbero allagate, naturalmente entro il limite massimo di carico, con acqua di mare. Quest’ultimo accorgimento consentirebbe la diluizione del percolato fuoriuscito dai container. Inscatolati e sommersi, i rifiuti potrebbero restare nella pancia della nave per una tempo nettamente superiore a quello della normale permanenza in un sito di trasferenza terrestre. Per lo smaltimento si ipotizza lo svuotamento delle stive attraverso apposite pompe. Il percolato diluito potrebbe essere trasportato con delle autocisterne e trattato nei normali impianti di depurazione. I rifiuti solidi verrebbero avviati ai normali trattamenti.

Il documento non è accompagnato da un’analisi dei costi. Ma si ritiene che, nel complesso, l’operazione potrebbe avere costi addirittura più contenuti rispetto a quelli che si sono sostenuti finora per far fronte ad altri picchi dell’emergenza. Naturalmente, il costo maggiore sarebbe rappresentato proprio dal fitto della nave. Secondo i proponenti non dovrebbe essere difficile utilizzare una portacontainer di tipo tradizionale che garantirebbe un carico di oltre diecimila tonnellate. Nulla vieterebbe di utilizzare più navi di dimensioni inferiori. Una volta acclarata la possibilità di procedere alla realizzazione del sito di trasferenza marittimo, le operazioni di carico della spazzatura non richiederebbero più di pochi giorni. A Napoli e provincia l’emergenza sarebbe praticamente azzerata. Le strade pulite (naturalmente ci si dovrebbe limitare a smaltire la produzione giornaliera di rifiuti) consentirebbero anche alle autorità preposte ai controlli di verificare il rispetto delle norme di smaltimento da parte dei cittadini e l’apertura di una nuova fase.

Il piano dei Vigili del fuoco resta in queste ore un prezioso e originale contributo alla soluzione di una delle emergenze più drammatiche della storia di Napoli. Ed è significativo che questo contributo provenga dal Corpo tanto amato dai cittadini perché sempre generosamente in prima linea quando non c’è il tempo per pensare troppo, ma solo quello per agire in fretta e in condizioni di grave rischio per l’incolumità di chi opera. Del resto, non sono ignote ai cittadini napoletani e dell’hinterland le immagini di uomini in divisa, con maschere antigas o autorespiratori intenti a sopprimere i roghi divampati per un letale mix di esasperazione e inciviltà.
Gimmo Cuomo

Emergenza rifiuti a Napoli. De Filippo in aiuto di De Magistris
Il governatore lucano: «Irresponsabile chi chiude la porta»
27/06/2011  POTENZA - Non che la Basilicata - con l’attuale sistema di gestione dei rifiuti, basato essenzialmente su discariche - possa dare un contributo significativo alla causa dell’emergenza rifiuti di Napoli. Ma dal governatore lucano - mentre la città partenopea è sempre più sepolta da cumuli di spazzatura e invasa dai roghi - arriva una chiara presa di posizione: «E’ irresponsabile chiudere la porta in faccia davanti a quella che è una vera e propria emergenza, da cui nessuno può chiamarsi fuori». Hanno fatto così alcune regioni del Nord che nell’immediato si sono smarcate dalla richiesta di disponibiltà ad accogliere parte dei rifiuti campana. Dalla Lega la chiusura è totale: la monnezza del Sud non la vogliono, neanche ora che il presidente campano del centrodestra Caldoro è stato raggiunto da un avviso di garanzia per epidemia colposa. L’emergenza napoletana si aggrava di ora in ora, e la situazione potrebbe scivolare da un momento all’altro. De Filippo conferma: sarebbe disponibile a porgere una mano al sindaco De Magistris (per il quale nel corso della campagna elettorale il presidente lucano non aveva nascosto la propria simpatia), pur sapendo che la Basilicata - che su questo fronte vive una situazione già di per precaria, con pochissima disponbilità in discarica e il mancato completamento di impianti per il trattamento dei rifiuti - potrebbe offrire solo un piccolo, «piccolissimo contributo». E a patto che - rimarca lo stesso governatore - il tutto avvenga all’interno di un piano nazionale, e non sulla base della disponibilità delle singole regioni. Del resto, questa è la posizione espressa dal presidente Errani al termine dell’ultima Conferenza delle Regioni che ha discusso della richiesta del governatore campano Caldoro. «Siamo disponbili -spiega De Filippo - ad affrontare la questione a un tavolo nazionale che chiami tutte le regioni alle proprie responsabilità. Non ha senso lavarsi le mani rispetto all’emergenza rifiuti napoletana - come stanno facendo alcuni colleghi del Nord - proponendo tutto nella solita chiave di conflittualità verso il Sud».
Mariateresa Labanca

De Magistris: la Iervolino ci ha lasciato le casse vuote
«Siamo in una situazione disastrosa che ci ha lasciato la Iervolino, ma approveremo il bilancio entro il 30»
NAPOLI - «Il bilancio verrà approvato dalla giunta entro il 30 giugno». Lo ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che ha aggiunto: «Stiamo lavorando anche in una situazione economica disastrosa che ci ha lasciato la Iervolino. Ad approvazione del bilancio diremo che una responsabilità anche maggiore di quella dei rifiuti dell'amministrazione uscente è quella di non aver approvato il bilancio e di averci lasciato con le casse vuote».

I RIFIUTI - «Non facciamo polemiche, non ho intenzione di fare il ping pong delle responsabilità tra istituzioni, ai cittadini non interessa», il sindaco commenta così le dichiarazioni del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro che ha richiamato i sindaci alle proprie responsabilità sull'emergenza rifiuti. Il Comune di Napoli, ha aggiunto de Magistris, «sta facendo oltre il limite delle proprie possibilità». De Magistris dice di non condividere la scelta di Caldoro di abbandonare i tavoli, «ma è una sua scelta che non interromperà il lavoro del Comune di Napoli. Stiamo andando avanti a 360 gradi per liberare la città dai rifiuti e per renderla autonoma». Nessuna intenzione di fare polemica con Caldoro da parte del sindaco di Napoli, «perché non ci sono i motivi - spiega -, il rapporto personale è buono e fino a quando ci siamo seduti al tavolo c'è stata collaborazione, poi le responsabilità politiche e istituzionali o di altro tipo non le deve individuare né il sindaco né il presidente della Regione».

Lombardo va avanti con Pd e Terzo Polo e apre a FdS: «Rompa per sempre col Pdl»
Standing ovation per il leader dell'Mpa a chiusura della due giorni catanese sul futuro del suo movimento
CATANIA - Elezioni anticipate? «Parliamone, non ho niente in contrario». A chiusura dell’assemblea del movimento per le autonomie, il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, lascia spiragli alle proposte del Pd di anticipare il ricorso alle urne e rafforzare ulteriormente l’alleanza con l’Mpa e il Terzo polo. Per dirla con il senatore democratico Giuseppe Lumia, il governatore non respinge l’ipotesi di «costruire un progetto di cambiamento che rivolti come un calzino la Sicilia e gli faccia vivere una stagione inedita di legalità e sviluppo».

Si è chiusa con una prevedibile «standing ovation» per Lombardo la due giorni catanese che si è tenuta al Palaghiaccio, grande struttura lungo il litorale sabbioso della Plaia, in attesa che l’Mpa, come ha annunciato lo stesso Lombardo, convochi entro l’anno i congressi regionale e nazionale. La sfilata degli ospiti ha visto sul palco il leader repubblicano Giorgio La Malfa, il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo, il «colonnello» di Fli Carmelo Briguglio, l’ex ministro Calogero Mannino.

Lombardo ha ribadito l’impronta autonomista del suo credo politico, augurandosi che «Forza del Sud rompa definitivamente i rapporti con il Pdl e si collochi in un’area di piena autonomia che non può essere subalterna alla Lega, che frega il Sud e lo danneggia». E a proposito del partito di Bossi, il leader autonomista ha spiegato che «la secessione del Nord, che poi vorrebbe dire l’abbandonarci al nostro destino, cioè l’indipendenza del Sud e della Sicilia, non sarebbe un cattivo affare». Sulla questione delle elezioni anticipate e le primarie chieste dal Pd, Lombardo ha detto che «la dialettica va superata attraverso la riscoperta del senso della militanza e la democrazia, che consacra il più bravo, lo nomina capo e gli altri hanno il dovere della disciplina di partito».

Lombardo ha anche lanciato l’invito alle forze che non si riconoscono nel Pdl a «ritrovarci insieme sulla strada delle riforme». Parlando proprio di Riforme, a stretto giro di posta, a rispondere a Lombardo è il co-coordinatore del Pdl in Sicilia Giuseppe Castiglione, che avrebbe voluto sentir parlare «di emergenza occupazione, di stallo degli investimenti pubblici e privati, della grave crisi finanziaria della regione e del mancato utilizzo delle risorse comunitarie». All’assemblea è intervenuto anche il capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici, che ha sottolineato come «i punti posti dal Partito democratico hanno trovato in Lombardo un interlocutore attento, pur con i distinguo che erano prevedibili. Ho partecipato con interesse a tutte e due le giornate di lavoro - ha aggiunto Cracolici - e ho apprezzato l’intervento di Lombardo e le questioni che sono state affrontate: in particolare il riconoscimento del ruolo del Pd senza il quale molte delle riforme varate all’Ars non sarebbero state possibili, e l’importanza del rapporto col nostro partito anche in vista delle prossime elezioni». Cracolici ha aggiunto di aver «apprezzato anche la disponibilità al confronto sulle altre questioni poste dall’assemblea del Pd: dall’allargamento dell’alleanza alla possibilità di un voto anticipato nell’isola in concomitanza con possibili elezioni nazionali anticipate, alle modalità per la scelta delle candidature in Sicilia».

Siracusa calcio, la Prestigiacomo va in gol
Grazie all'interessamento della ministra stretto l'accordo per lo sponsor tra la petrolifera Erg-Isab e il club
SIRACUSA - Dal rischio fallimento al sogno serie B. Ai primi posti delle complesse vicende che riguardano la provincia di Siracusa c’è quella dello sponsor della squadra di calcio. L’accoppiata Erg-Isab, colosso del polo industriale aretuseo, è passata repentinamente dall’addio al Siracusa calcio, Prima divisione Lega Pro, all’accordo triennale consentendo al presidente del club Luigi Salvoldi di parlare apertamente di «progetto-promozione».

La svolta in 24 ore: il giorno prima la dirigenza azzurra era pronta a dimettersi, quello dopo è arrivata la stretta di mano risolutiva. Grazie anche all’interessamento del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, siracusana doc. Andati a vuoto i primi approcci tra le due parti, è intervenuta la titolare dell’Ambiente per riavvicinare la compagnia petrolifera al club. Un milione di euro nei prossimi tre anni, esultano i tifosi, Salvoldi ringrazia «pubblicamente» la ministra ma il fronte degli scettici non ci sta.

In prima linea Pippo Giaquinta, presidente del circolo Legambiente di Priolo: «La vicenda che ruota attorno al polo petrolchimico non è vista di buon occhio. Ecco quindi che le aziende sono costrette a certe mosse per tenersi buona la popolazione. Anzi, se la comprano la popolazione». E basta un milione per chiudere un occhio? Forse sì, «perché a Siracusa città — prosegue Giaquinta — non si fa caso a ciò che succede qualche metro più in là». La situazione è fluida ma si avvia verso una soluzione positiva anche per quanto riguarda l’altra storica compagine sportiva aretusea, la Trogylos Priolo, basket femminile (due scudetti e un’Eurolega nel palmares). Il duo Erg-Isab confermerà a breve un altro anno di connubio a 250.000 euro. Nel futuro Erg tenderà a defilarsi per puntare ad altri obiettivi per spendere i due milioni annui per iniziative di responsabilità sociali, ma intanto i sogni di gloria continuano a battere forte nei cuori dei siracusani.
Aldo Cangemi

Veneto e Trentino, un gap (anche) civico
Due Regioni a confronto
Quando andiamo nel Trentino Alto Adige, la sensazione è di arrivare in un altro paese, migliore di quello che abbiamo appena lasciato. Ci sentiamo diversi, quasi fossimo nell’Italia che vorremmo: senza scritte sui muri, pulita, organizzata, rispettosa dell’ambiente e della propria cultura. Nelle valli troviamo strade lisce come biliardi, guard-rail di legno, case pittoresche con i tetti di tegole e non di lamiera, nei prati l’erba è sfalciata e in quota pascolano mucche e cavalli, nei negozi di alimentari ci sono prodotti di qualità, i ristoranti offrono buoni piatti a prezzi convenienti. Merito dell’autonomia, che blocca l’emorragia di denaro verso Roma? Certo, ma altrettanto sicuro è che i loro amministratori i soldi li investono come si deve e sanno programmare il futuro. Perché anche in Veneto c’è ricchezza: però non è gestita altrettanto bene. Forse che il segreto della miglior qualità della vita, che troviamo nella vicina Regione, sta nella formula politica?

Macché, Trentino e Alto Adige sono aperti a tutto l’arco dei partiti: a Bolzano la Südtyroler Volkspartei è legata da sempre ai comunisti/progressisti, ieri Pci oggi Pd. Qui da noi Bossi strilla da decenni, lì Magnago ha tracciato un percorso definitivo; è vero che negli anni Cinquanta ci fu il rinforzino di qualche bombetta a opera di Klotz e Amplatz (altro che i nostrani serenissimi» con tanketto: macchiette, a confronto), ma è altrettanto innegabile che il federalismo, promesso e ripromesso dalla Lega, i nostri cugini tridentini se lo gestiscono da un pezzo: si chiama autonomia amministrativa, linguistica, scolastica, sanitaria. Dalla sfera politica veniamo a quella sociale. Com’è che lassù non troviamo i mendicanti che affollano i centri storici del Veneto o le bosniache accovacciate (a volte sdraiate: letteralmente) nelle calli veneziane? Sono forse più cattivi di noi, i trentini, cacciano gli extracomunitari, li maltrattano? Tutt’altro, in fatto di religiosità e cattolicesimo possono darci dei punti. E l’industria, con i suoi risvolti negativi? C’è anche lì, ma non ha cementificato e degradato l’ambiente come dalle nostre parti. Ma allora, qual è il segreto che fa la differenza tra noi e loro? Non lo so. Tutto analizzato, tutto considerato, tutto soppesato, il mistero rimane mistero: sarebbe come voler fare un bicchiere di buon merlot con gli ingredienti chimici. Allora azzardo un’ipotesi: forse i trentini-altoatesini hanno un maggior senso civico e fanno tutto con più buon senso e serietà. Prendiamo un esempio banale: siamo entrambi attaccati alle tradizioni, ma tra una sfilata degli Schützen e le nostre becere sagre della luganega o ridicoli cortei storici, ce ne passa; sarebbe come - per dirla col Guicciardini, che rimproverava a Machiavelli di rifarsi all’antica Roma - «volere che uno asino facessi el corso di uno cavallo ». E magari il gap fosse tutto qui.
Beppe Gullino

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