lunedì 27 giugno 2011

Debito, in affanno i buoni del Tesoro. Si allarga il divario col Bund tedesco. Differenziale a 220 punti base


MILANO
Torna ad allargarsi, segnando nuovi massimi storici il divario di rendimento (spread) tra i titoli di Stato italiani, i Btp e gli equivalenti della Germania, i bund.


Oggi sulla scadenza decennale questo differenziale è arrivato a superare i 220 punti base, o 2,2 punti percentuali mentre si trascinano le tensioni sulla crisi di bilancio in Grecia che tendono a ripercuotersi sulle emissioni di tutti i paesi ritenuti più esposti sui conti pubblici, quindi anche l'Italia a riflesso del suo elevato debito-Pil, mentre all'opposto vengono premiati i bond degli Stati giudicati più affidabili, come la Germania che fa da riferimento alle emissioni dell'Unione valutaria.

Il tutto si vede sui rendimenti, che nei bond di questo tipo si muovono nella direzione specularmente opposta al prezzo nella dinamica di domanda e offerta: se il prezzo cala il tasso retributivo implicitamente aumenta. I rendimenti risultano anche una cartina di tornasole della percezioni di rischio che sui mercati c'è in merito a un emittente: meno viene ritenuto affidabile, più si pretende per finanziarne i debiti. Oggi i rendimenti sui bund decennali sono arrivati ad attenuarsi fino al 2,84 per cento, mentre sui Btp hanno superato il 5 per cento per la prima volta da inizio marzo, fino a toccare il 5,05 per cento secondo Bloomberg.

In questo modo lo spread Btp-bund è arrivato a segnare brevemente i 221 punti base. Materialmente significava che per trovare aquirenti disposti ad assumersene il rischio i bond italiani dovevano offrire un rendimento di 2,21 punti percentuali superiore ai tedeschi. Successivamente, nel primo pomeriggio lo spread Btp-bund si modera a 214 punti base. Livelli che restano comunque ben lontani dagli spread accusati dai paesi dell'area euro maggiormente in difficoltà, come Portogallo, Irlanda e Grecia.

Emma Marcegaglia lancia l'allarme sugli spread tra bund tedeschi e btp italiani: «E' record storico, con il nostro debito pubblico ogni 100 punti base significano a regime 16 miliardi di euro in più di deficit», ha detto la presidente di Confindnustria durante il suo intervento all'assemblea annuale di Federchimica. La Marcegaglia ha anche parlato della difficile situazione in Grecia, che «rende le tensioni finanziarie sui mercati molto pesanti. L'Italia - ha puntualizzato la presidente di Confindustria - non e' in pericolo, anche se permane una situazione di grossa turbolenza».

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