domenica 31 luglio 2011

Credito al consumo. Insolvenza record in Italia

BANKITALIA. Da uno studio a livello europeo
Famiglie inadempienti al 10,5% contro il 2,3% dell'Inghilterra


31/07/2011- ROMA
Già nel 2008, quando la crisi era ancora agli albori, le famiglie italiane erano quelle più in difficoltà in Europa nell'onorare i pagamenti effettuati attraverso il credito al consumo. Lo dimostra uno studio dei ricercatori della Banca d'Italia Silvia Magri, Raffaella Pico e Crisiana Rampazzi (apparso nella serie degli Occasional Papers), che mette a confronto i dati sul credito al consumo in Italia e in altri 8 Paesi europei (Germania, Spagna, Finlandia, Francia, Irlanda, Olanda, Portogallo e Regno Unito).
«La percentuale di famiglie inadempienti sul credito al consumo - si legge nella ricerca - variano considerevolmente da Paese a Paese. La più bassa si registra nel Regno Unito (2,3%) e la più alta in Italia (10,5%, ma in calo rispetto al 2005). Negli altri Paesi coperti dallo studio, la quota è tra il 5 e l'8%».
L'Italia, infatti, è l'unica a mostrare una doppia cifra: meglio andavano altri due Paesi poi dimostratisi molto deboli, come Spagna (8,4%) e Portogallo (7,8%). Poco meno della metà delle famiglie inglesi che non riescono a ripianare il debito contratto, poi, risultano «povere», e quindi il loro comportamento non sorprende. In Italia, invece, meno del 30% degli inadempienti risulta «povero», a dimostrazione che le difficoltà colpiscono anche fasce economiche più benestanti.
Nonostante il basso reddito, comunque, molte famiglie europee non rinunciano ad avvalersi di questo strumento: una quota significativa (tra l'8,4% della Francia e il 15,5% dell'Olanda, passando per il 14,8% dell'Italia) è infatti classificabile come «povera». Ma il credito al consumo, e quindi il pagamento a rate dilazionato nel tempo, aiuta ad accrescere il benessere anche di queste famiglie, quando riescono a fronteggiare gli impegni assunti.
Le famiglie italiane, povere o no, sono comunque quelle che fanno più fatica, ma anche quelle che scelgono con più resistenza questa forma di pagamento: sono infatti appena il 14,8% del totale, superate in negativo solo dall'Olanda (14,5%). Grandi appassionati risultano invece inglesi (46,1%), finlandesi (45,9%) e irlandesi (44,4%).
La situazione europea è dunque piuttosto eterogenea, anche se la partecipazione a questo mercato risulta in particolare concentrata nelle famiglie con capofamiglia giovane e istruito e piuttosto numerose. Si tratta insomma di famiglie che «aumentano il proprio benessere tramite il credito, attenuando le differenze di consumo nel tempo».
Inoltre, spesso hanno redditi medio-alti, che rendono questo comportamento meno rischioso.
 

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