sabato 13 agosto 2011

Federali.Mattino_13.8.11. Minchia, mo’ l’Austria e’ pure una potenza, e pur tutrice. Minchia, anche noi sottoscritti terroni vogliamo una grande potenza tutrice che ci tutela, esattamente come la figlia di Freud ed Hitler, minchia.----Cazzo. Da un indagine Multiscopo sulle famiglie del 2011, condotta dall'Astat, emerge che il 67,1% degli altoatesini è molto soddisfatto della propria vita. Cazzo.----Minchia! La Provincia di Belluno rischia di scomparire. Minchia, e cumm’e’ stu fatto? Miiiiinchia, pure Nova Gorica e Trst. Madoooooonna mia bellaaa! Ce’ cooos’!----Firenze. Il governo dimezza la Toscana. Minchia quant’ me despiac, so’ pur lor cristian’.


Firenze. Frode 'di famiglia', evasi 10 milioni Nei guai fratello e sorella
Firenze. Il governo dimezza la Toscana
La Provincia di Belluno rischia di scomparire
Bozen. Austria: Fischer, la tutela dell'Alto Adige non è contro Roma
Bozen. Statistiche: altoatesini soddisfatti ma diffidenti
Le province sotto i 300mila abitanti che rischiano di sparire
Svizzera. I ristorni e la frontiera


Firenze. Frode 'di famiglia', evasi 10 milioni Nei guai fratello e sorella
Denunciati per emissione di fatture false. Con i soldi sottratti all'erario si erano comprati un locale super lusso in centro. L'immobile, 14 vani, del valore di un milione e mezzo di euro, è stato sequestrato
Firenze, 12 agosto 2011 - Quando l'evasione fiscale è un vizio di famiglia...Tre fratelli coinvolti in una frode fiscale di oltre 10,2 milioni di euro. Un giro di fatture false che ruotavano intorno a due societa' di abbigliamento e accessori all'ingrosso, intestate alla sorella, 57 anni, e gestite dal fratello, 54, e ad una terza societa', cosiddetta "cartiera", che emetteva fatture.

Il terzo fratello, un commercialista, coordinava il tutto. Le indagini, condotte dai finanzieri e coordinate dal pm Paolo Barlucchi,sono partite nel 2009 ed hanno accertato che le due societa' di commercio all'ingrosso di abbigliamento avevano effettuato in contabilita' acquisti di merce per milioni di euro da una societa' fittizia, con sede in Firenze, intestata ad un ottantenne fiorentino "prestanome".

Le due societa' dopo 3-4 anni di operativita' erano poste in liquidazione e come liquidatore era nominato un prestanome. Le fatture false annotate sono state complessivamente 67, per un valore di 7,3 milioni e oltre 2,9 milioni Iva. I pagamenti degli acquisti fittizi erano poi "dirottati" dai conti aziendali ai conti personali dei due fratelli. Parte dei soldi sono stati utilizzati per l'acquisto di un prestigioso appartamento di 14 vani in centro a Firenze, dal valore di 1,4 milioni di euro.

I controlli sui rapporti con i vari clienti e fornitori hanno permesso di accertare che rilevanti importi di denaro contante e' stato trasferito in violazione alla normativa antiriciclaggio. Le sanzioni amministrative contestate per tali violazioni ammontano da un minimo di 1,2 milioni ad un massimo di 4,8 milioni di euro. I due fratelli ed il prestanome 80enne sono stati denunciati per emissione di fatture false e presentazione di dichiarazione dei redditi ed Iva fraudolenta. L'appartamento e' stato sequestrato.

Firenze. Il governo dimezza la Toscana
Con la norma contenuta nella bozza di manovra la Toscana perderebbe la metà delle sue Province: cinque sono quelle sotto i 300 mila abitanti che sarebbero tagliate: Pistoia, Siena, Prato, Grosseto e Massa Carrara
Con la norma contenuta nella bozza di manovra la Toscana perderebbe la metà delle sue Province: cinque, infatti, sono quelle sotto i 300 mila abitanti che sarebbero tagliate: Pistoia, Siena, Prato, Grosseto e Massa Carrara. Le province scomparirebbero alla prima tornata elettorale.

Per il presidente dell'Upi Toscana e della Provincia di Pisa, Andrea Pieroni (Pd), «è solo un colpo di teatro senza effetti immediati». A essere cancellate sarebbero Massa Carrara, Pistoia, Prato, Siena e Grosseto il cui presidente, Leonardo Marras (Pd) si dice convinto che sia «un'idea per guadagnare qualche titolo sui giornali». «Siamo consapevoli - spiega Pieroni - che tutti dobbiamo fare la nostra parte in questo momento ma è sconcertante l'atteggiamento di un governo che una settimana fa ci diceva di andare in ferie tranquilli e ora presenta un provvedimento su aspetti istituzionali di questo genere: quando si taglia con l'accetta si creano incongruenze e ingiustizie assurde».

«È difficile commentare quello che sembra uno scherzo - aggiunge Marras - Spero che il Parlamento abbia più senso di responsabilità e affronti in modo serio la riforma dello Stato». Di misure fatte «sull'onda dell'emergenza» parla anche il presidente della Provincia di Prato, Lamberto Gestri, anche lui Pd, che avrebbe preferito «ridisegnare complessivamente l'assetto delle autonomie locali. Così non ci saranno i risultati attesi». Poi, si chiede ancora Gestri, «cosa significa che spariscono? Vengono accorpate tra loro o Prato e Pistoia, ad esempio, diventano una sola con Firenze. In questo caso si avrebbe una Provincia con oltre 1 milione e mezzo di abitanti, praticamente ingovernabile».

La Toscana, ricorda Pieroni, «aveva già avviato un percorso su funzioni, progetti e attività delle 3 aree vaste: quella della costa, quella del centro e quella del sud della regione», perchè c'è la possibilità di avere «una collaborazione vera tra territori che hanno cose in comune e possono davvero produrre un risparmio», aggiunge Marras. Un'idea già sposata dal presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci quando si cominciò a parlare di 'taglì. «Molto meglio sarebbe prendere in esame la proposta del Pd e affidare alle Regioni il compito le autonomie e le Province stesse», conclude il presidente dell'Upi Toscana Pieroni.


La Provincia di Belluno rischia di scomparire
La Provincia di Belluno rischia di scomparire. Nella bozza della manovra discussa dal Consiglio dei Ministri si prevede la cancellazione di 36 Province, quelle con meno di trecentomila abitanti. E inoltre spariranno anche i Comuni con meno di 1000 abitanti. Sono diciotto quelli interessati nel Bellunese. Tutto questo dovrebbe avvenire in occasione delle prossime elezioni. Non mancano già le prime reazioni. Bottacin parla di ingiustizia verso i deboli, secondo l'ex presidente Reolon è una pazzia. Si oppongono anche i sindaci dei Comuni interessati. 12 agosto 2011

Bozen. Austria: Fischer, la tutela dell'Alto Adige non è contro Roma
La funzione dell'Austria quale 'potenza tutrice' dei sudtirolesi "non è diretta contro l'Italia, ma a vantaggio del Sudtirolo". Lo ha detto il presidente austriaco Heinz Fischer.
BOLZANO. La funzione dell'Austria quale 'potenza tutrice' dei sudtirolesi "non è diretta contro l'Italia, ma a vantaggio del Sudtirolo". Lo ha detto il presidente austriaco Heinz Fischer. In un'intervista al quotidiano austriaco Tiroler Tageszeitung, il presidente risponde così ad un domanda del cronista sulla funzione attribuita all'Austria dai trattati internazionali sull'Alto Adige. Nell'intervista Fischer sottolinea "lo stretto rapporto che lega l'Austria all'Alto Adige".
A Fischer viene posta anche una domanda sulle ipotesi di un doppio passaporto italo-austriaco per gli altoatesini di lingua tedesca, e il presidente risponde ribadendo che la questione è allo studio delle istanze competenti: "Ma non credo - afferma - che nei prossimi giorni o nelle prossime settimane vi siano da attendere
decisioni definitive".12 agosto 2011

Bozen. Statistiche: altoatesini soddisfatti ma diffidenti
Da un indagine Multiscopo sulle famiglie del 2011, condotta dall'Astat, emerge che il 67,1% degli altoatesini è molto soddisfatto della propria vita.
BOLZANO. Da un indagine Multiscopo sulle famiglie del 2011, condotta dall'Astat, emerge che il 67,1% degli altoatesini è molto soddisfatto della propria vita. Sono 2 punti in meno rispetto all'anno scorso, ma il livello di soddisfazione rimane elevato. Nei rapporti interpersonali però prevale la diffidenza: il 63,4% è dell'opinione che bisogna essere molto cauti; eppure proprio l'analisi del dato mostra che è dall'apertura verso il prossimo che deriva la soddisfazione. 12 agosto 2011

Le province sotto i 300mila abitanti che rischiano di sparire
all'esame del Consiglio dei ministri. Accanto il numero degli abitanti, tra parentesi il partito del presidente della provincia: 19 del Pd, 12 del Pdl, 4 della Lega, e una di Mpa.
Ascoli Piceno: 214.068 (Pdl)
Asti: 221.687 (Pdl)
Belluno: 213.474 (Lega)
Benevento: 287.874 (Pd)
Biella: 185.768 (Lega)
Caltanissetta: 271.729 (Mpa)
Campobasso: 231.086 (Pdl)
Carbonia-Iglesias: 129.840 (Pd)
Crotone: 174.605 (Pdl)
Enna:172.485 (Pdl)
Fermo:177.914 (Pd)
Gorizia:142.407 (Pd)
Grosseto:228.157 (Pd)
Imperia:222.648 (Pdl)
Isernia:88.694 (Pdl)
La Spezia:223.516 (Pd)
Lodi:227.655 (Lega)
Massa Carrara: 203.901 (Pd)
Matera:203.726 (Pd)
Medio Campidano:102.409 (Pd)
Nuoro:160.677 (Pd)
Ogliastra: 57.965 (Pd)
Olbia Tempio: 157.859 (Pdl)
Oristano: 166.244 (Pdl)
Pistoia: 293.061 (Pd)
Prato: 249.775 (Pd)
Rieti: 160.467 (Pd)
Rovigo: 247.884 (Pd)
Savona: 287.906 (Pdl)
Siena: 272.638 (Pd)
Sondrio: 183.169 (Lega)
Terni: 234.665 (Pd)
Trieste: 236.556 (Pd)
Verbano-Cusio-Ossola: 163.247 (Pdl)
Vercelli: 179.562 (Pdl)
Vibo Valentia: 166.560 (Pd).

Svizzera. I ristorni e la frontiera
di Oscar Mazzoleni - 08/10/2011
La controversia attorno ai ristorni dei frontalieri può essere letta come un modo con il quale alcuni attori politici sono riusciti a imporre la propria agenda politica; o come un modo di erigere un muro simbolico fra Italia e Svizzera, generatore di infinite incomprensioni. Queste letture non mancano di argomenti a proprio sostegno. Tuttavia, a mio avviso, sono interpretazioni parziali, che sottovalutano i processi di integrazione in atto.

La controversia sui ristorni mette in luce una netta discontinuità che si è venuta a creare sul piano delle relazioni inter-nazionali e trans-frontaliere. Una netta cesura: da quando esiste un regime democratico sia in Svizzera sia in Italia, mai sinora i rapporti fra i due Paesi, sul piano nazionale, ma soprattutto regionale, sono stati pubblicamente segnati da temi politicamente controversi come oggi. La recente decisione del Consiglio di Stato non ha creato ma piuttosto rafforzato una politicizzazione già in atto almeno da un paio d’anni, perlomeno dalle prime reazioni allo scudo fiscale Tremonti.

La questione dei ristorni è una cartina di tornasole di un fenomeno nuovo e colmo di significati: mai come oggi la funzione della frontiera nazionale fra Svizzera e Italia – e le sue implicazioni transfrontaliere – è stata politicizzata da entrambi i versanti.

Se in alcuni momenti le tensioni sono esistite, l’assenza di una libera opinione pubblica in Italia, soprattutto nel periodo fascista, ha impedito un confronto diretto.

Per decenni è prevalso, sul piano politico, un rapporto che passava dai canali diplomatici, con la difesa degli interessi rispettivi raramente percepiti come confliggenti. Anche le diatribe fiscali legate al contrabbando, vive ancora negli anni 60, ricordate dallo storico Martin Kuder nell’ultimo fascicolo della rivista “Archivio storico ticinese”, sembrano interessare soprattutto l'alveo istituzionale.

Diversamente, negli ultimi mesi, i rapporti fra Svizzera e Italia, e in particolare fra Ticino e regioni italiane limitrofe, hanno assunto i connotati di un confronto pubblico inedito; ciò è avvenuto in modo aperto, simmetrico, simultaneo, incrociato e condiviso: aperto, perché il rapporto politico ha largamente travalicato lo spazio del riserbo diplomatico; simmetrico, perché gli attori politici – partiti, ma anche associazioni imprenditoriali e sindacali – da entrambe le parti hanno discusso degli stessi temi, condividendo, sull’area transfrontaliera almeno, elementi importanti dell'agenda politica (dalla campagna “balairatt” al tema dei ristorni); simultaneo, perché quasi in modo immediato le prese di posizione sono state commentate e discusse dagli attori dalle due parti della frontiera nazionale; incrociato, perché oggi esiste una sorta di trans-territorialità mediatica: politici italiani agiscono in Svizzera e politici svizzeri agiscono in Italia, con prese di posizione sui mezzi di informazione, incontri ecc.; perché alcuni politici italiani e svizzeri sono ormai assimilati nel discorso (ad esempio quando i ritratti di Bossi e Bignasca si ritrovano insieme in un manifesto del Partito democratico italiano); perché le risposte politiche tendono a condividere le parole d’ordine, al di là dei tradizionali schieramenti politici; condiviso, perché gli attori agiscono non solo nel rispettivo contesto regionale e/o nazionale, ma hanno anche alleanze transazionali o meglio transfrontaliere (ad esempio Lega dei ticinesi con Lega Nord e Partito socialista e Partito democratico). Com’è possibile questo fenomeno? Difficilmente, senza l’attuale processo d’integrazione europea, sarebbe potuto accadere. L’indebolimento delle frontiere nazionali prodotto dai processi di europeizzazione e di globalizzazione ha messo in moto dei cambiamenti che non sono solo economici e sociali – con un’integrazione crescente dello spazio delle imprese e del lavoro – ma hanno anche posto le basi per quello che possiamo chiamare uno spazio informativo transfrontaliero. Da una parte e dall’altra della frontiera, in tempo reale, un insieme molteplice di mezzi di informazione ci racconta cosa accade e permette agli attori – politici, esponenti di associazioni ecc. – di prendere la parola e replicare alle prese di posizione provenienti da oltre frontiera con l’immediatezza che è propria, tradizionalmente, della politica “interna”. Il moltiplicarsi dei portali web – di vecchie e nuove testate – ha irrobustito questo processo di integrazione degli spazi informativi. L’altro fattore è l'evoluzione recente dei due sistemi di partito “regionali”: un sistema certamente più dominato dall'incertezza, sul versante delle province limitrofe, ma con elementi di convergenza in Ticino; con due leghe che condividono non poche posizioni (anzitutto, la protesta contro il “centro”, Berna e Roma) e un ruolo politicamente centrale, anche nel definire l’importanza dell’agenda politica legata ai temi del territorio. Non vanno poi dimenticate le rispettive debolezze del tessuto economico, con una piazza finanziaria ticinese e una piccola impresa del Nord d’Italia in difficoltà, strette fra competizione globale e incertezze del mondo della finanza.

Per queste ragioni, è parziale l’interpretazione che vede come scontata conseguenza delle controversie attuali un rafforzamento della barriera fra i due Paesi. Se da un lato, le tensioni tendono a irrigidire le posizioni, almeno sul corto termine, dall’altro, il modo in cui le diatribe si stanno esplicando rivela un’integrazione – della sfera pubblica – transfrontaliera mai raggiunta finora. Un’integrazione che suggerisce scenari tutt’altro che scontati nello sviluppo futuro delle relazioni transfrontaliere.

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