venerdì 19 agosto 2011

Federali.Mattino_19.8.11. Massimo Brancati e Sandra Guglielmi, Potenza: Caro…(nome del bimbo), felicitazioni per il tuo arrivo! Lo sai che la nuova legge finanziaria ti assegna un bonus di 1.000 euro? I tuoi genitori potranno riscuoterlo presso questo ufficio postale….Così recitava la lettera che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha inviato alle famiglie italiane nel 2006, in piena campagna elettorale. Quei 1.000 euro sono arrivati effettivamente a destinazione, ma ora lo Stato li richiede indietro. Con gli interessi che - spiccioli a parte - ammontano a circa 3.000 euro. Quaranta famiglie lucane (25 nel Potentino e 15 in provincia di Matera) stanno ricevendo in questi giorni un’altra lettera. Dai toni decisamente meno leggeri di quella firmata dal premier cinque anni fa.----Ernesto Tardivo: Ferragosto a Foggia, non è qui la festa. Come potrebbe esserlo del resto in una città dove ogni emergenza è un miracolo rimandato, un intervento un tram perduto, la marginalità mai riscattata e ogni promessa una preghiera di cui si son perse le parole. I soldi contro il degrado dei borghi disastrati si sono volatilizzati e le periferie perciò resteranno mostrificate ancora a lungo, le baracche un folklore fatto di sola miseria.


Si fa presto a dire «è qui la festa» se a Foggia regnano miseria ed indifferenza
Basilicata, la beffa del «bonus» neonati che il Governo rivuole
Paradosso Sgarbi, un assessore Antimafia nella città in cui (per lui) "la mafia non c'è".


Si fa presto a dire «è qui la festa» se a Foggia regnano miseria ed indifferenza
di ERNESTO TARDIVO
Diciamo che la realtà è una invenzione del Signore; che basta chiudere gli occhi per inventarsene e immaginarne una diversa. Semmai fosse diversa...Ferragosto a Foggia: facile dire che sia qui la festa: il corso transennata e l’isola pedonale semideserta aspettando i fuochi di mezzanotte al pronao della villa; la processione e la banda: chissà se qualcuno ha suonato e soprattutto pregato anche per questa città incastonata nel grigio del suo malessere e dei suoi mille problemi. Il corteo dei fedeli varca l’ingresso del borgo antico, laddove è sistemata la solita arcata di luminarie prodotto impalpabile e strapaesano fatto di un incrocio di fasci luminosi: una lampadina rossa, una gialla, una verde ad alternarsi tra miseria, poco giubilo e tanta indifferenza, come se il mix si alleasse per brutalizzare la scena di cui si salvano solo le radici e il contesto della festa. Nello sfondo la cattedrale ancora ingabbiata. «Ma quando la aprono?», riparte il ritornello in processione. «Ancora un anno, forse due...», fanno fatica persino gli imbonitori. Schizzi di realismo alle spalle: «Per ora l’hanno incendiata... ».

Ferragosto a Foggia, non è qui la festa. Come potrebbe esserlo del resto in una città dove ogni emergenza è un miracolo rimandato, un intervento un tram perduto, la marginalità mai riscattata e ogni promessa una preghiera di cui si son perse le parole. I soldi contro il degrado dei borghi disastrati si sono volatilizzati e le periferie perciò resteranno mostrificate ancora a lungo, le baracche un folklore fatto di sola miseria. Ci ha colpito una riflessione inviataci tra le tante e-mai e pescata nel mare dell’estate telematico. E’ quella di Salvatore Valerio presidente di un laboratorio di evoluzione politica e delle idee.

Riflette Valerio: «Foggia, la città che Alberto Moravia ( “Gli indifferenti”) classificò come una delle più brutte città al Mondo insieme a La Paz (Bolivia) e Calcutta (India) durante una conferenza negli anni 60. Moravia si fermò a Foggia come il "Cristo" di Carlo Levi si fermò a Eboli. Il famoso scrittore volle fornire un giudizio esclusivo per l'aspetto meramente urbanistico, o piuttosto voleva soffermarsi sull'aspetto sociologico, quello del foggiano pervaso spesso da una totale apatia e privo di ogni slancio civico e sociale? Io ritengo che la risposta sia in un mix di entrambe le cose. D'altra parte lo scrittore cosa ci vuol far capire con i suoi personaggi? Non è per caso vero che per tanti foggiani l'indifferenza è un modus vivendi, invece di essere considerata una malattia, una situazione dalla quale venir fuori subito? Non è forse vero che molti foggiani al pari dei personaggi di Moravia vivono ai margini dello squallore dove le passioni sono bandite e il tutto ruota intorno esclusivamente all'interesse?

In questi giorni, mi chiedevo, come classificherebbe Foggia, Alberto Moravia? Una città che malgrado lamenti una disastrosa situazione amministrativa, è riuscita a perdere (grazie ai suoi amministratori "distratti") 7 milioni di euro di finanziamento regionale ai fini della riqualificazione urbana, per aver tardato nella presentazione del bando.Una città dove il degrado è una costante. Una città dove anche quest'anno la Festa del 15 agosto che festeggia La Madonna dei Sette Veli, trae le sue origini nel ceto più umile ma laborioso del capoluogo dauno, i foggiani non potranno venerarla nella Cattedrale (dal 2005 che la “Chiesa Madre” è chiusa per lavori in corso). Addirittura è andata in fiamme qualche settimana fa la parte alta della torre campanaria (dolo?). Una città che da tanti anni attende l'agibilità di un Teatro dedicato a uno dei più importanti compositori di tutti i tempi, il foggiano Umberto Giordano, esclusivamente per la negligenza perpetrata ad ogni livello. Una città che ha un bell' Anfiteatro ( il Mediterraneo) che può ospitare circa 3150 spettatori, nel maggio 2011 i lavori di adeguamento furono ultimati, tuttavia ad oggi il teatro non è stato ancora restituito alla città. Si intuiscie dove il nostro collocherebbe Foggia.

In conclusione ci vuole un'altro Moravia per stimolarci? Svegliamoci allora, e scrolliamoci di dosso questa infame indifferenza» . E torna l’interrogativo rabbioso: cos’è una città senza il suo tempio nel giorno della festa; cos’è una polis priva del suo teatro, agorà del mondo greco? Cos’è Foggia estratta dalla gogna della spazzatura. E sì ch vien voglia di sognare una città normale almeno nel giorno della festa. Senza chiudere gli occhi, immaginandola normalmente diversa...

Basilicata, la beffa del «bonus» neonati che il Governo rivuole
di MASSIMO BRANCATI e SANDRA GUGLIELMI
POTENZA - «Caro … (nome del bimbo), felicitazioni per il tuo arrivo! Lo sai che la nuova legge finanziaria ti assegna un bonus di 1.000 euro? I tuoi genitori potranno riscuoterlo presso questo ufficio postale…». Così recitava la lettera che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha inviato alle famiglie italiane nel 2006, in piena campagna elettorale. Quei 1.000 euro sono arrivati effettivamente a destinazione, ma ora lo Stato li richiede indietro. Con gli interessi che - spiccioli a parte - ammontano a circa 3.000 euro. Quaranta famiglie lucane (25 nel Potentino e 15 in provincia di Matera) stanno ricevendo in questi giorni un’altra lettera. Dai toni decisamente meno «leggeri» di quella firmata dal premier cinque anni fa.
Un funzionario della Ragioneria territoriale dello Stato contesta ai destinatari della missiva di avere riscosso illecitamente il «bonus bebè» per aver sottoscritto e utilizzato «un'autocertificazione mendace al fine di percepire la somma», chiedendo la restituzione dei 1.000 euro e il pagamento di una sanzione amministrativa di 3.000 euro. Il tutto «condito» da una segnalazione alla Procura della Repubblica.

Si dirà: ma nelle famiglie beneficiarie è nato davvero un bimbo nel 2005. E allora? Secondo lo Stato sono «colpevoli» di non aver interpretato bene i requisiti - poco chiari, per la verità - necessari ad accedere al contributo: sul retro della lettera spedita da Berlusconi era indicata la soglia di 50mila euro di reddito per ottenere il bonus, senza specificare se fossero lordi o netti, né tanto meno che bisognava includere anche l’eventuale reddito da fabbricati nel calcolo complessivo. Ciò, unito ad un rapporto diretto tra cittadino e Stato, con una procedura semplificata - senza ricorso a Caaf e commercialisti - e all’invito personalizzato recapitato a casa dei cittadini (il Codacons ha fatto una segnalazione all’antitrust per il «carattere ingannevole della comunicazione») avrebbe indotto tante famiglie in errore.

Da una parte il direttore della Ragioneria dello Stato di Potenza, Carmine Cillis, invita i cittadini a restituire entro i trenta giorni previsti «quanto illecitamente percepito», dall’altra le associazioni dei consumatori che invitano i malcapitati a verificare se la contestazione del Ministero è esatta e se la richiesta dell’amministrazione non sia prescritta: a decorrere dalla data di incasso dell’assegno, infatti, l’ente ha 5 anni di tempo per chiedere la restituzione, decorsi i quali si può eccepire la prescrizione.
Anche il Movimento Consumatori in aiuto dei cittadini lucani si sta muovendo: «La Commissione Bilancio della Camera – sotto - linea il presidente dell’associazione, Domenico Salvatore - con parere favorevole del sottosegretario Bruno Cesario, ha approvato la risoluzione n. 7-00664, condivisa da tutte le forze politiche, con cui il Governo si impegna a sanare la situazione per tutte le famiglie che all’epoca dei fatti avevano un reddito netto inferiore a 50mila euro, pur avendo un lordo superiore a tale cifra. Il testo approvato - spiega Salvatore - chiede esplicitamente una sanatoria facendo leva sulla buona fede di chi ha sbagliato e sulla poca chiarezza della lettera inviata da Berlusconi in relazione al requisito del reddito.

Non solo. Con la legge finanziaria del 2007 il Governo Prodi aveva già disposto una sanatoria per l'indebita percezione del «bonus bebè» da parte di cittadini extracomunitari, per cui ora - conclude Salvatore - si deve evitare ogni irragionevole disparità di trattamento fra cittadini italiani ed extracomunitari». Cittadinanzattiva ha scritto al ministro Tremonti chiedendo una moratoria, per limitare il rimborso richiesto ai soli mille euro senza sanzione amministrativa, e informazioni più chiare proprio «alla luce dell'evidente errore commesso dalla Pubblica Amministrazione nella promulgazione di un testo poco comprensibile». Ma come si è arrivati a questo punto? E soprattutto sono legittime le richieste del Ministero?

«Il problema di fondo - secondo Cittadinanzattiva - sta in una legge poco chiara che non ha specificato che il requisito essenziale per aver diritto al bonus consisteva nell’avere un reddito complessivo pari a 50.000 euro lordi e nelle mancate verifiche prima della erogazione dello stesso come indicato espressamente nella legge da parte degli organi istituzionali preposti che non hanno effettuato le opportune verifiche prima della erogazione, come invece indicato espressamente nella legge. I genitori dei nascituri oltre a restituire la somma di euro 1.000 indebitamente erogata, potrebbero anche essere soggetti ad una sanzione pecuniaria pari ad euro 3.000 per dichiarazioni mendaci (art. 316 e art. 640 comma 2, n. 1 codice penale).
La dicitura della Finanziaria - sottolinea Cittadinanzattiva - ha evidentemente tratto in inganno i cittadini. Ma come comportarsi se si è incappati in questa situazione? Cittadinanzattiva suggerisce alcuni passaggi: ricevuta la lettera di restituzione del bonus bebè, è necessario accertarsi se siano trascorsi più di cinque anni dall’incasso del bonus, perché decorso tale termine è possibile invocare la prescrizione per tale richiesta. Quanto alla ulteriore sanzione pecuniaria di euro 3.000 non dovrà essere pagata contestualmente ai 1.000 euro, ma solo nel caso in cui verrà accertata dal giudice la punibilità della dichiarazione mendace effettuata.

Paradosso Sgarbi, un assessore Antimafia nella città in cui (per lui) "la mafia non c'è".
Era questo il contenuto provocatorio dei maxi-manifesti affissi dal sindaco di Salemi e poi «taroccati» |
TRAPANI - È l'ultimo paradosso del critico-sindaco Vittorio Sgarbi, che, qualche mese fa, spiazzò l'opinione pubblica dichiarando che, in Sicilia, e dunque anche nella sua Salemi, «la mafia, ormai, non esiste più». Ora, però, il primo cittadino annuncia l'ingresso in giunta di un nuovo assessore che si occuperà, pensate un po', proprio «di Antimafia, nelle diverse accezioni», come precisa un comunicato dell'amministrazione comunale. L'uomo in più si chiama Pasquale La Mura, ha 42 anni, ed è un assistente di Pubblica Sicurezza da anni collaboratore del critico d’arte. A La Mura, che già da alcuni giorni opera in città nella nuova veste di amministratore comunale, sono state assegnate altre deleghe, tra cui la Polizia municipale e le Manutenzioni.

E così, a distanza di pochi giorni dalla provocazione di Sgarbi, con l'affissione in città di un maxi-manifesto che dava la mafia a Salemi per inesistente («Ma quale mafia! Cittadini ribellativi») e della risposta, di ignoti, che «taroccando» la scritta affermavano invece che la cittadina del Trapanese fosse più che afflitta dalle cosche, il sindaco annuncia questa nomina e precisa che il nuovo assessore si dovrà occupare anche «dell’antimafia di carriera, quella di chi», spiega Sgarbi, «vede la mafia anche là dove non c’è o la invoca impropriamente per ammantare di importanza indagini grottesche, ridicole, fondate su opinioni personali, presupposti falsi, circostanze volutamente equivocate o inventate». E il riferimento è, naturalmente, all'inchiesta della magistratura su presunte infiltrazioni mafiose nell'amministrazione comunale di Salemi: pressioni che, appunto, il primo cittadino nega di aver mai subito.
Ch. Ma.

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