venerdì 19 agosto 2011

Federali.Sera_19.8.11. Il senatore Marco Stradiotto (Pd): Ecco, per questo sono andato a studiarmi le finanziarie degli ultimi 15 anni e ho scoperto che al Veneto conviene avere un governo nazionale di centrosinistra: i numeri dicono infatti che quando a palazzo Chigi c'era un presidente del Consiglio di centrosinistra, da Prodi a D'Alema ad Amato ancora a Prodi, alla nostra regione sono arrivati più finanziamenti per infrastrutture. In sette anni di governo il centrosinistra ha destinato per le opere infrastrutturali del Veneto oltre 5,2 miliardi di euro, mentre il centrodestra in 8 anni, un anno in più, ha destinato poco più di 2 miliardi di euro.----L'accordo bilaterale tra Grecia e Finlandia, che prevede, a garanzia della quota dei prestiti versati da Helsinki per il nuovo pacchetto di salvataggio greco, la corresponsione di un collaterale, deve ricevere il via libera dal resto della zona euro.----L'Austria propone di legare le richieste di collaterali da parte dei Paesi della zona euro sui prestiti alla Grecia alla quantità di protezione che il settore finanziario di ciascun Paese si assicurerà nel parallelo pacchetto di salvataggio delle banche per Atene.


«Il Veneto ha avuto più soldi dai governi di centrosinistra»
Svizzera. Gli appetiti sul franco restano immutati
Grecia, per accordo con Finlandia serve ok zona euro
Zona euro, Austria chiede collaterale legato a aiuti banche


«Il Veneto ha avuto più soldi dai governi di centrosinistra»
 TRASFERIMENTI. Il senatore padovano del Pd ha analizzato le finanziarie degli ultimi 15 anni
 Stradiotto: «Con Prodi e D'Alema più infrastrutture per la regione»
19/08/2011
PADOVA
Il senatore Marco Stradiotto (Pd) non ci sta a essere messo nel mucchio. «Ricordo ancora quando un'associazione industriali (Vicenza, ndr) decise di non invitare politici sul palco - attacca - perché si dicevano stufi delle solite promesse non mantenute. Ecco, per questo sono andato a studiarmi le finanziarie degli ultimi 15 anni e ho scoperto che al Veneto conviene avere un governo nazionale di centrosinistra: i numeri dicono infatti che quando a palazzo Chigi c'era un presidente del Consiglio di centrosinistra, da Prodi a D'Alema ad Amato ancora a Prodi, alla nostra regione sono arrivati più finanziamenti per infrastrutture».
L'afa è vinta dal condizionatore a palla della sede regionale del Pd, eppure Stradiotto si accalora parecchio, come se ce ne fosse bisogno in questi giorni soffocanti, di fronte ai dati che, a suo dire, sono oggettivi e inequivocabili. «I provvedimenti legislativi e le determinazioni del Cipe degli ultimi 15 anni parlano chiaro - afferma -. In sette anni di governo il centrosinistra ha destinato per le opere infrastrutturali del Veneto oltre 5,2 miliardi di euro, mentre il centrodestra in 8 anni, un anno in più, ha destinato poco più di 2 miliardi di euro. Certo, qualcuno potrebbe dire che in questi ultimi anni, dal 2008, lo scenario è stato caratterizzato dalla crisi, ed è vero. Ma se restiamo fermi al confronto tra il quinquennio 1996-2001 e quello successivo, scopriamo che i 3 governi di centrosinistra che si sono succeduti hanno trasferito mediamente circa 2 milioni di euro al giorno, mentre i 2 governi di centrodestra si sono fermati alla metà, 1 milione di euro al giorno».
Stradiotto si trasforma per un attimo in venditore di auto usate e si permette di dare un consiglio di marketing all'elettorato veneto, che nel corso di questi anni ha sempre dato fiducia e consenso al centrodestra. «Questi risultati - osserva il parlamentare padovano del del Pd - confermano una legge ferrea del mercato: la concorrenza garantisce il consumatore. Nel caso specifico, si capisce che un'alternanza di vittorie alle elezioni indurrebbe le varie coalizioni a non dare per scontato alcunché e continuare a garantire gli interessi di questa regione. Ecco perché vorrei dire a tutti veneti, specie a quelli che hanno sempre votato per il centrodestra, di venire a farsi fare un preventivo da noi la prossima volta».
Insomma, seguendo la logica americana che valuta la bontà del candidato a seconda dell'esito del test "automobilistico" («Comprereste un'auto usata da uno così?»), Stradiotto si propone come futuro pusher di infrastrutture, seguendo l'esempio dei governi pro-Veneto di centrosinistra.
I numeri analizzati si riferiscono esclusivamente alle infrastrutture, cioè a investimenti in conto capitale. «E vorrei ricordare - conclude Stradiotto - anche la decisione del governo di centrosinistra sul cosiddetto federalismo autostradale, quella che ha consentito di trattenere sul territorio il 50% dei pedaggi del passante. Questa decisione, che frutta ogni anno al Veneto circa 25 milioni di euro, vale da sola più di quanto sinora garantito dalle norme sul federalismo fiscale». MA.SM.

Svizzera. Gli appetiti sul franco restano immutati
di Generoso Chiaradonna - 08/19/2011
Quando c’è incertezza l’oro e il franco – purtroppo per noi – sono l’unico porto sicuro per investitori terrorizzati da un mondo in profondo cambiamento. Gli effetti positivi della decisione della Banca nazionale di aumentare la liquidità a disposizione delle banche – più una misura tecnica tesa a cercare di calmare gli appetiti sul franco – si sono dissolti come neve al sole. Ieri gli operatori sono tornati ad acquistare franchi in modo massiccio tanto è vero che il tasso di cambio da 1,15 franchi di ieri mattina è tornato a veleggiare attorno a 1,13 contro l’euro, ben al di sotto di quella soglia del dolore che soltanto pochi mesi fa era fissata a 1,35, e sotto i 79 centesimi contro il dollaro. Se alle decisioni di politica monetaria aggiungiamo le blande decisioni di politica economica del Consiglio federale, tra l’altro completamente passate inosservate sui mercati internazionali, e le prospettive deteriorate dei principali mercati di sbocco svizzeri (Germania in particole ed Europa e Usa in generale) abbiamo la misura di ciò che ci aspetta.
Per i prossimi mesi dovremmo attenderci un deciso rallentamento della dinamica economica con il conseguente aumento della disoccupazione e la delocalizzazione di attività produttive all’estero. Tra l’altro i timori di una nuova recessione ieri hanno spinto al ribasso i principali listini e se è vero che la Borsa generalmente anticipa ciò che avverrà nell’economia reale, un nuovo raffreddamento dell’economia mondiale non dovrebbe essere un’ipotesi peregrina. È comunque paradossale che l’economia svizzera debba pagare le inefficienze di bilancio dei suoi partner commerciali. Le virtù di una buona amministrazione del denaro pubblico elvetiche si scontrano quindi contro politiche fiscali meno rigorose dell’eurozona e di oltre Atlantico. Una situazione che avrebbe dovuto indurre il Consiglio federale ad allentare i cordoni della borsa ben prima di questa settimana. I 2 miliardi di franchi destinati al rafforzamento della piazza economica con aiuti mirati ai settori più sensibili alle bizze dei cambi (turismo e industria) potevano essere stanziati prima senza per questo venire meno ai dettami dell’ortodossia finanziaria che la politica svizzera si è data. In questo modo, invece, si ha l’impressione che il governo voglia mettere soltanto una pezza all’ultimo momento e soprattutto in un periodo preelettorale. In fin dei conti la Confederazione e i singoli Cantoni (con alcune eccezioni) hanno finanze più che sane. Un allentamento dei vincoli di bilancio in una situazione pre-recessiva come l’attuale dovrebbe essere ai primi posti dell’agenda politica.

Grecia, per accordo con Finlandia serve ok zona euro
L'accordo bilaterale tra Grecia e Finlandia, che prevede, a garanzia della quota dei prestiti versati da Helsinki per il nuovo pacchetto di salvataggio greco, la corresponsione di un collaterale, deve ricevere il via libera dal resto della zona euro. Lo ha detto ieri sera il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos. "Lo schema di finanziamento che abbiamo concordato nei nostri colloqui con i finlandesi è soggetto all'approvazione del resto dei Paesi della zona euro" ha sottolineato Venizelos in una nota, arrivata dopo la richiesta da parte di Slovacchia, Paesi Bassi e Austria di avere un collaterale per le rispettive quote del pacchetto di aiuti per salvare Atene.

Zona euro, Austria chiede collaterale legato a aiuti banche
L'Austria propone di legare le richieste di collaterali da parte dei Paesi della zona euro sui prestiti alla Grecia alla quantità di protezione che il settore finanziario di ciascun Paese si assicurerà nel parallelo pacchetto di salvataggio delle banche per Atene.
Il ministro delle Finanze austriaco Maria Fekter ha detto che la sua speranza è che la proposta, inviata agli altri membri della zona euro, allenti le tensioni in merito al tentativo solitario della Finlandia di assicurare tramite collaterali la sua quota di prestiti alla Grecia. Secondo il piano di Fekter, l'Austria, le cui banche e assicurazioni hanno un 'esposizione limitata alla Grecia, riceveranno collaterali, a differenza di altri Paesi più esposti al debito greco, come la Francia e la Germania.
"In base a quanto negoziato dalla Finlandia, ciascuno di noi dovrebbe pagare di più per dare a loro il collaterale" ha detto Fekter nella tarda serata di ieri ai giornalisti, ribadendo come questo fosse "inaccettabile" per l'Austria, che richiede pari trattamento. "So che se ciascuno di noi richiede un collaterale allora (il pacchetto di salvataggio per la Grecia) non potrà essere finanziato. Per questo motivo ho proposto di combinare il coinvolgimento del settore privato - ovvero la protezione del settore privato - con la protezione tramite collaterale" ha detto Fekter. I creditori del settore privato della Grecia lo scorso mese si sono accordati per subire un 21% di perdite sui bond da loro detenuti come parte di un contributo di 37 miliardi di euro al salvataggio delle Grecia.

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