giovedì 25 agosto 2011

Federali.Mattino_25.8.11. Un paese senza presente, ne’ futuro, e’ un paese che non esiste. Al primo posto tra i paesi che investono maggiormente nei servizi sociali troviamo la Francia con 10.790 euro pro capite, seguita dalla Germania con 9.170 euro, Svezia con 9.080 euro, Olanda con 8.780 euro, Inghilterra con 8.450 euro e Spagna con 8.120 euro.----Firenze: Una volta su tre i negozianti fiorentini 'dimenticano' di fare lo scontrino.----In particolare, analizzando alcuni capoluoghi, le famiglie italiane vivono meglio a Firenze, dove solo il 18,9% delle famiglie è al di sotto della soglia della felicità. Il capoluogo toscano precede Genova (21,1%) e Palermo (21,8%). A Napoli le famiglie infelici rappresentano il 22,8% del totale. A Milano, Bologna e Roma è infelice circa 1 famiglia su 4, rispettivamente il 23,8%, il 24,2% e il 25,2%. A Torino e a Verona la felicità "costa" davvero cara: è infelice il 27,2% e il 27,6% delle famiglie.---- Mentre a livello nazionale la disoccupazione giovanile si attesta al 15,9%, il tasso balza al 25,1% nel Mezzogiorno, con 538.000 giovani che non lavorano. La Sicilia primeggia con una percentuale del 28,1%, seguita da Campania, 27,6%, Basilicata, 26,7%, Sardegna, 25,2%, Calabria, 23,4%, e Puglia, 23%


(Contribuenti.it): in italia crolla la fedelta' fiscale.
Firenze. Finanza, dati choc "I negozianti non fanno lo scontrino una volta su tre"
"Le famiglie vivono più felici a Firenze, Genova, Palermo"
Giovani senza lavoro, Italia maglia nera in Europa


(Contribuenti.it): in italia crolla la fedelta' fiscale.
Pochi servizi, in 5 anni scesa di 12,2 punti passando da 28,94% a 16,74%
ROMA - "In Italia in 5 anni la fedeltà fiscale dei contribuenti è scesa di 12,2 punti passando da 28,94% a 16,74% a causa dei pochi servizi che si ricevono in cambio delle molte tasse che si pagano". Ogni contribuente italiano versa mediamente al fisco 7.560 euro all'anno, fra tasse, imposte e tributi vari, la cifra più alta tra i paesi dell'area euro, ma riceve in cambio in servizi sociali il controvalore di 7.960 euro, il più basso tra i principali paesi europei.
Al primo posto tra i paesi che investono maggiormente nei servizi sociali troviamo la Francia con 10.790 euro pro capite, seguita dalla Germania con 9.170 euro, Svezia con 9.080 euro, Olanda con 8.780 euro, Inghilterra con 8.450 euro e Spagna con 8.120 euro.
E' questo il quadro che è emerso dalla ricerca effett! uata da KRLS Network of Business Ethics per "Contribuenti.it Magazine" dell'Associazione Contribuenti Italiani, che ha analizzando i dati sulla Tax Compliance rilevati da Lo Sportello del Contribuente nel periodo luglio 2006-luglio 2011.
L'indice della tax compliance è l'indice di fiducia dei contribuenti italiani. Esso rappresenta il comportamento dei contribuenti nei confronti dell'amministrazione finanziaria. La sua rilevazione avviene attraverso l'analisi di un campione di circa 5.000 contribuenti ed è costituito da due subindici, la stima dei contribuenti sulla situazione corrente (40%) e le previsioni per il futuro (60%).
Il dato ha una forte influenza sulla politica monetaria e fiscale in quanto è l'indice della Tax Compliance. Più il valore e' alto, più i contribuenti hanno conoscenza, informazione e certezza di poter contare sui propri diritti. Attraverso questa via c'è da attendersi una diminuzione delle evasioni fiscali insieme ad un incremento delle soluzioni! pacifiche delle controversie.
Concorre al peggioramento dei rapporti tra fisco e contribuenti anche la burocrazia fiscale che costa ben 21,1 miliardi all'anno ai contribuenti italiani titolari di partita iva. Burocrazia fiscale che costa cara ai contribuenti italiani specialmente se messa a confronto con quella europea. Ogni contribuente italiano per esercitare una attività economica paga una "tassa aggiuntiva occulta" nel 2011, di 5.979 euro all'anno, contro i 1.370 euro dei francesi, i 1.310 euro dei britannici, i 1.250 euro dei tedeschi, i 1.190 euro degli spagnoli, i 1.120 euro degli olandesi ed i 860 euro degli svedesi. Spesa che nel 2011 è ulteriormente aumentata di 3,8MLD, rispetto al 2009, a causa di nuovi e onerosi adempimenti fiscali previsti dall'Amministrazione finanziaria, mentre la qualità dei servizi pubblici è diminuita del 21%.
Secondo l'Associazione Contribuenti Italiani, per combattere l'evasione fiscale serve una riforma fiscale che deve passare attraverso i miglioramenti dei servizi resi ai cittadini, la semplificazione del fisco, la riforma della riscossione dei tributi e soprattutto il rispetto dei diritti dei contribuenti.
"La scarsa qualità dei servizi pubblici, gli innumerevoli condoni fiscali dovuti all' inefficienza della amministrazione finanziaria, l'applicazione spesso cervellotica di leggi, circolari e regolamenti vari - commenta Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - richiedono una svolta epocale. Bisogna tornare a guardare gli italiani non più come potenziali evasori, ma come cittadini che vantano dei diritti a fronte del pagamento delle imposte. Siamo favorevoli a sottoscrivere un patto tra fisco e contribuenti per riformare il fisco rendendolo piu' equo, incentrando il rapporto sulla tax compliance, come avviene da tempo nei principali paesi europei, anziche' sulle vessazioni, dando piena e concreta attuazione allo Statuto dei diritti del contribuente".Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani
L'ufficio stampa Infopress 3314630647

Firenze. Finanza, dati choc "I negozianti non fanno lo scontrino una volta su tre"
Cifre da record per quanto riguarda l'evasione fiscale: il "vizietto" colpisce particolarmente gli esercenti delle pizzerie e dei bar
Firenze, 24 agosto 2011 - Una volta su tre i negozianti fiorentini 'dimenticano' di fare lo scontrino. In provincia, la media scende a una volta su cinque. Il comune piu' 'irregolare' e' Palazzuolo sul Senio, dove la percentuale dei verbali contestai dalla guardia di finanza rispetto ai controlli e' stata del 54%. E' l'esito dell'attivita' delle fiamme gialle dall'inizio del 2011.
La Gdf spiega che a Firenze ''la meta' delle irregolarita' sono state riscontrate in ristoranti, pizzerie e bar. Seguono i piccoli minimarket ed alimentari nonche' i venditori ambulanti di generi non alimentari. Poco meno di 1/3 delle verbalizzazioni e' stata effettuata nei confronti di attivita' economiche gestite da stranieri (cinesi, nord africani, est asiatico) che operano sia come ambulanti sia in negozi di vendita di generi alimentari, rosticcerie, kebab o di generi non alimentari''. Varia la casistica degli 'evasori seriali': un venditore ambulante di panini e bibite tra il 2007 ed il 2011 e' stato verbalizzato a Firenze 19 volte; mentre un venditore ambulante di bigiotteria tra il 2009 ed il 2011 ha collezionato 15 verbali; un negoziante di San Lorenzo, invece, negli ultimi tre anni ha omesso di registrare 270 mila euro di incassi. Un agriturismo nel Mugello a Ferragosto ha battuto sullo scontrino una spesa di 450 euro inferiore a quella reale; mentre un negozio di borse ha emesso uno scontrino piu' leggero di mille euro rispetto al costo della merce venduta a una cliente. ''Tra il 2010 e 2011 - conclude la nota - sono 13 le attivita' sospese (a Firenze e provincia) con provvedimento dell'Agenzia dell'Entrate (6 ambulanti, 3 ristoranti - trattorie, un bar, 2 minimarket, un negozio di abbigliamento)''.

"Le famiglie vivono più felici a Firenze, Genova, Palermo"
 I soldi non fanno la felicità eppure in questo periodo di crisi il giudizio e la percezione del proprio benessere è influenzato principalmente dal reddito: in Lombardia, per esempio, solo se le entrate al mese per famiglia sono comprese tra i 1.500 Euro e i 2.000 Euro si può pensare di essere ottimisti. L'indice della felicità, stimato dall'Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su redditi e spesa medi, varia da regione a regione: se in Lombardia occorrono, quindi, almeno 1.500 Euro per non essere infelici, come in Veneto e in Emilia Romagna, in Piemonte la soglia è di 1.400 Euro, servono 1.300 Euro per la Toscana ed il Lazio, 1.200 per la Liguria. La soglia scende fino a 1.000 Euro per la Campania e bastano 900 Euro in Sicilia. In particolare, analizzando alcuni capoluoghi, le famiglie italiane vivono meglio a Firenze, dove solo il 18,9% delle famiglie è al di sotto della soglia della felicità. Il capoluogo toscano precede Genova (21,1%) e Palermo (21,8%). A Napoli le famiglie infelici rappresentano il 22,8% del totale. A Milano, Bologna e Roma è infelice circa 1 famiglia su 4, rispettivamente il 23,8%, il 24,2% e il 25,2%. A Torino e a Verona la felicità "costa" davvero cara: è infelice il 27,2% e il 27,6% delle famiglie. Emerge da una stima dell'Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza a partire dalla indagine "Famiglie e consumi. Monza e Brianza e Lombardia", realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, con il coordinamento scientifico di Ref-Ricerche per l'economia e la finanza e in collaborazione con DigiCamere, e su dati Istat e Ministero dell'Economia e delle Finanze. "La criticità della situazione internazionale - ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza - si accompagna oggi ad una condizione di incertezza economica delle famiglie, per le quali sono necessari interventi indirizzati alla tutela dei loro risparmi e all'incremento della loro capacità di spesa, condizioni indispensabili per far ripartire i consumi. Del resto, le famiglie rappresentano il fondamento per il rilancio della nostra economia e la condizione per gli investimenti delle imprese."

Giovani senza lavoro, Italia maglia nera in Europa
Il livello di disoccupazione giovanile in Italia è altissimo ovunque rispetto al resto d’Europa. Gli under 24 sono coloro messi peggio, con quasi il 30% in cerca di lavoro rispetto al 21% della media europea, ma, in generale, i giovani senza lavoro con meno di 35 anni ammontano a 1.183.000, cifra che fa del nostro Paese il primo in Europa per disoccupazione giovanile.
 L’amara diagnosi, che conferma questo trend mai invertitosi negli ultimi tre anni, è dell’ufficio studi di Confartigianato, i cui dati evidenziano come tra il 2008 e il 2011 gli occupati sotto i 35 anni siano diminuiti di 926.000 unità.
 Allo stesso tempo, fanno notare dall’associazione di categoria, le imprese italiane denunciano difficoltà nel reperire il 17,2% della manodopera loro necessaria e, mentre lievitano le iscrizioni ai licei, crolla sempre più il numero di coloro che optano per gli istituti professionali per la loro formazione scolastica.

I dati regionali. Mentre a livello nazionale la disoccupazione giovanile si attesta al 15,9%, il tasso balza al 25,1% nel Mezzogiorno, con 538.000 giovani che non lavorano. La Sicilia primeggia con una percentuale del 28,1%, seguita da Campania, 27,6%, Basilicata, 26,7%, Sardegna, 25,2%, Calabria, 23,4%, e Puglia, 23%.
 Dall’altro lato di questa triste classifica troviamo Trentino Alto Adige, dove il tasso di disoccupati under 35 è pari al 5,7%, seguito da Val d'Aosta, 7,8%, Friuli Venezia Giulia, 9,2%, Lombardia, 9,3% e Veneto, 9,9%.

E quelli provinciali. A livello provinciale è Carbonia-Iglesias a ricoprire la vetta, con i giovani under 35 in cerca di occupazione che rappresentano il 38% della forza lavoro. Subito dopo troviamo Agrigento, 35,8%, e Palermo, 35,7%. La provincia meno falcidiata dal fenomeno è Bolzano, dove il tasso dei giovani senza lavoro è del 3,9%, seguita da Bergamo, 5,6%, e Cuneo, 5,7%.
Gli adulti. A peggiorare, ancora, è anche la situazione degli adulti. La fetta di inattivi tra i 25 e i 54 anni, infatti, è arrivata al 23,2%, contro il 15,2% della media europea, e tra il 2008 e il 2011 è aumentata dell'1,4%, mentre in Europa si è assistito ad una diminuzione dello 0,2%.
Marco Notari

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