martedì 2 agosto 2011

Federali.Mattino_2.8.11. Orosei. Nessun prodigio. Neanche sant’Agosto fa il miracolo. Questa stagione turistica nata sotto la maledezione di una crisi economica diffusa su scala planetaria e amplificata esponenzialmente in Sardegna dal car(issim)o traghetti, prosegue nella sua annata nera e il tutto esaurito agostano quest’anno rimarrà un ricordo di cronache passate..----Nardo'. Dopo aver raccolto i prodotti sui campi, i responsabili della raccolta chiedono un supplemento di lavoro e cioè di dividere i pomodori in base alla grandezza degli stessi. I lavoratori chiedono un piccolo aumento rispetto alla paga ordinaria (circa 38 euro a giornata ai quali vanno detratti circa cinque euro per il trasporti sui campi e per il compenso al caporale) ma questo non viene accordato.

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Stagione turistica ai «saldi»
A Nardò protestano i braccianti-immigrati
Potenza, sorvegliano pannelli fotovoltaici senza permessi: 8 persone denunciate
Capossela show tra mito marinai, profeti e balene
Augurissimi al Napoli: la società azzurra compie ottantacinque anni
Cipro, programma aiuti non è sul tavolo
I cittadini dei Balcani “strangolati” dai debiti


LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Stagione turistica ai «saldi»
01.08.2011
OROSEI. Nessun prodigio. Neanche sant’Agosto fa il miracolo. Questa stagione turistica nata sotto la maledezione di una crisi economica diffusa su scala planetaria e amplificata esponenzialmente in Sardegna dal “car(issim)o traghetti”, prosegue nella sua annata nera e il tutto esaurito agostano quest’anno rimarrà un ricordo di cronache passate. Anzi, le tariffe di altissima stagione scattate in questi giorni sono un ulteriore gup al riempimento di camere d’albergo, seconde case e anche posti tenda nei campeggi. I numeri parlano chiaro e sono nefasti: meno 15% almeno nelle strutture ricettive con formula albergiera, (quella meno toccata dall’aumento iperbolico dei biglietti nave), mentre il segno negativo arriva sino al 30% per residence e camping preferiti dai turisti automuniti. E per il mercato sommerso delle seconde case le cifre sono ancora peggiori. I quattro mori dipinti sui fumaioli della flotta sarda low cost non hanno inciso sui grandi numeri delle vacanze in Sardegna e dopo il “pasticiaccio Tirrenia” anche le aspettative per l’anno prossimo non sono certo improntate all’ottimismo. «Purtroppo occorre fare i conti con la situazione contingente e con le previsioni del prossimo futuro - dice Piero Loi del gruppo Iti Hotels - le campagne promozionali per vendere gli alberghi sardi ad agosto che occupano in questi giorni le pagine dei maggiori quotidiani italiani sono un segnale quanto mai chiaro: siamo fuori mercato per vari e noti motivi, crisi economica e caro traghetti in primis, e se nulla cambierà occorrerà rivedere le tariffe al ribasso. Specie quelle dell’alta stagione». Segnali più confortanti sembrano infatti arrivare per settembre con prenotazioni in aumento in concomitanza del calo dei costi di soggiorno. Questo per quanto riguarda le presenze, perchè sull’indotto, se possibile, la situazione è ancor più deficitaria: i pochi turisti che pure arrivano sono “spremuti” già in partenza e per ristoranti, pizzerie, gelaterie e servizi vari gli incassi delle estati scorse rimangono un un miraggio. E l’inverno fa paura.

A Nardò protestano i braccianti-immigrati
di BIAGIO VALERIO
NARDO' - I lavoratori extracomunitari ospitati nella masseria «Boncuri», alla periferia di Nardò, prima incrociano le braccia e poi tentano di bloccare la bretella per la strada statale 101 «Salentina», la Lecce-Gallipoli. Adesso, parzialmente fallita la campagna delle angurie a causa della crisi dell'intero comparto, con questo inedito sciopero dei braccianti di colore è a rischio anche la campagna dei pomodori.

Nel giorno in cui un loro compagno di lavoro, un tunisino di 34 anni, stramazza a causa di un arresto cardiaco, i circa 200 ospiti della struttura gestita dalle associazioni «Finis Terrae» e «Brigate di solidarietà attiva» decidono per un gesto mai visto prima: uno sciopero con corollario di assemblea auto-organizzata ad oltranza. E c'è una notizia nella notizia: nessuno fa il crumiro e tutti i duecento ospiti rinunciano al lavoro. Tutto incomincia sabato mattina quando i proprietari dei terreni fanno una richiesta agli operai extracomunitari, che questi ultimi non accettano. Dopo aver raccolto i prodotti sui campi, i responsabili della raccolta chiedono un «supplemento» di lavoro e cioè di dividere i pomodori in base alla grandezza degli stessi. I lavoratori chiedono un piccolo aumento rispetto alla paga ordinaria (circa 38 euro a giornata ai quali vanno detratti circa cinque euro per il trasporti sui campi e per il compenso al «caporale») ma questo non viene accordato. Così scoppia la protesta estemporanea che si è sfiorata due anni fa: una sessantina i lavoratori che si piazzano sulla bretella della 101, strada pericolosissima già di suo e teatro di innumerevoli incidenti, e bloccano il traffico. Una rimostranza clamorosa che non passa inosservata visto che le auto della polizia arrivano in pochi minuti e, grazie anche alla mediazione dei volontari, rientra in poco più di un quarto d'ora.

Ieri sera è andata in scena, sempre alla «Boncuri» che ricorda i film di Salvatores ambientati negli anni Settanta, l'assemblea autogestita conclusa con la decisione di incrociare le braccia. E ora sono problemi per tonnellate di prodotto che rischia di restare sui campi. L'economia agricola neretina, del resto, è cresciuta a dismisura sicuramente anche grazie alle centinaia di lavoratori extracomunitari che giungono qui in maggio per andar via a settembre. Di certo c'è che nessun operaio italiano lavorerebbe sei ore per quella cifra per cui è probabile che, per la prima volta, la coscienza «di classe» dei lavoratori possa portare a una rimodulazione, almeno economica, dei rapporti con i padroni.

All'alba, infine, la scoperta dell'uomo deceduto per cause naturali nella notte. Dormiva, come gli altri, in una tendina canadese in un campo sterrato davanti alla «Boncuri». Fino a tardi sul posto ci sono stati i funzionari del commissariato e il suo corpo è stato poi trasportato all'ospedale «Vito Fazzi» di Lecce dove resterà fino a quando il magistrato di turno deciderà sull'opportunità di effettuare l'autopsia. Poi partirà per chissà dove, per tornare a casa sua, e si racconterà per anni che è morto in Italia, mentre «lavorava».

Potenza, sorvegliano pannelli fotovoltaici senza permessi: 8 persone denunciate
01/08/2011  Otto persone sono state denunciate in stato di libertà alla magistratura dalla Polizia, con l'accusa di attività di vigilanza abusiva. Due delle persone denunciate sono titolari di società che facevano sorvegliare nei territori di Tito, Picerno e Albano di Lucania (Potenza), campi di pannelli fotovoltaici.
 Le altre sei persone denunciate sono i sorveglianti, che esercitavano l'attività senza il decreto di guardia giurata rilasciato dal prefetto.

Capossela show tra mito marinai, profeti e balene
Da Omero a Dante, da Melville a Conrad, l'artista trova ispirazione nella letteratura di tutti i tempi
PALERMO - Vinicio Capossela parte dal mare con il suo nuovo show fortemente caratterizzato dai temi del disco «Marinai, profeti e balene», uscito nell'aprile scorso. L'artista sarà a Segesta il 4 agosto, nell'ambito del Calatafimi Segesta Festival e il 6 a Tindari. Sul palco saliranno insieme a lui: Mauro Ottolini (trombone, conchiglie, ottoni, flauti, kalimba, temporale), Achille Succi (ance, flauti, shakuhachi, shehnai, tin whistle), Alessandro “Asso” Stefana (chitarre, banjo, baglama), Glauco Zuppiroli (contrabbasso), Zeno De Rossi (batteria, conga, gong delle nuvole, teste di morto), Francesco Arcuri (campionatore, steel drum, saz, santoor, Vincenzo Vasi theremin, campionatore, marimba, voce, glockenspiel). «Marinai, Profeti e Balene» è un’opera sul fato, sul viaggio e il mare come metafora e scenografia del destino umano. Da Omero a Dante, da Melville a Conrad, è un progetto che trova ispirazione nella letteratura di tutti i tempi e in cui risuonano il mito, le voci di marinai, di profeti e balene.

Definire Vinicio Capossela un «cantautore» non renderebbe giustizia al personaggio, alla sua musica, alla sua arte. Certo è un autore di canzoni, ma chiunque abbia mai assistito a un suo spettacolo, abbia ascoltato un suo disco, sa benissimo che la sua è un arte più completa, più complessa. E al tempo stesso più fisica, diretta, di quella alla quale ci hanno abituato i cantautori. Le sue canzoni, i suoi spettacoli, sono fatti di carne e sangue, di respiro e calore, sono coinvolgenti ed emotivi, puntano a far ragionare il cervello e mettere in moto lo stomaco. Capossela è un artista a tutto tondo, un cantastorie che racconta la musica e la vita alla sua maniera, un visionario pronto a trascinare chi lo ascolta in una sarabanda magnifica e stupefacente, dove nulla è previsto e niente è prevedibile.

Augurissimi al Napoli: la società azzurra compie ottantacinque anni
De Magistris: buon compleanno da tutta la città
NAPOLI - Il primo cittadino è anche il primo a fare gli auguri: «Un affettuoso augurio da parte di tutta la città e dell'amministrazione comunale per l'85anniversario della società sportiva calcio Napoli, che da anni regala sogni e speranze ai suoi tifosi e alle sue tifose». Luigi De Magistris celebra l'anniversario calcistico, ben sapendo l'importanza assoluta che il club azzurro riveste per il capoluogo campano, dal punto di vista sportivo e sociale. «Al Presidente Aurelio De Laurentis, all'allenatore, alla squadra e a tutti i collaboratori - ha proseguito il sindaco - auguriamo un altro anno ricco di soddisfazioni, che non potranno che diventare anche le nostre. Il Napoli, da sempre protagonista della storia calcistica italiana, potrà contribuire al rilancio dell'intera città, come del resto solo lo sport è capace di fare essendo fattore di aggregazione in grado di offrire impulso positivo a tutta la società».

IL DISCORSO DI ASCARELLI - E sul blog  ricostruisce la genesi della società. «L’1 agosto 1926, Giorgio Ascarelli riunì i soci dell’Internaples e, con voce commossa, disse: “Pur grati a coloro che sono stati la nostra matrice, l’importanza del momento e la maggiore dignità cui il nostro sodalizio è chiamato mi suggeriscono un nome nuovo, nuovo e antico come la terra che ci tiene (...). Io propongo che l’Internaples da oggi in poi, e per sempre, si chiami Associazione Calcio Napoli». E la maglia - aggiunge Carratelli - «prese il colore azzurro del cielo e del mare piuttosto che i colori giallorossi del gonfalone comunale».

Cipro, programma aiuti non è sul tavolo
Un programma di assistenza finanziaria per Cipro non è in agenda. Lo ha affermato oggi la Commissione europea in una nota. "La questione di un pacchetto di supporto finanziario non è sul tavolo" si legge in una nota della Commissione, dopo che da Bank of Cyprus, il più grande istituto di credito dell'isola, era stato ipotizzato il rischio imminente di un ingresso dell'isola in un meccanismo di supporto europeo, minandone la reputazione di centro finanziario.

Nella nota la Commissione europea ha sottolineato come Cipro si sia impegnato a portare il suo deficit di bilancio sotto il 4% del Pil nel 2011 e al 2,5% nel 2012. "Siamo fiduciosi che le autorità cipriote adempiranno ai loro impegni. E ci aspettiamo pienamente che facciano quello che è necessario" prosegue la nota. "Le autorità cipriote possono fare affidamento sul pieno sostegno della Commissione europea nello sforzo di consolidamento delle Finanze e di rilancio dell'economia" conclude la Commissione Ue. La scorsa settimana sia Moody's (news) che Standard & Poor's (news) hanno tagliato il rating di Cipro citando rispettivamente il "preoccupante stato fiscale" dell'isola e gli "incoerenti impegni di tagli alla spesa a fronte di un declino delle entrate".

I cittadini dei Balcani “strangolati” dai debiti
La crisi ha lasciato un’eredità molto pesante. In Croazia il rosso pro capite arriva a 4mila euro e in Serbia sfiora quota 4.600
 di Stefano Giantin
BELGRADO. Sebbene le statistiche segnalino una ripresa generalizzata delle economie balcaniche, la crisi ha lasciato una pesante eredità nei portafogli delle famiglie della regione. I cittadini dei Balcani sono super indebitati. In Bosnia, la media del debito privato ha raggiunto i 920 euro pro capite, ma si sale a quasi 4.600 euro se si calcolano i soli occupati, avverte la Banca nazionale di Sarajevo. In Croazia, il debito privato per cittadino ha raggiunto 4.000 euro, in Serbia 800, in Macedonia 600. I Balcani si indebitano sia a breve termine, per coprire con carte di credito i conti in rosso, sia nel lungo periodo, per acquistare case a mutuo e auto. Mantenersi solo con i propri magri stipendi sembra ancora impossibile. E la crisi ha esacerbato la situazione.

 «Benché le maggiori economie europee si stiano riprendendo, noi registriamo un peggioramento della situazione. Già prima della crisi globale avevamo seri problemi strutturali e questa ha solo accresciuto le difficoltà dell’economia bosniaca. Stiamo soffrendo sia per situazioni endemiche a causa della deindustrializzazione iniziata dopo la guerra, sia per difficoltà collegate alla crisi», spiega il macroeconomista bosniaco Stevo Pucar. 4.600 euro di debiti sono tanti, quando lo stipendio medio è intorno ai 400 euro al mese.

 «Se le cifre sono corrette, è un dato molto negativo. Il fatto è che la nostra economia non produce prodotti e servizi adatti per l’export e capaci di sostituire quelli importati, abbiamo un ampio debito e i redditi non sono sufficienti», spiega Pucar. La crisi, in pratica, ha reso schiavi dei debiti gli abitanti non solo della Bosnia, ma dell’intera penisola balcanica, stretti tra il bisogno di liquidità per andare avanti e la voglia di continuare a migliorare il proprio stile di vita, basato però non tanto sul proprio reddito, quanto sui soldi delle banche straniere. «Il nostro standard di vita è basso e in parte artificiale a causa dell’alta spesa a credito. Se le cose continueranno così, economia in cattivo stato e prestiti, potremmo avere una nuova crisi fra un paio d’anni», prevede l’economista. Ma più che l’isolata Bosnia, è la Croazia a un passo dall’ingresso nell’Ue a preoccupare: 4.000 euro di debiti pro capite il tasso d’indebitamento privato raggiunto e un’economia che stenta a ripartire.

 «Un problema molto serio, in qualche maniera più del debito ufficiale. Guardiamo però le cose in prospettiva: le banche croate hanno molte riserve. Ma ci sono dei problemi: in primo luogo la capacità dei debitori a onorare gli impegni. Molti cittadini vivono di mese in mese, prelevando dai loro conti scoperti per andare avanti e pagando i debiti quando ricevono stipendi e salari. Se poi vanno in sofferenza con i loro debiti più importanti, arriviamo al secondo punto chiave: le garanzie collaterali. Le banche sperano che i croati continuino a lavorare, adempiendo così agli obblighi contratti. Ma se dovessero invece essere costrette a impadronirsi delle garanzie sui prestiti, si dovrebbero chiedere che garanzie hanno e se queste hanno un mercato. Il problema reale è che non c’è molta domanda nel mercato immobiliare croato, dove sono collocate queste garanzie», spiega l’investment banker Michael Glazer. La speranza oggi è che l’economia ricresca con più vigore, così da non creare un esercito di debitori incapaci di saldare.

 «La ripresa in Croazia è lenta e non si velocizzerà di molto e ciò comporta una crescita lenta o negativa di stipendi e posti di lavoro e un incremento delle possibilità che le banche non vengano completamente risarcite. Ma le banche qui sono eccezionalmente ben capitalizzate e i problemi minori rispetto a, diciamo, Italia o Spagna. Anche se non hanno la liquidità che vorrebbero, le riserve permettono loro di aspettare il momento migliore per vendere le garanzie e queste, anche se non renderanno molto, saranno bilanciate dalla riserve. Penso che le banche siano un po’ottimiste in questo senso, ma senza ingenuità».

Nessun commento: