domenica 7 agosto 2011

La Fondazione Mattei, elemosiniere dell'Eni a beneficio delle scimmiette del terzo e quarto mondo, in Basilicata ha deciso di elargire sogni, sotto forma di celluloide. Scimmiette, andate al cinema, e pagate il biglietto, cosi' incentivate il turismo, intanto l'Eni fa i miliardi. A spes' vost, cost to cost.

Angela Pepe


Cinema e Territorio, lo studio della Fondazione Mattei
06/08/2011  LA ricerca della Fondazione Eni Enrico Mattei “La film commission in Basilicata: nuovo attore protagonista dello sviluppo territoriale” presenta i risultati di un’indagine sul rapporto tra cinema e turismo, con un focus sulla Basilicata. Nello specifico, la ricerca analizza i primi impatti turistici (e quindi anche economici) che il film “Basilicata coast to coast” ha avuto sul territorio. Lo scopo è quello di fornire un’analisi scientifica del fenomeno e delle sue ripercussioni sull’economia locale anche per la definizione delle funzioni e del ruolo di una possibile Film Commission della Basilicata.

La Film Commission come motore di sviluppo
In previsione dell’iniziativa Film Festival di Maratea e Lucania Film Festival di Pisticci, vi proponiamo una ricerca effettuata dalla Fondazione Eni - Enrico Mattei sul cineturismo e gli effetti in Basilicata.
06/08/2011 IL FENOMENO DEL CINETURISMO
 La realizzazione di un film, di una fiction o qualsiasi altro prodotto audiovisivo è capace di apportare un notevole beneficio in termini economici al luogo in cui essi sono girati. In termini di marketing, infatti, è ormai riconosciuta la capacità del cinema di fungere da ambasciatore del territorio utilizzato come location e rappresentare, quindi, un importante mezzo di promozione turistica dell’area. Con il termine cineturismo (film-induced tourism) si indica quella forma di turismo praticata da chi trascorre le proprie vacanze nei luoghi che hanno ospitato un set cinematografico. I dati dello studio “L’Italia sullo schermo” (ExpoCts Gruppo Fiera di Milano, 2005), relativo all’influenza del cinema nella scelta della destinazione di viaggio in Italia, evidenziano che per circa un viaggiatore su tre la visione di film o fiction televisive ha influito molto o abbastanza sulla scelta di una destinazione turistica quale luogo dove trascorrere il proprio periodo di vacanza. Diversi sono gli studi diretti a quantificare il fenomeno del cineturismo, così come diversi sono gli approcci utilizzati: ad esempio si cercano di cogliere gli effetti generati da una determinata produzione attraverso indagini rivolte alla domanda presente in una destinazione, oppure analizzando gli arrivi turistici nella stessa. Un ulteriore studio che evidenzia i positivi impatti del cinema sul turismo è quello di Hudson e B. Ritchie (2006) che accorpano i dati di differenti studi sul tema e arrivano a stilare una tabella (vedi sotto) che fa emergere come in tutti i 32 film analizzati la produzione cinematografica sia stata seguita da un incremento dei flussi turistici, stimati, in alcuni casi, in termini di incrementi dei fatturati.

EFFETTI DELLE PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE A LIVELLO LOCALE
 Quando parliamo di effetti di una produzione cinematografica si intende l’immediato impatto (diretto, indiretto, indotto) che la realizzazione di un prodotto audiovisivo produce sul territorio. Sono impatti diretti quelli legati alla spesa sostenuta dalla produzione per l’ottenimento di servizi locali, indiretti vengono definiti quegli impatti legati agli investimenti effettuati dalle aziende locali in virtù dei guadagni ricavati dalla presenza della produzione sul territorio, sono indotti invece quegli impatti legati alle spese sostenute dalla forza lavoro locale a fronte della remunerazione ottenuta all’interno del circolo virtuoso produzione-aziende. E’ possibile quantificare gli impatti diretti, e con una certa probabilità quelli indiretti e indotti, tenendo presente che ogni produzione ha una mole consistente di bisogni da soddisfare. Ad essere innanzitutto investita da questo aumento della domanda di servizi è l’industria turistica a cui è richiesta un'imponente disponibilità ricettiva delle strutture alberghiere. La troupe, costituita dal personale tecnico, e il cast artistico devono pernottare per la durata delle riprese che può essere anche di alcune settimane; a questo bisogna aggiungere l’acquisto di pasti presso ristoranti o società di catering. Il pernottamento e i pasti sono due voci che incidono sensibilmente su un film di medio budget. A queste due, poi, vanno associate le spese per il trasporto, per il noleggio di veicoli, l’affitto di locali. C’è poi da considerare la richiesta di manodopera che può essere consistente anche se quasi sempre a tempo determinato. Ogni film necessita di comparse, di attori locali per ruoli minori e la quantità varia a seconda del genere: aumenta nel caso di un film storico o di costume, mentre si riduce al minimo con un film drammatico o intimista. Allo stesso modo la troupe andrà rinforzata con professionisti locali, tecnici e artigiani, e quanto più il territorio sarà pronto a fornire manodopera specializzata, tanto più la produzione potrà limitare quella d'importazione. E’ da ricordare, inoltre, che la presenza del personale cinematografico non si limita solo alla durata delle riprese, ma prevede anche una variabile permanenza prima e dopo. C’è, infatti, la fase di pre-produzione, la scelta delle location, il disbrigo di pratiche burocratiche in cui gli enti locali possono proporsi come parte attiva. C'è anche la fase di post-produzione necessaria per mettere a punto il film e occuparsi del montaggio: una parte del cast tecnico, in presenza di strutture adeguate, potrebbe decidere di rimanere in loco.

Ricerca Fondazione Mattei: gli effetti del cineturismo a livello locale
06/08/2011  A differenza dell’impatto economico che le produzioni hanno sul territorio e che può essere riscontrato e determinato con una certa precisione, gli effetti del cineturismo rimangono di più difficile comprensione. A livello generale, secondo le stime Onu, il popolo di cineturisti determina un giro d’affari quantificabile in 100 milioni di dollari e, solo negli Stati Uniti, vi sono circa 10 milioni di turisti indotti dai film a visitare gli scenari cinematografici (Chierchia 2005). Nonostante studi e ricerche confermino che la visione di un film o di una fiction stimola lo spettatore a visitare i luoghi in cui la storia è stata ambientata e che l’utilizzo del paesaggio da parte dell’audiovisivo rappresenta un fattore di traino turistico, la quantificazione monetaria di tale fenomeno è ancora incerta. Tale difficoltà è legata all’impossibilità di separare in modo netto, sia nella domanda che nell’offerta, la componente cineturistica dalle altre motivazioni al viaggio. L’isolamento della “componente cinema” nella scelta può avvenire con maggiore precisione quando si ha a che fare con una zona interna e sconosciuta prima di diventare location, mentre è più complesso quando riguarda città o luoghi ricchi di patrimonio artistico e quindi dinamici turisticamente anche prima della produzione cinematografica.

Le Film Commission italiane: i compiti e i casi di successo
Da una ricerca della Fondazione Eni Enrico Mattei
06/08/2011  Le film commission nascono in Italia con il preciso compito di unire cinema e turismo. Oggi sono presenti più di trenta film commission sul territorio nazionale, di cui, però, solo alcune sono realmente attive. Considerando soltanto quelle che realmente operano sul territorio, possiamo ricondurre la loro natura giuridica a tre tipologie: fondazioni no-profit di cui il socio principale è la regione (Lombardia Film Commission, Torino Piemonte Film Commission, Apulia Film Commission), ufficio interno al soggetto pubblico regionale e direttamente dipendente dagli assessorati alla cultura e al turismo (Emilia Romagna Film Commission, Marche Film Commission) o dipartimento interno alle Mediateche Regionali (Toscana Film Commission, Sicilia Film Commission), associazione culturale senza scopo di lucro (Friuli Venezia Giulia Film Commission, Sicilia Film Commission) e agenzia regionale (Umbria Film Commission). Per quanto riguarda i compiti, le film commission puntano da una parte ad attrarre le produzioni sul proprio territorio e dall’altra a capitalizzare la loro presenza in termini economici e turistici. In questo senso un primo compito è legato all’attività di scouting e di promozione del territorio presso le produzioni. Le film commission si attivano attraverso la produzione di materiale cartaceo e digitale, guide e brevi video, l’invio di newsletter così da mettere in luce il potenziale della propria regione. Periodicamente organizzano fam tour: vengono invitati registi, sceneggiatori e produttori a compiere un piccolo itinerario guidato all’interno della dimensione culturale e paesaggistica per stimolarli allo sviluppo di storie legate al territorio. Durante la fase di pre-produzione, la film commission segue la procedura di scelta delle location, mettendo a disposizione del regista e del produttore un location manager con il compito di interpretare al meglio quelle che sono le loro esigenze artistiche ed economiche. Un altro compito importante riguarda la semplificazione delle pratiche burocratiche. La film commission si fa carico del disbrigo di tutte quelle pratiche per il rilascio di permessi e autorizzazioni, consentendo alle produzioni un risparmio di tempo e denaro. A ciò si può aggiungere anche la stipula di convenzioni con strutture alberghiere e ristoranti in modo da offrire prezzi competitivi durante la permanenza della troupe. Alcune film commission prevedono anche l’erogazione di un finanziamento per la realizzazione del film in cambio di alcuni vantaggi in termini di visibilità del territorio. Oltre all’attività di assistenza alle produzioni, le film commission si occupano anche della formazione di risorse umane in ambito cinematografico. Nel panorama italiano vi sono anche realtà molto attive che costituiscono dei veri casi di successo. In questo senso è paradigmatico il caso della Torino Piemonte Film Commission. Nata nel 2000 come fondazione no-profit voluta e finanziata dalla Regione e dalla città di Torino, nel primo decennio di attività ha collaborato alla realizzazione di circa 500 produzioni tra film, documentari, cortometraggi e fiction. Oltre ai tradizionali servizi offerti, la film commission piemontese si distingue per un ricco database con 8000 immagini di location, informazioni su tutti i film realizzati e l’elenco dei professionisti del cinema. Attraverso uno strategico piano operativo che assiste le produzioni durante tutto l’arco produttivo e l’uso di location manager in grado di consigliare registi e produttori sui luoghi in cui girare, ha avviato un percorso di creazione di una nuova immagine del territorio e, in particolare, della città di Torino. Periodicamente vengono organizzati workshop e tirocini per la formazione di professionisti specializzati e vengono finanziati i progetti di documentario dei registi alle prime esperienze. Nel 2007, infatti, è nato il Piemonte Doc Film Fund, un fondo destinato al sostegno di documentari realizzati da autori e società piemontesi. C’è, infine, da rilevare la costruzione nel 2008 di un cineporto di 9.400 metri quadrati di superficie, con sala costumi, scenografie, sala visione giornalieri, casting, in grado di ospitare sino a 5 produzioni contemporaneamente. Un’altra commission che ha ottenuto buoni risultati in rapporto alla sua recente fondazione è l’Apulia Film Commission. Nata nel 2007 come fondazione, nel suo primo anno di vita ha subito dato impulso ad alcune iniziative importanti: la costruzione di due cineporti, la realizzazione di workshop, la costituzione di un film fund. Completati nel 2009, uno con sede a Bari e l’altro a Lecce, i cineporti offrono alle produzioni una serie di strutture e di servizi (uffici di produzione, scenografia, magazzini, sale trucco/parrucco, sala casting, guardaroba, sala proiezione/multimedia), permettendo un prolungamento della loro permanenza sul territorio. Sono stati, poi, investiti 1 milione e 700 mila euro per l’organizzazione di “Apulia Audiovisual Workshop-Puglia Experience” (workshop formativo internazionale rivolto a giovani sceneggiatori europei) e di “Progetto Memoria” (per la produzione di documentari sulla storia del Novecento pugliese interamente finanziati dalla film commission). Infine è stato istituito un fondo di finanziamento per le produzioni, l’Apulia Film Fund, che prevede l’erogazione di contributi diretti a sostenere, a fondo perduto, i costi di preparazione, produzione e postproduzione di opere audiovisive girate in tutto o in parte in Puglia.

IL CINEMA IN BASILICATA
 A partire dal secondo dopoguerra, in Basilicata sono stati girati più di quaranta lungometraggi rispondenti ai generi cinematografici più disparati, dal realismo all’horror, dal melodramma alla commedia. La scelta delle produzioni si è concentrata soprattutto su Matera, vera città lucana del cinema grazie alla presenza dei Sassi, diventando molte volte parte di un racconto più complesso mentre, in alcuni casi, scelta come unica location. Si passa così da brevi apparizioni all'interno di commedie come “Anni Ruggenti” di Luigi Zampa o “Made in Italy” di Nanni Loy, di opere storiche come “Allonsanfan” dei fratelli Taviani, per arrivare a film come “Il Rabdomante” in cui la cittadina fa da sfondo all'intera vicenda oppure alle rappresentazioni di argomento religioso come “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini e le recenti “The Passion”di Mel Gibson e “The Nativity Story” di Hardwikie. Una certa visibilità, soprattutto a partire dagli anni ‘60, è stata destinata anche a località come Maratea dove vengono girate alcuni scene di “La Vedovella” di Siani e “A Porte Chiuse” di Dino Risi, a Craco che, grazie alla sua suggestiva atmosfera di paese abbandonato, ha consentito al regista Francesco Rosi di rappresentare la Basilicata degli anni ‘30 di “Cristo si è fermato a Eboli”; Irsina, poi, fa da sfondo alle vicende del film “Del Perduto Amore” di Michele Placido, mentre il vulture melfese è ritratto mirabilmente da Gabriele Salvatores nel suo “Io non ho Paura”.

Caso “Basilicata coast to coast”
Ecco gli effetti turistici registrati
Da una ricerca della Fondazione Mattei
06/08/2011  “BASILICATA coast to coast” è la storia di un viaggio in terra lucana. Quattro amici, riuniti dalla passione per la musica, decidono di partire a piedi da Maratea, località balneare della Basilicata sul versante tirrenico, per raggiungere il “Festival di teatro canzone” di Scanzano (sul versante ionico della regione). Per comprendere meglio che tipo di impatto il film abbia avuto in termini cineturistici riportiamo qui di seguito i numeri relativi alla diffusione del film e ai primi di cui è stato insignito.

L’INDAGINE SUL CAMPO
 La ricerca sul campo svolta nel periodo compreso tra novembre 2010 e aprile 2011 è stata condotta con l’obiettivo generale, di indagare sul rapporto tra cinema e turismo in Basilicata, analizzando, nello specifico, gli effetti che il film “Basilicata coast to coast” ha prodotto sul turismo locale. Per approfondire le motivazioni che hanno portato alla realizzazione del film e per comprendere meglio la genesi di questo movie tour in Basilicata, l'indagine è stata avviata con alcune interviste semi strutturate che hanno coinvolto Enti e Istituzioni che hanno creduto nelle potenzialità del film e, quindi, sostenuto anche economicamente la produzione. Parallelamente, per comprendere le ripercussioni sul territorio riconducibili al film, è stato somministrato un questionario telefonico a tutti gli operatori turistici presenti nelle location utilizzate dal film. Con l’ausilio di interviste via e-mail, infine, sono state raccolte le opinioni di alcuni turisti che, dopo aver visto il film (accogliendo spesso le proposte di viaggio di tour operator nazionali), hanno deciso di visitare la Basilicata nel corso dell'estate 2011. Tra i risultati è emerso che Il grande schermo è considerato dalla quasi totalità degli operatori turistici coinvolti tramite il questionario telefonico come una particolare tipologia di marketing territoriale che permetterebbe di diffondere maggiormente l’immagine e la conoscenza della Basilicata. Alla domanda “Ritiene che l'attività cinematografica possa rappresentare una forma di promozione del territorio” la quasi totalità (il 96,4 per cento) degli intervistati dichiara che l’attività cinematografica effettivamente può rappresentare una forma di promozione del territorio della Basilicata. Relativamente all'effetto generato sul territorio dalla realizzazione e successiva distribuzione del film, gli intervistati dichiarano che l’impatto principale è legato alla diffusione dell’immagine e alla maggiore conoscenza del territorio (40 per cento), seguito da un effetto sull’economia locale e dall’incremento dei flussi turistici. Secondo gli intervistati, quindi, uno dei principali meriti del film è quello di aver favorito la conoscenza del territorio della Basilicata e del suo patrimonio naturlistico e storico-culturale. Per quanto riguarda gli effetti economici dovuti agli eventuali arrivi turistici legati alla curiosità e al desiderio suscitati dalla visione di “Basilicata coast to coast” il 58 per cento degli intervistati dichiarano di aver avuto, successivamente all’uscita del film di Rocco Papaleo, un incremento di arrivi di circa il 20 per cento. Due domande del questionario cercavano di verificare se la maggiore visibilità della Basilicata e il maggior numero di visitatori riconducibili alla diffusione del film avessero anche contribuito ad accrescere il fatturato delle aziende presenti nei territori interessati dalle riprese, a tale domanda il 40 per cento dichiara di aver avuto un incremento dei ricavi, gli incrementi maggiori si sono registrati dagli operatori del settore della ristorazione che hanno segnalato un incremento superiore al 20 per cento. Un ulteriore obiettivo dell’indagine sul campo è stato quello di ricercare e mappare le varie iniziative, provenienti sia dal pubblico che dai privati, nate sulla scia del film e che rappresentano azioni dirette a sfruttare la visibilità del territorio e la curiosità negli spettatori create dal film. Per la promozione del film e in particolare della Basilicata raccontata dal film di Rocco Papaleo sono state adottate differenti strategia di marketing, ad esempio, in occasione dell'uscita del film nelle sale italiane è stato indetto un concorso “Vedi il film e vinci un viaggio” per vincere un viaggio in Basilicata, promosso e sponsorizzato dall’Apt. Altra iniziativa istituzionale sempre con l'obiettivo di sfruttare il cinema come nuovo strumento di marketing turistico è stata la conferenza stampa tenutasi alla Borsa internazionale del turismo del 2011 (BIT) dal titolo “Cinema in Basilicata e nuove forme di narrazione”. A fronte di tali iniziative istituzionali sono però mancate del tutto quelle di operatori privati del territorio se si esclude l'iniziativa “Basilicata coast to coast in 500 e macchine d'epoca” ideato da un imprenditore lucano di Scanzano Jonico.

CONCLUSIONI
 La scelta di consumo turistico, come abbiamo visto, può essere determinata dalla visione di un film e, più in generale, dalla capacità del cinema di proiettare lo spettatore all’interno della storia e del paesaggio rappresentato. Affinché una località possa godere della luce riflessa del grande schermo è indispensabile l’attività della film commission, capace di creare un circolo virtuoso tra territorio e produzioni. Negli ultimi anni le film commission hanno assunto sempre più importanza nella promozione del territorio passando da semplici uffici del cinema ad attori di primo piano sulla scena dell’industria audiovisiva. Torino Piemonte e Apulia Film Commission sono la dimostrazione di come si possa diventare il centro propulsivo della produzione audiovisiva mettendo in campo risorse economiche e strumenti di sostegno logistico.
 La Basilicata, che sino ad oggi ha potuto contare esclusivamente sulle risorse paesaggistiche per invogliare le produzioni a girare sul territorio, risente della mancanza di un ente in grado di operare in tal senso. Merito di “Basilicata Coast to Coast” è probabilmente anche quello di aver dato un impulso decisivo verso la costituzione di una film commission lucana; il film di Papaleo è la prova tangibile delle potenzialità in termini di immagine e richiamo turistico che il cinema prospetta alle comunità locali.

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