lunedì 8 agosto 2011

Federali.Mattino_8.8.11. Calabria, Luigi Veraldi: il Cipe nella riunione del 3 agosto scorso se è vero che ha approvato lavori e progetti di opere allo stesso tempo non ha attribuito il relativo finanziamento e quindi si dovrà aspettare una ulteriore e apposita riunione per la copertura dei finanziamenti delle singole opere. Di fatto gli esiti della riunione del Cipe non ha fatto altro che approvare il documento posto in essere nella precedente riunione del 19 gennaio scorso, dello stesso Comitato. Tutto ciò significa che serviranno tante delibere quante sono le opere già riportate nel Piano strategico e successivamente le relative delibere di assegnazione dei finanziamenti dovranno essere asseverate dalla Corte dei Conti.----Taranto, città più inquinata d'Europa, verificare responsabilità.


Taranto. Aia all’Ilva, c’è la firma della Prestigiacomo
Taranto, diffida degli ambientalisti
Piano per il Sud, la Cgil conferma un giudizio nettamente critico
Porto Cervo. In Costa paperoni dal cuore d’oro
Sgarbi denuncia questore e carabinieri: «Inchiesta corrotta su mafia a Salemi»
San Marino, la crisi continua. Giugno su giugno perso quasi il 7% delle imprese


Taranto. Aia all’Ilva, c’è la firma della Prestigiacomo
 Sabato 06 Agosto 2011 14:24
TARANTO - Il sigillo del ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, sull’Aia all’Ilva. E per l’autorizzazione integrata ambientale alla grande fabbrica dell’acciaio, quindi, si chiude definitivamente il cerchio. Mancava soltanto la firma del ministro, infatti, per ratificare il provvedimento e dargli il crisma dell’ufficialita.
Lunedì ci sarà il decreto. Un passaggio, quello celebrato ieri, sul quale comunque non c’erano dubbi dopo che il 5 luglio scorso a Roma si era di fatto chiuso il procedimento relativo al rilascio dell’autorizzazione. In quell’occasione, erano state Regione, Arpa, Ispra, i Comuni di Taranto e Statte, la Provincia di Taranto ed il Ministero della Salute ad ultimare la fase cosiddetta “istruttoria” e ad esprimere l’ok al rilascio, ora recepito e formalizzato dal dicastero dell’Ambiente, titolare all’emanazione del decreto. A distanza di un mese, insomma, l’Aia all’Ilva diventa ufficiale a tutti gli effetti e, di fatto, si scrive un capitolo nuovo della lunga e complessa questione che ruota attorno al rapporto tra industria ed inquinamento nella nostra città. Già dopo l’appuntamento del 5 luglio, in ogni caso, le posizioni delle diverse parti in causa si erano diversificate. Se dagli enti pubblici come Regione, Provincia e Comuni si era espressa soddisfazione per il rilascio dell’Aia, da parte del variegato universo delle associazioni ambientaliste si erano mantenuti - e si mantengono - toni critici sull’ok concesso al gigante dell’acciaio e sulla strada che dovrebbe condurre ad un abbattimento delle emissioni inquinanti nell’aria di Taranto. I Verdi nazionali, guidati da Angelo Bonelli, già prima della ratifica della Prestigiamo hanno presentato un esposto alla Procura di Roma contestando il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale.

Taranto, diffida degli ambientalisti
«Grave situazione, intervenga Maroni»
Cittadini e associazione mandano una lettera al Ministro
«Città più inquinata d'Europa, verificare responsabilità»
TARANTO - Il coordinamento di cittadini e associazioni ambientaliste Altamarea di Taranto ha inviato una lettera-diffida al ministro dell'Interno Roberto Maroni (e per conoscenza al ministro dell'Ambiente Prestigiacomo, al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, al sindaco e al presidente della provincia di Taranto) chiedendo un immediato intervento per fronteggiare la grave situazione dell'inquinamento prodotto dalle grandi industrie nel capoluogo jonico.

IL CONTENUTO - Nella lettera si chiede tra l'altro di verificare «le responsabilità» che gli stessi ambientalisti intravedono «soprattutto nelle strutture decentrate e nelle persone, inclusi i Prefetti ed i Comandanti regionali e provinciali dei vigili del fuoco che si sono succeduti nel tempo a Taranto, persone o timorose di affrontare poteri forti o comunque succubi dei cavilli e dei formalismi opposti dalle aziende». Il coordinamento di associazioni ambientaliste contesta il rilascio dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) allo stabilimento Ilva, ritenuto «il principale responsabile dell'inquinamento di origine industriale che fa di Taranto la città più inquinata d'Europa» e fanno presente che la città «da una decina di anni risulta essere priva di Certificato Prevenzione Incendi (CPI) e di nulla osta sull'analisi di rischio di incidente rilevante, pilastri della sicurezza generale». Altamarea ricorda che «la gravità eccezionale della situazione di Taranto Š testimoniata dagli innumerevoli procedimenti giudiziari in corso contro proprietà e dirigenza Ilva». «Preghiamo il Ministro - conclude il coordinamento - di voler esercitare il suo potere per rimettere tutto sui binari della legalità e del rispetto delle norme. Guai se si dovesse verificare un incidente, anche meno grave di quello occorso alla ThyssenKrupp di Torino, ed accertare in tale dannata occasione che tante iniquit… sono state commesse nel campo della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, con la consapevolezza delle Autorità competenti».

Piano per il Sud, la Cgil conferma un giudizio nettamente critico
Lunedì 08 Agosto 2011 11:17  Redazione desk  
CATANZARO - «Non comprendiamo il facile entusiasmo del Governo Regionale per i finanziamenti infrastrutturali previsti nel Piano per il Sud e destinati alla Calabria, in considerazione che le previste opere fanno i conti con ritardi e vecchia progettazione nel mentre la loro caratteristica prioritaria di opere strategiche avrebbe, già da tempo, dovuto vedere affidati i relativi lavori con la loro conseguente cantierizzazione». Lo afferma in una nota il segretario generale della Fillea-Cgil della Calabria, Luigi Veraldi. «Quindi - aggiunge - interventi che già scontano ritardi e che aldilà della previsione Cipe per i relativi finanziamenti infrastrutturali bisognerebbe, visto i precedenti, utilizzare grande cautela rispetto alla effettiva esecuzione delle opere. Infatti il Cipe nella riunione del 3 agosto scorso se è vero che ha approvato lavori e progetti di opere allo stesso tempo non ha attribuito il relativo finanziamento e quindi si dovrà aspettare una ulteriore e apposita riunione per la copertura dei finanziamenti delle singole opere. Di fatto gli esiti della riunione del Cipe non ha fatto altro che approvare il documento posto in essere nella precedente riunione del 19 gennaio scorso, dello stesso Comitato. Tutto ciò significa che serviranno tante delibere quante sono le opere già riportate nel Piano strategico e successivamente le relative delibere di assegnazione dei finanziamenti dovranno essere asseverate dalla Corte dei Conti». «In questo quadro d’incertezza - prosegue Veraldi - come non dimenticare quanto accaduto con la delibera Cipe del 13 maggio del 2010 che aveva sottratto ben 5 miliardi di euro alle spese strategiche, con l’assegnazione di 1 miliardo di euro destinato alla messa in sicurezza degli edifici scolastici, ricordiamo che di quest’ultimi solo 358 milioni di euro sono stati effettivamente assegnati. Dopo queste considerazioni attinenti i fatti non mi sembra che si possa essere entusiasti rispetto a risposte esigue del governo nazionale che stanno a confermare anche una carente azione del governo regionale incapace di produrre effetti sulla programmazione del governo nazionale e quindi di dare risposte e interventi in favore delle eccellenze della nostra regione, quelle in grado di smuovere l’economia regionale e produrre sviluppo per l’intera regione, come il porto di Gioia Tauro e la valorizzare dell’aeroporto di Lamezia Terme». «La conclusione - conclude - consegna un’amara analisi per un intervento del governo che arriva in ritardo e a seguito di un periodo di grave recessione per il settore delle costruzioni e per la sua funzione anti-ciclica a beneficio nella nostra economia regionale». «Sono veramente ridicole e offendono l’intelligenza dei calabresi l’euforia e la soddisfazione espresse da vari soggetti per la delibera approvata dal Cipe con la quale vengono sbloccati 7,4 miliardi per il Piano Sud» affermava venerdì scorso una nota della Cgil calabrese. «Un Piano - proseguiva la nota - che era diventato una sorta di araba fenice che interviene dopo anni di immobilismo del Governo nazionale per il Sud e dopo lo scippo perpetrato ai danni del Meridione e della nostra regione».

Porto Cervo. In Costa paperoni dal cuore d’oro
08.08.2011
PORTO CERVO. In Costa Smeralda anche la generosità è super lusso. I magnati che mettono radici nel borgo a 5 stelle hanno ville da sogno, yacht da capogiro e un cuore d’oro. Da qualche anno sono fedeli partner finanziari del Comune di Arzachena. In cima alla lista dei paperoni generosi ci sono i russi. A tracciare la strada della solidarietà è stato Alisher Usmanov, oligarca uzbeco innamorato della Gallura. Il suo primo dono alla città di Arzachena? Un’ambulanza di ultima generazione. Poi sono arrivati autobus, fondi per la squadra di calcio. Ora anche un ospedale. La lista dei benefattori con colbacco ha cominciato ad allungarsi. Nei giorni scorsi Elizavetha Molchanova e il marito, pezzo grosso della politica a Mosca, hanno inaugurato il parco giochi con vista sugli yacht di Porto Cervo Marina. Un eden del baby divertimento da 11mila metri quadrati, interamente realizzato dalla coppia russa. Costo dell’intervento 700mila euro. Il Comune ha messo a disposizione solo il terreno. Usmanov è di casa a Porto Cervo da diversi anni. Negli ultimi sei mesi il magnate, 35º uomo più ricco del mondo secondo la classifica di Forbes, da semplice turista di lusso è diventato un amico di Arzachena. Nelle scorse settimane ha perfino lasciato la sua maxivilla di Porto Cervo per andare a conoscere il sindaco, Piero Filigheddu. Come un vacanziero qualunque ha attraversato la piazza di granito ed è entrato in municipio. E nel faccia a faccia con la giunta, il futuro cittadino onorario ha voluto dare un’altra prova della sua generosità. Vuole costruire a sue spese un piccolo ospedale tra Arzachena e Porto Cervo. Non una clinica per vip, ma una struttura di eccellenza aperta a tutti. Il Comune deve solo mettere a disposizione il terreno. Il resto lo faranno i rubli della solidarietà. Il pezzo grosso di Gazprom negli anni si è distinto per le spese folli, ma anche per la generosità. Se è vero che ha speso 250mila euro per un party per 30 amici, è altrettanto vero che non ha mai detto no alle richieste di aiuto di Arzachena. Il primo dono è stata un’ambulanza per la Protezione civile, gioiello super accessoriato per il pronto intervento. Socio del club inglese Arsenal si è poi mostrato sensibile ai problemi del calcio e ha salvato l’«Arzachena calcio» dal fallimento, con 100mila euro. L’elenco dei regali firmati Usmanov prosegue con due bus per il trasporto disabili. Ora potrebbe arrivare l’ospedale. In attesa della clinica, i rubli della bontà si moltiplicano, così come i magnati venuti dall’Est che hanno preso casa a Porto Cervo. Da Abramovich al re dell’acciaio Oleg Deripaska a Vladimir Zanthov. Un’altra famiglia della galassia ex sovietica ha seguito l’esempio munifico di Usmanov. Elizavetha Molchanova e il marito, politico di Mosca, hanno realizzato il primo parco giochi tra le ville con vista su Porto Cervo Marina. La coppia, che trascorre sei mesi in Costa Smeralda, voleva creare uno spazio in cui far giocare i due figli con i bambini di Arzachena. All’inizio dell’anno sono partiti i contatti con il Comune. L’amministrazione ha messo a disposizione l’area di sua proprietà. In pochi mesi il terreno di 11mila metri quadrati è diventato «Gregoland», baby parking di lusso tra graniti, ginepri, mirto. Costo dell’intervento 700mila euro. Più altri 50mila donati per ultimare un’area giochi ad Arzachena. Ma in Costa Smeralda la generosità ha sempre più un sapore internazionale. Un ricco iraniano, Rodi Houhsmand, proprietario di cliniche in diversi Stati e con interessi immobiliari tra Porto Cervo e Abbiadori, ha pagato la copertura dei campi da tennis ad Arzachena. Costo dell’opera che consentirà agli amanti della racchetta di giocare in inverno e alla città di ospitare tornei di alto livello: 100mila euro. Ha aperto invece il cuore e il portafogli per la causa dell’antincendio il malese Raimond Lee che ha comprato un fuoristrada per i barracelli.

Sgarbi denuncia questore e carabinieri: «Inchiesta corrotta su mafia a Salemi»
Il critico d'arte e sindaco: «Indagini grottesche, episodi trasparenti trasformati in fatti occulti e ipotesi di reato»
TRAPANI – È durissimo l'atto di accusa che Vittorio Sgarbi sferra contro il questore di Trapani Carmine Esposito e il comandante dei carabinieri della Stazione di Salemi, cittadina della quale il critico d'arte è sindaco. I due investigatori hanno firmato i rapporti di indagine riguardanti i presunti tentativi di condizionamento mafioso che l’ex deputato della Democrazia Cristiana Giuseppe Giammarinaro, dal 2007 Commissario della Dc nei Comuni di Vita, Salemi e Gibellina, avrebbe fatto sull’attività amministrativa del Comune di Salemi. Ma per Sgarbi le loro indagini sarebbero «profondamente corrotte, perché senza alcun riscontro oggettivo» e trasformerebbero «maldicenze e chiacchiericcio in ipotesi di reato, episodi trasparenti in occulti».

Sgarbi rincara la dose e parla di ricostruzioni dei fatti «assurde e vergognose» e annuncia di aver dato mandato ai suoi legali di denunciare alla Procura tanto il comandante della Stazione dei Carabinieri di Salemi, Giovanni Teri che il capo della Questura trapanese, «perché nelle attività di indagine affermano cose false e inventate». E «grottesche», dice il sindaco: «Pensate che mi hanno ripreso con una telecamera per stabilire che andavo all’albergo Kempinski a Mazara del Vallo per fare delle riunioni, per dire che incontravo Savalle, che era, semplicemente, il proprietario della struttura. Non occorreva una intercettazione, un pedinamento, un servizio di appostamento con videoripresa per stabilire ciò che era di dominio pubblico. Un Questore che avalla questo tipo di indagini grottesche non può continuare a fare il Questore. Questi metodi sono incompatibili con la logica, con la verità, con la democrazia, con i diritti costituzionali delle persone. Giammarinaro», aggiunge Sgarbi, «era il leader di una componente politica che ha vinto le elezioni; dialogare con lui è democrazia. Chiamare occulta qualunque presenza di Giammarinaro, che era presente e non si nascondeva, è una mistificazione, è una impostura, vuol dire minacciare la democrazia».

Quella sui presunti condizionamenti mafiosi al comune di Salemi, per Sgarbi, sarebbe un' indagine «semplicemente ridicola»: «Hanno speso migliaia di euro per pedinare, sorvegliare, videoriprendere, per dire che «è emerso» che la mia candidatura è stata sponsorizzata da Giammarinaro. Una ovvietà. Una cosa di dominio pubblico, scritta in centinaia di articoli di giornali e persino nei libri. Giammarinaro era il leader di una componente politica che ha vinto le elezioni. Sapete cosa risulta dalle intercettazioni? Sapete qual è l'influenza mafiosa di Giamamrinaro? Intercedere perché dei ragazzi possano fare uno spettacolo. C’è anche questo nelle indagini di polizia e carabinieri. Ma questa è politica, non mafia».

San Marino, la crisi continua. Giugno su giugno perso quasi il 7% delle imprese
SAN MARINO - Imprese, la crisi continua a colpire duro. Lo conferma il bollettino dell’Ufficio Programmazione Economica e Centro Elaborazioni Dati e Statistica, che ha comunicato la sintesi dei principali aggiornamenti dei dati statistici relativi alla realtà del Titano. A giugno 2011 il totale delle imprese presenti ed operanti in Repubblica, è pari a 5.796 unità. Rispetto allo stesso mese del 2010 si registra un significativo 6,8%. La maggior parte dei settori registrano un decremento numerico, ma il picco negativo si raggiunge nel settore delle attività “immobiliari, informatica e servizi alle imprese”, con una variazione di 240 unità da giugno 2010 a giugno 2011, pari al 10,2% seguito dalle “industrie manifatturiere” (55 unità pari al 9,2%) e dal “commercio” (86 unità pari al 5,3%).
Disoccupazione
A giugno 2011 le forze di lavoro complessive sono pari a 22.371 unità di cui 12.513 maschi (55.9%) e 9.858 femmine (44.1%); rispetto a giugno 2010 si evidenzia un decremento di 580 unità ( 2,5%). I lavoratori dipendenti sono 19.649 (87,8% della forza lavoro), 1.942 sono lavoratori indipendenti (8,7%) ed infine 780 sono i disoccupati totali (3,5%), di cui 534 sono disoccupati in senso stretto.

I lavoratori dipendenti del settore privato (15.466 unità, di cui 9.233 maschi e 6.233 femmine ) da giugno 2010 a giugno 2011 sono diminuiti complessivamente di 568 unità ( 3,5%); la diminuzione più consistente risiede principalmente nel settore “manifatturiero” ( 304) seguito dal settore “costruzioni e impianti” (155). Nel Settore Pubblico Allargato i lavoratori sono 4.183 (63 rispetto a giugno 2010), di cui 2.494 femmine e 1.689 maschi. Le diminuzioni più consistenti si sono registrate nella Pubblica Amministrazione (59) e nell’Istituto per la Sicurezza Sociale (3).

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