giovedì 8 settembre 2011

Federali.Mattino_8.9.11. Termini Imerese. L’azienda torinese lascerà, infatti, lo stabilimento siciliano aperto nel 1970 a fine anno e al posto delle catene di montaggio dovrebbero sorgere laboratori medicali, una piattaforma logistica per la Gdo, studi televisivi e progetti sulle biomasse.----Emilia, padania. Considerando come riferimento temporale il periodo aprile-giugno 2011 il comparto che in termini percentuali presenta il saldo positivo più accentuato è il comparto dell’alloggio (+1,9 per cento); si tratta di un settore considerato “rifugio”, in quanto molte delle nuove imprese sono riconducibili a titolari che non trovando altri sbocchi lavorativi si inventano imprenditori aprendo bed & breakfast o attività analoghe.

Termini Imerese: in 5 per il dopo Fiat
Emilia, più imprese. Terziario in testa
Fmi: taglia stime Italia
Grecia: Non e' sicura prossima tranche
La Grecia sta per essere estromessa dall'euro


Termini Imerese: in 5 per il dopo Fiat
Sono cinque le aziende selezionate dal ministero per lo Sviluppo economico per sostituire la Fiat a Termini Imerese. L’azienda torinese lascerà, infatti, lo stabilimento siciliano aperto nel 1970 a fine anno e al posto delle catene di montaggio dovrebbero sorgere laboratori medicali, una piattaforma logistica per la Gdo, studi televisivi e progetti sulle biomasse.
Le 5 imprese. Le cinque imprese scelte dal ministro Romani sono Lima Group, specializzata in elettromedicali e protesi sanitarie, Newcoop, piattaforma logistica per la grande distribuzione, Medstudios, azienda televisiva che sta anche partecipando ad una gara per l’aggiudicazione di una delle nuove frequenza tv rese disponibili dall’esecutivo, Dr Motor, attore del settore automotive che dovrebbe produrre anche un Suv in Sicilia, e Biogen, operativa in energetico e biomasse.
I progetti di investimento. La selezione è avvenuta stamattina, quando il ministro Paolo Romani, Domenico Arcuri, Ad di Invitalia, il soggetto incaricato di attuare l’accordo, e Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia, hanno vagliato i progetti presentati dalle aziende candidate alle agevolazioni previste dal contratto di sviluppo del sito.
 Biogen, Lima Group e Dr Motor investiranno complessivamente 341 milioni di euro, ottenendo così agevolazioni pubbliche pari a 67 milioni, alle quali andranno aggiunte le agevolazioni regionali sull'occupazione e la formazione, e impiegheranno a regime circa 1.500 addetti. Dr Motor, inoltre, rileverà anche le attività automotive della Fiat, avendo battuto la concorrenza di De Tomaso. Medstudios e Newcoop investiranno in totale 20 milioni di euro dando lavoro ad altri 150 addetti.
M.N.

Emilia, più imprese. Terziario in testa
Tra aprile e giugno, le imprese iscritte alle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna sono aumentate di 2.751 unità. E’ quanto emerge da una elaborazione riferita al secondo trimestre 2011, del Centro Studi di Unioncamere regionale sulla base di Movimprese.
 I dati sul numero e alle dinamiche delle imprese dell’Emilia Romagna nel secondo trimestre (al 30 giugno 2011) evidenziano un +0,6% rispetto alla fine del trimestre precedente. Il dato va ad invertire la tendenza riscontrata nel primo trimestre dell’anno, quando il numero delle imprese cessate aveva superato le nuove iscritte di 1.363 unità (-0,3%). Complessivamente, nei primi sei mesi dell’anno, il numero delle imprese emiliano-romagnole è aumentato dello 0,3 per cento, un saldo positivo corrispondente a 1.388 nuove aziende. In Italia nel primo semestre 2011 il saldo è stato lievemente inferiore, +0,2 per cento (+10.758 imprese).
 I settori L’analisi della dinamica imprenditoriale all’interno dei singoli settori mette in luce l’incertezza che sta caratterizzando questa difficile fase economica. Considerando come riferimento temporale il periodo aprile-giugno 2011 il comparto che in termini percentuali presenta il saldo positivo più accentuato è il comparto dell’alloggio (+1,9 per cento); si tratta di un settore considerato “rifugio”, in quanto molte delle nuove imprese sono riconducibili a titolari che non trovando altri sbocchi lavorativi si inventano imprenditori aprendo bed & breakfast o attività analoghe. In sintesi, cresce il comparto terziario maggiormente rivolto alle persone – in particolare il commercio, le attività immobiliari e quelle professionali – mentre maggiori difficoltà presentano i servizi alle imprese (trasporto e magazzinaggio registra una flessione dello 0,6%). Nel comparto industriale riprende il cammino di crescita il settore delle costruzioni (+0,6 per cento), rimane sostanzialmente invariato il numero complessivo delle imprese operanti nel comparto manifatturiero (+0,2%).
 «In un momento di grande incertezza come quello che stiamo vivendo a causa della forte instabilità dei mercati - dichiara il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Carlo Alberto Roncarati - gli imprenditori stanno facendo la loro parte, malgrado i tanti ostacoli che frenano chi vuol fare impresa: dalla burocrazia al difficile accesso al credito ed al calo dei consumi che frena produzione e fatturato. Unioncamere è impegnata a consolidare lo sviluppo grazie allo sforzo congiunto del sistema camerale insieme alla Regione, alle associazioni di categoria e agli istituti di credito per valorizzare al meglio il made in Emilia-Romagna».

Fmi: taglia stime Italia
Pil 2011 +0,8%, l'anno prossimo +0,5%
07 settembre, 17:20
(ANSA) - ROMA, 7 SET - L'Italia il prossimo anno crescerà ancora meno del previsto: parola del Fondo Monetario Internazionale che ha tagliato nuovamente le proprie stime. Nell'ultima bozza del World Economic Outlook che l'ANSA è in grado di anticipare il Fmi stima per l'Italia una crescita del Pil 2011 dello 0,8%, invariata rispetto alle ultime previsioni datate 17 agosto; mentre per il 2012 si aspetta che il Pil avanzi non più dello 0,7% ma dello 0,5%.

Grecia: Non e' sicura prossima tranche
Atene deve soddisfare tutte le condizioni
07 settembre, 17:54
(ANSA) - ROMA, 7 SET - La prossima tranche degli aiuti alla Grecia ''non e' garantita''. Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, durante un discorso in Bulgaria, secondo quanto riferisce Bloomberg.
 Juncker ha spiegato che Atene ''deve soddisfare tutte le condizioni per poter ricevere il prossimo pagamento''.

La Grecia sta per essere estromessa dall'euro
 di Pierluigi Magnaschi  
La sera dello scorso martedì 6 settembre, la commissione di esperti nominata dal Parlamento greco per analizzare lo stato della finanza pubblica del Paese ha presentato un rapporto ufficiale in cui affermava che «l'indebitamento del Paese è fuori controllo». Sarebbe come se i pompieri si fossero presentati sul luogo dell'incendio a sirene spiegate con un'autobotte piena di gasolio anziché di acqua. Gli esperti contabili di questa commissione hanno riferito esattamente su che cosa avevano accertato e la sostanza della loro diagnosi è condivisa da tutti gli esperti. Per calmare gli animi, e soprattutto i mercati, questi revisori sono stati fatti passare per dei frastornati dal governo greco e sono stati quindi costretti alle dimissioni. Ma la sostanza della loro ricognizione è rimasta inalterata. Come, del resto, dimostra il fatto che il rapporto deficit/pil, che quest'anno era stato previsto al 7,4%, sarà invece almeno dell'8,8%. Ciò dimostra che, nel corso dell'ultimo anno e mezzo che è passato dall'adozione del primo piano di rigore, nessuno degli obiettivi di risanamento è stato conseguito. Non c'è stata la riforma della struttura statale, né sono state attuate le inevitabili privatizzazioni. Sono state solo aumentate le imposte e sono state tagliate le retribuzioni. Stremando così il Paese e facendo, nel contempo, divampare la rivolta popolare. Ecco perché, non solo le autorità internazionali (Bce, Fmi e Ue) esitano a concedere altri aiuti a un Paese colabrodo che è in grado di dissipare tutto ciò che ottiene, compromettendo anche la possibilità di restituire i finanziamenti ottenuti. Ed ecco anche perché i Paesi finanziatori, prima di accordare la sesta e prossima tranche del prestito di 110 miliardi di euro, cercano di ottenere da Atene degli impegni di risanamento meno evanescenti che rendano più sicura la restituzione dei capitali erogati. In particolare, la Finlandia, che è uno dei Paesi più ricchi in Europa, è intenzionata a contrattare direttamente con il governo greco delle garanzie aggiuntive. Ad essa si è aggiunta la Lituania che ha più ragioni per garantirsi perché, pur non avendo nemmeno gli occhi per piangere, è stata anch'essa chiamata alla contribuzione a favore di Atene. Se il governo greco non accorda le garanzie chieste, il governo finlandese ha già detto che non aderirà al pool dei Paesi finanziatori. Ma se gliele accorda, allora anche gli altri Paesi finanziatori saranno indotti a chiederle, ingessando così la Grecia in una camicia di forza che la strozzerebbe. Ecco perché l'ipotesi di una fuoruscita della Grecia dall'euro, sinora sussurrata, adesso viene, da più parti, ritenuta possibile.

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