venerdì 2 settembre 2011

Federali.Sera_2.9.11. Se stai cercando di segnalare al mercato che raggiungerai un ammontare X di riduzione del deficit, lo devi fare con (soldi, ndr) reali, espliciti tagli alla spesa o con aumenti delle tasse e non solo dicendo che il buco extra sarà riempito combattendo l'evasione fiscale quando le persone sanno che non hai potuto trovare altre soluzioni e anzi hai deciso di non fare (quelle, ndr) cose su cui ti eri accordato in precedenza, ha detto Roubini facendo riferimento alla manovra italiana. Ciò non aiuta a ristabilire la fiducia del mercato ed è percepito come un trucco, ha concluso l'economista.----Bari. Niki si e’ svegliato.----Giggino Manetta: Ora si lavora 16 ore al giorno. Qualcuno ha fatto le ferie, io neppure un giorno. Allora basta pause e tempi morti.


Vendola: «A rischio 34mln fondi Ue». Fitto: fatta nostra parte
De Magistris striglia gli assessori: «Ora si lavora 16 ore al giorno»
Italia: Roubini, leadership ha perso credibilità


Vendola: «A rischio 34mln fondi Ue». Fitto: fatta nostra parte
BARI - Convocare in tempi brevi tavoli politici per individuare «ogni necessaria azione correttiva per garantire il pieno utilizzo dei fondi comunitari» sui due programmi operativi interregionali Poin-Attrattori culturali naturali e Turismo e Poi-Energie rinnovabili e risparmi energetico.
È quanto ha chiesto il presidente della regione Puglia Nichi Vendola in due lettere inviate al Ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto e, per conoscenza, al Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani e ai presidenti della Campania Stefano Caldoro, della Calabria Giuseppe Scoppellitti e della Sicilia Raffaele Lombardo. Pronta la replica del ministro: sul Poin, dice, il governo ha fatto la sua parte.
La preoccupazione della Regione è che vadano in disimpegno proprio «in questa delicatissima fase dell’economia nazionale» quelle risorse comunitarie destinate ai programmi interregionali (che riguardano, appunto, le quattro regioni del Sud), le cui strutture di Autorità di gestione fanno capo direttamente al Governo.
Sembra, insomma, scricchiolare l’intesa faticosamente raggiunta tra Vendola e Fitto sui fondi Fas, che portò lo scorso 3 agosto allo sblocco delle risorse, alla luce delle lentezze sui progetti legati ai fondi comunitari. Per quanto riguarda il Poin Turismo, Vendola ha sottolineato nella lettera «il fondato pericolo che l’eccessiva dilatazione dei tempi di assunzione delle decisioni possa compromettere in modo irreversibile le procedure in corso, fino a comportare la grave perdita di risorse comunitarie». In una fase come questa, dice Vendola a Fitto, tra crisi diffusa e restrizioni negli investimenti «anche legati alle vincolanti prescrizioni del patto di stabilità» ogni euro perso «sarebbe una dolorosa dimostrazione di inefficienza che il sistema delle Regioni non può sostenere». La beffa, poi, sarebbe maggiore per la Puglia, «Regione che ha posto in essere tempestivamente, per quanto di propria competenza, tutte le iniziative utili alla salvaguardia del Programma».
Quanto al Poi energia, Vendola ricorda che a febbraio scorso fu rivista la governance «con il passaggio delle funzioni di autorità di gestione e di autorità di certificazione dalla Regione al Ministero» proprio per «determinare l’accelerazione della spesa del programma». Ebbene, rimarca il governatore della Puglia, ad oggi «la situazione registrata disattende in pieno l’auspicio all’epoca condiviso». Tra l’altro, il 27 luglio scorso, nella riunione del Comitato tecnico di attuazione del Poi energia, l’Autorità di gestione evidenziò il rallentamento della spesa da sostenere entro il 31 dicembre, «con una previsione di perdita complessiva di non meno di 34 milioni di euro a fine anno». Un problema, questo, «da ricondurre ad un evidente troppo lento avanzamento della spesa da parte degli organismi intermedi (Ministero Sviluppo Economico e Ministero Ambiente), ai quali - rimarca Vendola - è affidata la parte assolutamente preponderante dell’attuazione del Programma e che dispongono oggi di gran parte della cassa spendibile per il programma (25 milioni di euro sui totali 27 disponibili allo stato in cassa)». Per questo urge «aprire un tavolo politico con il coinvolgimento non solo delle Regioni ma anche dei ministri direttamente interessati dall’attuazione del Programma».
«Leggo, praticamente in contemporanea - scrive a stretto giro il ministro Fitto - le lettere inviatemi dal Presidente Vendola e le agenzie che ne riportano ampi stralci. Ovviamente, non voglio fare alcuna polemica e quindi interpreto le sue lettere come segno di preoccupazione, da me condivisa, rispetto ai ritardi enormi e documentati accumulati dai due programmi operativi interregionali (Poin) in quattro anni che hanno determinato un avanzamento della spesa quasi nullo, molto di più - sottolinea il ministro - di quelli, ipotetici ma inesistenti, che si sarebbero prodotti nei pochi mesi trascorsi da fine febbraio quando si è avviata, d’intesa con le Regioni, la complessa procedura di cambio della gestione con il passaggio della responsabilità alle mie strutture e della conseguente riprogrammazione». «Il Presidente Vendola sa molto bene – continua Fitto - che proprio questa assunzione di responsabilità ha consentito di scongiurare decisioni radicali sulla sorte dei due programmi da parte della Commissione Europea».
Accende i fari, invece, sui fondi Fas sbloccati lo scorso 3 agosto il capogruppo Pd Antonio Decaro. «È la rapidità con cui si mettono in campo gli strumenti per contrastarla, l’arma migliore per combattere la crisi. Perciò, in attesa delle grandi opere strategiche previste dal Piano Sud, dobbiamo pensare all’apertura di tanti piccoli cantieri - dice - nelle mani degli enti locali. Il Piano Sud va bene ma, in attesa delle opere strategiche, corriamo il rischio di restare soffocati».

De Magistris striglia gli assessori: «Ora si lavora 16 ore al giorno»
Il sindaco contrariato: «Qualcuno ha fatto le ferie, io neppure un giorno. Allora basta pause e tempi morti»
NAPOLI — Sette ore di confronto serrato. Molti i punti sul tappeto: dalle politiche sociali al bilancio, dalle scelte da fare sul fronte della sicurezza alle ricadute economiche delle preregate della coppa America se si faranno a Napoli e agli eventuali costi da sostenere per l’evento. Il tutto, non senza il piglio critico del sindaco Luigi de Magistris che, nella sede emblematica del castello confiscato a Raffaele Cutolo, a Ottaviano, ha riunito i suoi assessori per serrare le fila dopo tre mesi di lavoro. «Qualcuno ha fatto le ferie, io neppure un giorno. Ho voluto dirgli che si lavora sempre, almeno 16 ore al giorno, che non ci saranno pause o tempi morti».

De Magistris ha voluto imporre una sferzata. Solo il 16 settembre la giunta farà tre mesi dal suo insediamento e il sindaco è già parla di «rilancio dell’azione dell’esecutivo». In realtà, il problema vero è la ristrettezza del bilancio che costringe gli assessorati a fare «quel che si può». L’intervista dell'assessore al bilancio, riccardo Realfonzo, al Corriere del Mezzogiorno di qualche giorno fa, non lasciano spazio a interpretazioni: la coperta è cortissima e andare avanti è davvero difficile. Non a caso in molti, ad inizio consiliatura, avevano ipotizzato la dichiarazione del dissesto finanziario, che però si trascinerebbe dietro molti altri problemi e che il sindaco de Magistris ha escluso.
Paolo Cuozzo

Italia: Roubini, leadership ha perso credibilità
"La leadership italiana ha perso credibilità" e "i mercati finanziari sono preoccupati per la credibilità della politica economica" italiana. Lo ha dichiarato Nouriel Roubini, economista di fama internazionale a Cernobbio. Nel Paese c'è "incertezza politica e questo è un problema", ha notato Roubini.
L'Italia, ha aggiunto l'economista "ha bisogno di una austerità fiscale" e, come in Europa, deve concentrarsi maggiormente sulla crescita. Infatti "non penso che l'Europa stia ponendo abbastanza enfasi sulla crescita", hasottolineato Roubini.
Inoltre, "se stai cercando di segnalare al mercato che raggiungerai un ammontare X di riduzione del deficit, lo devi fare con (soldi, ndr) reali, espliciti tagli alla spesa o con aumenti delle tasse e non solo dicendo che il buco extra sarà riempito combattendo l'evasione fiscale quando le persone sanno che non hai potuto" trovare altre soluzioni e anzi "hai deciso di non fare (quelle, ndr) cose su cui ti eri accordato in precedenza", ha detto Roubini facendo riferimento alla manovra italiana. Ciò "non aiuta a ristabilire la fiducia del mercato ed è percepito come un trucco", ha concluso l'economista.

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