giovedì 6 ottobre 2011

Federali.mattino_6.10.11. Bozen, oltrpeadania: Dopo la prima bocciatura delle scorse settimane dei conti italiani da parte dell'agenzia Standard&Poor's - sottolinea il presidente Luis Durnwalder - da giorni nutrivamo il timore che analoga valutazione avrebbe fatto anche Moody's con un inevitabile riflesso anche sulla nostra valutazione. Del resto siamo sulla stessa nave e, come sempre accade nei casi di naufragio, annegano allo stesso modo sia i passeggeri della prima classe che quelli della terza.----Veneto, padania. Roberto Ciambetti: «Il downgrade di Moody’s è l’ennesimo costo che paghiamo al condominio Italia - attacca -. A parte Trento e Bolzano, che sono avvantaggiate per il loro status di autonomia e quindi considerate immuni dal contagio italiano, tutti gli altri enti decentrati anche se con conti a posto, con il debito sotto controllo, con il rispetto di ogni parametro e ancor più con una economia reale trainante, devono pagare lo scotto dell'outlook negativo e delle incertezze che pesano sul sistema Italia: è l'ennesima tassa occulta che, come Veneto, paghiamo all'Unità, visto che il declassamento colpisce gli enti virtuosi, mentre lascia del tutto indifferenti quelle regioni che da anni registrano ratings da Paesi in via di sviluppo».

Addio a Steve Jobs, il padre dell'era digitale
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Rating, la Puglia è declassata
Napoli. Rifiuti, per le navi in Olanda manca solo l'ok della Regione
Bozen, oltrepadania. Rating, l'Italia trascina giù Bolzano
Bozen, oltrepadania. Artioli fa causa alla Provincia per il censimento linguistico
Moody’s declassa anche il Veneto
Fmi fa retromarcia su acquisto bond Italia e Spagna




Addio a Steve Jobs, il padre dell'era digitale
Dopo una lunga battaglia contro il cancro, si spegne a 56 anni il fondatore di Apple Steve Jobs. Dalla fondazione di Apple, nel 1976, avvenuta nel garage di casa sua, alla creazione del personal computer nel 1984, le sue innovazioni hanno contribuito a diffondere presso il grande pubblico la tecnologia.
Nel 1986 lascia la Apple e fonda la Pixar, la prima società ad occuparsi di cartoni animati digitali. Nel 2001 il ritorno nell'azienda da lui fondato, lanciando iMac e iPod, che rivoluziona il business delle case discografiche. Nel 2007 è la volta dell'iPhone, lo smartphone che ha portato internet nelle tasche di più di 80 milioni di utenti in tutto il mondo. Un successo epocale, bissato quattro anni dopo con il lancio dell'iPad.
Il cordoglio dei fan e della politica. Obama dà l'addio a "uno dei grandi innovatori americani". Mentre i suoi ammiratori fanno la fila nei negozi Apple di tutto il mondo per portare fiori e messaggi di addio all'uomo simbolo della rivoluzione tecnologica.

Rating, la Puglia è declassata
Affidabilità peggio dell'Italia
La decisione di Moody's si abbatte sulla Regione
L'indicatore dell'agenzia scende da «A1» a «A3»
BARI - Dopo l'Italia tocca alla Puglia. Moody's, società di rating statunitense, ha tagliato la valutazione finanziaria della Regione declassandola da «A1» ad «A3». Si tratta di una decisione che intacca un punto fermo della gestione Vendola che, fino a pochi giorni fa, contava su un'affidabilità elevata. Il declassamento di due gradini, per Moody's, colloca la Puglia al di sotto dell'affidabilità dell'Italia che è passata da «Aa2» ad «A2». La decisione era nell'aria già da qualche ora dopo che l'agenzia aveva ritoccato gli indicatori di numerosi stati. L'obiettivo, tuttavia, era limitare l'impatto dell'arretramento sperando in una conferma della situazione preesistente o in un arretramento minimo che avrebbe consentito di avere la stessa affidabilità del Paese.
LA SCALA - Per valutare l'impatto della decisione, tuttavia, basta considerare la scala delle affidabilità composta da «Aaa», «Aa1», «Aa2», «Aa3», «A1», «A2», «A3», «Baa1», «Baa2», «Baa3». La Puglia risulta al quart'ultimo gradino su dieci complessivi, ma comunque meglio di altri enti territoriali.
IL RAFFRONTO - Le regioni Basilicata, Liguria, Marche, Umbria, invece, sono state retrocesse da «Aa3» a «A2», mentre le regioni Toscana e Veneto da «Aa2» a «A2». Questi enti locali, comunque, hanno lo stesso rating dell'Italia. Vanno sotto il gradino della Nazione anche l'Abbruzzo da «A2» a «Baa1», la Calabria da «A3» a «Baa2», la Campania da «A3» a «Baa2», il Lazio da «A2» a «Baa2», il Molise da «A2» a «Baa1».
LA DIFESA - «L'abbassamento automatico degli enti locali - afferma Michele Pelillo, assessore regionale al Bilancio - è un sistema inaccettabile. Dal punto di vista sostanziale, la Puglia è assolutamente impermeabile e indifferente a qualunque abbassamento del livello di rating. Lo è per una semplice ragione: il debito della Regione, che sta diminuendo di anno in anno, non sta sul mercato finanziario ma per il 90 per cento è con Cassa depositi e prestiti e per il restante 10 per cento è a tasso fisso col sistema bancario italiano». Fatto sta che se la Regione dovesse chiedere un prestito (anche se l'assessore afferma che non c'è la necessità) o fare altre operazioni finanziarie impreviste il declassamento avrà il suo peso.
Vito Fatiguso

Napoli. Rifiuti, per le navi in Olanda manca solo l'ok della Regione
Il primo contratto riguarda 100 mila tonnellate
Il sindaco de Magistris: «Noi siamo pronti»
NAPOLI — La «partita», per il Comune di Napoli, si è chiusa ieri. Quando, cioè, l'incartamento necessario per inviare i rifiuti all'estero è stato definito e consegnato alla Regione Campania. Ora tocca all'ufficio transfrontaliero di Palazzo Santa Lucia firmare il via libera. La pratica, annuncia il governatore Caldoro, «sarà esaminata con la massima urgenza, come la situazione attuale impone». Poi le navi, dall'Olanda, potranno arrivare a Napoli per caricare i rifiuti e portarli nei Paesi Bassi. Da ieri è completo e operativo il sito di stoccaggio di via Brin, che permetterà l'imbarco ed è stato realizzato in poco più di un mese. I documenti depositati ieri interessano due termovalorizzatori olandesi, a Rotterdam e a Delfzijl. «Con entrambe le municipalità — dice il sindaco de Magistris — si è stabilita una collaborazione diretta da parte del Comune di Napoli. Una procedura per la quale il Comune si è speso direttamente, evitando così il ricorso ad intermediari e consentendo risparmi economici per i cittadini».
Entra quindi nel dettaglio. «I rifiuti — spiega — saranno preparati e confezionati per l'invio via mare negli Stir di Giugliano, Tufino e Caivano. È previsto un carico settimanale di circa 3000 tonnellate per complessive 100.000 tonnellate». Meno, almeno per ora, delle 240 mila tonnellate annunciate inizialmente. Se ne saprà di più, in ogni caso, solo quando i contratti saranno stati resi pubblici. Fino ad ora gli atti prodotti «sono stati vincolati — aggiunge de Magistris — alla estrema riservatezza delle informazioni di tipo commerciale, tutti i soggetti coinvolti sono tenuti a rispettare tale obbligo per garantire le reciproche esigenze di tutela industriale». Sull'accordo interviene anche il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro: «La collaborazione istituzionale tra Regione, Provincia di Napoli e Comune è l'unica strada che può portare alla soluzione del problema dell'emergenza. Il trasporto transfrontaliero dei rifiuti solidi urbani destinati via mare agli impianti olandesi e che vede lavorare gli Enti in sinergia con la società di scopo costituita da Sapna e Asìa, è una delle testimonianze concrete di ciò che vado predicando da tempo. Questi trasferimenti ci consentiranno anche di alleggerire i carichi negli Stir di Tufino e Giugliano e di avviare le procedure per i lavori di ammodernamento degli impianti».
Un dato è certo: prima che la nave arrivi nel porto di Napoli, carichi e riparta, trascorrerà ancora qualche tempo. Forse tutto ottobre. A Palazzo San Giacomo, però, l'ottimismo prevale, anche in considerazione del fatto che, grazie ai trasferimenti di immondizia oltre regione, le prossime settimane non dovrebbero essere caratterizzate dal ripetersi delle scene troppe volte osservate da molti anni a questa parte: cumuli in strada. La stretta finale sul progetto Olanda, insomma, dovrebbe essere accompagnata da una relativa tranquillità sul fronte interno. Grazie alla quale il Comune conta anche di consolidare i contatti già avviati con altri paesi stranieri (tra questi la Svezia) i quali dovrebbero prendersi ancora 140 mila tonnellate di spazzatura di Napoli e provincia. Archiviata la pratica Rotterdam, palazzo San Giacomo punta ad incrementare, come più volte annunciato, la raccolta differenziata porta a porta. Proprio ieri il vicesindaco Sodano ha incontrato a Roma il ministro Prestigiacomo, alla quale ha chiesto ancora una volta lo sblocco dei fondi governativi destinati a tale scopo. Nella stessa ottica l'amministrazione comunale sta preparando un accordo con una multinazionale per la realizzazione di nuove isole ecologiche.
Sul tappeto resta la questione dei siti di compostaggio, indispensabili a trasformare l'umido in fertilizzante. Napoli ne è ancora priva. La trattativa per acquistarne uno a Caivano, costruito da alcuni privati, segna il passo, per le difficoltà incontrate nell'individuare tutti i soggetti coinvolti nella proprietà e con le certificazioni necessarie. Ma, informa il vicesindaco Sodano, «stiamo già valutando altre ipotesi oltre a quella di Caivano».
Paolo Cuozzo
Fabrizio Geremicca

Bozen, oltrepadania. Rating, l'Italia trascina giù Bolzano
Moody's ha declassato la propria valutazione della Provincia
di Orfeo Donatini
BOLZANO. Crollato di tre punti il rating dell'Italia (da Aa2 ad A2), ieri l'Agenzia Moody's ha declassato anche quello della Provincia di Bolzano: la nuova valutazione sull'affidabilità finanziaria dell'Alto Adige ora infatti si ferma alla classe Aa3: tre gradini più in basso dalla classe massima Aaa degli ultimi anni, ma sempre tre gradini più in alto di quella nazionale.
La decisione dell'agenzia americana di "bollare" con un triplo downgrading l'affidabilità finanziaria dell'Italia è arrivata al termine di uno "stato di osservazione dei conti" avviato dagli ispettori di New York ancora lo scorso giugno. E che da quella scelta potesse discendere, quasi automaticamente, un declassamento della valutazione anche di un ente locale quale la Provincia di Bolzano che da anni godeva del massimo punteggio era largamente scontato.
«Era impensabile - sottolinea infatti l'assessore provinciale alle finanze, Roberto Bizzo - che fra la valutazione dello Stato italiano e quella della Provincia di Bolzano restassero ben sei punti di differenza».
«Dopo la prima bocciatura delle scorse settimane dei conti italiani da parte dell'agenzia Standard&Poor's - sottolinea il presidente Luis Durnwalder - da giorni nutrivamo il timore che analoga valutazione avrebbe fatto anche Moody's con un inevitabile riflesso anche sulla nostra valutazione. Del resto siamo sulla stessa nave e, come sempre accade nei casi di naufragio, annegano allo stesso modo sia i passeggeri della prima classe che quelli della terza. Però non serve evocare scenari tragici come questo perché la nostra economia e la nostra amministrazione sono sane tanto che abbiamo un tasso di crescita fra i più alti. Concretamente non dovremmo avere conseguenze anche perché i nostri istituti di credito continueranno a godere della fiducia e della forza di sempre. Niente panico».
«Dobbiamo dirci chiaramente - sottolinea poi l'assessore Bizzo - che queste valutazioni sul sistema Paese certo sono tecniche, anche se il nostro debito e il nostro patrimonio pubblico e privato sono sempre gli stessi, ma sono soprattutto politiche sulla capacità di tenuta di questo governo. Paradossalmente, come Provincia di Bolzano, veniamo colpiti da questo declassamento proprio mentre stiamo per varare una finanziaria e un bilancio che ci rafforzeranno ulteriormente. Ma tanto per evocare un'immagine che dà l'idea di quello che succede potremmo dire che siamo tutti sul medesimo ascensore e, anche se siamo bravi a gestirci meritandoci per anni la tripla A, veniamo trascinati in basso dall'andamento nazionale».

Bozen, oltrepadania. Artioli fa causa alla Provincia per il censimento linguistico
BOLZANO. La consigliera provinciale della Lega Nord, Elena Artioli, fa causa contro la Provincia di Bolzano per il censimento linguistico, che in Alto Adige viene effettuato in contemporanea con quello generale dell'Istat. La leghista rivendica, infatti, il diritto di potersi dichiarare mistilingue, una possibilità non prevista dallo Statuto d'autonomia. La dichiarazione linguistica serve per calcolare la proporzionale, con la quale vengono attribuiti ai tre gruppi linguistici i posti nel pubblico impiego e gli alloggi di edilizia sociale". Chi non appartiene a nessuno dei tre gruppi linguistici deve comunque aggregarsi a uno di essi. Artioli è la prima firmataria di un ricorso, sostenuto da altri mistilingui, che sarà presentato venerdì in una conferenza stampa, alla quale parteciperanno anche gli avvocati Federico Mazzei e Claudia Benedetti, che è anche consigliera comunale del Pdl a Merano. In Alto Adige le polemiche sulla dichiarazione di appartenenza linguistica si riaccendono almeno ogni dieci anni in concomitanza con il censimento. Sono, infatti, storiche le lotte del Verde Alex Langer che, nel 1995, non potè concorrere alla carica di sindaco di Bolzano perchè "obiettore etnico". Al censimento aveva rifiutato la dichiarazione linguistica. 5 ottobre 2011

Moody’s declassa anche il Veneto
Per l’agenzia di rating americana le difficoltà dello Stato si rifletteranno sulla Regione. Tre gradini in meno: «Sarà più difficile farsi prestare denaro»
VENEZIA — Era nell’aria. E le meste aspettative della vigilia non sono state tradite: dopo l’Italia, l’agenzia di rating Moody’s declassa anche il Veneto, costringendolo a scendere di tre gradini sulla scala dell’affidabilità debitoria, da AA2 ad A2 (nel mezzo ci sono la AA3 e la A1), e per di più con un «outlook negativo » che si annuncia foriero di altri, possibili declassamenti futuri, sulla scia di quanto rischia il Paese. Moody’s, a dire il vero, non è l’agenzia chiamata a verificare i conti della Regione. Lo era fino all’anno passato, quando il rinnovo dell’incarico (da 30 mila euro l’anno) è stato vinto da Fitch. Ciò nondimeno, potendo disporre di dati recenti sui bilanci del Veneto, l’agenzia ha deciso di inserirlo comunque tra i 23 enti locali da passare sotto la lente d’ingrandimento, il 17 giugno scorso. E il responso, a quel che si dice nei corridoi di Palazzo Balbi, non differisce di molto da quello preannunciato da Fitch, atteso per la metà di questo mese. Le debolezze strutturali ed endemiche che affliggono lo Stato, infatti, finiscono per ripercuotersi inevitabilmente sulle Regioni, che d’altronde stanno in Italia, mica in un altro mondo: un Paese che vive nell’area Euro, dove si respira più di una criticità, che ha raggiunto un rapporto debito/Pil pari al 120% e che nonostante riesca a tenere ancora lontano lo spettro del default, deve però raccogliere il prossimo anno sul mercato la bellezza di 200 miliardi di euro, ricerca che può rivelarsi un’impresa titanica, vista la vulnerabilità del Sistema Paese.
Proprio le difficoltà nella ricerca di nuovi finanziamenti, siano essi bancari o sul mercato, potrebbero essere le conseguenze più immediate per il Veneto, anche se dagli uffici fanno sapere che in realtà, vuoi per il Patto di stabilità, che costringe la Regione a trattenere liquidità, vuoi perché il limite all’indebitamento è già stato raggiunto dalla passata amministrazione Galan, di fatto il declassamento di Moody’s, come quello di Fitch, finiranno per avere un impatto assai meno nefasto di quello immaginato. Certo, resta lo smacco. Ed è quello che dà più fastidio all’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti: «Il downgrade di Moody’s è l’ennesimo costo che paghiamo al condominio Italia - attacca -. A parte Trento e Bolzano, che sono avvantaggiate per il loro status di autonomia e quindi considerate immuni dal contagio italiano, tutti gli altri enti decentrati anche se con conti a posto, con il debito sotto controllo, con il rispetto di ogni parametro e ancor più con una economia reale trainante, devono pagare lo scotto dell'outlook negativo e delle incertezze che pesano sul sistema Italia: è l'ennesima tassa occulta che, come Veneto, paghiamo all'Unità, visto che il declassamento colpisce gli enti virtuosi, mentre lascia del tutto indifferenti quelle regioni che da anni registrano ratings da Paesi in via di sviluppo».
Come la Sicilia: «C'è la Grecia - ironizza amaro Ciambetti - che ha affrontato con estrema difficoltà la via del risanamento dei conti fino al licenziamento di oltre 30 mila dipendenti pubblici e c'è poi la Magna Grecia, che essendo Magna, più grande, presenta problemi ancora più grandi di quelli di Atene: la Regione Sicilia (declassata pure lei, ndr.) per amministrare 5 milioni di abitanti spende per il personale dipendente 1.748 milioni di euro; in Veneto, con una popolazione pressoché analoga, il costo del personale scende a 149,6 milioni. Se poi guardiamo ai dati dell'indebitamento regionale scopriamo che il debito in Veneto è pari al 13% rispetto alle entrate correnti; in Lazio, invece, il debito è circa l`80% delle entrate correnti, in Campania il 69%». Più cauto il presidente Pdl della commissione Bilancio Costantino Toniolo: «Certo la crisi internazionale e la situazione drammatica in cui versano i conti dello Stato influiscono in modo determinante sul giudizio che viene affibbiato al Veneto, ma penso che comunque la Regione debba fare delle scelte coraggiose, sul fronte del contenimento della spesa e su quello delle razionalizzazione degli apparati. Alcuni passi sono già stati fatti, penso al riordino delle partecipate: bisogna proseguire su questa direzione». E proprio di questo si discuterà domani, a Roma, in un vertice tra le Regioni sui progetti di autoriforma. Il vice di Toniolo in commissione, Piero Ruzzante del Pd, invita invece Ciambetti a «non fare il solito gioco dello scaricabarile, perché se è vero che la colpa del declassamento è soprattutto dell’Italia, è altrettanto vero che l’Italia è governata dalla Lega e dal Pdl, e non da ora. Penso che all’origine del verdetto negativo di Moody’s ci siano anche i giudizi, gravi, sui conti della Regione. Il buco della sanità che dovranno pagare i nostri figli di qui ai prossimi 25 anni, mica l’ha fatto l’Italia...».
Marco Bonet

Fmi fa retromarcia su acquisto bond Italia e Spagna
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) fa retromarcia sulla possibilità di acquistare bond italiani e spagnoli a fianco dell'Efsf, il fondo europeo salva-stati. La possibilità dell'utilizzo di nuovi strumenti contro la crisi del debito della zona euro era stata citata stamane da Antonio Borges, direttore del dipartimento europeo del Fmi a Bruxelles per presentare il Regional economic outlook.
Ma era stata interpretata, più che un'ipotesi concreta, come un avvertimento agli speculatori, che finora hanno considerato Italia e Spagna prede allettanti in quanto troppo grandi per essere salvate. "Il Fondo può solo prestare ai paesi, ma non può usare le sue risorse per intervenire direttamente sul mercato dei bond", ha precisato in serata Borges, sottolineando che "Il Fondo non sta valutando nessun intervento sui mercati insieme all'Efsf".
L'Fmi non ha ricevuto richieste di aiuto da parte di altri paesi della zona euro, ha aggiunto. In mattinata l'alto funzionario aveva detto: "dato che l'Efsf ha ora la possibilità di investire nel mercato secondario, potremmo investire al suo fianco supportando i titoli di debito di Italia e Spagna dando un ulteriore elemento di credibilità", pur sottolineando che si trattava di ragionamenti ancora a livello ipotetico.

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