domenica 2 gennaio 2011

L'autonomia speciale, particolare, del Friuli Venezia Giulia ed il crollo della Taverna dei Teutonici

Altri 483 milioni di euro l’anno al Friuli Venezia Giulia, fondi derivanti dalle compartecipazioni delle pensioni
di Paolo Mosanghini
UDINE. Arrivano finanziamenti per le casse regionali. Il governo ha pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto che eroga 483 milioni di euro l’anno al Friuli Venezia Giulia, fondi derivanti dalle compartecipazioni delle pensioni. È il risultato dell’accordo raggiunto tra il governo e la Regione e ora illustrato nel documento pubblicato dal ministero dell’Economia.


Infatti, il 31 dicembre 2010 è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale numero 305 il decreto del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, recante la «disciplina delle modalità di corresponsione alla Regione Friuli Venezia Giulia delle ritenute sui redditi da pensione riferite a soggetti passivi residenti».

Una trattativa - quella delle compartecipazioni da trattenere nelle casse regionali - che va avanti da anni, avviata anche dal centrosinistra, quando alla guida della Regione c’era Riccardo Illy. E adesso dopo lunghi confronti - che hanno visto in prima linea il presidente Tondo e l’assessore Savino, i rappresentanti della commissione Paritetica e i parlamentari eletti in Fvg - si è arrivati alla pubblicazione del documento. È un passo formale, ha ricordato l’assessore regionale alle Finanze Sandra Savino, con il quale si dà attuazione definitiva all’accordo sottoscritto il 29 ottobre scorso, a Roma, tra il ministro dell’Economia e delle Finanze Tremonti e il presidente della Regione Renzo Tondo, riguardante le compartecipazioni sui tributi versati da tutti i pensionati che risiedono in Friuli Venezia Giulia.

Quanti soldi incamererà il Friuli Venezia Giulia? La Regione riceverà i 483 milioni di euro già previsti per il 2010 e tale cifra sarà ripetuta anche negli anni successivi. Per quanto riguarda il pregresso, relativo agli anni 2008 e 2009, il governo erogherà a rate, a partire dal prossimo anno, la somma di 910 milioni di euro. Sul versante della partecipazione delle Regioni alla solidarietà nazionale, l’accordo sottoscritto a Roma prevede che il Friuli Venezia Giulia collaborerà al risanamento della Finanza pubblica con 370 milioni di euro l’anno; un passaggio, questo, fortemente criticato dall’opposizione di centrosinistra, che non ha visto a questo punto grandi benefici per le finanze regionali.

Alla firma si era arrivati dopo un negoziato condotto per conto della Regione dalla stessa Savino, con l’intervento anche del ministro Roberto Calderoli. «La pubblicazione del decreto - ha commentato l’assessore - rappresenta per l’amministrazione regionale una vera soddisfazione, che conferma il successo del confronto che abbiamo avviato con il Governo. Questo confronto ci ha permesso di ottenere prima il versamento diretto di tutte le compartecipazioni e poi quelle sulle pensioni, assieme alla possibilità di introdurre una fiscalità di vantaggio, primo passo nella direzione di un ampliamento del federalismo fiscale».

«La positiva conclusione di questa vicenda - ha aggiunto l’assessore Sandra Savino - è anche un riconoscimento della responsabilità con cui abbiamo sempre dimostrato di saper interpretare l’Autonomia speciale del Friuli Venezia Giulia. Una responsabilità nella gestione dei conti pubblici riconosciuta anche dalle due agenzie Standard & Poor’s e Fitch, che nelle scorse settimane ci hanno confermato il “rating” al nostro bilancio».
(02 gennaio 2011)


Siponto, è crollata la taverna dei Teutonici
È stato scoperto la mattina dell’ultimo giorno dell’anno il crollo del tetto della piccola «taverna dei cavalieri» che rientra nel complesso monumentale dell’antichissima abbazia di San Leonardo in Lama Volara, a Siponto. Non è il primo cedimento a verificarsi nella struttura e, probabilmente, non sarà nemmeno l’ultimo, considerata la mancanza di fondi per recuperare l’insieme di fabbricati medievali. Una piccola Pompei daunia.

Il locale interessato al crollo è in realtà di proprietà privata, come lo sono state in passato anche altre parti del complesso, a lungo abbandonate e non tutelate. Si tratta di un vano costruito lungo il perimetro di recinzione, anticamente in comunicazione con una stalla. La soprintendenza ai Beni archeologici della Puglia vi ha posto un vincolo che ne limita la disponibilità, ma non per questo il proprietario Ciro Fabiano se ne è disinteressato. Al contrario. Qualche anno fa ha presentato un progetto per il recupero della «taverna» da cofinanziare con risorse pubbliche erogate nella misura del 50%, ma tale progetto è risultato il primo dei non ammessi al finanziamento.

San Leonardo venne costruita ai primi del XII secolo: nel 1127 la ufficiavano già i canonici regolari di Sant’Agostino. Alla fine del secolo XII a questa chiesa erano affiliate altre dieci chiese, ossia «grancie», diffuse nel territorio del Gargano e della Capitanata, a dimostrarne l’importanza: da Foggia a Monte S. Angelo, da Vico a Lesina, a Rignano. In seguito se ne aggiunsero altre quattro. Alcuni affreschi e scudi crociati che si ammirano all’interno dell’abbazia risalgono alla metà del secolo XIII, quando vi giunsero i frati-cavalieri dell’Ordine Teutonico di Santa Maria di Prussica che vi rimasero fino alla metà del XV secolo. Ultimo rappresentante di quest’ordine fu il vescovo di Troia, Stefano Gruben, poi arcivescovo di Reggio Calabria. Alla sua morte la chiesa, considerata come Badia, cominciò ad assegnarsi ai cardinali.
Padre Costantino da Manfredonia nel 1763 fece costruire la parte ancora abitabile del convento, dal quale poi i frati minori andarono via all’inizio dell’Ottocento. Il monumento, danneggiato durante gli ultimi eventi bellici e lasciato a lungo senza guardianìa, venne restaurato a spese dello Stato alla fine degli anni Quaranta grazie all’intervento di don Silvestro Mastrobuoni, nominato per la sua sensibilità ispettore alle opere d’arte per la curia.

L’unico edificio sottoposto ora a lavori di restauro è l’antico ospedaletto. Ma l’opera procede a rilento e subisce continue interruzioni (l’impresa edile ha subito recentemente il furto di una parte dei ponteggi). Purtroppo il rilevante monumento «romanico» subisce ben più importanti profanazioni e trafugamenti di oggetti sacri e di elementi architettonici e decorativi. E, intanto, non ha trovato ancora il dovuto ascolto l’appello alla salvaguardia più volte elevato dall’attuale rettore dell’abbazia, don Giuseppe Marrone, preoccupatissimo per le infiltrazioni di acqua piovana presenti sul soffitto della chiesa perché il tetto necessita di una seria riparazione. [Anna Maria Vitulano]
02 Gennaio 2011

 

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