domenica 9 ottobre 2011

Federali.mattino_9.10.11. Venezia, padania. "Farò di tutto per sventare questa ennesima rapina a mano armata. La mano è quella di Durnwalder e l'arma impropria è costituita da uno statuto speciale che non ha più alcuna giustificazione storica e che viene agitato con sempre maggiore arroganza". Questo il commento del capogruppo del Pdl in consiglio regionale Dario Bond di fronte alla notizia che il governo starebbe per stanziare ulteriori 74 milioni di euro a favore dell'Alto Adige. "La beffa è che quei soldi dovrebbero arrivare dal Fas, il fondo per le aree svantaggiate. Ormai, quando si parla di regioni a statuto speciale, non mi scandalizzo più, ma stavolta - con i chiari di luna che stiamo attraversando - una decisione del genere non può lasciarci indifferenti".----Via internet o sul modello cartaceo da domani parte la fase finale del censimento Istat. Circa quattro anni di lavoro per un costo complessivo di 590 milioni di euro. Sono i numeri del 15esimo Censimento generale della popolazione e delle abitazioni 2011. Dei 590 milioni di euro, 330,6 andranno agli organi di censimento (Comuni, Regione Val d'Aosta, province autonome di Trento e Bolzano, ministero dell'Interno).

Napoli. «Vecchioni scelto perché fuori dai partiti. Oddati? Non so se avrà un altro ruolo»
Crisi, contribuenti.it: sbloccare subito incentivi al Sud.
Basilicata. De Filippo: «Sorgenia rinunci a centrale Turbogas»
Venezia, padania. Il Pdl: "Quei 74 milioni arrivino al Veneto"
Censimento Istat. Costerà 590 milioni di euro
Dexia, fine settimana cruciale per il salvataggio. Domenica il cda decide lo smembramento della banca
Grecia: Fmi, piu' aiuti da Ue o creditori


Napoli. «Vecchioni scelto perché fuori dai partiti. Oddati? Non so se avrà un altro ruolo»
De Magistris: Roberto mi ha detto che per il prossimo anno lavorerà solo per Napoli. Caldoro subito informato
NAPOLI - Il sindaco de Magistris spiega le ragioni della scelta di Roberto Vecchioni alla guida del Forum delle culture: «Volevo fortemente un cambio, non per dare un giudizio di disvalore nei confronti di Nicola Oddati (ex assessore comunale e finora presidente del Forum, ndr), ma per avere una persona che non fosse espressione dei partiti». Quanto a Oddati, «non so ancora se avrà un ruolo, vedremo». «Il nome di Vecchioni - spiega - è nato dal fatto che, quando lui venne a Napoli l'ultima volta, disse che avrebbe voluto fare qualcosa per la città.. Siccome io considero Vecchioni, insieme con De Andrè, non solo un cantautore ma un poeta contemporaneo, credo che sia l'espressione che possa racchiudere anche l'unità del Paese».
SINERGIA COMUNE-REGIONE - Vecchioni avrebbe detto al sindaco di voler lavorare per il prossimo anno e mezzo solo per Napoli «perchè è la cosa più bella della sua vita». e per fugare. L'ex pm ha anche precisato che il presidente Stefano Caldoro «è stato tempestivamente informato della mia scelta e ha espresso parole di apprezzamento. Ieri l'ho visto e abbiamo una intesa anche in questo. Regione e Comune lavoreranno in sinergia per il Forum».
«ALLIBITO DA DICHIARAZIONI DEL PD» - Poi il primo cittadino partenopeo replica alle critiche piovute, da parte Pd, alla scelta del cantautore: «Resto allibito nel leggere le dichiarazioni di diversi esponenti politici in merito alla decisione di chiamare Roberto Vecchioni al Forum. A differenza di altri che ci hanno preceduto, infatti, ci sembrava ingiusto e inopportuno, per Napoli e per l’evento, affidarlo ad amici che hanno il merito di appartenere alla medesima parrocchia politica. Gli unici criteri che hanno guidato questa scelta sono stati quello delle capacità e della qualità. La polemica - conclude il sindaco di Napoli - la lasciamo dunque a chi ha il tempo di farla, noi pensiamo a lavorare».

Crisi, contribuenti.it: sbloccare subito incentivi al Sud.
ROMA - "L'economia del mezzogiorno sta affondando. La crisi è grave e durissima. I numeri oramai non riescono più a rappresentare la situazione reale" L'allarme è stato lanciato stamane a Napoli da Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani durante il suo intervento al dibattito "La crisi di fiducia del sud nell'investire in titoli di stato italiani" organizzato da Contribuenti.it Magazine e chiede "con urgenza al Governo lo sblocco immediato dei fondi previsti dal Decreto Sviluppo per il Sud per le nuove assunzioni ed i nuovi investimenti".
Dall'indagine condotta da KRLS Network of Business Ethics per conto di "Contribuenti.it Magazine" dell'Associazione Contribuenti Italiani è emerso che, nel 2011, l'economia del Mezzogiorno è regredita del 4,7% e, contestualmente, sono aumentate del 69% le difficoltà di accesso ! al lavoro nel Sud Italia.
Le difficoltà di accesso al mondo del lavoro hanno provocato una contrazione dello sviluppo del Sud, con gravi conseguenze per l'intera economia del Paese.
Il Decreto Sviluppo (decreto legge n. 70 del 13 maggio 2011) prevede un Credito d'imposta per ogni lavoratore "svantaggiato" o "molto svantaggiato" assunto in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Molise, Sardegna e Sicilia a tempo indeterminato. Le assunzioni potevano avvenire sin dal 14 maggio scorso, data dell'entrata in vigore del decreto. Ma inspiegabilmente, ad oggi, non è stato emanato il regolamento attuativo, ne' l'Agenzia delle Entrate ha istituito il codice tributo per consentire l'utilizzo in compensazione tramite il modello F24 del credito d'imposta previsto dal DL 70/2011 (Decreto Sviluppo), per le imprese che assumono lavoratori "svantaggiati" o "molto svantaggiati".
Per ogni "lavoratore svantaggiato" assunto al Sud, al datore di lavoro spetterebbe un credito d'imposta pari al 50% dei costi salariali sostenuti nei 12 mesi successivi all'assunzione. Nel caso dei lavoratore "molto svantaggiato", ovvero che non lavora da 24 mesi, il credito d'imposta del 50% dei costi salariali riguarda i 24 mesi successivi all'assunzione.
"E' preoccupante analizzare la sfiducia che nutrono i cittadini del Mezzogiorno nei confronti dello Stato. Sono sempre crescenti quelli che non investono più in titoli di stato italiani - ha concluso Vittorio Carlomagno - Senza il sostegno del Sud, difficilmente l'Italia può imboccare una valida exit strategy anticrisi".
Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani
L'ufficio stampa Infopress 3314630647

Basilicata. De Filippo: «Sorgenia rinunci a centrale Turbogas»
 Basilicata modello avanzato di produzione di energia pulita.
De Filippo ha chiesto a Sorgenia Spa «di rinunciare alla realizzazione dell’impianto di generazione elettrica a turbogas in Val Basento e di riconvertire gli investimenti su energia pulita»
08/10/2011  Il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha chiesto alla società Sorgenia Spa, titolare di un giudizio favorevole di compatibilità ambientale rilasciato dal Ministero dell’Ambiente nel 2009 per la costruzione di una centrale di generazione elettrica a turbogas in Val Basento, «di rinunciare alla realizzazione dell’impianto e riconvertire gli investimenti su energia pulita».
 «La questione energetica – ha spiegato il governatore lucano in una nota dell’ufficio stampa – è rilevante per il Paese ma non più della questione ambientale e la Basilicata è una terra ricca di energia e di ambiente che deve necessariamente far coesistere queste due peculiarità.
 Per questo, il nostro modello è quello di candidarci ad essere l’hub energetico del Paese, ma traghettando dalle opportunità e i problemi che ci presenta la localizzazione del più grande giacimento di idrocarburi in terraferma d’Europa nel nostro sottosuolo, verso un modello avanzato di produzione di energia pulita. E a Sorgenia – ha proseguito – chiediamo di tralasciare un’ipotesi legata alle fonti fossili per seguirci in questo progetto innovativo. E deve essere ben chiaro che un tema di questo tipo non può essere affrontato solo in termini di diritti acquisiti, che non si disconoscono, ma non riteniamo siano sufficienti sotto il profilo sociale».
 Nel comunicato è evidenziato che «la società energetica avrebbe espresso la propria disponibilità a confrontarsi con la Regione sulla richiesta venuta da De Filippo, sottolineando, al tempo stesso, la necessità del gruppo di muoversi in un quadro di certezze sia per gli investimenti che per i tempi». «La posizione della Basilicata è chiara e responsabile – ha concluso – siamo pronti a sostenere progetti che hanno la nostra condivisione così come ad osteggiare quelli che dovessero essere calati sul nostro territorio. E siamo pronti a mettere in campo tutto il nostro impegno in entrambi i casi».

Venezia, padania. Il Pdl: "Quei 74 milioni arrivino al Veneto"
Il capogruppo Bond si appella a Zaia e ai parlamentari veneti: "Questi privilegi sono ormai intollerabili"
VENEZIA. "Farò di tutto per sventare questa ennesima rapina a mano armata. La mano è quella di Durnwalder e l'arma impropria è costituita da uno statuto speciale che non ha più alcuna giustificazione storica e che viene agitato con sempre maggiore arroganza". Questo il commento del capogruppo del Pdl in consiglio regionale Dario Bond di fronte alla notizia che il governo starebbe per stanziare ulteriori 74 milioni di euro a favore dell'Alto Adige.
"La beffa è che quei soldi dovrebbero arrivare dal Fas, il fondo per le aree svantaggiate. Ormai, quando si parla di regioni a statuto speciale, non mi scandalizzo più, ma stavolta - con i chiari di luna che stiamo attraversando - una decisione del genere non può lasciarci indifferenti".
Bond tira fuori la calcolatrice: "Con 74 milioni di euro si risolvono i problemi del bilancio della provincia di Belluno e, in parte, anche quelli del bilancio regionale. Penso soltanto al trasporto pubblico locale piuttosto che alle scuole paritarie".
Da qui l'appello a Zaia e ai parlamentari veneti: "La decisione non è stata ancora formalizzata. Dobbiamo fare in modo che non avvenga. Semmai quei soldi spettano alle regioni ordinarie, al Veneto in primis e, più in particolare, a quelle realtà che soffrono maggiormente la concorrenza dell'Alto Adige che è tutto tranne che una zona depressa. Zaia deve attivare i suoi canali e far valere le ragioni di chi tira la carretta senza aiutini".
La tematica è sentita in tutto il Veneto, non solo nelle zone confinanti. Ne è prova l'appello lanciato ieri sera da Adria - nelcorso di un convegno del Pdl organizzato dal coordinatore provinciale Mauro Mainardi - da parte del presidente del consiglio comunale di Rovigo Paolo Avezzù, che ha chiesto ai rappresentanti politici presenti - su tutti il sottosegretario all'economia Alberto Giorgetti - di chiudere l'epoca dei privilegi alle realtà speciali. "Privilegi", ha sottolineato Avezzù, "sempre più intollerabili soprattutto in un momento di crisi".
8 ottobre 2011

Censimento Istat. Costerà 590 milioni di euro
 Via internet o sul modello cartaceo da domani parte la fase finale del censimento Istat. Circa quattro anni di lavoro per un costo complessivo di 590 milioni di euro. Sono i numeri del 15esimo Censimento generale della popolazione e delle abitazioni 2011. Dei 590 milioni di euro, 330,6 andranno agli organi di censimento (Comuni, Regione Val d'Aosta, province autonome di Trento e Bolzano, ministero dell'Interno), 220 saranno destinati a spese correnti per l'acquisto di beni e servizi, 8,6 milioni saranno per spese in conto capitale e 30,8 serviranno per la remunerazione del personale assunto dall'Istat a tempo determinato per il censimento.
 Il costo per ogni abitante dell'intera operazione censuaria sarà di 10 euro, al di sotto della media statunitense (34,4 euro) e lievemente al di sopra del costo pro-capite britannico (8,7 euro). Il lavoro preliminare, ha spiegato il presidente dell'Istat, è iniziato nel 2010 con la raccolta delle liste anagrafiche fornite dai Comuni, e delle altre liste che rilevano la presenza dei cittadini sul territorio. L'utilizzo di questo metodo ha permesso l'invio dei questionari via posta e consentirà, incrociando i dati raccolti, di elaborare un archivio dei numeri civici.
 Il questionario, compilabile sia in versione cartacea sia on line, è previsto in due versioni: completa e ridotta. La prima è composta da 26 domande su famiglia e alloggio e 58 quesiti in ciascun foglio individuale. La seconda, che sarà distribuita a due terzi delle famiglie residenti nei centri abitati dei Comuni capoluogo di provincia o con almeno 20mila abitanti al primo gennaio 2008, prevede 5 domande su famiglia e alloggio e 30 in ciascun foglio individuale.
 8 ottobre 2011

Dexia, fine settimana cruciale per il salvataggio. Domenica il cda decide lo smembramento della banca
di Antonia Bordignon
Il Cda di Dexia SA si riunirà questa domenica per decidere come smembrare il gruppo franco-belga, finanziatore storico di comuni ed enti territoriali, prima vittima eccellente, nel cuore di Eurolandia, della crisi del debito sovrano. Questo caso sarà il banco di prova della capacità dei governi di gestire un'emergenza che rischia, la prossima settimana, di gettare nel panico tutto il mercato interbancario europeo. Per aver un'idea di grandezza basta ricordare che il gruppo Dexia, con un totale di bilancio di 518 miliardi di euro a fine giugno, ha una dimensione quasi pari a quella dell'intero sistema bancario della Grecia.
L'onere di questo salvataggio ha spinto venerdì sera l'agenzia Moody's a mettere sotto osservazione il rating Aa1 delle emissioni governative del Belgio che rischia un declassamento. II giorno prima, il 6 ottobre, Standard & Poor's ha tagliato di un gradino il merito di credito delle tre divisioni del gruppo Dexia Credit Local, Dexia Bank e Dexia Banque Internationale a Luxembourg lasciandolo sotto osservazione in attesa di vedere come evolve la situazione e come si muoveranno i governi.
La banca, oberata di titoli tossici e a corto di liqudità ha dovuto già chiedere aiuto ai governi di Belgio e Francia che hanno garantito i finanziamenti, aprendo la strada ad un nuovo salvataggio.

Il Cda
Il Cda di Dexia - composto da 18 membri equamente ripartiti tra belgi e francesi con presidente belga Jean-Luc Dehaene, 70 anni; e Ceo francese Pierre Mariani, 54 anni - non ha un compito facile, molti sono gli interessi da mediare. Innanzitutto dovrà decidere di separare gli asset buoni da quelli tossici che saranno isolati in una bad bank con garanzia statale, creata appositamente. Già questa riunione comunque (la terza in un mese dopo quelle del 27 settembre e del 3 ottobre) fissata inizialmente per sabato, è slittata a domenica.

Serrati colloqui politici
Sabato mattina si è svolto un colloqui telefonico tra il Premier belga, Yves Leterme e quello francese François Fillon, mentre esperti finanziari dei due paesi si sono riuniti a Parigi per mettere a punto i dettagli del salvataggio. I due ministri delle Finanze, Didier Reynders e Francois Baroin, avranno un colloqui in serata e, sempre in serata, si terrà una riunione ristretta del governo belga per le ultime decisioni. A Bruxelles ci sono dei contrasti tra il governo centrale, favorevole alla nazionalizzazione della banca, e le regioni che temono di perdere il miliardo di euro che hanno già anticipato. Ma secondo il quotidiano belga L'Echo, sembra sia stato quasi raggiunto un accordo che consentirebbe alle regioni di rentrare in gioco con un successivo aumento di capitale riservato.
Appianate le divergenze in Belgio, resta poi le questioni tra Parigi e Bruxelles che stanno tentando di trovare un accordo sul prezzo di vendita dei diversi asset di Dexia (la banca turca Denizbank e la divisione asset manegement) e sulle garanzie da consegnare alla futura 'bad bank' in cui, in seguito allo smantellamento dell'istituto, verrebbero fatte confluire le attività più a rischio per un valore stimato fino a 190 miliardi di euro.
L'attività tradizionale di finanziamento agli enti locali svolta dalla divisione francese Dexia Credit Local, che detiene anche la gran parte del portaglio obbligazionario del gruppo (95 miliardi di euro di titoli di stato greci, spagnoli, portoghesi, italiani, irlandesi) l'italiano Crediop e lo spagnolo Sabadell dovrebbe essere rilevata dalle casse risparmio francesi (Banque Postale e Caisse des Depots et Consignations.

Il crollo del titolo
Alla fine, comunque, ai piccoli azionisti non resterà che piangere. Il titolo Dexia è stato sospeso dalle contrattazioni giovedì 6 ottobre dopo aver subito un crollo del 17% che ha portato la perdita settimanale al 42%. Dal salvataggio del 2008 (costato ai governi belga e francese circa sei miliardi di euro) ad oggi, ha perso il 90% del suo valore. Lunedì mattina, se e quando verrà rimmesso alle contrattazioni, si vedrà cosa resterà in mano azionisti.
 8 ottobre 2011

Grecia: Fmi, piu' aiuti da Ue o creditori
Necessita' finanziarie Atene sono maggiori del previsto
08 ottobre, 13:42
(ANSA) - ROMA, 8 OTT - Le necessita' finanziarie della Grecia saranno maggiori del previsto per via della recessione e i governi o il settore privato dovranno pagare il conto. Lo ha detto il responsabile del Fondo monetario internazionale per la Grecia, Panagiotis Roumeliotis, spiegando che il gap finanziario dovra' essere colmato incrementando i 109 miliardi del secondo piano di salvataggio del 21 luglio, o con una piu' incisiva ristrutturazione del debito greco, ossia un maggiore haircut o dilazione delle scadenze.

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