domenica 2 ottobre 2011

I piemontesi entrarono a Napoli. Licenziarono 40mila dipendenti pubblici, rimpiazzandoli con i loro lacche'. La citta' entro' in agonia.

Tagli agli statali, Atene resiste
Vittorio Da Rold
È braccio di ferro tra Governo greco e troika sui 30mila pubblici dipendenti in esubero che entro la fine dell'anno dovrebbero essere messi in mobilità al 60% del salario e poi licenziati.


Atene ieri ha fatto una contro-proposta ai funzionari Bce, Ue e Fmi: gli esuberi verrebbero messi per un anno in mobilità e poi prepensionati scegliendo tra quelli più vicini alla pensione, una mossa necessaria - secondo l'esecutivo greco - visto che la Costituzione prevede il posto a vita per il dipendente pubblico. Atene teme infatti ricorsi in massa ai tribunali con conseguente obbligo alla reintegrazione al posto di lavoro.
 La troika, invece, non ci sta proprio perché il piano di rientro dei conti, approvato nel luglio scorso, prevede il licenziamento di 30mila dipendenti entro fine 2011, che nella proposta del governo greco si trasformerebbe ora in un prepensionamento con scarsi risparmi complessivi.
 Il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos, ha cercato di smorzare i toni affermando che la terza tranche di aiuti da parte dell'Ue e del Fmi è «assicurata».
 La troika invece vuole forzare la mano riducendo il numero dei pubblici dipendenti entro fine anno di 30mila unità e portarli a 673.860 unità e poi entro il 2015 del 20%, portando gli attuali 727.440 statali a 577.402.
 Senza l'accordo sul "dimagrimento" dell'esercito degli statali l'obiettivo sul deficit 2012 non verrà raggiunto e soprattutto la troika non darà il via libera per la concessione della sesta tranche da 8 miliardi di euro.
 Ecco perché il primo ministro greco, George Papandreou, ha convocato per oggi pomeriggio una nuova riunione d'emergenza del gabinetto sul bilancio del 2012 che poi domani sarà sottoposto a tambur battente al giudizio del Parlamento di Atene. Una corsa contro il tempo del Governo socialista per tranquillizzare i controllori della troika che vogliono veder approvato il bilancio dell'anno prossimo in aula prima di lasciare il Paese il 7 ottobre. Al centro dei colloqui del consiglio dei ministri di emergenza ci sarà quindi il piano del governo di tagliare salari e benefit a migliaia di dipendenti pubblici, per risanare il deficit di bilancio mentre nelle piazze ci sarà sicuramente nuova tensione.
 A complicare le cose ci si sono messi gli stessi dipendenti pubblici che stanno chiedendo in massa il prepensionamento per evitare la tagliola dei tagli salariali del 20% in arrivo. Inoltre numerosi statali in sciopero hanno bloccato le entrate dei rispettivi ministeri, tra cui anche quello dell'ufficio di statistica, per cercare di rallentare l'opera di controllo dei funzionari della troika. Anche gruppi di anarchici hanno manifestato ieri nel centro di Atene contro le misure di austerità del governo.
 Papandreou però è deciso ad andare avanti per la sua strada a tutti i costi, certo di superare lo scoglio.
 Tutti gli occhi dell'Eurozona sono puntati su Atene: il ministro delle Finanze slovacco, il cui Paese deve in settimana decidere sull'estensione del Fondo salva stati, ha detto di osservare con molta attenzione cosa farà il Governo greco e il successivo resoconto dei funzionari della troika per verificare se la situazione sia sostenibile. Altrimenti il default greco sarà inevitabile.

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