giovedì 10 novembre 2011

Centrato, e’ Berlusconi

Italia sotto l’osservazione del FMI
– 4 novembre 2011
Pubblicato in: Gran Bretagna
[Articolo originale "Italy under IMF supervision"]
Traduzione di ItaliaDallEstero.info
Gaia Faleschini





Prima la Grecia. La prossima sarà l’Italia? I paesi più in difficoltà dell’eurozona ricevono aiuti condizionati e sotto il severo monitoraggio del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Ma al vertice G20 di Cannes che si è concluso oggi i paesi euro in difficoltà non hanno ottenuto altri soldi, e l’Italia è finita sotto il monitoraggio del FMI.

Nonostante i rendimenti delle sue obbligazioni siano pericolosamente arrivati alle stelle, l’Italia non ha dovuto chiedere soccorso (o almeno non ancora). E nel tentativo di assicurarsi che non soccomba, trascinando con sé anche l’euro, è stata posta sotto un regime speciale di prevenzione – sotto una libertà condizionata per essere sicuri che adempia alle molte promesse fatte per attuare le riforme pensate a promuovere la crescita e a pareggiare il bilancio entro il 2013.

Secondo la messinscena dei cerimoniali l’Italia ha “sollecitato” questo monitoraggio, ma non è un segreto per nessuno che il governo di Silvio Berlusconi ha un problema di “credibilità”. Nicolas Sarkozy, il presidente francese, afferma che il caso italiano è “completamente diverso” da quello greco, che ha galvanizzato l’attenzione del vertice del G20, nella possibilità che presto dichiari default sul suo debito.

Analogamente ormai la posizione dell’Italia è nettamente peggiore di quella della Spagna, che fino a quest’estate era considerata il paese che con più probabilità avrebbe seguito il crollo di Grecia, Irlanda e Portogallo. La prospettiva della Spagna è però adesso meno spaventosa, grazie ad una serie di riforme e alla decisione del primo ministro, José Luis Rodríguez Zapatero, di rinunciare alla candidatura alle prossime elezioni che si terranno alla fine del mese corrente.

E così Berlusconi, al tramonto del suo governo, deve andare ai corsi di recupero: un’umiliazione per la terza economia più grande della zona euro e per uno dei membri fondatori dell’Unione Europea. “Lui è perfettamente consapevole della gravità della situazione. E anche se non lo sia stato, adesso lo è”, ha dichiarato un alto funzionario UE.

Poco più di quindici giorni fa un tale trattamento sarebbe stato impensabile. Alcuni burocrati di Bruxelles raccontano che Van Rompuy aveva inviato a Berlusconi una stesura anticipata delle conclusioni dell’ultimo vertice europeo, facendo una vaga allusione agli “impegni specifici presi da Italia e Spagna”.

Berlusconi gli aveva telefonato, affermando che era “uno scandalo” che l’Italia fosse tenuta sott’occhio in questo modo. La situazione finanziaria italiana, con un avanzo primario di bilancio (al lordo degli interessi) e un basso debito privato, era più in salute di quella della maggior parte degli stati dell’eurozona, sosteneva Berlusconi. L’alto debito italiano era un prodotto del passato, accumulato dai precedenti governi democristiani e socialisti, di cui lui non poteva ritenersi responsabile. “Ho sempre voluto introdurre delle riforme”, Berlusconi ha detto a Van Rompuy. E il presidente del Consiglio Europeo ha ribattuto: “Silvio, è ora che realizzi i tuoi sogni”.

Durante il primo round dei vertici europei tenutisi nell’ultimo mese, Berlusconi fu convocato da Angela Merkel, la cancelliera tedesca, e da Nicolas Sarkozy, il presidente francese, i quali lo intimarono di predisporre un piano di riforme credibile entro tre giorni, in tempo per il secondo turno dei vertici del 26 ottobre.
I leader dell’eurozona accolsero le promesse dell’Italia ma, come nei patti nucleari durante la Guerra fredda, decisero di “fidarsi ma verificare”. Il vertice dichiarò: Invitiamo la Commissione a condurre una verifica dettagliata dei provvedimenti e a monitorare la loro messa in atto, e invitiamo le autorità italiane a fornire in maniera tempestiva tutte le informazioni necessarie a tale verifica. Una settimana dopo, venne “invitato” anche il FMI a prendere parte al processo di monitoraggio. Oltre ad umiliare Berlusconi, la decisione fu anche un segno della sfiducia nelle capacità della commissione ad agire con sufficiente rigore.

Silvio Berlusconi ha alzato le spalle come se non fosse niente di più di una revisione dei conti, una di quelle che un’azienda chiederebbe ad un contabile. Una revisione dei conti. Christine Lagarde, capo del FMI, ha detto che farà un resoconto quadrimestrale, in documenti pubblici, sui progressi dell’Italia. Ha dichiarato:
Controlleremo che si realizzino gli impegni presi dall’Italia nel documento di 15 pagine che è stato indirizzato ai paesi della zona euro un paio di settimane fa. Si tratta di verificare e di certificare, se volete realizzare il programma che l’Italia ha sottoscritto. Per quanto mi riguarda, chiamatemi pedante, chiamatemi esigente o severa, ma starò a guardare se gli impegni presi verranno rispettati.

Il problema in questione, chiaramente individuato sia dalle autorità italiane che dai loro partner, è la mancanza di credibilità dei provvedimenti annunciati. Per questo, per attestare la credibilità di tali misure, o in altre parole la loro implementazione, il tipico strumento che si vorrebbe utilizzare è la linea di credito precauzionale. L’Italia non ha bisogno dei fondi associati a tale strumento. Lo strumento migliore è quindi il monitoraggio fiscale.

La questione delle linee di credito precauzionali ha portato ad uno strano piccolo incidente che evidenzia come Silvio Berlusconi abbia un problema di credibilità. Il Presidente del Consiglio italiano ha affermato che il FMI gli aveva offerto questa linea di credito. Ma la signora Lagarde ha detto di non aver fatto una simile offerta. A chi credere? In molti darebbero più credito alle parole di Christine Lagarde che a quelle di Silvio Berlusconi.


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