venerdì 11 novembre 2011

Federali.mattino_11.11.11. Puglia, serve un esempio: primo piatto di Btp e cime di rape, agevolate.----Martedì 15, tutti i regionali - assessori, consiglieri in carica, ex consiglieri, dirigenti e dipendenti - potranno acquistare titoli di Stato a condizioni agevolate, presso lo sportello del Banco di Napoli (Tesoreria, sotto il palazzo consiliare di via Capruzzi a Bari) e gli altri del Gruppo. Taglio minimo mille euro.----L'incidenza degli scoraggiati, passata nel biennio della crisi dal 38,1% del 2008 al 42,5% del 2010, sale, dice l'Istat, fino al 47% nelle regioni meridionali, in cui alle minori opportunita' d'impiego si affianca una maggiore sfiducia nella possibilita' di trovare e mantenere un'occupazione.

Sicilia. Svimez: mancano 15 miliardi per le infrastrutture
Post Fiat a Termini Imerese, intesa raggiunta tra le parti.
Btp Day in Puglia, i consiglieri regionali ricomprano il debito pubblico
Lavoro, in tre milioni hanno perso la speranza
Crisi, Vendola: sì a Governo emergenza, ma a tempo
Miccichè, Italia ha buoni fondamentali e non corre rischi
Monti: «Italia, un lavoro enorme da fare»
Barroso: se Eurozona salta, in fumo Pil
Grecia: Papademos nominato premier



Sicilia. Svimez: mancano 15 miliardi per le infrastrutture
L’analisi presentata a Palermo: la Sicilia arranca, ma ha grandi potenzialità. “Per opere prioritarie nell’Isola attualmente stanziati 6 mld”
PALERMO - Una regione con oltre 325 mila disoccupati nascosti, dove solo una giovane donna su cinque lavora, e dove la crisi del 2008-2010 ha bruciato 40 mila posti di lavoro, di cui 17 mila nell’industria. Ma in cui il settore terziario dimostra una tenuta più forte dell’intero Sud e dove le potenzialità del settore geotermico e uno stanziamento di 15 miliardi di euro per completare il piano di grandi infrastrutture potrebbero contribuire in modo determinante al rilancio economico dell’isola.
 È quanto emerge da un’analisi Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) su dati Istat e del Rapporto Svimez 2011 presentati ieri a Palermo dal direttore Riccardo Padovani e dal vice direttore Luca Bianchi nel seminario “Dopo il Rapporto Svimez 2011: riflessioni su emergenze e potenzialità per la ripresa del Mezzogiorno” nell’ambito delle Giornate dell’Economia del Mezzogiorno, a Palazzo Steri.
 “La Svimez condivide le preoccupazioni delle regioni meridionali, secondo cui il Piano del Governo rischia di risolversi più che in un’opera di concentrazione delle risorse, in un’operazione di ulteriore contrazione delle risorse aggiuntive, mediante il taglio nazionale del co-finanziamento”, ha dichiarato il direttore Riccardo Padovani. Degli 8 miliardi di euro previsti, con il passaggio dal 50 al 25% del cofinanziamento, ha aggiunto Padovani, “occorrerà capire se il Governo intende riutilizzarli concentrandoli su investimenti strategici nelle regioni meridionali o piuttosto per finanziare obiettivi diversi per tipologie di intervento e di destinazione territoriale”.
Secondo la Svimez “serve una forte politica di rilancio infrastrutturale per far ripartire il Mezzogiorno e la Sicilia, a fronte di un investimento di 60 miliardi di euro, di cui 18 già disponibili”. In particolare, nella regione, la Svimez ha individuato una serie di opere prioritarie su cui puntare: la autostrada Palermo-Agrigento, la Messina-Siracusa-Gela, Agrigento-Caltanissetta, Ragusa-Catania, il raddoppiamento della linea ferroviaria Messina-Catania, della Palermo-Messina e il nuovo collegamento Palermo-Catania; il Ponte sullo Stretto, per un costo totale di oltre 21 miliardi di euro, di cui 6 già stanziati e 15 ancora da reperire. “Una parte di questi fondi - dicono gli esperti - potrebbe derivare dal nuovo Piano EuroSud”.
 Un altro settore su cui puntare per far ripartire la crescita a livello nazionale, meridionale e siciliano, è quello delle energie rinnovabili, in particolare della geotermia. Si tratta di un campo ancora poco esplorato in Italia, di un’energia continua, a differenza del solare e dell’eolico. Buona parte del territorio siciliano, in questo senso, soprattutto nell’area sud-orientale, ma non solo, rivela molte potenzialità inespresse.
Articolo pubblicato il 11 novembre 2011

Post Fiat a Termini Imerese, intesa raggiunta tra le parti.
Dr subentra, farà 1.312 assunzioni entro il prossimo anno
L’ultimo vertice nella sede del ministero dello Sviluppo economico mette d’accordo quasi tutti. Garanzie sulla mobilità, la Cgil si riserva. Venturi: “Fiat disponibile a cedere lo stabilimento ad un euro. Per la Regione è il miglior accordo possibile”
ROMA - È stato raggiunto l’accordo tra i sindacati e Dr Motor sullo stabilimento di Termini Imerese. Il patto dovrà, però, essere sottoposto a giudizio di Fiat per giungere ad un’intesa definitiva. Mercoledì sera hanno sottoscritto l’accordo tutte le organizzazioni sindacali ad eccezione della Fiom, che si è riservata di decidere entro oggi. Per le tute blu della Cgil, infatti, il Lingotto non ha dato garanzie sufficienti sulla mobilità incentivata per quei lavoratori che nei prossimi anni raggiungeranno i requisiti pensionistici. Secondo i metalmeccanici di Corso d’Italia l’accompagnamento all’esodo è una questione fondamentale per poter arrivare ad un’intesa definitiva.
 Al termine del tavolo che si è tenuto al ministero dello Sviluppo Economico, è stato anche fissato un nuovo incontro (probabilmente il summit finale), per mercoledì 16 novembre. Il patto siglato questa sera riguarda solo i sindacati e Dr, l’azienda automobilistica molisana guidata da Massimo Di Risio che sarebbe pronta a rilevare il sito siciliano dove la Fiat cesserà la produzione a fine anno, quindi, ora l’intesa deve essere condivisa da tutti i soggetti coinvolti a partire dal Lingotto fino alla Regione siciliana. Quanto sottoscritto due giorni fa ripropone sostanzialmente il piano industriale presentato da Dr ad ottobre (1.312 assunzioni entro il 2012 e 60 mila vetture annue a regime).
 Di Risio si è detto “soddisfatto” per il risultato ottenuto e si è definito “fiducioso” sulla conclusione della trattativa, spiegando che c’é stata anche “un’intesa con i sindacati sul trattamento economico”. Il patron della Dr si é così augurato che l’accordo definitivo venga raggiunto nel corso del prossimo incontro.
 Quanto ai sindacati, per il segretario nazionale della Uilm Eros Panigali, “è stato salvaguardato il salario strutturale dei lavoratori e sono state create le condizioni per tutelare non solo i lavoratori della Fiat ma anche quelli dell’indotto. Purtroppo dispiace che la Fiom senza fornirci spiegazioni, abbia improvvisamente abbandonato il tavolo”. Sulla stessa linea anche il segretario nazionale della Fim, Bruno Vitali: “Con l’intesa è stata migliorata la parte che riguarda gli istituti contrattuali e la gestione del personale dell’ indotto”.
 Un giudizio positivo è arrivato anche dal segretario nazionale dell’Ugl metalmeccanici, Antonio D’Anolfo, che ha ribadito come adesso si attenda “la condivisione da parte della Fiat”. Ha siglato l’intesa anche il segretario generale della Fismic, Roberto Di Mauro, che ha espresso “parere positivo al testo del ministero” e ha ricordato come ora Fiat dovrà pronunciarsi su cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività e sulla mobilità incentivata. Riguardo alla Fiom il responsabile del settore auto Enzo Masini, ha spiegato che è fondamentale la condivisione dell’accordo da parte delle Rsu, dei lavoratori, e il chiarimento del Lingotto sugli incentivi, visto che “si è riservato di dire come e quanti incentivare”.
 Per l’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, “i sindacati stanno ancora trattando su alcuni punti ma oggi si è svolto un altro passaggio fondamentale per chiudere la vicenda relativa alla Fiat di Termini Imerese con la Dr che subentrerà alla Casa torinese. Alla riunione odierna al ministero era presente anche Fiat che ha confermato la disponibilità a cedere lo stabilimento ad un euro. Ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire ma tutto sommato credo che un accordo si potrà raggiungere”. “La Regione dal canto suo ritiene che questo sia il miglior accordo possibile  - afferma - e se ciascuno per la propria parte, dopo i dovuti accertamenti e verifiche, lo sottoscriverà, potremo far partire subito tutti gli strumenti economici, finanziari ed agevolativi per rilanciare il polo automobilistico di Termini Imerese”.
 “Ricordo che - conclude Venturi - il 26 ottobre abbiamo firmato l’accordo di programma per il ‘rilancio produttivo e lo sviluppo per l’area industriale di Termini Imerese: uno strumento attraverso il quale la Regione Siciliana ha già reso disponibili 150 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture necessarie a riqualificare il polo industriale di Termini Imerese rendendolo funzionale, competitivo e soddisfacente per tutte le imprese che esistono o che intendano avviare la loro attività”.

Btp Day in Puglia, i consiglieri regionali ricomprano il debito pubblico
BARI - Arriva in Puglia il Btp Day. Anche i consiglieri regionali, i dirigenti e i dipendenti della Regione “ricomprano” il debito pubblico nazionale. Un Btp Day in Puglia per il Consiglio regionale, martedì 15 novembre.
 L’idea del presidente dell’Assemblea, Onofrio Introna, è stata accolta dai dirigenti del Gruppo Banco di Napoli - Intesa San Paolo, tesoriere capofila della Regione.
 Martedì 15, tutti i “regionali”- assessori, consiglieri in carica, ex consiglieri, dirigenti e dipendenti - potranno acquistare titoli di Stato a condizioni agevolate, presso lo sportello del Banco di Napoli (Tesoreria, sotto il palazzo consiliare di via Capruzzi a Bari) e gli altri del Gruppo. Taglio minimo mille euro.
 «Serve un esempio - ha detto il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna -, è un’iniziativa di buona volontà e sarà un segnale tangibile di fiducia nel Paese, in un momento in cui gli italiani devono unire le forze e dimostrare attaccamento alle sorti dell'Italia. E questo vale ancora di più per chi riveste responsabilità pubbliche e politiche». Introna ha incontrato il direttore di Area Puglia del Banco di Napoli, Alessandro D’Oria, e il responsabile enti locali Francesco Aquino. «Martedì sarò presso la tesoreria a sottoscrivere il mio contributo di fiducia nel futuro del nostro Paese», ha concluso il presidente Introna.
Giovedì 10 Novembre 2011 - 16:22    Ultimo aggiornamento: 17:38

Lavoro, in tre milioni hanno perso la speranza
Roma, 10-11-2011
In Italia quasi tre milioni di persone - 11,1 % della forza lavoro - sperano in un posto di lavoro ma non lo cercano piu' attivamente.
Sono disponibili a lavorare ma non cercano lavoro perchè sono scoraggiati. Sono convinti di non potere trovare un impiego perchè sono troppo giovani o troppo vecchi, di non avere le professionalità' richieste o perchè ritiengono che non esistano occasioni di impiego nel mercato del lavoro locale.
Ad ingrossare le file degli inattivi che nel 2010 che hanno toccato il valore piu' alto dal 2004, sono sopratutto le donne mentre aumentano i giovani tra i 14 ed i 24 anni, che sono passati dal 21,6% del 2004 al 30,9% del 2010.
Divario nord sud
Marcate le differenze territoriali: gli individui che non cercano ma vorrebbero comunque lavorare equivalgono nel Mezzogiorno, a circa un quarto delle forze di lavoro; un risultato di oltre 6 volte maggiore a quello del Nord.
La percezione della crisi
L'incidenza degli scoraggiati, passata nel biennio della crisi dal 38,1% del 2008 al 42,5% del 2010, sale, dice l'Istat, fino al 47% nelle regioni meridionali, in cui alle minori opportunita' d'impiego si affianca una maggiore sfiducia nella possibilita' di trovare e mantenere un'occupazione. Inoltre la mancanza di competenze specifiche da spendere sul mercato del lavoro alimenta un atteggiamento di rinuncia alla ricerca attiva: gli scoraggiati che hanno conseguito al massimo la licenza media sono la meta' del totale, i laureati un quinto
Fanalino di coda in Europa
Se si fa il confronto con gli altri paesi europei l'Italia risulta avere la quota maggiore di coloro che sono disponibili a lavorare ma che non cercano un posto. A fronte dei 2,7 milioni di italiani ce ne sono appena 309.000 in Francia (1,1% della forza lavoro) e 530.000 in Germania (1,3% della forza lavoro). Si avvicinano alla percentuale italiana solo la Bulgaria con l'8,3% di disponibili a lavorare che non effettuano alcuna ricerca e la Lettonia con l'8%.

Crisi, Vendola: sì a Governo emergenza, ma a tempo
Sinistra Ecologia e Libertà, la formazione guidata dal presidente della Puglia Nichi Vendola, è favorevole a un "governo di emergenza" a condizione che sia "a tempo" e che vari una patrimoniale. Lo dice un comunicato pubblicato oggi sul sito dello stesso Vendola. Per Sel, che non è presente in Parlamento, "Ogni esperienza anche quelle che intendono fronteggiare in buona fede l'evidente emergenza economico finanziaria, non possono sopportare l'ipoteca berlusconiana".
"Il rischio che un governo di emergenza diventi l'ancora di salvataggio del regime precedente è in campo, nonostante l'autorevolezza della figura di Mario Monti, prolungando una fase di incertezza che sarebbe dannosa per la nostra fragilissima finanza pubblica e per l'intera situazione economica del paese".
I dirigenti di Sel dicono di essere comunque "consapevoli che per affrontare la crisi ci sia bisogno di responsabilità e impegni straordinari" e per questo chiedono un governo di emergenza che "non può che essere a tempo" e vari "una patrimoniale vera, che non colpisca i cittadini che stanno già pagando gli effetti nefasti della recessione", prima di tornare al voto.

Miccichè, Italia ha buoni fondamentali e non corre rischi
L'Italia ha buoni fondamentali quindi non corre alcun rischio e se all'inizio della prossima settimana ci saranno ipotesi governative con personalità di alto livello, come quelle prospettate oggi dai giornali, i mercati dovranno tenerne conto. Lo ha detto il direttore generale di Intesa Sanpaolo, Gaetano Miccichè.

"Io sono Ad di Banca Imi ma non riesco a seguire bene le logiche dei mercati" ha risposto Miccichè a una domanda sulla situazione degli ultimi giorni. "Ieri è stata una giornata importante per il nostro paese. L'intervento e di fatto la moral suasion del presidente Napolitano è stata importante per l'approvazione a fine settimana di quello che l'Europa ci chiede".
Se all'inizio della prossima settimana, ha proseguito, "avremo uno scenario con ipotesi governative diverse e assai qualificate saremo sulla strada giusta. L'Italia ha buoni fondamentali e non corre rischi. I nomi che leggo oggi sono di assoluto livello, i mercati non potranno non tenerne conto, dunque nessun rischio". A chi gli chiedeva se a livello personale stia acquistando titoli di Stato, Miccichè ha risposto: "certamente li compro, oltre a quelli che già ho, non ho dubbi sul valore del debito italiano".

Monti: «Italia, un lavoro enorme da fare»
«La crescita deve nascere dalla rimozione privilegi». E la moglie: «Va diretto a Roma, gli porto io le valigie»
MILANO- Le richieste dell'Europa e della comunità internazionale all'Italia, in termini di risanamento dei conti e di stimolo allo sviluppo, sono «quello che dovrebbe essere chiesto ad ogni Paese, per una maggiore crescita», che deve avvenire non «da ulteriori prestiti, ma attraverso la rimozione degli ostacoli alla crescita stessa». Lo ha detto Mario Monti a margine di un convegno a Berlino. Secondo quanto riporta il Financial Times - che accredita l'ex commissario Ue come possibile nuovo ministro delle Finanze di un ipotetico governo Amato e non come presidente del Consiglio in pectore come invece lasciano intendere i rumors parlamentari italiani -, l'ex rettore della Bocconi ha ammesso che l'Italia ha «un lavoro enorme da fare». E sulle richieste arrivate a Roma e su cio che «deve essere fatto» non possono esserci «molte divergenze intellettuali». Intanto la moglie dell'economista, interpellata da un cronista dell'Ansa sotto l'abitazione di famiglia a Milano, ha spiegato: «Mio marito arriva questa sera direttamente a Roma, non passa da casa, le valigie gliele porto io». Insomma, l'ex rettore della Bocconi si catapulterà direttamente nella Capitale, con tutta probabilità anche per formalizzare il proprio status di senatore dopo la nomina onorifica conferitagli sempre nella giornata di mercoledì dal presidente Giorgio Napolitano.

LA CRESCITA - «La crescita - ha detto Monti nel corso del suo intervento berlinese - richiede riforme strutturali», che tolgano «ogni privilegio» alle categorie sociali che ne hanno, cancellando il problema italiano di chi «protegge la propria circoscrizione elettorale». Sull'euro Monti ha affermato che l'Italia è ancora in ampio credito, grazie «ai benefici che ha dalla appartenenza». Benefici che costituiranno «un patrimonio nel tempo». «Se l'Italia non avesse fatto parte dell'euro - ha detto - ci sarebbe più l'inflazione, politiche meno disciplinate e meno rispetto per le generazioni future». L'Italia - ha proseguito Monti - «è al centro dell'Europa. Politicamente e storicamente, l'Italia non può ignorare le sue responsabilità in quanto stato membro fondatore» dell'Ue. «Mi piacerebbe vedere un maggiore rispetto per la Germania di oggi», ha detto ancora, nel senso di rispetto per l'essere «più rigorosi, più costanti nel tempo, meno a breve termine e più pazienti». E Roma deve fare ogni sforzo per essere più coinvolta nella partnership franco-tedesca: «sarebbe nel comune interesse».

Barroso: se Eurozona salta, in fumo Pil
Portavoce, crollo zona euro avrebbe costi elevatissimi
10 novembre, 17:30
(ANSA) - BRUXELLES, 10 NOV - Il crollo della zona dell'euro avrebbe costi elevatissimi che il presidente della Commissione Ue, Jose' Manuel Barroso, calcola ''nella fase iniziale al 50% del Pil nazionale dei vari paesi della Ue''. Lo ha detto la sua portavoce a Bruxelles.

Grecia: Papademos nominato premier
Econimista e' vice presidente Banca Centrale Europea
10 novembre, 14:38
(ANSA) - ATENE, 10 NOV - Lucas Papademos, 65 anni, economista ed ex vicepresidente della Banca Centrale Europea, e' stato nominato premier del nuovo governo di coalizione greco. Lo ha annunciato una fonte ufficiale.

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