sabato 19 novembre 2011

Federali.mattino_19.11.11. Il Governo della Ragion di Stato. La Ragion di Stato e’ il patrimonio di questo Governo.----Monti: dal giuramento alla fiducia del Parlamento.----Ungheria: Il Ministero ha ribadito che i negoziati non riguardano un prestito, visto che il Paese continua ad autofinanziarsi e non deve dipendere dalla "generosità" del Fmi e dell'Ue.----Spagna. In un Paese che è ormai in recessione, non si è mai ripreso dal crollo del settore immobiliare e non riesce più a sostenere la pressione dei mercati, a pesare sui risultati elettorali saranno i cinque milioni di spagnoli rimasti senza lavoro in un Paese che conta 47 milioni di abitanti e che con il 21,5% ha il tasso di disoccupazione più alto in Europa. Saranno le famiglie che non possono contare su alcun reddito: secondo le statistiche ufficiali sono ormai oltre 1,5 milioni.

Mario Draghi: ” L’economia europea peggiorerà ancora”
Monti: dal giuramento alla fiducia del Parlamento
Ungheria: Ministero, iniziano negoziati con Fmi
Spagna al voto fra recessione e disoccupazione al 21,5%, conservatori di Rajoy avanti nei sondaggi
Polonia: neogoverno per un’austerity preventiva
Svizzera. Siamo più ricchi (Ve n'eravate accorti?)



Mario Draghi: ” L’economia europea peggiorerà ancora”
L'avvertimento del Presidente della Bce - Intervenendo allo European Banking Congress, il numero uno della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha lanciato un chiaro messaggio per i paesi dell'eurozona, avvisando che la situazione economica nei paesi europei è destinata a peggiorare ulteriolmente ed esortando gli Stati a rendere immediatamente operativo l'Esfs, ovvero il fondo salva-stati. Il numero uno della banca di Francoforte prospetta che l'attività economica è destinata ad indebolirsi nelle economie più avanzate e ciò avrà come conseguenza una moderazione delle dinamiche dei prezzi. Draghi ha poi precisato come la Bce "sta dando il suo contributo in piena indipendenza".
Le possibili soluzioni - Secondo l'ex presidente della Banca d'Italia sono i politici ad essere investiti del compito di risolvere la crisi del debito e ciò può avvenire soltanto tramite una governance economica europea più forte. Tuttavia ha precisato anche l'importante ruolo ricoperto in questa fase dai singoli Stati: "Le politiche economiche nazionali sono altrettanto responsabili della ricostruzione e della salvaguardia della stabilità finanziaria - ha sottolineato Draghi - Finanze pubbliche solide e riforme strutturali - che gettino le basi per la competitività, la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro sono due degli elementi essenziali".
I mercati - Intanto oggi Milano è stata l'unica piazza europea a chiudere in positivo con l'indice Ftse Mib ha fatto registrare uno + 0,23 %.  Lo spread tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi è sceso sotto quota 480, mentre il rendimento dei Btp è sceso al 6,6%. Leggera flessione anche del differenziale tra i titoli decennali spagnoli e quelli tedeschi, che si è assestato a 444, dopo aver superato quota 500, in apertura di giornata. Scende anche lo spread tra titoli decennali francesi e tedeschi, tornato a quota 149.
 Luca Marrelli

Monti: dal giuramento alla fiducia del Parlamento
18 Novembre 2011
Con 556 voti a favore e 61 contrari, la Camera dei deputati, dopo la discussione generale a cui sono seguite le dichiarazioni di voto, ha accordato la fiducia al Governo presieduto dal professor Mario Monti.
Nella giornata di ieri il nuovo esecutivo aveva ricevuto la fiducia dal Senato.

Ungheria: Ministero, iniziano negoziati con Fmi
Il Ministero dell'Economia ungherese ha iniziato le trattative formali con il Fondo monetario internazionale e l'Unione europea. Lo ha reso noto lo stesso Ministero, dichiarando che la conclusione del nuovo accordo è attesa nei primi mesi del 2012. Il Ministero ha ribadito che i negoziati non riguardano un prestito, visto che il Paese continua ad autofinanziarsi e non deve dipendere dalla "generosità" del Fmi e dell'Ue.

Spagna al voto fra recessione e disoccupazione al 21,5%, conservatori di Rajoy avanti nei sondaggi
dal nostro inviato Luca Veronese
MADRID - Mariano Rajoy, candidato del Partito popolare, parla ai mercati e all'Europa. Come capo del Governo spagnolo, anche se al voto mancano ancora due giorni. «Dovremo affrontare una situazione molto difficile, la crisi economica più profonda che la Spagna democratica abbia mai vissuto. Dovremo tutti fare grandi sacrifici, ma tutti devono sapere che per il mio Governo sarà prioritario rispettare gli impegni di risanamento che la Spagna ha preso con Bruxelles. La Spagna è un Paese serio che non verrà meno alla parola data», ha detto il leader conservatore chiudendo la campagna elettorale nel centro di Madrid.
Alfredo Rubalcaba, leader del Partito socialista, si appella agli spagnoli. «Non aspettate il giorno dopo il voto per scendere il piazza a protestare contro i tagli del Governo della destra, fate sentire la vostra voce domenica votando per noi». Una resa anticipata e inevitabile quella del candidato di sinistra che ieri anche lui a Madrid per l'ultimo comizio, ha salutato i suoi sostenitori dicendosi «molto preoccupato che la destra possa conquistare il potere assoluto nel Paese». Tutti i sondaggi assegnano la vittoria al Partito popolare di Rajoy che potrebbe conquistare il 46% dei consensi e ottenere anche la maggioranza assoluta alla Camera con oltre 190 deputati sui 350 totali. Per i socialisti di Rubalcaba, fermi al 30% delle intenzioni di voto, potrebbe arrivare la peggiore batosta della loro storia.
In un Paese che è ormai in recessione, non si è mai ripreso dal crollo del settore immobiliare e non riesce più a sostenere la pressione dei mercati, a pesare sui risultati elettorali saranno i cinque milioni di spagnoli rimasti senza lavoro in un Paese che conta 47 milioni di abitanti e che con il 21,5% ha il tasso di disoccupazione più alto in Europa. Saranno le famiglie che non possono contare su alcun reddito: secondo le statistiche ufficiali sono ormai oltre 1,5 milioni. E determinanti saranno anche i giovani, non solo gli indignados – che se non resteranno a casa, domenica voteranno formazioni di protesta o scheda bianca – ma anche quelli che non si sono mai accampati a Puerta del Sol o nelle altre piazze del Paese, e che non riescono a trovare un posto: tra gli under 25 la disoccupazione è arrivata al 45%, quasi il doppio rispetto alla Francia, cinque volte più della Germania.
Rajoy, 56 anni, è stato ministro della Funzione pubblica già nel 1996 nel primo Governo conservatore di José Maria Aznar, il suo riferimento politico. È stato poi anche ministro dell'Educazione e Cultura, responsabile dell'Interno e portavoce del Governo fino al 2004. Ha perso due volte le elezioni contro il socialista José Luis Zapatero, nel 2004 e nel 2008. Nel primo caso, nonostante il vantaggio della vigilia, la sconfitta fu determinata dagli attentati terroristici a Madrid per i quali il Governo conservatore accusò subito i terroristi baschi dell'Eta, nonostante fossero emersi chiari indizi che portavano alla pista islamista. Conservatore sui temi sociali, liberista in economia, il suo programma per rilanciare la Spagna prevede «meno tasse per le imprese, una corporate tax del 20% per le piccole aziende. Meno tasse sulle rendite finanziarie. Meno contrattazione collettiva, meno tipologie di contratti di lavoro, più aiuti alle imprese che assumono: fino a 3mila euro per posto di lavoro nelle nuove attività. Più agevolazioni per chi acquista immobili e Iva ridotta sulle case».
Rubalcaba, 60 anni, vecchia volpe della politica spagnola, è stato di fatto il numero due nei Governi degli anni 90 di Felipe Gonzales e poi con José Luis Zapatero. Il leader socialista rivendica «la responsabilità e il senso dello Stato» dimostrato dal Governo uscente nella crisi. Attacca il rivale accusandolo di «preparare la distruzione dello Stato sociale». Propone «un grande patto per il lavoro», «nuove tasse sui grandi patrimoni», «nuove tasse per le banche» e «la revisione delle imposte sulle società». Tutto lascia pensare che non ci saranno sorprese che vincerà Rajoy. Ma il nuovo Governo avrà margini di manovra molto limitati: se vorrà davvero contenere il deficit al 4,4% del Pil entro il 2012 come concordato con l'Unione europea potrebbe essere obbligato a mettere in piedi prima della fine dell'anno una manovra di emergenza da 30 miliardi.
 18 novembre 2011

Polonia: neogoverno per un’austerity preventiva
18/11/11 20:03 CET
Il secondo governo Tusk si insedia a Varsavia, presenta il suo staff riconfermato e un programma al’insegna di un’austerity preventiva.
La coalizione tra liberali e partito dei contadini, la stessa degli ultimi quattro anni, attende ora la fiducia del Parlamento per dare il via a tagli e misure di rigore annunciati dal premier:
“Dal 2013 ci sarà un aumento graduale dell’età pensionabile a 67 anni e un adeguamento in questo senso dell’età delle donne in linea con quella degli uomini. Cercheremo di farlo in maniera morbida, ma temo che sarà doloroso comunque”.
Obiettivo: sostenere la crescita del paese e soprattutto proteggerlo dalla crisi della zona euro, di cui peraltro la Polonia non fa parte.
“Questo è il nodo centrale del dilemma polacco”, dice ai microfoni di euronews Piotr Maciej Kaczyński del Centro per gl istudi politici europei, “è fuori dalla zona euro e vuole essere al centro dell’integrazione europea. Non è qualcosa che può essere facilmente superato. L’unico modo per superare questo dilemma, per essere al centro dell’integrazione europea è, secondo il Primo ministro, avere uno Stato forte”.
Il paese ha visto un incremento del 15,4% del Pil negli ultimi tre anni contro lo 0,4% dei Ventisette.
Tusk intende portare il deficit pubblico sotto il 3 per cento nel 2013 e all’1 per cento entro il 2015.

Svizzera. Siamo più ricchi (Ve n'eravate accorti?)
Cresce il patrimonio delle economie domestiche
di Corrado Bianchi Porro
Volete sapere se siete nella media svizzera? L’esame finestra è presto fatto. Se nel 2010 avete accresciuto il vostro patrimonio netto di 6mila franchi raggiungendo la quota di 341mila franchi tra denaro contante, conti in banca, azioni, casa, diritti verso le assicurazioni e Casse pensioni, dedotti i passivi, siete nella media elvetica. È quanto risulta dalle statistiche per il 2010 diffuse ieri dalla Banca Nazionale Svizzera. Naturalmente se avete un coniuge a carico e magari due figli, il nucleo familiare dovrebbe “capitalizzare” 1.364.000 franchi. Mica poco. Questo – dicevamo – a fine 2010. Alla fine di quest’anno probabilmente il conto non sarà così positivo, visti i rovesci di borsa, ma la tappa 2011 non è ancora finita. Comunque nel 2010 – scrive la BNS – il patrimonio netto (attivi finanziari e quota immobiliare, meno i passivi) dei nuclei familiari è aumentato di 74 miliardi (+2,8%) raggiungendo la cifra di 2.691 miliardi di franchi. Per contro le perdite di cambio derivanti da investimenti all’estero sono state pari a 25 miliardi.

Quei mille polli a testa
Gli attivi finanziari sono aumentati di 49 miliardi (+2,5%) a 1.958 miliardi. Il patrimonio immobiliare è cresciuto di 55 miliardi (+4,1%) a 1.415 miliardi. Il totale degli attivi è dunque cresciuto di 104 miliardi (+3,2%) a un totale di 3.373 miliardi. Da questa cifra bisogna sottrarre i passivi che sono aumentati di 30 miliardi (+4.6%) a 682 miliardi. Ne risulta una crescita dell’1,7% pro capite (6000 franchi) a 341.000 franchi netti a testa. La solita storia del mezzo pollo a testa anche se (con quel patrimonio alle spalle) di polli a testa ce n’è altro che mezzo! Comunque, se vi può consolare, il passivo a testa è di circa 86mila franchi. Le perdite di cambio di cui si diceva all’inizio sono principalmente causate dal fatto che nel 2010 l’euro ha perso il 16% sul franco e il dollaro americano il 10%. Ne risulta una minusvalenza pro capite di più di 3mila franchi a testa. Questo è il valore, in franchi svizzeri, degli investimenti detenuti in divise estere. In Svizzera il mercato azionario è rimasto stabile nel 2010. Infatti, spiega il rapporto della BNS, i corsi delle azioni sono rimasti stabili. Sono progrediti di più all’estero, ma non in maniera tale da ammortizzare le perdite di cambio.

I soldi in banca
Il patrimonio è un po’ difficile da valutare. Più semplice misurare il conto in banca. Ebbene: i depositi presso le banche e di Postfinance ammontano a 586 miliardi di franchi. Il che equivale a circa 74mila franchi a cranio. Nel 2010 l’aumento è stato di circa 4.500 franchi a persona. L’aumento non è stato causato dagli interessi maturati, ma piuttosto dal fatto che la gente ha risparmiato di più. Le quote parti dei fondi comuni d’investimento sono progredite di 2 miliardi a un totale di 182 miliardi per un controvalore di 23mila franchi a testa. Il valore delle azioni sono progrediti di 3 miliardi a un totale di 215 miliardi (27 mila franchi a testa). I diritti dalle Casse pensioni sono cresciuti di 28 miliardi a un totale di 830 miliardi (105mila franchi a testa): un terzo del patrimonio globale. Il valore del patrimonio immobiliare è aumentato di 55 miliardi a 1415, il che significa un valore immobiliare a testa di circa 180mila franchi. Come detto, i passivi sono a 682 miliardi (86mila franchi) di cui 632 (80mila a testa, in media) di ipoteche.
19.11.2011

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