mercoledì 30 novembre 2011

Federali_mattino_30.11.11. Italia: collassa il regime padano.----Venezia, padania: oltrepadani Vs padani leghisti, padani leghisti Vs padani, padani Vs Monti, anche i padani leghisti Vs Monti, sindaci leghisti Vs sindaci oltrepadani, sindaci padani Vs i leghisti, e anche Vs quelli oltrepadani. Mi sa che ho dimenticato qualcuno.----Genova: Sono ottocento i posti di lavoro a rischio in Liguria (di cui 500 solo a Genova) se i tagli dei finanziamenti ai servizi sociali dovessero essere confermati. E soprattutto insieme alle cooperative cesserebbero di esistere anche gran parte dei servizi fondamentali per molte famiglie, dall'assistenza a minori a rischio al sostegno per anziani e disabili.----Napoli. Il piccolo mangia, dorme, la chiama mamma, impara l'italiano (o meglio il dialetto) dai fratelli. Poi la domenica sta un po' col papà di sangue anche se non vuole andarci - spiega la donna - non lo riconosce e non lo capisce quando parla.----Istat: Nel confronto con settembre 2010 l'occupazione nelle grandi imprese scende dello 0,6% al lordo della Cig e dello 0,4% al netto dei dipendenti in Cig.

Rinnovabili, Puglia al vertice in Italia. Provincia Foggia regina
Se le donne napoletane fanno da baby sitter ai piccoli cinesi
Venezia, padania. Zuccato: «La Lega ha devastato la nostra immagine nel mondo»
Genova, Terzo settore a rischio collasso, la protesta in Regione
Il precariato tra i giovani non conosce la crisi: sono più di 1 milione e 600 mila
La scuola media italiana in crisi
Istat, -0,6% anno su anno occupazione grandi imprese settembre
Spagna, +2,9% inflazione armonizzata a novembre
Spagna, vendite al dettaglio a ottobre -7% anno su anno
Grecia in attesa di aiuto fa i conti con povertà e disoccupazione
Grecia: via libera sesta tranche aiuti 8 miliardi di euro
Belgio, inflazione annuale su massimi da ottobre 2008



Rinnovabili, Puglia al vertice in Italia. Provincia Foggia regina
Bari – SECONDO il rapporto ´Comuni rinnovabili Puglia 2011´ realizzato da Legambiente, presentato oggi a Bari, sono 1.378,8 i megawatt prodotti da impianti eolici, di grandi e piccole dimensioni, distribuiti su 74 Comuni pugliesi. Al primo posto c´è il comune di Troia (Foggia) con 181,9 megawatt di potenza installata, seguito da Sant´Agata di Puglia (Foggia) con 164,4 megawatt e da Minervino Murge (Barletta Andria Trani) con 116,4 megawatt. Sempre più diffuso sia tra i cittadini sia tra imprenditori agricoli e imprese artigiane è il mini-eolico, cioè impianti con potenza fino a 200 kilowatt. A guidare la classifica dei 41 comuni del mini-eolico è Rignano Garganico, nel Foggiano, con 700 kilowatt installati.
 Sono invece 18,4 i megawatt di impianti a biogas distribuiti su 13 comuni. Tutti gli impianti utilizzano biogas proveniente da discarica e sono in grado di produrre energia oltre 128mila megawatt-ora di energia elettrica, pari al fabbisogno di circa 50 famiglie. Sono due i comuni con impianti a biomassa solida: Maglie (Lecce) con un impianto da 6,6 megawatt, e Calimera (Lecce) con 1 megawatt. Quest´ultimo impianto produce energia e calore, (impianto cogenerativo) e si alimenta con cippato di legno vergine prodotto da aziende locali, e con scarti di potatura di ulivi salentini. Infine sono cinque i comuni (Lesina, Ginosa, Gioia del Colle, Villa Castelli e Andria) che possiedono impianti idroelettrici di piccola taglia, che sfruttano i piccoli salti di acqua trasportata nelle condotte, producendo ogni anno circa 24 milioni di kilowatt-ora di energia elettrica, e sono in grado di soddisfare il fabbisogno di circa 9.200 famiglie
Redazione Stato
 fonte Ansa

Se le donne napoletane fanno da baby sitter ai piccoli cinesi
Mamme quarantenni «in affitto»: si prendono cura, a casa loro, dei figli d'imprenditori e grossisti asiatici
NAPOLI - Capita, nella zona della stazione centrale di Napoli, di vedere nei passeggini bebè con gli occhi a mandorla scarrozzati da donne mediterranee. All'inizio si può pensare che i piccolini siano adottati o in affido, ma poi la spiegazione: sono mamme in affitto. Si tratta di un lavoro che napoletane quarantenni si sono industriate a fare. Nella città che meno opportunità offre alle donne, dove 3 su 4 sono fuori dal mercato del lavoro, fanno quello che riesce loro meglio: crescere i figli. Ma a pagamento.
Contribuscono all'economia di casa prendendosi cura a casa propria dei bambini di imprenditori e grossisti cinesi con una tariffa modica rispetto a quanto costerebbe una «vera» baby sitter. Proprio come per le badanti c'è un tariffario anche per la balia napoletana. La mamma riceve 500 euro netti o 600 euro se provvede anche a cibo e pannolini. In nero, manco a dirlo. E si prende cura del bimbo generalmente fino ai 3-4 anni. Succede da tempo nella provincia vesuviana - Terzigno, Somma, San Giuseppe - dove anni fa si sono impiantati i primi opifici cinesi. Ora anche in citt…, nella zona popolare e ad alta densità della Stazione dove sono venuti ad abitare anche i commercianti all'ingrosso che hanno colonizzato con i loro capannoni la periferia est. I nuovi ricchi cinesi hanno una certa capacità economica, ma - impegnati a lavorare 12-13 ore al giorno - non si concedono il lusso di crescere un figlio. Non li lasciano - forse per far integrare meglio i bambini - nei nidi dormitorio all'interno della propria comunità. Li affidano notte e giorno a una donna che surroghi l'amore materno. E se accudire gli anziani è un lavoro spesso delegato alle donne immigrate, quelle italiane trovano più accettabile dedicarsi ai bambini.
A sentire alcune storie si capisce che tra le nuove balie ci sono donne in cerca di un figlio mai avuto o che ne crescono uno per dare da mangiare ad altri. Una di loro è Annamaria, 40 anni, 3 figli e un marito che lavora saltuariamente. Così attraverso un contatto con uno studio che sbriga pratiche di tutti i tipi ha trovato un lavoro atipico ed è lei che porta in casa la fetta maggiore di reddito familiare. Il nuovo arrivato è il figlio di un grossista che abita nella sua zona, nel rione Case Nuove, proprio accanto alla stazione Centrale. La mamma del piccolo è tornata in Cina, lasciando a Napoli il figlio. Dal lunedì al sabato Annamaria fa la mamma oltre che dei suoi figli anche del bimbo, che ora ha quasi due anni, e quando l'ha preso ne aveva 6. Il piccolo mangia, dorme, la chiama «mamma», impara l'italiano (o meglio il dialetto) dai «fratelli». Poi la domenica sta un po' col papà di sangue anche se «non vuole andarci - spiega la donna - non lo riconosce e non lo capisce quando parla». Quando avrà l'età per andare a scuola, potrebbe partire. È già successo al bimbo cresciuta da una balia sua conoscente. A quattro anni è volato verso la Cina per indottrinarsi alla disciplina d'origine. Le storie sono tante e diverse. Donne senza scolarità, e con poche alternative. Ma anche casalinghe col desiderio di un figlio. Franca ha avuto una piccolina cinese che ha chiamato Sabrina, ora ha 8 mesi. La bimba non è figlia sua, ma a volte sembra dimenticarselo. E se un giorno dovessero riprendersela? «Non ci voglio nemmeno pensare, per adesso mi godo mia figlia», dice.

Venezia, padania. Zuccato: «La Lega ha devastato la nostra immagine nel mondo»
Il presidente di Confindustria Vicenza alza il tiro e critica i padani veneti. Anche Illy e Covre duri. Solo Porto (Cisl) dosa le parole
VENEZIA - Una panoramica sulle difficoltà delle piccole e medie imprese, la necessità di cambiare e innovare, la voglia di tornare competitivi sui mercati internazionali. E poi pietre. Pesanti e dritte al bersaglio. Contro le dichiarazioni del leader della Lega Nord Umberto Bossi, colpevole di aver criticato il governo guidato da Mario Monti. «Non ci meritavamo i sorrisini di scherno della Merkel e di Sarkozy, però grazie a Monti abbiamorecuperato credibilità. Sono rimasto esterefatto dalle dichiarazioni della Lega». Ma la rabbia del presidente della Confindustria vicentina Roberto Zuccato non è tanto diretta al Senatùr, quanto ai leghisti veneti, al loro stare zitti, mentre i vertici del Carroccio portavano un attacco alla «dignità del paese». «I leghisti veneti hanno dimostrato di non avere coraggio - ha continuato Zuccato durante il dibattito organizzato da NordestEuropa nelle sale di Ca’ Annalise a Venezia - il silenzio in questa occasione non ci ha aiutato. E ha contribuito a devastare la nostra immagine, l’immagine del Veneto».
Una bordata vera e propria quella del presidente degli industriali che nell’ultimo anno è andato in un crescendo critico nei confronti del governo «che ha sempre giocato sulla difensiva e non ha mai fatto un solo investimento per la crescita ». «Tasse scellerate e manovre depressive, questo è stato fatto», ha concluso Zuccato convinto che Monti potrà traghettare l’Italia fuori dalla crisi. Zuccato comunque ieri non era da solo nel suo attacco al Carroccio. Riccardo Illy ha infatti ricordato che le posizioni ostruzioniste degli esponenti padani rappresentano «un pericolo». «A causa dei piccoli gruppi come i dipietristi e i comunisti, ma soprattutto a causa dei leghisti, c’è il rischio che si blocchi tutto nella spasmodica ricerca del consenso popolare», ha sottolineato l’ex presidente del Friuli Venezia Giulia. «In parlamento i leghisti non hanno i numeri se Pd e Pdl si comporteranno responsabilmente - ha concluso Illy -ma hanno il controllo delle Regioni, delle Province e dei Comuni. E possono scatenare pericolose crisi territoriali». Perfino l’imprenditore Giuseppe Covre, leghista della prima ora ed ex candidato del Carroccio, non ha risparmiato le parole contro il partito più votato del Veneto e ha accolto a braccia aperte l’arrivo di un governo tecnico. «Per fortuna siamo stati commissariati dall’Europa perché è evidente che non sappiamo governarci da soli», ha sbottato l’imprenditore trevigiano sottolineando che le regole ormai non sono più dettate dagli elettorima dallo spread tra i titoli italiani e quelli tedeschi. «Le posizioni della Lega sono ormai diventate incomprensibili - ha aggiunto Covre - i miei amici leghisti vanno avanti con il gioco del tanto peggio, tanto meglio».
A sentire Covre i più in difficoltà sono i sindaci del Carroccio che non hanno la forza di opporsi ai vertici della Lega e lo stesso Gobbo («mio carissimo amico », ricorda Covre) avrebbe forti difficoltà a trattenere i suoi iscritti. «I partiti invece devono ringraziare Monti e non criticarlo senza ragione. Monti farà per loro il lavoro sporco quello che gli stessi partiti hanno dimostrato di non saper fare», ha concluso. Pietre così pesanti che a sorpresa è dovuta intervenire la segretaria della Cisl Franca Porto in difesa del Carroccio. «La Lega non ha cominciato a sbagliare adesso - ha puntualizzato - ha passato il limite tanti anni fa.Maè l’unico partito che ha saputo conquistare una certa fascia di elettori rimasti senza rappresentanza e ha creato un patrimonio: quello degli amministratori locali ».
Alessio Antonini

Genova, Terzo settore a rischio collasso, la protesta in Regione
 29 novembre 2011   | Licia Casali
Genova - Sono ottocento i posti di lavoro a rischio in Liguria (di cui 500 solo a Genova) se i tagli dei finanziamenti ai servizi sociali dovessero essere confermati. E soprattutto insieme alle cooperative cesserebbero di esistere anche gran parte dei servizi fondamentali per molte famiglie, dall'assistenza a minori a rischio al sostegno per anziani e disabili.
«L'intero sistema sociale sarebbe a rischio» denuncia il Forum del Terzo Settore che questa mattina ha protestato in Consiglio Regionale chiedendo di trovare le risorse necessarie nei bilanci degli enti locali.

Il precariato tra i giovani non conosce la crisi: sono più di 1 milione e 600 mila
Sono soprattutto donne, dipendenti a tempo determinato e con laurea. I precari Under 35 rappresentano il 43% dei lavoratori instabili italiani. Nel Mezzogiorno la precarizzazione più elevata, a Nordest la crescita più ampia.
DATAGIOVANI ha esaminato i dati della rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat nei primi due trimestri di quest’anno, stimando i giovani precari e confrontandoli con il 2007 per valutare come la crisi occupazionale abbia influito sui rapporti di lavoro più instabili.
Un esercito di 1 milione e 640 mila giovani. Su un totale di poco più di 3 milioni e 800 mila precari, gli Under 35 sono il 43%.
L’occupazione cala, il precariato cresce. Mentre dal primo semestre 2007 al primo semestre 2011 gli occupati con meno di 35 anni sono diminuiti del 15,6%, il precariato, anche se di poco, ha continuato a crescere (+0,7%).
Fotografia di un giovane precario: dipendente a termine, donna, laureata. Il 70% dei precari Under 35 è rappresentato da giovani con contratto a termine imposto dall’azienda. Le donne sono oltre la metà dei precari giovani; la probabilità di precarizzazione arriva al 29% dei giovani con laurea.
Quasi 3 giovani che lavorano su 10 sono precari. I giovani precari sono infatti il 27% degli occupati giovani totali; il peso dei precari sull’occupazione giovanile è più del doppio che nel resto dei lavoratori. Inoltre, rispetto al 2007, la componente precaria dell’occupazione giovanile è aumentata di oltre 4 punti percentuali, molto di più che per gli altri lavoratori.
Sono di più al Sud, ma crescono solo al Nord. Nel Mezzogiorno si conta, oltre al valore assoluto più elevato di giovani precari anche l’incidenza maggiore di precari sugli occupati. Ma mentre nelle regioni settentrionali negli ultimi quattro anni i precari sono aumentati, e consistentemente (in particolare nel Nordest, +11%), al Sud la flessione di giovani che lavorano si è sentita anche tra quelli più esposti alla crisi (-5,7%).

La scuola media italiana in crisi
È interamente dedicato alla scuola media, il terzo «Rapporto sulla scuola in Italia 2011» della Fondazione Giovanni Agnelli (Editori Laterza) che verrà presentato oggi a Roma.
Leggendo il Rapporto si intuisce come la scuola secondaria di primo grado in Italia sia l’anello debole di tutto il nostro sistema dell’istruzione dell’obbligo.
Questi i dati che emergono:
Il Bel Paese ha il calo degli apprendimenti più netto fra elementari e medie: i punteggi Timss (Trends in International Mathematics and Science Study) rilevano l’Italia come fanalino di coda, ben al di sotto di Paesi come Cina, Norvegia, Giappone e Stati Uniti;
in realtà esiste una sorta di “rallentamento della capacità di apprendimento”: i buoni risultati relativi alle scuole elementari (4^ elementare, in matematica e scienze) infatti sono in contraddizione con quelli decisamente negativi della scuola media, che inoltre penalizzano soprattutto i ragazzi con genitori con basso livello di istruzione;
generalmente parlando infatti i preadolescenti dei giorni nostri hanno un rapporto decisamente peggiore con la scuola.
Dall’altra parte della barricata i professori, ma anche qui la situazione non è di certo delle più rosee:
gli insegnanti –ora 178.400 contro i 187.200 del 1970-1971– sono piuttosto anziani: età media pari a 52,1 anni e molti sono over 60;
il 33% non resta per più di un anno nella stessa scuola;
vengono giudicati negativamente dai docenti degli altri gradi di istruzione e non sono soddisfatti né della loro formazione, né degli strumenti che hanno a disposizione.
Il Rapporto, che non si limita solo a rilevare la – brutta – situazione della scuola media italiana, aggiunge anche 5 interessanti proposte per risolvere, o quantomeno migliorare, la situazione:
a)   Personalizzazione dei percorsi educativi: occorre coinvolgere direttamente gli allievi nelle decisioni sul proprio percorso educativo per motivarli allo studio; per questo sono necessari la scuola del pomeriggio, maggior diversità di approcci didattici in aula, più flessibilità dei docenti;
b)    Progettazione comune (come nelle scuole elementari): anche nelle scuole medie i docenti dovrebbero dedicare alcune ore alla settimana per progettare il lavoro comune, basandosi sul principio dell’interdisciplinarietà;
c) Apprendimento cooperativo per favorire “l’effetto dei pari”: utilizzo dei cosiddetti “gruppi di apprendimento”, come alternativa alla classica “lezione  frontale”, incoraggiando così l’interazione tra gli studenti;
d)    Modello dell’istituto comprensivo e adozione di curricoli verticali: si dovrebbe cercare di ridurre l’impatto – negativo – del passaggio dalle elementari alle medie;
e)    Essenzializzazione: poche materie e inserimento delle opzionali: i due sistemi d’indicazioni didattiche nazionali (Moratti 2004 e Fioroni 2007) non convivono in armonia tra loro; personalizzando gli insegnamenti si impone agli studenti di concentrarsi su poche materie centrali ed altre opzionali, in base al proprio percorso formativo.

Istat, -0,6% anno su anno occupazione grandi imprese settembre
A settembre l'occupazione nelle grandi imprese (al netto della stagionalità) registra, rispetto ad agosto, una variazione nulla sia al lordo, sia al netto dei dipendenti in cassa integrazione guadagni (Cig). Nel confronto con settembre 2010 l'occupazione nelle grandi imprese scende dello 0,6% al lordo della Cig e dello 0,4% al netto dei dipendenti in Cig.
Lo rileva l'Istat, precisando che al netto degli effetti di calendario, si registra una diminuzione tendenziale del numero di ore lavorate per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) dell'1,2%. L'incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è pari a 30,3 ore ogni mille ore lavorate, in diminuzione di 1,8 ore ogni mille rispetto a settembre 2010.
A settembre la retribuzione lorda per ora lavorata (al netto della stagionalità) diminuisce rispetto al mese precedente dell'1,2%. In termini tendenziali l'indice grezzo diminuisce del 2,1%. Rispetto a settembre 2010, la retribuzione lorda per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) diminuisce del 3,2% e il costo del lavoro del 2,4%. Tale riduzione è da ricondurre prevalentemente al calo registrato nel comparto dei servizi e, in particolare, nel settore del trasporto e magazzinaggio (-14,7% a causa  del rinvio di premi di risultato solitamente erogati nel mese di settembre).
Nel periodo gennaio-settembre la retribuzione lorda per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) aumenta rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente dello 0,6%, mentre il costo del lavoro cresce dello 0,8%.

Spagna, +2,9% inflazione armonizzata a novembre
In Spagna l'inflazione preliminare armonizzata ha accelerato al 2,9% anno su anno a novembre. Lo ha reso noto l'ufficio di statistica spagnolo. A ottobre l'indice era salito del 3% anno su anno.

Spagna, vendite al dettaglio a ottobre -7% anno su anno
Le vendite al dettaglio in Spagna a ottobre hanno segnato un calo del 7% anno su anno su base destagionalizzata. Lo ha reso noto l'Istituto nazionale di statistica. A settembre, secondo la revisione resa nota oggi, le vendite al dettaglio sono calate del 5,6%. Quello di ottobre è il sedicesimo calo consecutivo mensile delle vendite al dettaglio in Spagna.

Grecia in attesa di aiuto fa i conti con povertà e disoccupazione
29/11/11 13:14 CET
Attende l’aiuto dell’Europa la Grecia, un Paese sempre più afflitto dalla povertà. Il numero di senzatetto è aumentato del 25 per cento dal 2009.
Oggi l’eurogruppo decide la concessione di otto miliardi di euro, sesta tranche del primo piano di salvataggio, necessari a evitare il default entro metà dicembre. E le misure di austerità decise in cambio rischiano di impoverire ulteriormente la popolazione.
Fra i 20 mila senzatetto greci non ci sono solo persone con problemi psicologici o con dipendenza dalle droghe. “Il profilo dei senzatetto sta cambiando”, dice un’assistente sociale. “Ci sono persone molto istruite, che fino a pochi mesi fa avevano una casa, un lavoro regolare, che vivevano con le proprie famiglie, e ora si ritrovano per strada”.
Con una disoccupazione oltre il 16 per cento e un debito pubblico pari al 162 per cento del pil, la Grecia nel 2012 sarà in recessione. Le misure di austerità decise dal governo socialista, sostituito da un esecutivo tecnico che condurrà il Paese alle elezioni anticipate, prevedono tagli alle pensioni e agli stipendi del pubblico impiego. E per domani i dipendenti del settore promettono uno dei più vasti scioperi generali degli ultimi decenni.

Grecia: via libera sesta tranche aiuti 8 miliardi di euro
29 novembre, 21:00
(ANSA) - BRUXELLES, 29 NOV - Via libera alla sesta tranche di aiuti alla Grecia, 8 miliardi di euro vitali per le casse dello Stato in crisi: e' quanto fa sapere il ministro belga delle Finanze, Didier Reynders, sul suo account Twitter.
 L'accordo sulla sesta tranche e' stato possibile dopo che il nuovo governo greco ha inviato a Bruxelles una lettera che garantisce gli impegni presi da Atene con la Ue, formata dai due maggiori partiti al governo.

Belgio, inflazione annuale su massimi da ottobre 2008
Il tasso di inflazione del Belgio a novembre ha raggiunto il livello più alto dall'ottobre 2008, con l'indice dei prezzi al consumo che ha registrato un aumento del 3,85% anno su anno. Lo ha reso noto il Ministero dell'Economia del Paese, ricordando che a ottobre il tasso di inflazione era salito del 3,57% anno su anno.

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