venerdì 4 novembre 2011

Federali.mattino_4.11.11. Oca giuliva e gli 8 scalzani.----C'è l'intesa tra Fitto e il Sud. (…) concordano di dare il via alla revisione dei programmi cofinanziati rispettando quattro condizioni: questo processo deve essere realizzato secondo il metodo della condivisione interistituzionale; le rimodulazioni potranno prevedere la revisione del tasso di cofinanziamento comunitario a condizione che le risorse nazionali siano vincolate al riutilizzo nel rispetto del principio della territorialità; i settori di intervento sui quali concentrare le risorse saranno in numero limitato e prioritariamente quelli dell'istruzione, della banda larga, delle infrastrutture e della nuova occupazione. (…) Soddisfazione per l'accordo è stata espressa da tutti i presidenti delle Regioni meridionali.----SuperMario: L'Italia? Servono riforme, non interventi esterni.

Alluvione area jonica dalla Regione Puglia 1,5 milioni di euro
Napoli. «Follia una nuova discarica a Marano»
Meridione, illusione mutuo per i giovani
C'è l'intesa tra Fitto e il Sud 8 miliardi per le Regioni
Il ministro Tremonti querela L'Espresso
In Grecia cancellato il referendum sul piano
Svolta Draghi: la Bce taglia i tassi d'interesse
Grecia. Papandreu: “Referendum evitabile se l’opposizione sostiene l’accordo”



Alluvione area jonica dalla Regione Puglia 1,5 milioni di euro
BARI – Per l’alluvione che si è verificata in Puglia nel marzo scorso, la Regione Puglia ha comunicato oggi al Capo dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, la compartecipazione finanziaria della Regione che ammonta a 1.500.000 euro. Lo rende noto l’assessore regionale alle Opere Pubbliche, Fabiano Amati.
La Regione Puglia aveva già impegnato nei mesi scorsi la somma di 100.000 euro. La somma complessiva, “tutta disponibile, proviene – afferma Amati – dal capitolo di Protezione civile, ormai esangue, sulle emergenze (un milione) e da un’apposita disposizione legislativa approvata nel luglio scorso (finanziata per 500.000 euro) per fronteggiare i danni alle infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico”. Attendiamo ora con fiducia che anche il Governo nazionale faccia quanto è nella propria competenza”.

Napoli. «Follia una nuova discarica a Marano»
Occupato il consiglio provinciale
Una ventina di esponenti del comitato di Chiaiano
fanno irruzione nella sala di Santa Maria la Nova
NAPOLI - Occupato il consiglio provinciale di Napoli a Santa Maria la Nova. A protestare sono i rappresentanti del comitato antidiscarica di Chiaiano e Marano. Sono presenti una ventina di persone: hanno affisso striscioni con su scritto: «Prima disastro ambientale ora disastro istituzionale. Cesaro vattene».
RABBIA - Oggetto della rabbia dei manifestanti è infatti il numero uno di piazza Matteotti, Luigi Cesaro. «L'idea di aprire una nuova discarica cittadina a Marano è semplicemente folle - argomenta Ivo Poggiani, consigliere dell'ottava municipalità - Vogliono chiudere la cava attualmente in uso a Chiaiano, giunta al limite della capienza, e ricominciare da un'altra parte, su un territorio già martoriato».
INCHIESTA - Poggiani ricorda anche le inchieste che gravano sul sito di Chiaiano in via Cupa del cane circa la permeabilità dei suoli e i sopralluoghi effettuati dai periti della procura. «Se non avremo risposte rimarremo qui ad oltranza. è una battaglia di civiltà», conclude.

Meridione, illusione mutuo per i giovani
Mancano i contratti di lavoro stabili e bassa affidabilità creditizia, così comprarsi casa diventa un sogno
MILANO – Meno di uno su sei di quelli che ne fanno richiesta. Se sei giovane e meridionale voler comprare casa è esercizio di ottimismo. La realtà è un'altra e la certifica un'indagine di Mutui.it, broker immobiliare attivo sul web: negli ultimi mesi in Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia e Campania le richieste di preventivo da parte degli under 30 sono state il 18% del totale. E neanche il 3% di queste richieste è stato accolto.
LE RAGIONI – D'altronde giovane e meridionale (ancora peggio se di sesso femminile) è l'identikit di chi finora ha pagato maggiormente la crisi economica e sembra ai margini del ciclo produttivo. Essere meridionale già di per sé implica lo svantaggio geografico di essere nati in regioni in cui il prodotto interno lordo cresce ancora meno rispetto alla già asfittica crescita del Paese. Senza citare illustri pensatori che da più di un secolo s'interrogano sulla questione meridionale il risultato è che anche per comprare un'abitazione – dopo le infinite peripezie per trovare un'occupazione stabile – conta solo il cosiddetto ammortizzatore sociale della famiglia. Se all'interno del proprio nucleo familiare c'è un immobile di proprietà oltre a quella dei propri genitori allora può far da garanzia a un giovane che intende accollarsi l'onere di un finanziamento a lungo termine. Dice infatti Alberto Genovese, amministratore delegato di Mutui.it, che «è soprattutto la mancanza di contratti di lavoro stabili e l'indisponibilità di un cointestatario o di un garante le motivazioni di questo freno alla concessione del mutuo».
IL PARADOSSO – Eppure il valore degli immobili al Sud è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi anni, tanto che per un giovane teoricamente è più facile comprarsi casa in una regione meridionale perché i prezzi sono più alla portata. Ma a penalizzarli è l'andamento del potere d'acquisto, che obbliga loro a vivere spesso con meno di mille euro al mese e con contratti iper-precari. Peccato perché – come certifica anche l'indagine di Mutui.it – la richiesta media di finanziamento è di circa 133mila euro (meno della media nazionale), con una durata di circa 25 anni e per un loan to value pari al 74% dei valore dell'immobile. E soprattutto per i pochi che riescono ad accenderlo è il tasso fisso ad essere privilegiato (nel 60% dei casi), segno di un'estrema prudenza dei giovani del sud spaventati da un tasso variabile di non facile lettura sul lungo termine.
Fabio Savelli
03 novembre 2011 15:50

C'è l'intesa tra Fitto e il Sud 8 miliardi per le Regioni
ROMA - Istruzione, occupazione, banda larga, infrastrutture: sono i quattro settori di intervento sui quali saranno concentrati gli 8 miliardi di risorse comunitarie destinati alle Regioni del Mezzogiorno. È questo il punto centrale dell'accordo sottoscritto dal ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, e i governatori delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Molise, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia.
Si tratta di fondi europei già destinati al Sud, che rimarranno in quei territori, ma che vedranno una rimodulazione dei programmi iniziali con una concentrazione delle risorse, appunto, sui 4 settori dell'istruzione, della nuova occupazione, delle infrastrutture e della banda larga. «Questo documento - ha spiegato il ministro Fitto dopo l'incontro con i presidenti delle Regioni - sarà posto alla base del Piano d'azione che sottoscriveranno il Governo italiano e il commissario europeo responsabile della politica regionale Hahn che incontreremo lunedì prossimo. Dunque questo lavoro si concluderà nei tempi prefissati, che indicavano, appunto, la data del 15 novembre».
Nel documento Governo e Regioni, riconoscendo «l'ineludibile necessità di imprimere ogni utile impulso alla crescita dell'Italia» e concordando sulla necessità di «proseguire il proficuo rapporto di cooperazione che ha portato ad avviare l'attuazione del Piano nazionale per il Sud e ad accellerare l'attauzione dei programmi cofinanziati 2007-2013 e conseguentemente la spesa dei fondi, scongiurando il rischio di disimpegno delle risorse comunitarie al 31 dicembre 2011», concordano di dare il via alla revisione dei programmi cofinanziati rispettando quattro condizioni: questo processo deve essere realizzato secondo il metodo della condivisione interistituzionale; le rimodulazioni potranno prevedere la revisione del tasso di cofinanziamento comunitario a condizione che le risorse nazionali siano vincolate al riutilizzo nel rispetto del principio della territorialità; i settori di intervento sui quali concentrare le risorse saranno in numero limitato e prioritariamente quelli dell'istruzione, della banda larga, delle infrastrutture e della nuova occupazione. Infine il ministro Fitto assicurerà che queste condizioni siano condivise dal commissario Hahn e poste a base del Piano d'azione che sottoscriveranno il Governo e il commissario europeo. «Data la situazione economica attuale - ha spiegato il ministro Fitto - abbiamo deciso, con le Regioni, di riprogrammare gli obiettivi di spesa che risalivano a 5 anni fa. Poi, con i quattro ministri interessati, faremo altrettanti tavoli di lavoro per concordare la priorità da dare all'utilizzo delle risorse. Sono soddisfatto per il lavoro svolto che testimonia come la proficua collaborazione produca risultati concreti. L'intesa sottoscritta oggi, infine, mette fine ai dubbi e le perplessità circolate nei giorni scorsi circa un diverso utilizzo dei fondi comunitari». Soddisfazione per l'accordo è stata espressa da tutti i presidenti delle Regioni meridionali.
Giovedì 03 Novembre 2011 - 13:45    Ultimo aggiornamento: 13:50

Il ministro Tremonti querela L'Espresso
"Mi viene segnalata un'anticipazione del settimanale L'Espresso in edicola domani. Vi si rileverebbe un mio "segreto"! Quale segreto? Molti anni fa il gruppo Repubblica-Espresso, per la pubblicazione di quegli stessi "segreti", è stato condannato a pagarmi per danni circa 120 milioni di lire. Conservo incorniciate le copie dei due assegni ricevuti, impreziosite dalla firma del dottor Eugenio Scalfari, direttore pro-tempore. La cifra e' stata da me devoluta in beneficenza. In ogni caso le "notizie" di "archivio" (di quale "archivio"?) pubblicate oggi risalgono più o meno a due decenni fa. Nessun illecito amministrativo, fiscale, penale. L'archiviazione, da parte della procura della Repubblica di Milano, fu disposta al termine di un'inchiesta molto seria e molto accurata. Ho conosciuto il colonnello Milanese nel Giugno 2001, in ragione del suo servizio come ufficiale addetto al Gabinetto del Ministro dell'Economia e delle Finanze. Avendo fermamente piena fiducia nella giustizia, nella causa che sto per avviare contro il Gruppo Repubblica-Espresso, sono certo di avere fortuna uguale a quella che ho avuto tanti anni fa. Sempre con l'idea di devoluzione in beneficenza del dovuto".
Così il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti.

In Grecia cancellato il referendum sul piano
-Transizione per traghettare il paese verso le elezioni - Sospesi gli aiuti - Video
Il referendum sul piano di salvataggio della Grecia è stato cancellato. Il primo ministro George Papandreou nel corso del vertice di emergenza del governo ha ammesso l'impossibilità di indire il referendum sul piano di salvataggio della Grecia poiché l'eventuale uscita di Atene dall'eurozona comprometterebbe il futuro del Paese. Allo stesso tempo, Papandreou, pur essendo disposto alla formazione di un governo di unità nazionale con il principale partito di opposizione, non vuole dimettersi e intende comunque sottoporsi al voto di fiducia di domani notte da parte del Parlamento.Lo ha detto il portavoce del governo greco, Ilias Mossialos. La prospettiva, secondo i media locali, è quella di un governo di transizione che gestirebbe il Paese fino allo sblocco degli aiuti Ue, per poi avviare le elezioni politiche.
 3 novembre 2011

Svolta Draghi: la Bce taglia i tassi d'interesse
 Dall'1,5% all'1,25%. "L'Italia? Servono riforme, non interventi esterni"
Primo direttivo da presidente e prima scelta di rottura. "La decisione è stata unanime".  I giornalisti incalzano sul nostro Paese: "Se saremo costretti ad acquistare Btp? Non ci costringe nessuno"
Roma, 3 novembre 2011  - Mentre la crisi economica dell'Eurozona si aggrava e cresce la pressione sull'Italia perché adotti le misure anti-crisi, la Bce scende in campo. L'organo finanziario europeo ha deciso di tagliare i tassi d'interesse di un quarto di punto, portandoli dall'1,5% all'1,25%. Un esordio col botto quello di Mario Draghi, che prende una decisione subito radicale nel suo primo direttivo da presidente. Subito dopo l'annuncio, le Borse hanno cominciato a volare.
"L'INFLAZIONE CALERA' ANCORA" -  'SuperMario' Draghi entra in una sala stampa gremita e comincia la conferenza . L’inflazione nell’eurozona “calerà ancora nel 2012, scendendo sotto il 2%, e la dinamica dei prezzi, dei costi e delle retribuzioni dovrebbe restare moderata”, attacca il presidente della Bce.
Draghi ammette che resta alta  l'incertezza dell'economia, ma salgono i rischi di peggioramento. Il presidente della Bce ribadisce che la solidità dei bilanci delle banche è "fondamentale per la salute dell'economia", mentre le tensioni dei mercati minacciano la crescita. E proprio le stime della crecita del 2012 potrebbero essere riviste al ribasso. "E' probabile", ammette Draghi. Per la fine del 2011 si prevede una crescita moderata o addirittura "una lieve recessione".
"DECISIONE UNANIME" - La decisione di tagliare i tassi, spiega Draghi, "è stata unanime". Altri tagli in programma? "Come diceva Trichet, non ci impegnamo prima". Poi il monito: i Paesi con deficit e debiti più elevati devono essere "pronti a varare misure di risanamento aggiuntivo". La Bce sta seguendo da vicino la situazione greca ed esprime "fiducia" sull'attuazione del piano. Per quanto riguarda gli sviluppi politici di Atene, "è difficile commentare".
"ACQUISTO TITOLI TEMPORANEO E LIMITATO" - Il programma della Bce di acquisti di Titoli di Stato dell’area euro resta “temporaneo e limitato”, come lo è stato fin dall’inizio. Si tratta di operazioni condotte per garantire “la corretta trasmissione della nostra politica monetaria”, ha inoltre ribadito.
"ITALIA? RIFORME, NON INTERVENTI ESTERNI" - Il tasso di rendimento dei titoli di Stato, che in Italia è prossimo al 6%, "non può calare grazie ad interventi esterni. Il pilastro principale è la politica economica che i Governi fanno. Servono riforme strutturali per aumentare competitività e creare occupazione". In generale, spetta ai governi dei singoli Paesi, e non alla Bce, far scendere i rendimenti dei titoli di stato. Ma le domande non si placano, la stampa vuole sapere se gli impegni di risanamento dell’Italia siano realistici o se la situazione costringerà la Bce a intervenire. A quel punto Draghi replica secco: "Non siamo forzati da nessuno, siamo indipendenti.E’ tutto".
Pur rispondendo alle domande, Draghi ha tenuto a sottolineare che durante il meeting odierno non si è discusso dello spread.
SPREAD - Ma sembra proprio lo spread l'argomento su cui i giornalisti incalzano il presidente della Bce. Allora Draghi ammette che i differenziali di rendimento tra titoli di Stato dell’area euro potrebbero aver “esagerato al rialzo” ultimamente, ma dopo una lunga fase, prima della crisi sui debiti in cui all’opposto erano stati “esageratamente ridotti”.  Negli anni prima della crisi non riflettevano le molte differenze che ci sono tra i vari paesi dell’area euro.
MONITO UE - “L’Italia ha presentato una serie di impegni molto seri e ora è importante che le misure siano applicate nei tempi previsti”: lo ha detto Amadeu Altafaj, portavoce del commissario Ue agli affari economici, Olli Rehn.
 “Quello che è molto importante adesso - ha aggiunto - è che l’Italia applichi nel dettaglio e nei tempi indicati tutti gli impegni espressi nella lettera di impegni” presentata ai leader europei la settimana scorsa.

Grecia. Papandreu: “Referendum evitabile se l’opposizione sostiene l’accordo”
03/11 19:40 CET
“Lo scopo è attuare l’accordo con l’Europa del 27 ottobre, altrimenti la Grecia rischia di uscire dall’Euro”. Lo ha detto il premier Papandreu, con un discorso ai deputati del Pasok che, di fatto lancia la palla al campo dell’opposizione.
“Il referendum si può evitare”, ha detto, se l’opposizione deciderà di sostenere l’intesa e tornare al tavolo unitario.
Ma la catastrofe, per il capo del governo di Atene sarebbe quella di respingere l’accordo di Bruxelles, con un no alla consultazione, con il ricorso alle elezioni anticipate o con l’assenza di una maggioranza a sostegno del piano di salvataggio. In tutti questi casi, ha sottolineato Papandreu, la Grecia sarebbe costretta a uscire dall’Euro.
Poco incoraggiante la replica del leader conservatore Samaras, che ha ribadito la richiesta di dimissioni del governo e nuove elezioni in sei mesi.

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