martedì 8 novembre 2011

Federali.mattino_8.11.11. I dati che contano.----Un quarto dei fallimenti riguarda imprese della Lombardia, dove del resto è concentrata una grossa fetta delle imprese italiane. Più precisamente, sono 1872 le procedure concorsuali da gennaio a settembre 2011 in questa regione. Seguono, con meno della metà dei fallimenti, Lazio e Veneto rispettivamente con 848 e 812 casi. Più distanti Campania (762), Emilia Romagna (697), Piemonte (635), Toscana (632) e Sicilia (455).---- Ansa/Istat, disoccupati: nord ovest 39,7%; nord est 37,7%; centro39,9%; sud e isole 29,6%.----Putin non e’ fesso. La Russia ha fatto sapere che preferirebbe incanalare qualsiasi aiuto finanziario alla zona euro tramite il Fondo monetario internazionale.

Il commissario Ue Hahn a Pompei : i lavori inizieranno all'inizio del 2012
Bankitalia: "Nè lavoro nè studio per 2,2 mln di giovani"
Crisi, boom di fallimenti in due anni +35,5%
Finanziamenti imprese: peggiora l’accesso al credito
I giovani 'Neet', i dati da Nord a Sud
Efsf: Putin, sostegno Bce benvenuto



Il commissario Ue Hahn a Pompei : i lavori inizieranno all'inizio del 2012
Il sopralluogo con il ministro Fitto, Caldoro e la soprintendente. Galan: se fossi stato vesuviano e avessi saputo, quel giorno sarei uscito in barca
NAPOLI - E venne il giorno di Hahn a Pompei. Venne con qualche raro raggio di sole oltre le nuvole che minacciano costantemente il sito, facendolo sbriciolare. «Faremo in modo che i lavori possano iniziare nel primo trimestre del 2012». Il commissario europeo Johannes Hahn così rassicura. A finanziarli i 105 milioni di fondi targati Ue, sbloccati per il sito archeologico.
Hahn è giunto agli scavi accompagnato dal ministro per i Beni culturali Giancarlo Galan, da quello per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto e dal governatore campano Stefano Caldoro. Ad accoglierli la soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro. La visita del commissario prevede questo itinerario: zona dell'Anfiteatro, la Casa Nuova Europa, le Terme Stabiane e la Casa dei Panettieri.

CINQUANTAQUATTRO: PRIORITA' MESSA IN SICUREZZA - La visita nella città sepolta mira per fare il punto della situazione dopo lo stanziamento dei 105 milioni di euro da parte dell'Unione europea per l'area archeologica. «Qui ci sono 1.500 tra domus e luoghi pubblici, 66 ettari di territorio di cui 44 scavati - ha detto la sovrintendente Cinquantaquattro - il monitoraggio detterà le priorità per arrivare a un livello medio di conservazione. Ovviamente - ha proseguito - la priorità è la messa in sicurezza del sito».

IL MINISTRO GALAN - «A Pompei vi fu un'eruzione che seppellì tutti quelli che stavano parlando. Io non so cosa succederà, forse ci sarà un rivolgimento. Ma se avessi avuto la consapevolezza che questo era l'ultimo giorno sotto il Vesuvio sarei uscito in barca». Così il ministro della Cultura Giancarlo Galan celia con chi gli chiede se la sua visita a Pompei coincida con la fine del governo. «Da parte mia - aggiunge - ho la coscienza a posto. Credo che in poco più di sei mesi nessun altro avrebbe potuto fare di più. Anche nel decreto sviluppo ci saranno motivi di soddisfazione».

GIRO DAL VITTORIANO: «RAFFORZARE LE VIE DEL DEFLUSSO DELLE ACQUE» - A Pompei è necessario «rafforzare tutte le vie di deflusso dell'acqua, seguendo il modello di Ercolano». Lo ha dichiarato il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro a margine di una conferenza stampa al Vittoriano, commentando la situazione in cui si trova attualmente il sito archeologico campano. Per Giro, bisogna «aumentare tutto il sistema di deflusso dell'acqua e rendere il terreno più permeabile, liberando i terrapieni che insistono sulle mura perimetrali dall'acqua con un sistema di drenaggio molto più efficace di quello attuale. E poi serve la manutenzione, che deve essere ordinaria». Il sottosegretario ha sottolineato che Pompei «è ricca di mura perimetrali molto fragili. Non dobbiamo mai drammatizzare. Purtroppo l'archeologia è per sua natura molto fragile».
Nat. Fe.

Bankitalia: "Nè lavoro nè studio per 2,2 mln di giovani"
Roma, 07-11-2011
Il numero di giovani che non sono nè occupati nè impiegati in corsi di studio o formazione, i cosiddetti 'Neet', nel 2010 raggiunge i 2,2 milioni, ovvero quota 23,4%.
In altre parole, quasi un ragazzo su quattro tra i 15 e i 29 anni non lavora e non studia. Lo rileva la Banca d'Italia nel rapporto 'Economie regionali'.
Quindi per effetto della crisi è salito il numero dei 'Neet', l'acronimo che sta per Not in Education, Employment or Training. Infatti, spiega il rapporto della Banca d'Italia, che elabora dati Istat, "nel periodo 2005-2008 i Neet tra i 15 e i 29 anni erano poco meno di 2 milioni, pari al 20% della popolazione nella stessa fascia d'età; nel 2010 erano 2,2 milioni, circa il 23,4%".
La crescita è stata più marcata nel Nord e al Centro, mentre nel Mezzogiorno è stata meno pronunciata. Ma nell'Italia meridionale l'incidenza dei giovani 'Neet' era vicina al 30% già prima della crisi. In particolare, dei 2,2 milioni di under 30 che non studiano e non lavoro ben 1,2 milioni, ovvero più della metà, si trova nel Sud e nelle Isole. Marcate risultano anche le differenze tra la componente femminile e quella maschile (20,5% tra gli uomini e 26,4% tra le donne).

Crisi, boom di fallimenti in due anni +35,5%
 La crisi fa sentire il suo peso sulle imprese italiane. Secondo i dati rilevati da Cribis D&B, nei primi nove mesi del 2011 si sono registrati in Italia ben 8.566 fallimenti, con un aumento del 35,5% rispetto al 2009, quando erano stati 6.323. La crescita rispetto a gennaio settembre 2010, che aveva visto 7.879 imprese fallire, è invece dell'8,7%.
Lombardia maglia nera
 Un quarto dei fallimenti riguarda imprese della Lombardia, dove del resto è concentrata una grossa fetta delle imprese italiane. Più precisamente, sono 1872 le procedure concorsuali da gennaio a settembre 2011 in questa regione. Seguono, con meno della metà dei fallimenti, Lazio e Veneto rispettivamente con 848 e 812 casi. Più distanti Campania (762), Emilia Romagna (697), Piemonte (635), Toscana (632) e Sicilia (455).
Edilizia e commercio i più colpiti
 I settori in maggiore difficoltà sono quelli dell'edilizia e del commercio, dove si concentrano i fallimenti nei primi 9 mesi dell'anno in corso. Il più colpito è il comparto della "costruzione di edifici" (1003), seguito dall commercio all'ingrosso di beni durevoli (668), dai servizi commerciali (534) e dal commercio all'ingrosso dei beni non durevoli (496).

Finanziamenti imprese: peggiora l’accesso al credito
Le condizioni dell’accesso al credito in Italia sembrano peggiorare di pari passo con la tempesta e la speculazione, sempre più intensa, sul debito sovrano. Questo almeno stando ad un Rapporto sui finanziamenti alle imprese reso noto dalla Confcommercio e realizzato avvalendosi della collaborazione di Format Ricerche di Mercato. Ebbene, innanzitutto c’è da dire che, nell’analisi del sistema imprenditoriale legato al turismo, al commercio ed ai servizi, un’impresa su due in Italia non è in grado di far fronte al fabbisogno finanziario aziendale in maniera autonoma.
Questo significa che all’incirca il 50% delle PMI del terziario per andare avanti deve bussare alla porta delle banche; ed in tal caso non sempre si riesce ad ottenere credito. Dal Rapporto Confcommrercio-Format Ricerche di Mercato è non a caso emerso come oltre un terzo delle imprese che ha chiesto un finanziamento alle banche o non l’ha ottenuto, oppure il credito è stato concesso ma per importi inferiori a quelli richiesti.
A valere sul terzo trimestre del 2011, scende la quota di imprese che ha ottenuto il finanziamento per l’importo richiesto, dal 55,8% al 49,8% a fronte di maggiori difficoltà registrate a livello geografico nelle Regioni del Mezzogiorno e nel Nord Est. Il tutto a fronte di un rapporto banca-impresa caratterizzato da restrizioni sulle garanzie richieste e da un aumento tendenziale dei costi del finanziamento, a partire dall’istruttoria, e passando per la durata del piano di ammortamento. E considerando l’attuale inasprimento dei tassi in Italia, purtroppo per le PMI i costi di finanziamento rischiano di aumentare ulteriormente nei prossimi mesi.

I giovani 'Neet', i dati da Nord a Sud
07 novembre, 19:41
ROMA - E' concentrato soprattutto al Sud e nelle Isole il numero dei giovani under30 anni che non trova lavoro e ha messo di studiare: sono 1.253.731 su un totale nazionale di 2.233.672. La quota dei "Neet" (not in education, employment o training) è del 23,4% sul totale nazionale dei giovani sotto i trent'anni e di questi il 33,8% può essere ascritto tra i disoccupati, ha cioé cercato lavoro ma non lo ha trovato.
Ecco in una tabella riportata dal rapporto sulle "Economia Regionali" della Banca d'Italia che ha rielaborato i dati dell'Istat sulle Forze di lavoro.

                                               QUOTA NEET SU      NUMERO                     QUOTA DISOCCUPATI
                                               UNDER 30                   SU TOTALE NEET
 --------------------------------------------------------------------------------------------------
 NORD OVEST       17,0%             384.702            39,7%
 NORD EST            16,2%             267.427            37,7%
 CENTRO               18,6%             327.811            39,9%
 SUD E ISOLE        32,3%             1.253.731         29,6%
 ---------------------------------------------------------------------------------------------------
 TOTALE                23,4%             2.233.672         33,8%

Efsf: Putin, sostegno Bce benvenuto
Il primo ministro russo Vladimir Putin ha detto che il sostegno della Banca centrale europea al fondo salva-Stati Efsf aumenterebbe la credibilità degli sforzi per superare la crisi del debito sovrano della zona euro. "La partecipazione della Banca centrale europea alla risoluzione di compiti che l'Efsf deve affrontare non sarebbe fuori luogo nella situazione attuale", ha dichiarato Putin. La Russia ha fatto sapere che preferirebbe incanalare qualsiasi aiuto finanziario alla zona euro tramite il Fondo monetario internazionale.

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