martedì 22 novembre 2011

Federali.sera_22.11.11. La corazzata Potocnik.----Napoli, Alessandro Chetta: La situazione della spazzatura nel capoluogo campano è una vergogna che va avanti da anni e, purtroppo, i problemi si stanno accumulando ha tuonato Potocnik.----Reform sostiene in un rapporto diffuso oggi che un mandato parlamentare servirà solo a tagliare il disavanzo, un altro sarà necessario per consolidare la stretta e disegnare il profilo di un Regno Unito diverso, dove l'austerità non sarà eccezione, ma norma.

La Ue: «Differenziata al palo, Napoli non ha più scuse bisogna far presto»
Masserie didattiche e agriturismi: ecco i fondi nel Foggiano
Napolitano: «È una follia che i figli di immigrati nati in Italia non siano cittadini»
Bozen, oltrepadania. Holzmann scrive a Monti per i monumenti del ventennio
In Spagna e Italia cambia il governo ma non lo spread
Gran Bretagna, dieci anni per superare la crisi



La Ue: «Differenziata al palo, Napoli non ha più scuse bisogna far presto»
L'allarme del commissario all'ambiente Potocnik: «Vergogna senza fine, e i problemi si accumulano»
NAPOLI - «A Napoli bisogna arrivare presto alla differenziata. Non ci sono più scuse per i ritardi». È l'allarme lanciato in Parlamento dal commissario Ue all'Ambiente, Janez Potocnik. La situazione della spazzatura nel capoluogo campano «è una vergogna che va avanti da anni e, purtroppo, i problemi si stanno accumulando» ha tuonato Potocnik.

LE NAVI DELLA MONNEZZA - Richiamo che stride con quanto affermato l'11 novembre scorso fa dal vicesindaco di Napoli, Tommaso Sodano: «L'emergenza rifiuti è ufficialmente finita». In realtà, nonostante la mancanza di cumuli in strada (anche se alcune vie cittadine patiscono di tanto in tanto la mancata raccolta), il Comune di Napoli attende ancora fiducioso l'ok degli olandesi per la partenza della cosiddette navi della monnezza.

SERVONO 43 MILIONI - Di contro, il piano per la raccolta differenziata porta a porta, partita a ottobre nella sola Scampia, fatica a decollare. Si parte dalle difficoltà nella ricapitalizzazione (servono 43 milioni ancora non versati) per arrivare in centrocittà e in molti quartieri alla mancanza di campane e bidoncini per raccogliere ciò che i napoletani differenziano, indipendentemente dal piano «porta a porta».

TERMOVALORIZZATORE, GARA DESERTA - In mezzo, c'è la gara per il termovalorizzatore di Napoli est andata deserta. So Ulteriore elemento di irritazione per l'Unione europea, visto che l'inceneritore fa parte del piano sul ciclo dei rifiuti. Solo il colosso A2a, oltre i termini previsti, ha presentato una manifestazione d'interesse, adesso al vaglio dei tecnici della Regione. La quasi rottamazione del termovalorizzatore mai nato però fa gioire Luigi de Magistris, da sempre contrario all'impianto; mastica amaro invece il governatore Stefano Caldoro che ne sostiene da sempre la necessità.
Alessandro Chetta

Masserie didattiche e agriturismi: ecco i fondi nel Foggiano
MANFREDONIA - Ripartono i bandi del Gal Daunofantino e con la riapertura delle misure 311 (azioni 1, 2 e 3) e 313 (azione 5) in scadenza a fine dicembre, ritornano importanti opportunità di finanziamento per agriturismi, aziende agricole, masserie didattiche, fattorie sociali e strutture di piccola ricettività nell'ambito dei servizi turistici rurali.
“Sono finanziamenti fruibili, mirati e qualificati che si traducono in concrete possibilità di crescita per il nostro territorio e sarebbe un vero peccato, oltre che un paradosso - sottolinea il presidente Michele D'Errico - se agricoltori e imprenditori perdessero questa possibilità di investimento per riqualificare la propria struttura, specie in un momento di crisi come questo”.
Si tratta di “investimenti funzionali alla fornitura di ospitalità agrituristica in contesto aziendale”, destinandoli ad agriturismi ed aziende agricole rientranti nel territorio del Gal Daunofantino che comprende i comuni di Manfredonia, Zapponeta, Margherita di Savoia, San Ferdinando di P. e Trinitapoli.
Sarà possibile presentare domanda di aiuto entro e non oltre il 28 dicembre 2011. La programmazione mette invece a disposizione 201.558 euro complessivi, per “investimenti funzionali alla fornitura di servizi educativi e didattici alla popolazione, con particolare riferimento a quella scolare e studentesca, e in sinergia con il sistema nazionale di formazione”: ne potranno beneficiare, dunque, imprenditori agricoli che vogliano realizzare masserie didattiche.
L’azione 3 della medesima misura dispone di 100.080 euro a disposizione, sempre per imprenditori agricoli, e finanzia investimenti funzionali alla fornitura di servizi socio-sanitari a vantaggio delle fasce deboli della popolazione”, ovvero la realizzazione di fattorie sociali (il precedente bando ha registrato due masserie finanziate e una finanziabile).Riaperto il bando anche per poter finanziare domande per la “creazione di strutture di piccola ricettività”. [a.m.v.]

Napolitano: «È una follia che i figli di immigrati nati in Italia non siano cittadini»
Napolitano: «Il Parlamento si adoperi»
MILANO- Dal confronto politico all'immigrazione. Giorgio Napolitano al Quirinale torna a parlare della situazione italiana. Ma allarga anche alle altre problematiche. Per il Capo dello Stato ora c'è «la possibilità di fare in Parlamento quello che non si è potuto fare negli anni passati». Certo, il mare è ancora «un po' mosso ma credo ci siano maggiori possibilità di dialogo e confronto fra gli schieramenti».
L'IMMIGRAZIONE- Napolitano coglie l'occasione di parlare anche di diritti degli immigrati durante l'incontro con la federazione delle chiese evangeliche in Italia. E riprende il discorso fatto solo una settimana fa quando al Colle ha ricevuto una rappresentanza dei "nuovi cittadini italiani". «Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, un'assurdità. I bambini hanno questa aspirazione». E la nomina di Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'Egidio, a ministro della Cooperazione internazionale e dell'integrazione sociale segnala «la possibilità di riprendere le politiche di integrazione che hanno uno sviluppo ormai lontano».
Redazione Online
22 novembre 2011 | 12:34

Bozen, oltrepadania. Holzmann scrive a Monti per i monumenti del ventennio
BOLZANO. In una lettera al presidente del consiglio dei ministri Mario Monti il deputato Pdl Giorgio Holzmann chiede, tra l'altro, il suo intervento contro il'storicizzazione' dei monumenti d'epoca fascista in Alto Adige, concordato tra l'allora ministro Bondi e la Svp. "Poichè la popolazione di lingua italiana ha manifestato irritazione e contrarietà al cosiddetto depotenziamento di monumenti storici realizzati durante il regime fascista", Holzmann chiede al premier "di soprassedere sulla questione evitando ulteriori dannose polemiche". Il deputato Pdl lamenta anche che le trattative tra il governatore Durnwalder e l'allora ministro Fitto sul bilinguismo lungo i sentieri di montagna si sono interrotte con la caduta del governo e che è "ripresa l'operazione di pulizia etnica che rende difficile l'orientamento in montagna per gli escursionisti" italiani. Holzmann ricorda inoltre che il consiglio provinciale presto tratterà il disegno di legge della Svp sulla toponomastica, che comporterebbe "una drastica riduzione dei toponimi in lingua italiana".
22 novembre 2011

In Spagna e Italia cambia il governo ma non lo spread
di Giorgio Arfaras
Monti e Rajoy scontano la difficoltà nel prendere decisioni che avrebbero bisogno di un ampio consenso politico e la riluttanza della Bce a comprare il debito pubblico di Roma e Madrid. L'importanza dell'avanzo primario. Guai in vista per la Francia.
In Spagna e in Italia cambia il governo. Nel primo caso attraverso le elezioni, nel secondo con il governo del presidente (Napolitano). Entrambi gli esecutivi - quello spagnolo, che sarà presieduto da Rajoy, deve ancora essere formato - dovrebbero varare delle manovre volte a contenere la dinamica del debito pubblico. In entrambi i casi, il giudizio dei mercati finanziari non è ancora cambiato. Cerchiamo di capirne le ragioni.
Il bilancio pubblico spagnolo ha un saldo primario (il saldo fra le uscite e le entrate prima del pagamento degli interessi) negativo ed elevato, e un debito contenuto, detenuto in parte cospicua dall’estero e dal sistema bancario domestico. Una parte non modesta del debito, quello in scadenza e quello per finanziare il nuovo deficit, scade il prossimo anno. L’Italia ha un saldo primario in pareggio e un gran debito pubblico. Ossia, la Spagna col deficit primario (vedi poi) alimenta il debito, mentre noi non lo facciamo. Le altre poste italiane sono simili a quelle spagnole. Mostriamo anche i numeri della Francia che sta velocemente entrando nel mirino dei mercati. I numeri francesi sono simili a quelli spagnoli.

La tabella si basa sui numeri del Fondo monetario internazionale.



La tabella porta a quattro considerazioni valide per i tre paesi: 1) Il debito pubblico è detenuto in parte cospicua dall’estero, e dunque non vale il vecchio adagio che i propri concittadini lo comprano sempre. 2) Il debito pubblico è detenuto dal sistema bancario domestico e dunque, se il primo va male, va male anche il secondo. E, se il secondo va male, si restringe il credito, con nocumento per l’economia reale. 3) Il debito in scadenza e di nuova emissione del 2012 è - come mostra la sesta colonna - pari a una quota non modesta del pil e deve essere - come mostrano la quarta e quinta colonna - in gran parte sottoscritto dall’estero e dalle banche domestiche.
Perciò: 4) i compratori sono pochi professionisti informati e non milioni di nonne che detengono pochi titoli del Tesoro per lenire la tristezza della vecchiaia. Altrimenti detto, la campagna di persuasione per farlo sottoscrivere a dei rendimenti non troppo alti deve essere molto più sofisticata di quella che si sarebbe avuta con un’economia chiusa attraverso i telegiornali concitati e gli editoriali meditabondi.
I governi di Spagna e Francia, per non pagare interessi troppo alti sul debito, devono arrivare velocemente al pareggio primario; l’Italia ci è già arrivata nel 2011. Il saldo primario è molto importante: se le uscite senza il pagamento degli interessi sono maggiori delle entrate, per finanziare la differenza debbono essere emesse delle obbligazioni. Si noti, prima di emetterne altre per pagare gli interessi sul debito cumulato. Altrimenti, si forma la “spirale del debito”. Dunque il saldo deve essere almeno in pareggio, prima di andare in surplus per prosciugare il debito; l’Italia dovrebbe arrivare nel 2013 ad avere un surplus primario pari al pagamento degli interessi, ossia un deficit pubblico finale pari a zero. Col deficit finale pari a zero il debito pubblico smette di crescere.
Si debbono, in conclusione, tagliare le uscite (quali?) e alzare le entrate (quali?) per arrivare al pareggio e poi al surplus primario. Qui siamo nella politica pura: si tagliano le spese per l’istruzione o quelle per le amministrazioni pubbliche? Si alzano le imposte dirette (quali?) o quelle indirette? Per questa mancanza di obiettivi che siano evidenti e condivisi, alla fine il governo che viene ha, appena insediato, gli stessi problemi di quello che va. Dunque lo spread - la differenza di rendimento dei titoli del debito pubblico a dieci anni dei paesi mal messi rispetto a quelli ben messi - di Monti e di Rajoy non è diverso da quello di Berlusconi e di Zapatero. La stessa cosa potrebbe accadere in Francia, se Sarkozy perdesse le elezioni l’anno prossimo.
Che fare, intanto che si varano le manovre di correzione? Che fare prima che i rendimenti diventino così elevati da rendere troppo complicate le manovre di correzione? Tecnicamente parlando: tanto maggiore è l’onere del debito, tanto maggiore sarà il surplus primario richiesto per contenerlo e il costo politico del suo contenimento.
La strada è quella della Banca centrale che minaccia di comprare i titoli del debito in quantità illimitata, allo scopo di stabilizzarne il prezzo. A quel punto, i mercati sanno che il prezzo è fermo e dunque che non possono più guadagnare al ribasso. (Ci si fa prestare i titoli per poi venderli. Se questi raggiungono un prezzo inferiore, li si compra e li si rende al prestatore). La storia degli spread osservati minuto per minuto dovrebbe finire, e perciò, oltre a cambiare i titoli delle prime pagine, si potrebbero varare senza troppo affanno le manovre di correzione dei conti pubblici.
Insomma, da Berlusconi e Zapatero arriviamo a Francoforte. Rajoy ha ironicamente chiesto ai mercati mezz’ora di tempo prima di essere giudicato. Potrebbe averne molto di più, se la Banca centrale europea diventasse meno “tedesca” e più “anglosassone”, ossia se comprasse il debito pubblico nelle quantità necessarie.

Gran Bretagna, dieci anni per superare la crisi
dal nostro corrispondente Leonardo Maisano
Dieci anni per stare un po' meglio. La prognosi del malato britannico è impietosa e la traccia una think tank nelle stesse ore in cui il premier David Cameron lascia intendere che i tempi per aggiustare il deficit si allungano.
Reform sostiene in un rapporto diffuso oggi che un mandato parlamentare servirà solo a tagliare il disavanzo, un altro sarà necessario per consolidare la stretta e disegnare il profilo di un Regno Unito diverso, dove l'austerità non sarà eccezione, ma norma.
La think tank insiste su un punto: no ad approssimativi rattoppi. Pezze per tamponare le falle del tessuto economico possono essere più nocive che altro. Da qui tempi lunghi per uscire da un impasse che significa un disavanzo fra il 9 e il 10% del pil in netto ritardo rispetto alla tabella di marcia che si è dato il governo conservatore di David Cameron. Lo ha riconosciuto lo stesso premier che promette di non flettere dalla via del rigore anche se i tempi saranno forse più lunghi.
Un decennio anche per lui ? Non si è sbilanciato tanto. La parola spetta ora al suo Cancelliere, George Osborne, che a fine mese pronuncerà il cosiddetto autumn statement, il discorso d'autunno nel quale traccerà il bilancio a metà dell'anno fiscale inglese. Ci saranno sorprese. Gli analisti scommettono, però, che non ci sarà nulla di buono.
 22 novembre 2011

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