mercoledì 23 novembre 2011

Federali.sera_23.11.11. Sardegna. La popolazione continua a invecchiare, nel 2010 il costo per le pensioni è aumentato di 154 milioni, e all’anagrafe il saldo è ancora positivo soltanto perché a iscriversi sono gli immigrati.----Il tasso di disoccupazione complessivo è ormai superiore al 13%, con punte durante l’anno che arrivano al 14%.----Quasi 45 milioni di euro per l'istruzione privata. A tanto, infatti, ammontano i finanziamenti dello Stato alle scuole paritarie dell'Emilia-Romagna per l'anno scolastico 2010-2011.----Francesco Stippoli: Il nuovo ospedale a Taranto si farà. La sua realizzazione sarà affidata alla fondazione pugliese San Raffaele del Mediterraneo, senza più il contributo del quasi omonimo istituto di Milano che fa capo a don Verzé. Nichi Vendola si è espresso in questi termini ieri pomeriggio, comunicando l’intenzione ai suoi assessori nel corso della riunione di giunta.

Un San Raffaele tutto pugliese. Vendola vuole l'ospedale senza i milanesi
L'UNIONE SARDA - Economia: Gli allevatori pronti a bloccare i porti sardi
L'UNIONE SARDA - Economia: Un sardo su tre è pensionato
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Questa non è una regione per giovani
LA NUOVA SARDEGNA - Politica: «Il governo non ignori più l’isola»
Dalla Puglia a Silicon Valley. Tarantino il mago del web premiato a palazzo Chigi
Lombardo su Termini Imerese: «Sto con gli operai non con Fiat»
Bologna. Dallo Stato 45 milioni per le scuole private
Merkel: Bce resti indipendente, non si cambi mandato
«La Grecia rischia l'uscita dall'euro»



Un San Raffaele tutto pugliese. Vendola vuole l'ospedale senza i milanesi
Il presidente vorrebbe sciogliere sodalizio con Don Verzè
Presto la questione sarà discussa in Consiglio regionale
TARANTO - Il nuovo ospedale a Taranto si farà. La sua realizzazione sarà affidata alla fondazione pugliese «San Raffaele del Mediterraneo», senza più il contributo del quasi omonimo istituto di Milano che fa capo a don Verzé. Nichi Vendola si è espresso in questi termini ieri pomeriggio, comunicando l’intenzione ai suoi assessori nel corso della riunione di giunta. Resta ferma l’intenzione - comunicata poco prima anche ai giornalisti - di portare presto la discussione in Consiglio regionale. E magari, con il voto di una mozione, legittimare l’opzione che ha annunciato alla giunta. Si scioglie così ogni dubbio, dopo che il governatore una settimana fa aveva fatto sospendere il concorso di idee per la progettazione. E ciò in seguito ad alcune problematiche emerse nell’esame della variante urbanistica predisposta dal Comune di Taranto. Vendola, in realtà, è parso più che altro contrariato dall’idea di continuare la «sperimentazione gestionale» con il San Raffaele di Milano, dopo le inchieste su fondi neri e tangenti avviate dalla procura meneghina. Si tratta ora di ridefinire il percorso.

Le opzioni erano due: affidare il dossier alla Asl di Taranto, oppure continuare il percorso con la fondazione pugliese, seppure priva dei due consiglieri (su 5) indicati nel consiglio di amministrazione dall’istituto milanese. Saranno gli assessori Tommaso Fiore (Salute) e Michele Pelillo (Bilancio) a rimettere in piedi il percorso. Che consta almeno di due questioni: quello amministrativo e quello scientifico. Perché è chiaro: rinunciando al San Raffaele di Milano, si dovrà individuare una nuova partnership scientifica. «A Taranto - ha detto Vendola ai cronisti - è necessario un nuovo grande ospedale: per rispondere alla domanda di cura della malattia e per costituire un fattore positivo nel ciclo economico della salute. Occorre una grande struttura predisposta anche alla ricerca e alla didattica. Ne parleremo in Consiglio». Si rinuncia alla collaborazione con don Verzé? Il governatore non risponde direttamente, ma fa capire che la partnership è cessata. «Mi ero rivolto al San Raffaele di Milano perché eravamo alle prese con un Comune uscito dal dissesto e privo di risorse. E con una Asl debole sotto il profilo tecnico, per un appalto da 150 milioni (la sola edificazione, poi occorrono le apparecchiature, ndr)». La proposta di parlarne nell’Assemblea regionale gli era stata rivolta dal leader dell’opposizione, Rocco Palese, pochi giorni prima. Il capogruppo Pdl accoglie positivamente la novità, non attacca il ripensamento del governatore, ma sembra preferire un’altra strada: la gestione diretta della Asl (o della Regione) anziché della fondazione. «Abbiamo tre organismi - dice - che fin qui hanno ben operato: il nucleo presieduto dall’ingegner Bitetto, interno alla Regione; il comitato di valutazione sugli investimenti superiori a 10 milioni; la cabina di regia per i nuovi ospedali. Affidarsi a loro non è davvero un errore: la realizzazione della nuova sede della Regione è stata ben guidata da loro, ci possiamo fidare. Per tutto il resto, cioè il reperimento di risorse tramite project financing, potremo ricorrere al professor Vittorio Dell’Atti, attuale presidente della fondazione pugliese». Se ne riparlerà presto: la parola al Consiglio
Francesco Stippoli

L'UNIONE SARDA - Economia: Gli allevatori pronti a bloccare i porti sardi
23.11.2011
Gli allevatori sardi sono pronti a bloccare i porti sardi per impedire l'arrivo di capi suini provenienti dalla penisola. Lo faranno se in tempi rapidissimi il ministero della Salute non accorderà un corridoio sanitario che consenta alle aziende virtuose di esportare carni suine o insaccati certificati sani. La minaccia delle associazioni di categoria, velata nei giorni scorsi, ora diventa più manifesta con la crescita della consapevolezza che ogni giorno che passa è una piccola fetta di mercato che si perde. «Se non ci restituiscono le autorizzazioni, ora sospese, all'esportazione di carni suine fresche e prodotti a base di carne bloccheremo sicuramente i porti sardi, non abbiamo alternative», minaccia Marco Scalas, presidente regionale della Coldiretti. Nel mirino dell'organizzazione, più che la Regione, ci sono le autorità ministeriali. «Quello che sta succedendo in Sardegna è sotto gli occhi di tutti: hanno bloccato l'esportazione di tutte nostre carni sane ma non impediscono di importare quelle che arrivano da fuori. Stanno usando due pesi e due misure», aggiunge Scalas. «Anche perché recentemente è stata consentita l'importazione di capre affette da brucellosi. Quando è accaduto dov'erano i controlli?». Insomma, se il confine è tra le carni sane e quelle di animali affetti da peste suina africana, non ha senso penalizzare anche solo temporaneamente quelle sarde causando loro una perdita di immagine e di quote di mercato difficilmente recuperabili. «Ciò che chiediamo è che si salvaguardino almeno le oltre 400 aziende ipercertificate», chiarisce Maurizio Onorato, direttore regionale di Confagricoltura. Il manager è tuttavia fiducioso che le iniziative concordate con la Regione saranno sufficienti a indurre le autorità sanitarie nazionali e quelle comunitarie a dire sì al corridoio sanitario. In particolare nel breve periodo saranno intensificate le attività ispettive sanitarie, anche con l'ausilio dell'esercito, e la vigilanza. Ci sarà un sostegno ai privati e agli enti locali per la realizzazione delle infrastrutture di confinamento dei suini e saranno attuate misure straordinarie per lo smaltimento delle carcasse. Sarà inoltre premiato chi tutelerà la biodiversità del suino di razza sarda. Nei prossimi giorni l'assessore De Francisci sarà a Roma per capire che cosa si potrà ottenere dal ministero. Poi ci sarà il passaggio, si spera decisivo, tra una settimana a Bruxelles. Se non si otterranno risultati inizieranno le proteste. (f.ma.)

L'UNIONE SARDA - Economia: Un sardo su tre è pensionato
23.11.2011
INPS. Presentato il Bilancio sociale 2010 dell'istituto. Nell'Isola rosso di 2,5 miliardi.
Ispezioni: il 90% delle aziende controllate è irregolare.
Troppi pensionati, pochi lavoratori stabili che versano i contributi e tanti precari che si affidano alle gestioni “separate” di previdenza. Questo il quadro delineato nel Bilancio sociale 2010 dell'Inps per quanto riguarda il sistema economico sardo. Un disegno che conferma come l'Isola stia ancora facendo i conti con la crisi economica.
I NUMERI Durante lo scorso anno l'istituto (che conta 492.764 iscritti) ha incassato nell'Isola 1,856 miliardi di euro in termini di riscossione, a fronte dei 4,452 miliardi erogati per i pagamenti. Il saldo si conferma, ancora una volta, negativo, pari a 2,596 miliardi di euro: il 17,57% in più rispetto a un anno prima. Le riscossioni sono cresciute in media dello 0,32%: ma se è salita dell'1,6% quella dei crediti contributivi in via amministrativa e legale, è diminuita quella ordinaria (-0,4%), mentre da concessioni e fallimenti (e quindi tramite il braccio operativo Equitalia) sono arrivati 97 milioni (+14,1%). Sul profilo delle entrate, invece, è calato soprattutto il numero delle aziende iscritte all'Inps: erano 51.248 nel 2009, sono state 47.598 nel 2010 (-7,1% e -52,24% per il commercio e servizi).
COLLABORAZIONI L'unica vera novità del 2010, come ha spiegato il direttore regionale dell'ente, Salvatore Putzolu, è stato l'incremento degli iscritti alla gestione separata. Sono cioè aumentati i co.co.pro: +10,98% i semplici collaboratori. Si registra anche un +7,2% per i professionisti che hanno contratti di collaborazione. PENSIONI Sulle casse dell'Inps, inoltre, pesa il pagamento delle pensioni, aumentate del 2,2% in un anno e arrivate a 470.351 nel 2010 (per un valore di 3,3 miliardi). Stessa tendenza per gli assegni di invalidità civile aumentati del 2% (110.802). L'importo medio degli assegni è rimasto però inferiore a quello nazionale: 925 euro contro gli 849 euro della Sardegna.
AMMORTIZZATORI Per gli ammortizzatori sociali, poi, l'Inps ha sborsato nel 2010 ben 333 milioni di euro, contro i 307 dell'anno precedente (+8,5%). In particolare, la prestazione che più ha pesato è stata la cassa integrazione con 13,289 milioni di ore autorizzate contro i 10,053 milioni del 2009 (+32%). A crescere è stata anche la richiesta della disoccupazione: +1,2%.
ISPEZIONI Lo scorso anno, inoltre, è proseguita l'attività del nucleo ispettivo dell'Inps. Grazie agli ai 2.073 accertamenti fatti sono state scoperte 1.830 attività irregolari e 400 aziende in nero (circa il 90%, erano 160 nel 2009: +150%). Ben 1.575 i lavoratori in nero emersi, di cui 575 collaboratori. Attività che ha permesso di recuperare 27,851 milioni di euro di contributi evasi. Annalisa Bernardini

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Questa non è una regione per giovani
23.11.2011
CAGLIARI. Più pensionati che lavoratori. È la Sardegna secondo l’Inps, che nel presentare il terzo bilancio della direzione regionale ha detto anche altro. La popolazione continua a invecchiare, nel 2010 il costo per le pensioni è aumentato di 154 milioni, e all’anagrafe il saldo è ancora positivo soltanto perché a iscriversi sono gli immigrati. È una fotografia impietosa, di una Sardegna in crisi. Nel leggere i numeri il presidente regionale dell’Inps, Giovanni Basciu, ha messo assieme una sequenza preoccupante. Detto che la spesa complessiva dell’ente dal 2009 al 2010 è aumentata da 4 miliardi e 58 mila a 4 miliardi e 271 mila, con un immediato scatto in avanti anche del saldo negativo (è la differenza fra incassi ed erogazioni) ora arrivato a 2,6 miliardi, a crescere sono sate soprattutto le prestazioni per mobilità, disoccupazione e cassa integrazione, che da sola ha avuto un incremento del 31 per cento. Da sempre sono questi gli indicatori della crisi economica e nessuno può negare che la Sardegna sia in ginocchio, con gli ammortizzatori sociali che a Nuoro e a Cagliari hanno raggiunto le punte più elevate per numero di ore in proporzione agli abitanti: 12 nel Nuorese, quasi 9 nel Cagliaritano. È poi cresciuta la spesa per le pensioni d’invalidità, con un balzo da 536 a 569 in dodici mesi. Pensioni. Sono state 470 mila per un costo di 3,3 miliardi. Di queste, oltre 170 mila sono per vecchiaia. L’importo medio mensile è di 640 euro, con il massimo, intorno ai 760, nel Sulcis-Iglesiente, mente quello più basso è nell’Oristanese, 551. Ma gli ultra sessantacinquenni arrivati alla pensione senza reddito, stanno peggio: non arrivano a 400 euro. Disoccupazione. Sono stati 83 mila gli assegni di disoccupazione, ma a richiedere il “trattamento” sono stati ben 102 mila, con un aumento del 6,8 per cento rispetto al 2009. Sono state invece 13 mila le ore di cassa integrazione. Accertamenti. Il novanta per cento delle 2.073 aziende controllate è risultato non in regola. Sono state quattrocento quelle scoperte completamente in nero. Nel 2010, l’Inps ha accertato un’evasione che ha sfiorato i 28 milioni. È un altro segnale che l’isola è vicina al tracollo sociale. Invalidità. Continueranno gli accertamenti, in Sardegna hanno portato finora a rimettere in discussione l’11 per cento delle erogazioni, ma l’Inps ha ammesso che «non può presentarsi più come una sorta di sceriffo» e che la procedura di verifica dovrà essere semplificata. Perché anche nella campagna per smascherare i falsi invalidi, il cittadino merita comunque rispetto.

LA NUOVA SARDEGNA - Politica: «Il governo non ignori più l’isola»
23.11.2011
CAGLIARI. «Il nuovo Governo deve fare i conti non solo con l’indebitamento dello Stato e la spesa pubblica ma per quel che riguarda la Sardegna, con la sua situazione economica e sociale». Lo scrivono in una lettera inviata al neo presidente del Consiglio, Mario Monti, e al presidente della Giunta regionale, Ugo Cappellacci, i segretari di Cgil-Cisl e Uil Enzo Costa, Mario Medde e Francesca Ticca, chiedendo un incontro urgente al premier. «I dati che riguardano questa realtà dell’isola, se affrontati solo con provvedimenti di tagli alle pensioni, di maggiore libertà nelle uscite dal posto di lavoro, di aumenti dell’Iva e dell’imposizione fiscale locale, dell’Ici, anche con ulteriori liberalizzazioni dei servizi pubblici locali - sostengono Costa, Medde e Ticca - rischiano di trascinare la Sardegna in una sorta di buco nero economico e sociale. I sindacati ricordano nella lettera che la ricchezza dell’isola è in netto calo e le previsioni per il 2011 non sono buone: «Siamo in presenza di una vera e propria recessione che in questi anni si è alternata a fasi di stagnazione economica», scrivono Costa, Medde e Ticca a Monti. L’industria ha perso più di 30 mila unità e vive di mobilità e cassa integrazione. Più di 100 mila persone utilizzano tutta la varietà degli ammortizzatori sociali. Il tasso di disoccupazione giovanile, quello reale che comprende il fenomeno dello scoraggiamento, attesta che un giovane su due è disoccupato. La lettera dei segretari prosegue sottolineando come su oltre 400 mila pensioni erogate dall’Inps, l’85% non superi i mille euro, valore che sale al 95% per le donne. Il tasso di disoccupazione complessivo è ormai superiore al 13%, con punte durante l’anno che arrivano al 14%.

Dalla Puglia a Silicon Valley. Tarantino il mago del web premiato a palazzo Chigi
di FULVIO COLUCCI
Un pugliese nella Silicon Valley può far miracoli. E Cosimo Palmisano, tarantino 35enne, di «miracolo» ne ha fatto uno e buono. Inventando il software che permette alle aziende e ai clienti di interagire attraverso la gestione unitaria delle informazioni in materia; tutto questo mettendo insieme i dati dei social network e delle pagine ufficiali, in modo da cogliere gli orientamenti degli opinion leader e le dinamiche della concorrenza. Il programma, sviluppato per la EcceCustomer, permette anche ai clienti di interagire con le grandi imprese, e non solo, affidatesi all’idea di Palmisano: dalla Rai a Telecom a Mondadori. Il software è utilizzato anche dall’Unicef.

Ieri a Roma, l’ingegnere tarantino ha ricevuto il premio destinato alle migliori «idee per il Paese», promosso da «ItaliaCamp», l’associazione presieduta da Pier Luigi Celli, che punta a valorizzare l’innovazione unendo le esperienze e gli sforzi di ricercatori, professionisti, imprenditori e studenti. È stato l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Berlusconi, Gianni Letta, a premiare Palmisano, insieme ad altri nove giovani «cervelloni». Alla cerimonia ha preso parte il nuovo sottosegretario alla presidenza per il governo Monti, Antonio Catricalà.

Una sorta di staffetta ideale nel momento in cui più si parla di giovani, innovazione e della necessità di bloccare la fuga all’estero delle intelligenze più brillanti. Anche se, nel caso di Cosimo Palmisano, siamo di fronte ad una storia diversa, una storia che ricorda quella dei grandi scopritori perché grandi viaggiatori - Marco Polo per esempio - partiti alla volta di nuovi mondi più per spirito d’ingegno e di avventura che per bisogno.

«Mi sono laureato al Politecnico di Bari» racconta Cosimo, poi trasferitosi con la famiglia nel capoluogo pugliese. «Nel 2009 ho deciso di partire per la California e raggiungere la Silicon Valley» terra dell’innovazione per eccellenza. Non era la solita storia di opportunità negate. Mi sono messo alla prova, volevo capire se ero bravo anche lì», scherza Cosimo. Così, insieme all’imprenditore di Latina Franco Petrucci, Palmisano ha sviluppato negli Stati Uniti il suo progetto. «Ho dedicato il premio a lui e a Maurizio Hadley che ha creato la rete commerciale» spiega l’ingegnere pugliese. «Io - aggiunge - ho guardato ai social network con occhio diverso rispetto all’uso comune che se ne fa. Ho pensato si trattasse di nuovi strumenti di comunicazione, come, in passato, furono la radio e la televisione. E dei socil network ho sfruttato quella potenzialità».
Cosimo non dimentica la Puglia, quel sole che ha portato nell’assolata California. «Ci torno sempre, ho tutti i miei affetti lì. Pensare di sviluppare un progetto in Puglia? Perché no, promesso».

Lombardo su Termini Imerese: «Sto con gli operai non con Fiat»
Il governatore fa poi «mea culpa»: «Regione sta investendo 200 milioni in infrastrutture, abbiamo sbagliato a non farlo prima»
PALERMO - «La Regione sta investendo 200 milioni più 50 in infrastrutture: abbiamo sbagliato a non farlo prima, ma forse la Fiat sarebbe andata via lo stesso». Così il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, leader del Mpa, ospite di «Coffee Break» su LA7 si pronuncia sulla vicenda Termini Imerese. «Nella Fiat e in Marchionne», ha aggiunto, «abbiamo trovato un interlocutore che non ci ha assolutamente ascoltato. Un muro di silenzio che per questo residuo di accordo mi auguro venga meno».
«Io sto con gli operai, non con la Fiat», ha poi detto Lombardo, «comprendo lo scetticismo e la preoccupazione che attanaglia i lavoratori: sono stati due anni di trattativa faticosa. Dr sarà un'azienda non multinazionale ma assicurerà 1312 posti di lavoro in 4-5 anni e le possibilità di lavoro cresceranno».
Parole dure per Fiat da parte del governatore Lombardo già pochi giorni fa dopo il mancato accordo su mobilità e inquadramento professionale. «La Fiat», aveva detto, «ha arenato la trattativa per 7,5 milioni. Mi auguro che superi finalmente questo atteggiamento e che, comunque, Di Risio, insediandosi, faccia ripartire lo stabilimento».

Bologna. Dallo Stato 45 milioni per le scuole private
 I fondi per la nostra regione
La provincia di Bologna beneficerà di 10 milioni di euro
Bologna, 23 novembre 2011 - Quasi 45 milioni di euro per l'istruzione privata. A tanto, infatti, ammontano i finanziamenti dello Stato alle scuole paritarie dell'Emilia-Romagna per l'anno scolastico 2010-2011. In particolare si tratta di 18.489.396 euro previsti dal decreto attuativo dell'11 novembre 2011, a cui si sommano "altri acconti gia' erogati piu' alcune economie", per un totale di 44.911.284 euro. Lo si legge nel piano di riparto dei finanziamenti pubblicato sul sito dell'Ufficio scolastico regionale (Usr) dell'Emilia-Romagna.
Piu' nel dettaglio, una buona fetta (30.247.931 euro) e' destinata alle scuole paritarie dell'infanzia, altri 12.642.463 euro alle primarie, 490.196 euro alle secondarie di primo grado (le medie), e 187.694 a quelle secondarie di secondo grado (a ciascuna delle 57 scuole paritarie superiori viene assegnato un contributo di 712 euro, piu' 94 euro per ogni alunno che frequenta scuole senza fini di lucro). Infine, oltre un milione di euro (1.343.000) sara' destinato al sostegno di alunni con problemi di handicap nelle scuole dell'infanzia e medie e superiori.
La provincia che, per numero di istituti, beneficera' del contributo piu' generoso, e' quella di Bologna. Per le sue 179 scuole dell'infanzia paritarie il finanziamento e' di 6.537.939 euro, a cui si sommano altri 3.130.408 euro per le convenzioni con le scuole primarie. Le scuole secondarie di primo grado (cioe' le medie) sono 11 con 1.495 alunni che frequentano istituti senza fini di lucro, mentre le scuole superiori sono 22, con 693 alunni: il contributo e' rispettivamente di 143.016 e 80.806 euro. Altri 370.000 euro verranno distribuiti fra materne, medie e superiori per il sostegno all'handicap (a Bologna ci sono 200 bambini nell'infanzia e 35 nelle scuole di primo e secondo grado).
A Ferrara, le 84 scuole paritarie per l'infanzia riceveranno un contributo totale di 2.651.173 euro, mentre le primarie verranno finanziate con 377.645 euro. La somma si assottiglia salendo di grado: all'unica scuola media privata di Ferrara, con i suoi 67 alunni, spettano 7.575 euro di contributi. Le due scuole paritarie di secondo grado, invece, riceveranno 1.424 euro. Il fondo per l'handicap (70.000 euro) e' destinato quasi esclusivamente alle scuole dell'infanzia, dove si contano 44 bambini certificati.
Alle 55 scuole private per l'infanzia della provincia di Forli'-Cesena spetta invece un contributo totale di 2.031.461 euro, mentre altri 982.697 euro sono destinati alle primarie paritarie, e 30.364 euro alle scuole medie (che sono tre e contano 298 alunni). Per quanto riguarda gli istituti superiori, invece, il contributo e' di 6.688 euro. Quello per l'handicap e' di 82.500 euro, e sara' distribuito in funzione dei 47 alunni certificati nelle scuole dell'infanzia e dei sei nelle secondarie.
A Modena, le 111 scuole paritarie per l'infanzia riceveranno un finanziamento di 4.445.954 euro. Altri 2.214.540 euro saranno destinati alle scuole primarie convenzionate, mentre 48.868 euro verranno distribuiti alle tre scuole medie, e 20.038 euro alle nove superiori (qui gli alunni che frequentano istituti senza fini di lucro sono 145). Il fondo per l'handicap (102 bambini nelle scuole per l'infanzia e 13 nelle secondarie) nel caso di Modena ammonta a 179.000 euro.  Dei quasi 45 milioni di euro assegnati all'Emilia-Romagna per le scuole private, a Parma ne spettano 2.839.077 per le scuole per l'infanzia e 1.276.403 euro per le primarie. Altri 87.550 euro andranno alle scuole medie (che sono ben nove e contano 849 alunni) e 20.050 euro per le scuole superiori private (quattro, con 183 alunni che frequentano istituti senza fini di lucro). Infine, 132.500 euro sono destinati al sostegno dell'handicap (55 alunni nelle scuole dell'infanzia e 25 nelle secondarie).
A Piacenza, le 38 scuole paritarie per l'infanzia verranno finanziate dallo Stato con 1.312.827 euro. Alle scuole primarie invece spettano 416.126 euro. L'unica scuola secondaria di primo grado, con 69 alunni, potra' beneficiare di un contributo di 7.733 euro, mentre le cinque scuole superiori potranno contare su un finanziamento di 7.884 euro. Per quanto riguarda l'handicap, la cifra e' di 90.000 euro, da ripartirsi tra tutte le scuole private (tranne le primarie).
Buone notizie anche per le scuole private della citta' bizantina: a Ravenna, le 76 scuole per l'infanzia possono contare su un contributo di 2.706.958 euro. Altri 961.004 euro sono destinati alle primarie, mentre le cinque scuole medie (451 alunni) avranno un finanziamento di 47.011 euro. Per quanto riguarda le scuole superiori, che a Ravenna sono quattro, per un totale di 93 alunni che frequentano istituti senza fini di lucro (e percio' possono beneficiare del contributo statale), le risorse in arrivo ammontano a 11.590 euro. Il sostegno all'handicap e' di 90.000 euro (48 alunni nelle scuole dell'infanzia e nove nelle secondarie)
A Reggio Emilia, le 136 scuole paritarie dell'infanzia riceveranno un contributo statale di 5.342.552 euro, mentre le primarie convenzionate saranno finanziate con 1.324.832 euro. Le cinque scuole secondarie di primo grado (523 alunni) con 47.011 euro, e le tre di secondo grado (71 alunni iscritti a istituti senza fini di lucro) con 8.810 euro. Il sostegno all'handicap ammonta a 253.000 euro (134 alunni nelle scuole per l'infanzia e 26 nelle secondarie).
Infine, a Rimini, le 67 scuole private per l'infanzia possono contare su 2.379.990 euro, e le primarie su 1.958.808 euro. Alle tre medie (743 alunni) spettano 65.395 euro mentre alle sei superiori 30.404 euro. I 61 alunni con problemi di handicap nelle scuole dell'infanzia e i dieci nelle secondarie, danno diritto a un contributo di 111.500 euro.
fonte dire

Merkel: Bce resti indipendente, non si cambi mandato
'La finanza va regolata. Giusta la Tobin tax'
23 novembre, 10:19
BERLINO - ''La Bce deve rimanere indipedente, in tutte le direzioni, se fa bene o se fa male''. Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel a Berlino, in un intervento al Bundestag, sottolineando che il mandato di Francoforte non deve essere cambiato.
"La finanza va regolata. La Tobin tax - ha proseguito Merkel - sarebbe la giusta risposta. E discuteremo molto intensamente nell'Eurozona sulla proposta di Bruxelles di introdurla. Perché sarebbe il segnale giusto". "La fiducia perduta va recuperata con misure politiche", ha detto Merkel.
"La Germania e il futuro dell'Europa sono inseparabili", ha aggiunto. E sulla questione greca ha continuato: non è risolta perché Atene non può avere la sesta tranche di aiuti se non onora gli impegni.

«La Grecia rischia l'uscita dall'euro»
Il rapporto della banca centrale ellenica: il nuovo pacchetto di aiuti da 130 miliardi ultima chance per il Paese
MILANO - Finora i segnali più forti erano arrivati dall'esterno. Ora però l'allarme rosso arriva anche dall'interno. La Grecia rischia una «discesa incontrollata che minaccerebbe molti dei successi degli ultimi decenni, portando il Paese fuori dall'area euro». L'allarme viene dal rapporto 2011 della banca centrale greca che giudica il nuovo pacchetto di aiuti europei da 130 miliardi di euro l'ultima chance per il Paese.
IL RAPPORTO - «Questa possibilità data alla Grecia è probabilmente l'ultima» è scritto infatti in un rapporto sulla politica monetaria dell'Istituto di emissione ellenico. E comunque, viene sottolineato, «nuovi ritardi» o il non rispetto degli obiettivi «devono essere evitati in tutte le maniere possibili».

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