sabato 3 dicembre 2011

Federali_mattino_3.12.11. Grecia, si son decisi: default tecnico Vs investitori privati.----Cottura lenta, Termini Imerese: Di Risio si è impegnato a riassumere da Fiat tutti i 926 lavoratori rimasti entro la fine del 2013, ovvero del periodo coperto dalla cassa. In cambio lo stabilimento resterà di proprietà di Di Risio.

Rifkin: il Sud e la Basilicata hanno grande potenzialità
Termini Imerese è della Dr
Auto: Marchionne, 2012 ancora difficile 2011 avevamo detto sarebbe stato difficile
Casa in crisi, crollano mutui (-8,1%) e compravendite (-3,2%)
Papademos, ristrutturazione debito serve a renderlo sostenibile
In Spagna disoccupazione al 21,5%, record dal '96
Belgio: testo accordo, obiettivo 2% deficit in 2013
Svizzera. Per non dire solo “spaghetti” e “pizza”



Rifkin: il Sud e la Basilicata hanno grande potenzialità
POTENZA – Il Mezzogiorno, e la Basilicata in particolare, «hanno una grande opportunità per il rilancio dell’economia attraverso le energie alternative», strumenti in grado di «offrire anche alti livelli di occupazione»: lo ha detto stamani, a Potenza, nel corso di un incontro con i giornalisti, l’economista statunitense Jeremy Rifkin.
«I tempi devono e possono cambiare – ha aggiunto – con una nuova rivoluzione industriale che ha al centro la 'Green economy“': l’economista, che ha Potenza ha tenuto una lezione magistrale nell’ambito di un convegno organizzato dall’Unione delle Province italiane, ha evidenziato l’importanza del sole, del vento e del mare «per la produzione di energie alternative, risorse di cui il Mezzogiorno è ricco, e può diventare l'Arabia Saudita della nuova era».
Per Rifkin «l'intera economia italiana può essere trainata da questo tipo di sviluppo, e la Basilicata – ha concluso – può e deve giocare un ruolo centrale, partendo dalle estrazioni petrolifere, ma è necessario ricevere maggiori royalties da parte delle compagnie, e utilizzarle per le nuove tecnologie».
«Gli enti locali, a partire dalle Province, hanno un ruolo centrale per cambiare lo stato dell’economia e ripartire con la 'Green economy' - ha sottolineato Rifkin - perchè solo dal basso e dalla società civile può nascere una nuova sensibilità, che deve essere però supportata da un piano per la condivisione in rete delle buone pratiche e dell’energia».
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il presidente dell’ente provinciale di Potenza, Piero Lacorazza, il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, e il prorettore dell’Ateneo lucano, Giovanni Carlo Di Renzo. Rifkin, infatti ha poi tenuto una lezione magistrale nell’aula magna dell’Ateneo lucano, sulla terza rivoluzione industriale e su nuovi modelli di sviluppo economico e sociale, in chiusura del convegno “Abitare il futuro: sviluppo, Mezzogiorno e green economy”, organizzato dall’Upi e dalle Province di Potenza e Matera. 
Rifkin ha evidenziato l’importanza delle iniziative legate allo sviluppo delle energie sostenibili, e in particolare il progetto della Provincia di Potenza sui pannelli fotovoltaici installati sugli istituti scolastici: «La Basilicata – ha spiegato Lacorazza – può essere il modello di riferimento per il passaggio tra la seconda e la terza rivoluzione industriale, e dimostrare che si tratta di un modello possibile».

Termini Imerese è della Dr
Marchionne, bufera sul nulla
Il «giallo» è durato poche ore: la frase dell'ad Sergio Marchionne «la Fiat è una multinazionale. Gestiamo attività in tutte le parti del mondo» detta ai microfoni di Radio 24 in risposta a chi gli chiedeva se la società volesse lasciare l’Italia, era stata errroneamente riportata come la volontà di lasciare il Paese. Ma Marchionne «non ha mai parlato di lasciare l’Italia» ha spiegato la Fiat smentendo seccamente le dichiarazioni riportate da alcuni media che hanno scatenato una bufera, con il rischio di accendere un fronte di scontro sociale forte.
A Marchionne che si lamentava della Fiom è stato chiesto se l’alternativa sia di lasciare l’Italia? «Siamo una multinazionale, gestiamo attività in tutte le parti del mondo. Abbiamo attività economiche e industriali al di fuori dell’Italia. La cosa importante è la sopravvivenza della Fiat che non può essere messa in discussione. Chiunque pensa di condizionare la Fiat si sbaglia».
Rientrato il «caso Marchionne», resta il dramma del mercato nazionale, ancora in profondo rosso: pessimi i dati di  novembre  con un calo delle immatricolazioni del 9,25% rispetto allo stesso mese del 2010. Un mese nero con 132.579 vetture vendute che si aggiunge a una tendenza quasi inarrestata durante tutto il 2011. Pochi i marchi in crescita: perde ancora terreno complessivamente il gruppo Fiat Chrysler con 37.780 vetture immatricolate (-9,95%) con risultati però in forte aumento per Lancia e Jeep. Alfa Romeo cala (-17,93%); Fiat scende a 26.853 immatricolazioni  (-14,39%). Tra i costruttori esteri, a fare la parte del leone Volkswagen con 10.482 immatricolazioni e un aumento del 12,29% rispetto a novembre 2010, seguita da Ford (9.772, -18,67%) e  Opel (9.025, -9,87%).
ma ieri è stata una giornata decisiva anche per Termini Imerese:  lo stabilimento Fiat passa infatti alla Dr Motor di Massimo Di Risio. Lo sanciscono i due accordi firmati al ministero dello Sviluppo economico tra tutti le parti coinvolte. Così, dopo 41 anni il Lingotto lascia il sito siciliano, avviando come ultimo atto la cassa integrazione straordinaria per tutti i 1.566 dipendenti. E a Termini arriva la molisana Dr, che diventa il «secondo produttore italiano di automobili».
Si chiude una partita complessa, iniziata nel 2009 quando l’ad della Fiat aveva annunciato la chiusura dello stabilimento, e proseguita con una lunga serie di incontri, di proteste da parte dei lavoratori, fino a raggiungere ieri la formalizzazione delle intese messe a punto nelle ultime settimane.  L'accordo prevede l'accompagnamento alla pensione per 640 lavoratori. Di Risio si è impegnato a riassumere da Fiat tutti i 926 lavoratori rimasti entro la fine del 2013, ovvero del periodo coperto dalla cassa. In cambio lo stabilimento resterà di proprietà di Di Risio.
Auto: Marchionne, 2012 ancora difficile 2011 avevamo detto sarebbe stato difficile
02 dicembre, 12:24
(ANSA) - BRUXELLES, 2 DIC - ''Abbiamo detto che sarebbe stato un anno difficile'' il 2011 e ''il 2012 sara' ancora difficile''. Lo ha detto l'a.d. Fiat, Sergio Marchionne parlando dell'andamento del mercato auto italiano quest'anno e nel prossimo.

Casa in crisi, crollano mutui (-8,1%) e compravendite (-3,2%)
A livello territoriale le compravendite registrano un aumento solo nelle Isole (+8,2%)
MILANO - Il mercato della casa è in crisi. E adesso lo certifica anche l'Istat. Nel secondo trimestre dell'anno, le compravendite di unità immobiliari (219.905 in totale) sono diminuite del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2010. Il 93,2% delle convenzioni ha riguardato immobili per abitazione, il 5,9% unità immobiliari ad uso economico. Rispetto al secondo trimestre 2010, le compravendite di immobili ad uso residenziale diminuiscono del 3,1%, quelle di immobili ad uso economico del 2,5%. Il calo riguarda tutte le regioni con l'eccezione delle Isole, dove le compravendite a uso residenziale aumentano del 7,6% e quelle a uso economico del 18,7%. Le compravendite di unità immobiliari ad uso residenziale registrano nelle grandi città una diminuzione più contenuta (-1,8%) di quella osservata negli altri centri (-4,1%). Le compravendite ad uso economico mostrano una diminuzione più marcata nelle città metropolitane (-6,0%) rispetto alle altre, dove il calo è di lieve entità.
I MUTUI - I mutui (193.474 in totale) sono diminuiti dell'8,1% rispetto al secondo trimestre 2010. In particolare, quelli con costituzione di ipoteca immobiliare (118.834) sono diminuiti del 5,3%, mentre i mutui non garantiti da ipoteca immobiliare (74.640) si sono ridotti del 12,3%. Il numero di mutui risulta in sensibile aumento soltanto nelle Isole (+23,3%): in particolare, quelli senza ipoteca sono cresciuti del 29,9%, i mutui con ipoteca del 19,3%. La diminuzione tendenziale dei mutui osservata nelle città metropolitane (-11,6% per i mutui senza costituzione di ipoteca immobiliare e -4,3% per quelli garantiti da ipoteca) è stata minore di quella registrata nelle altre città (rispettivamente, -12,7% e -6,0%).

Papademos, ristrutturazione debito serve a renderlo sostenibile
La ristrutturazione del debito greco "è necessaria dato il livello che ha raggiunto" e si deve ridurre il rapporto debito/Pil "in modo da renderlo sostenibile", ha dichiarato Lucas Papademos, primo ministro della Grecia, durante un discorso in Parlamento, pochi giorni dopo che il Paese ha iniziato trattative formali con i creditori per effettuare un haircut del 50% dei titoli di Stato detenuti dai privati.
A ottobre i leader del Vecchio Continente hanno concordato un piano di aiuti al Paese del valore di 130 miliardi di euro, per coprirne le necessità finanziarie nei prossimi anni, chiedendo però che Atene raggiunga un accordo con i creditori privati per tagliare del 50% i 206 miliardi di euro che deve loro.
L'accordo punta a ridurre il debito pubblico greco al 120% del Pil entro il 2012, rispetto all'attuale 165%. Il Governo di Atene stima di ottenere un risparmio di circa 3,5-4 miliardi di euro annui sugli interessi che paga sul proprio debito.

In Spagna disoccupazione al 21,5%, record dal '96
Disoccupazione mai così alta in Spagna, che a novembre ha toccato il massimo da 15 anni. Lo riferisce il ministero del Lavoro di Madrid. Il settore più colpito è quello dei servizi, a cui appartiene l'82% dei 59.536 lavoratori che a novembre hanno perso il posto, per un totale di 4,42 milioni di disoccupati, il dato più alto dal 1996. Crescita nel numero di disoccupati si è registrata anche nell'industria (-0,7%) e nelle costruzioni (0,8%), mentre nel settore dell'agricoltura sono calati dell'1,7%. Secondo l'istituto nazionale di statistica, nel terzo quadrimestre il tasso di disoccupazione è arrivato al 21,5%, raggiungendo quasi 5 milioni di inoccupati, il più alto tra i Paesi industrializzati.
 2 dicembre 2011

Belgio: testo accordo, obiettivo 2% deficit in 2013
I leader politici dei 6 partiti di coalizione del Belgio hanno definito gli obiettivi sul deficit di bilancio e sul debito, avvicinandosi al raggiungimento di un accordo sulla creazione di un Governo federale dopo 18 mesi di trattative. "Per il bilancio 2013 il Governo rispetterà il suo impegno di mantenere il deficit del Governo federale al 2% del Pil, sempre che la situazione rimanga inalterata", recita un testo stilato di comune accordo dalle parti. "L'Esecutivo spera inoltre di ridurre il suo livello di indebitamento per limitare i pagamenti sul debito, proteggere il Paese dagli speculatori e rispettare gli impegni presi con l'Unione europea".

Svizzera. Per non dire solo “spaghetti” e “pizza”
I socialisti presenteranno un nuovo postulato in Gran Consiglio
SARNEN - L’eliminazione dell’italiano come opzione specifica dalle scuole del canton Obvaldo rimane una realtà. Almeno per il momento. Ieri il Governo cantonale ha ribadito la sua decisione sull’insegnamento della lingua italiana, che ha suscitato ampie critiche da più parti, in modo particolare dalla Svizzera italiana. L’occasione per ribadire un secco «no» viene dalla risposta ad una interpellanza in Gran Consiglio presentata ieri dalla socialista Nicole Wildisen. Un intervento appassionato, quello della granconsigliera, secondo la quale la decisione governativa «indebolisce il plurilinguismo» di cui la Confederazione si è sempre, a buon diritto, vantata e che è «tanto ammirato all’estero». «Spaghetti e pizza non bastano per conoscere lingua e cultura italiana», ha chiosato tentando invano di far cambiare idea all’esecutivo cantonale, sottolineando anche le 4mila firme raccolte da una petizione a favore del mantenimento dell’italiano. La responsabile del Dipartimento dell’istruzione ha dal canto suo ricordato che Obvaldo è un piccolo Cantone e che la scuola cantonale conta solamente 450 allievi: l’italiano come opzione specifica veniva scelta unicamente da una decina di allievi all’anno. L’idioma di Dante sarà ancora insegnato come materia facoltativa, ha spiegato, e potrà essere appreso come opzione specifica presso gli istituti scolastici di Stans e Lucerna, che non si trovano lontani da Obvaldo.
La decisione di cancellare l’italiano dalle scuole era già stata confermata dal Governo cantonale il 23 novembre scorso. Tramite un postulato i socialisti cercheranno comunque di far riaprire il dibattito in Parlamento. La Wildisen ha infatti chiesto di introdurre l’italiano come disciplina fondamentale. Il presidente dell’ASPI (Associazione svizzera professori di italiano), il docente Donato Sperduto, ha accolto con entusiasmo la notizia di quest’ultima richiesta. «Accogliamo con grande favore il postulato dei socialisti obvaldesi che ci hanno sempre sostenuto nella vicenda dell’italiano a Sarnen. Visto che il Consiglio di Stato preferisce il latino all’italiano, che permetta agli allievi di scegliere tra due lingue nazionali, ovvero tra francese e italiano. Auspico anche una rapida presa di posizione della Commissione svizzera di maturità. Le possibilità di farcela sono alte», sottolinea l’insegnante. Che al Giornale del Popolo spiega: «Abbiamo perso la guerra sull’italiano come opzione specifica, ma vinceremo la battaglia sul fatto che diventi disciplina fondamentale». Secondo Sperduto, questo è il massimo che si potrà ottenere. «Dopo l’interpellanza, ci sono stati altri parlamentari cantonali, non solo socialisti, che si sono felicitati con Wildisen e che le hanno assicurato il loro sostegno. Questo ci fa ben sperare», racconta ancora il docente. «Nella prossima seduta deputati saranno chiamati a decidere se l’italiano possa essere o meno materia fondamentale. Sono solo 4-5 ore di insegnamento in meno rispetto all’opzione “disciplina specifica”, ma rispetto all’opzione “facoltativa” è un guadagno notevole». Per sapere se la nuova richiesta sarà accolta, bisognerà quindi ancora aspettare. Mantenendo la pressione alta. (ma.si)
03.12.2011

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