domenica 22 gennaio 2012

Federali_mattino_22.1.12. Sineddoche padane ed astute digressioni meridionali. Mi sa che non hanno capito una minchia. Meglio cosi’.

Sicilia allo stremo i forconi si fermano. Andremo a Roma
Quei forconi nella polveriera Mezzogiorno
Forconi in rete la protesta arriva a Napoli
Forconi in Sicilia. Chi c’e’ dietro? No, cosa c’e’ davanti
Via i blocchi ma e’ caos benzina
Quella Sicilia dei forconi che non va sottovalutata
Giardini di pietra così rifiorì Matera
Ungheria: migliaia in piazza per governo









Giardini di pietra così rifiorì Matera
di PIETRO LAUREANO
Quando, ormai quasi venti anni fa, venne pubblicato «Giardini di pietra. I Sassi di Matera e la civiltà mediterranea» avrei voluto che recasse il sottotitolo «da vergogna nazionale a patrimonio dell’umanità» per indicare che non si tratta solo di uno studio ma è un percorso di impegno civile, il programma per la rinascita di un luogo. Resoconto della nuova interpretazione realizzata per permettere l’inserimento dei Sassi di Matera nella lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco, Giardini di pietra , opera il rovesciamento di un paradigma. Dai Sassi letti come vergogna, a causa delle condizioni disagiate e di miseria degli anni ’40 e ’50, drammaticamente descritti da Carlo Levi con le case grotta fatiscenti dove si dorme insieme agli animali, alla ricostruzione di un sistema geniale, dalla storia millenaria, dove la necessità ha portato a utilizzare al meglio le rare risorse naturali gestendo l’acqua, il suolo e l’energia in modo appropriato e armonioso. La nuova visione permea i Sassi di significato e dopo trent’anni dallo spopolamento completo avvenuto negli anni ‘60, promuove il ritorno degli abitanti. Apologo del conflitto fra tradizione e modernità, esempio per la città sostenibile, metafora di un nuovo modello per il pianeta intero: l’interpretazione è progetto di valorizzazione.
Il sottotitolo non poté essere inserito perché il libro andava in stampa quando ancora non si conosceva l’esito della decisione per l’iscrizione nella lista Unesco che doveva essere presa nella Conferenza del Comitato del Patrimonio Mondiale di Cartagena nel dicembre del 1993. A quel tempo pochi credevano in un successo. I sette siti italiani già UNESCO erano monumenti e luoghi storici tutti noti e aulici e nessuno si trovava a Sud di Roma. I Sassi di Matera portavano invece il marchio della vergogna, non quello di una candidatura nelle meraviglie del mondo. Al meglio suscitavano interesse per gli aspetti di folclore, per una lettura estetizzante dei ruderi o assurgendo a simbolo di subordinazione sociale nella concezione populista della miseria contadina.
Ma i contadini ormai non c’erano più, le abitazioni erano state murate, le antiche stradine chiuse all’accesso, il concorso internazionale e il finanziamento statale avevano prodotto grandi azioni di consolidamento operate con metodi invasi distruttivi a costi elevati. Per la gran parte degli abitanti di Matera, i Sassi costituivano un passato da dimenticare non certo un luogo da riabitare. La possibilità di mantenerli come un enorme museo di rovine era impraticabile e si susseguivano crolli e depredazioni. [...] Negli anni successivi l’Unesco pubblica documentazioni su Matera in 30 lingue e in 120 paesi avviando una formidabile campagna di informazione e di immagine che afferma le ragioni di un recupero abitativo. Attraverso il sistema della concessione degli ambienti demaniali, studiosi, appassionati e coloro che si riconoscono nel modo di abitare tornano nei Sassi.
Con Ipogea, creata proprio a questo scopo, e l’Iccrom, la struttura internazionale di conservazione fondata dall’Unesco, realizziamo corsi internazionali di restauro frequentati da studenti ed esperti di tutte le nazionalità che dialogano con l’Uf ficio Sassi del Comune di Matera e i responsabili locali e si organizza il monitoraggio degli interventi. La notorietà, il richiamo turistico, l’incentivo del contributo economico incoraggiano sempre più investimenti privati il cui valore totale moltiplica enormemente il finanziamento pubblico. Progressivamente migliora la qualità del recupero grazie all’esempio, al confronto delle esperienze e alla formazione di piccole imprese che usano tecniche tradizionali. La città assume un ruolo internazionale con le iniziative del governo italiano in rapporto alla Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla Desertificazione divenendo il punto di riferimento per soluzioni di adattamento ai problemi posti dal cambiamento climatico: il recupero delle cisterne per usare la risorse di acqua di pioggia, l’architettura passiva, i terrazzamenti sorretti da muri a secco per evitare le frane e il degrado dei suoli, il ripristino dei giardini pensili per realizzare il verde urbano, il riabitare le grotte e l’uso dei sistemi ipogei per una climatizzazione naturale.
L’esperienza di Matera è generalizzabile ai paesi del Sud del Mediterraneo e contribuisce con esempi concreti alla definizione della città sostenibile di cui i Sassi sono esempio e laboratorio citato come caso di successo a livello internazionale. Il restauro attento crea nuove professionalità e riabilita antichi mestieri e identità emarginate promuovendo benessere economico e progresso umano: la conservazione dei segni fisici diventa tutela di quelli immateriali, recupero d’identità e di valori culturali e spirituali. Grazie alla nuova narrazione e immagine i Sassi, dove, fino alla metà degli anni ’90, non solo le grotte ma anche palazzi importanti si cedevano a prezzi irrisori, sono oggi richiestissimi, sempre più abitati e in continuo aumento di valore.
Matera passa in pochi anni da una situazione di quasi completa assenza di alberghi a una grande varietà di strutture realizzate anche in grotte e spettacolari ipogei meta di un turismo crescente. Il recupero non è più unicamente la volontà d’intellettuali ma un processo spinto dai cittadini, sostenuto da investimenti privati e da un ritorno economico. Questo pone nuovi problemi. Il successo attira operazioni di puro profitto che determinano restauri non rispettosi delle caratteristiche tipologiche. La notorietà richiama presenze non interessate ai significati culturali. L’offerta e le infrastrutture tendono a conformarsi alle caratteristiche anonime di «divertificio» e oggettistica indifferenziata del turismo internazionale.
I Sassi ridivengono città senza le soluzioni e i servizi adeguati alla nuova condizione. Il successo e la pressione economica richiedono quindi l’affer mazione con maggiore forza delle ragioni della conservazione e la soluzione delle problematiche di mobilità, attrezzature e gestione. Soprattutto va mantenuto centrale il significato profondo dei luoghi e di quello che rappresentano.
21 Gennaio 2012

Ungheria: migliaia in piazza per governo
'Corteo' di pace' contro 'attacco ingiusto al paese'
21/01/2012
 (ANSA) - BUDAPEST, 21 GEN - Migliaia di ungheresi hanno manifestato nel centro di Budapest a favore del governo del premier conservatore Viktor Orban, la cui politica e' sott'accusa da parte dell'Ue, e contro la crisi finanziaria globale. Per gli organizzatori, a scendere in piazza sono stati in 100mila, 50mila per altre fonti. Davanti alla presidenza della repubblica, altri hanno manifestato contro Pal Schmitt, invitato a dimettersi per il sospetto che avrebbe copiato la sua tesi di dottorato.

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