sabato 28 gennaio 2012

Federali_mattino_28.1.12. Definanziamenti declassamenti iperfinanziamenti. - Credono che abbiamo l'anello al naso? Stanno penalizzando il Sud e le parole del governatore Vendola ne sono la conferma. Anche questa storia dei fondi comunitari ha dell'incredibile e rischiamo di far saltare importanti opere già in cantiere. E' arrivato il momento - conclude Longo - di far sentire la voce della Puglia e del Mezzogiorno, una voce importante per lo sviluppo di tutto il Paese.---Trst, oltrepadania, Marco Ballico: Il testo impegna il governo a prevedere idonee e tempestive misure di proroga e di incremento e rimodulazione degli sconti di prezzo del gasolio e della benzina per autotrazione erogati nelle aree di confine con la Slovenia e con la Svizzera, in modo da evitare che gli svantaggi della maggior fiscalità e del maggior prezzo si traducano in una pesante diminuzione del gettito erariale.---Bozen, oltrepadania: Inaugurata la prima delle due stazioni di ricarica per biciclette elettriche che Bolzano mette a disposizione dei cittadini. Si tratta di un'operazione a costo zero per il Comune ha sottolineato l'assessora Kofler Peintner poiché finanziato per intero dall'Unione europea.---Sicilia, Raffaele Lombardo e’ sconnesso, disconnected.

Bari. Longo: “Passera e Trenitalia continuano col gioco delle tre carte”
Trenitalia non consegna. Regione Puglia taglia finanziamento di 16 mln
Grande tenacia nel sostenere le ragioni della Sicilia
Bozen, oltrepadania. Bolzano: la prima stazione urbana per le biciclette elettriche
Trst, oltrepadania. Regione. Sulla benzina arriva lo sconticino di 4 cent
Crisi, Fitch declassa l'Italia di due gradini
Italia, la grande fuga dell'industria
Draghi,mercati esagerano rischio debito
Spagna: per regioni autonome obbligo pareggio bilancio dal 2020
Barroso, occorre evitare il default della Grecia
Macedonia: Grecia protesta per 'irredentismo' Arco Trionfo



Bari. Longo: “Passera e Trenitalia continuano col gioco delle tre carte”
BARI - "Non avevamo dubbi, sul trasporto ferroviario anche il ministro Passera si comporta come l'ad di Trenitalia, Moretti: il gioco delle tre carte sta diventando il preferito dalle parti di Roma", è il commento di Peppino Longo, consigliere regionale dell'Unione di centro e componente della commissione trasporti.
"Ci avevano assicurato che sui tagli ai treni avrebbero fatto dei passi indietro - prosegue Longo - ci avevano anche assicurato un tavolo di confronto ma fino ad ora non vediamo azioni concrete. C'è la convocazione del governatore della Calabria per i prossimi giorni ma per noi ancora nulla. L'assessore Minervini ‘si augura’ che sia dovuto ad un disguido postale, ma io aggiungo che evidentemente ci sono problemi anche sulle linee telefoniche tra Roma e Puglia”.
“Ho l'impressione, invece - prosegue il consigliere regionale Udc - che ancora una volta governo e Trenitalia ci stiano facendo prima vedere la carta che vince e poi la nascondono accuratamente. Credono che abbiamo l'anello al naso? Stanno penalizzando il Sud e le parole del governatore Vendola ne sono la conferma. Anche questa storia dei fondi comunitari ha dell'incredibile e rischiamo di far saltare importanti opere già in cantiere”. “E' arrivato il momento - conclude Longo - di far sentire la voce della Puglia e del Mezzogiorno, una voce importante per lo sviluppo di tutto il Paese".

Trenitalia non consegna. Regione Puglia taglia finanziamento di 16 mln
BARI – «Trenitalia non rispetta gli accordi per la consegna di 14 nuovi treni. La Regione procederà al definanziamento». L’assessore pugliese alle infrastrutture e mobilità, Guglielmo Minervini, non intende più aspettare. «Nel 2006 – spiega – abbiamo sottoscritto con Trenitalia un accordo di programma finalizzato all’acquisto di 14 nuovi treni composti complessivamente da 55 vetture a doppio piano e 14 semipilota, da destinare al servizio regionale. Costo complessivo 80 milioni di euro, di cui 20,4 a carico della Regione. Trenitalia ha acquistato finora solo 4 treni, ovvero 4 semipilota e 12 carrozze, utilizzando 4,4 milioni di euro del contributo regionale. Disimpegneremo i restanti 16 milioni».
Nell’accordo, modificato a ottobre 2007, si legge – è detto in una nota della Regione Puglia – «il contributo ha validità di trenta mesi a decorrere dalla data di sottoscrizione. Pertanto le ordinazioni di materiale rotabile saranno effettuate al massimo entro il 20 agosto 2008, fermi restando i termini di consegna». «Questo – spiega Minervini – non è avvenuto. Trenitalia ha dirottato altrove i suoi investimenti, evidentemente non è convinta che solo treni nuovi possano far percepire un servizio di qualità. Noi al contrario intendiamo offrire ai pendolari pugliesi i migliori servizi. Non ci arrendiamo all’idea che il trasporto ferroviario debba essere scadente. È per questa ragione che la Puglia negli ultimi anni è stata la quarta regione in Italia per investimenti sull'ammodernamento della flotta dei treni. Trenitalia, dunque, non può operare al ribasso lasciando cadere nell’inerzia l’impegno di concorrere all’acquisizione di nuovi treni. Adesso con i 16 milioni provvederemo ad acquistare direttamente i treni ed immetterli nel nostro servizio di trasporto regionale».

Grande tenacia nel sostenere le ragioni della Sicilia
 scritto da Raffaele Lombardo
Dopo l’incontro a Roma si apre una nuova fase, verificheremo settimana per settimana e accelereremo un percorso che abbiamo il dovere di accelerare perché questo serve ai siciliani.
Il nostro atteggiamento è stato di grande tenacia nel sostenere le nostre ragioni. Ci siamo impegnati anche a fare alcuni provvedimenti che ci riguardano: dal sistema della Serit che va visto nei dettagli a leggi fondamentali per le quali si è perso troppo tempo come quella sul commercio visto che il problema della nostra agricoltura è la trasformazione dei prodotti e la loro commercializzazione.
E’ naturale che il confronto non si chiude qui, emergeranno tanti altri problemi a proposito ad esempio dei commercianti o degli artigiani e in questo confronto renderemo conto di quello che facciamo, monitorandoci a vicenda con il governo nazionale in maniera tale che questo serva da stimolo per fare fino in fondo il nostro dovere.
Allo stesso tempo vogliamo confrontarci con i cittadini e con gli imprenditori, parlando con tutti e non solo con chi protesta ma anche con chi magari non ha voce per protestare. A cominciare dal quell’imprenditore del trapanese che ho sentito nel corso di una intervista che ha rilasciato e che produce attrezzature per le cantine sociali che sono in crisi. Si chiama Tamburello e lo incontrerò per sentire dalla sua voce coma mai tante misure che sono state adottate non stanno funzionando e come mai non siamo capaci, piuttosto che aspettare che vengano ad acquistare il nostro mosto a due lire, di fare noi il nostro vino in brick come si fa possibilmente utilizzando il nostro prodotto di base. Così come capita con altri prodotti, dalla pasta al pane. Il nostro latte parte per il nord, viene confezionato, triplica il suo costo e torna di nuovo in Sicilia sui banchi dei supermercati. Oppure, perché non dovremmo fare noi le marmellate se la migliore frutta parte dalla Sicilia? Siamo incapaci o non vogliamo lavorare? Utilizziamo le risorse dei fondi strutturali per “autonomizzarci” e per evitare che altri facciano i furbi sulla nostra pelle.
Credo che quello con Monti sia stato un ottimo confronto, nel quale, come forse si era soliti fare, non siamo andati con il cappello in mano. Ci siamo incontrati sul piano tecnico e tra tecnici.
Non abbiamo fatto un discorso solo per la Sicilia. L’agricoltura non è solo siciliana ma italiana, quella meridionale soffre e la nostra è particolarmente penalizzata in quanto di qualità e paga ancora di più lo scotto di una competizione sleale. Garanzia di tracciabilità e di controlli per garantire la sicurezza alimentare per vedere se i prodotti concorrenziali hanno sostanze dannose alla salute. Controlli vuol dire scoprirlo e soprattutto comminare sanzioni pesanti a chi usa quei prodotti nocivi. E’ poi importante che si indichi la provenienza e la tracciabilità dei prodotti in modo che la gente sappia cosa mangia e da dove viene il prodotto. Così come è necessario che si sappia che un pomodorino che si vende a tre euro lascia nelle tasche del produttore che si accolla i maggiori oneri forse trenta centesimi. Che lo scandalo venga alla luce perché uno scandalo c’è: la moltiplicazione per 10 o per 20 del costo dal produttore al consumatore, l’altro fregato della catena, che paga caro i prodotti mentre il produttore non riprende le spese.
Si è poi parlato di flessibilizzazione per quanto riguarda i tributi. Un principio che starebbe già in qualche decreto del governo e che significa rateizzare senza interessi stratosferici perché la gente non può pagare.
Si sono poi affrontate altre questioni: a partire dai costi minimi della sicurezza degli autotrasportatori che ricevono concorrenza sleale da parte di trasportatori bulgari o rumeni o russi che questi costi minimi non li fanno pagare e diventano più interessanti per le aziende produttrici o commerciali. Che le sanzioni riguardino anche la committenza oltre che un controllo molto forte. Questi sono impegni che il governo ha già preso.
Ancora, ci sentiremo con il consigliere diplomatico del presidente del consiglio per stilare un elenco di aziende che sono disposta ad andare a lavorare in Libia per la ricostruzione. Piccole imprese certo non da 50 miliardi di euro di lavoro ma lavori da 100, 200 o 500 mila euro per ricostruire un albergo distrutto o una casa o un ufficio o un acquedotto o un ufficio.
Poi abbiamo parlato dei treni a lunga percorrenza e il governo ci ha subito assicurato che uno di questi verrà ripristinato. Uno, erano molti di più e adesso si dovrà avviare una trattativa serrata con le ferrovie.
Tutta una serie di questioni che saranno verificate settimana per settimana da gruppi di lavoro. Uno si occuperà di pesca, agricoltura e trasporti – e a proposito di trasporti ci saranno interventi per il potenziamento dell’eco bonus, interventi per ridurre i costi delle tariffe autostradali. Del tema della benzina se ne parla nel tavolo che si occupa di federalismo fiscale. E’ importante fare accordi, come hanno fatto altre regioni a statuto speciale con lo stato e con il governo perché si tocchi il tema delle accise petrolifere. Questo tavolo comincerà ad incontrarsi già dalla settimana prossima.
Per un governo tecnico e per un presidente del Consiglio lontano mille miglia dalla politica e dai problemi della politica è stato un buon inizio di collaborazione. Si sono avute risposte concrete e realistiche. Non ci siamo sottratti alle nostre responsabilità e alle nostre lentezze. Dobbiamo accelerare ed essere impegnati per uno sforzo straordinario al servizio del popolo siciliano.

Bozen, oltrepadania. Bolzano: la prima stazione urbana per le biciclette elettriche
BOLZANO. Inaugurata la prima delle due stazioni di ricarica per biciclette elettriche che Bolzano mette a disposizione dei cittadini. "Si tratta di un'operazione a costo zero per il Comune" ha sottolineato l'assessora Kofler Peintner "poiché finanziato per intero dall'Unione europea". Obiettivo del progetto: incentivare gli spostamenti più ecologici migliorando così la qualità dell'aria. Si stima che siano oltre 5.000 le biciclette elettriche in circolazione a Bolzano. Le due stazioni di ricarica sono fornite dalla ditta locale e-move srl, contano complessivamente 12 posti, e l'energia elettrica, prodotta in maniera ecosostenibile da pannelli fotovoltaici, è totalmente gratuita per l'utilizzatore che deve solo acquistare l'apposito cavo di ricarica (Euro 40) che ha anche la funzione di lucchetto particolarmente sicuro presso la cooperativa Novum di via Macello. Ciascuna stazione è in grado di erogare una potenza massima di quasi 1 kW, contribuendo tramite l'immissione in rete ad un guadagno da parte della pubblica amministrazione. Nell'ambito del progetto di sostegno della mobilità pulita il Comune di Bolzano ha acquistato 15 biciclette elettriche, in uso per i dipendenti comunali, le quali potranno anche essere provate dai cittadini nel corso di alcune attività promozionali durante l'anno 2012. 27 gennaio 2012

Trst, oltrepadania. Regione. Sulla benzina arriva lo sconticino di 4 cent
Marco Ballico
Correttivo d’emergenza a favore della categoria dal primo febbraio ma i gestori protestano: doveva riguardare solo la prima fascia
TRIESTE. La Regione concretizza in 24 ore l’annuncio di Sandra Savino. Il correttivo d’emergenza a favore dei benzinai arriva davvero, ma non riguarda solo le zone confinarie: lo sconto sui carburanti, dal prossimo 1 febbraio, aumenterà di 4 centesimi al litro in prima fascia e di 2 centesimi in seconda. L’intervento, tuttavia, non convince per nulla il sindacato dei gestori. Il presidente regionale Figisc Mauro Di Ilio, che avrebbe voluto un incremento di 9 centesimi nella sola prima fascia, è deluso: «E’ troppo poco per gli operatori al lavoro sul confine».
 Il correttivo Sandra Savino, in accordo con il vicepresidente Luca Ciriani, gioca d’anticipo sul governo. In attesa che un provvedimento nazionale corregga gli effetti della legge Monti e concretizzi il recupero delle accise per le casse regionali, l’assessore alle Finanze ha dato mandato alla direzione Energia di fissare la nuova scontistica, per contenere almeno un po’ il calo di introiti e di gettito tributario sulla vendita dei carburanti in regione. «Siamo consapevoli che il tutto deve avvenire nel pieno rispetto degli equilibri di bilancio – spiega Savino –, ed è per questo che gli uffici hanno valutato attentamente la compatibilità di una misura da intendere come straordinaria». Fatti i conti, si è deciso di alzare per tutto febbraio lo sconto di 4 centesimi in prima fascia (a Trieste, Gorizia e in area montana si passerà da 21 a 25 centesimi per la benzina e da 14 a 18 per il gasolio) e di 2 centesimi in seconda (nel resto della regione da 14 a 16 per la benzina, da 9 a 11 per il gasolio).
 Gestori insoddisfatti E’ qualcosa, certo, ma non tutto. Non dove si i tratta di colmare differenziali pesanti rispetto ai prezzi oltre confine. Di Ilio segnala per esempio che lo scarto con la benzina slovena è di 31 centesimi al litro e dunque «l’intervento della Regione non riduce la differenza come sarebbe stato opportuno. E’ poco, troppo poco». Ma il presidente Figisc contesta pure l’impostazione del provvedimento: «In questo momento gli sconti servono in prima fascia, non altrove. Perché è in prima fascia che i gestori soffrono, è lì che si deve concentrare lo sforzo delle casse pubbliche».
 Benzina e non gasolio Di Ilio non teme di definire i 2 centesimi a favore della seconda fascia «una vera regalia» e «uno spreco di denaro». «Non si tratta di essere gelosi – prosegue –, ma di tener conto di una situazione sul confine in cui sono penalizzati non solo i benzinai ma tutto l’indotto commerciale». Ultima osservazione: «Lo sconto andrebbe mirato sulla benzina, non sul gasolio, che tra l’altro ha volumi di vendita molto inferiori». Il motivo? «La differenza tra il prezzo al litro della benzina e del gasolio è di 8 millesimi in Italia ma di 8 centesimi in Slovenia. E’ evidente che solo la scontistica sulla benzina può risultare determinante».
 Odg a Roma Resta naturalmente in piedi la trattativa nazionale, quella che, se sbloccata, potrebbe dare nuovi margini di manovra alla Regione. Ieri il governo ha intanto accolto un ordine del giorno di Ivano Strizzolo (Pd), con la firma anche di Ettore Rosato e Alessandro Maran (Pd), Angelo Compagnon (Udc), Roberto Antonione (Misto-Liberali per l’Italia), Roberto Menia (Fli), Massimiliano Fedriga (Lega Nord). Il testo impegna il governo a «prevedere idonee e tempestive misure di proroga e di incremento e rimodulazione degli sconti di prezzo del gasolio e della benzina per autotrazione erogati nelle aree di confine con la Slovenia e con la Svizzera, in modo da evitare che gli svantaggi della maggior fiscalità e del maggior prezzo si traducano in una pesante diminuzione del gettito erariale». Gottardo-Giarda Sul sito del Pdl Fvg Isidoro Gottardo fa sapere a sua volta che tra le fine della settimana e l’inizio della prossima il governo conta di poter inserire in un decreto l’adeguamento del fondo benzina per la regione: «Il ministro Giarda ha assicurato che la questione posta dalla giunta regionale e sollecitata dai parlamentari è all’attenzione del ministero dell’Economia e che questo è in contatto con la Regione per la soluzione».

Crisi, Fitch declassa l'Italia di due gradini
«Evitato voto peggiore grazie a Monti»
Downgrade anche per Spagna, Belgio, Cipro e Slovenia.
Si salva l'Irlanda. Per il nostro paese il motivo è il debito
ROMA - Fitch segue Standard & Poor's e declassa l'Italia. L'agenzia di rating Usa ha tagliato il giudizio sullo Stato italiano di due gradini da "A+" ad "A-", con outlook negativo. Declassati insieme alla Penisola anche Belgio (da AA+ a AA), Cipro (da BBB a BBB-), Slovenia (da AA- a A) e Spagna (da AA- a A). Per tutti questi paesi l'outlook è negativo. Confermato il rating all'Irlanda a BBB+. Tutti e cinque i Paesi erano stati messi sotto osservazione (in credit watch negativo) il 16 dicembre.
Le previsioni. L'outlook negativo indica che esiste poco più del 50% di possibilità di un ulteriore riduzione del rating nell'arco dei prossimi due anni. Come indicato nella nota del 16 dicembre, Fitch ha valutato i rating sovrani sia alla luce del rischio sistemico a livello europeo che dei fattori specifici a ogni paese. Per l'Italia il problema rilevato da Fitch è quello della dinamica del debito pubblico.
«Dal governo Monti forte impegno». Nel comunicato che accompagna il downgrade, Fitch spiega che «un'azione più severa sul rating è stata evitata grazie al forte impegno del governo italiano a ridurre il deficit di bilancio e a implementare riforme strutturali, oltre che in virtù del significativo allentamento dei rischi a breve termine nella raccolta di capitali come risultato dell'asta a 36 mesi condotta dalla Bce». Nel rapporto, Fitch spiega di aver abbassato il rating del paese sia per i rischi di una crisi sistemica dell'eurozona sia alla luce dell'alto livello del debito e del basso tasso di crescita.
Venerdì 27 Gennaio 2012 - 19:05    Ultimo aggiornamento: 19:55

Italia, la grande fuga dell'industria
In 5 anni persi 700mila posti di lavoro
Dal 2008 al 2013 lo smottamento occupazionale. L'uso della cassa integrazione e il ripensamento del welfare
MILANO - Per ora rientra nel campo delle possibilità. Il calcolo probabilistico lo indica Prometeia, l'associazione fondata da Beniamino Andreatta e nel cui comitato scientifico figurano anche Romano Prodi, Alberto Quadrio Curzio e Marco Onado: «E' possibile che si sviluppi una terza fase di ristrutturazione del settore industriale dopo quelle dei primi anni ottanta e novanta». Siamo di fronte a un secondo periodo recessivo che arriva a stretto giro di posta dopo la Grande Crisi del biennio 2008-2009. E allora - indicano gli studiosi di Prometeia, tra le principali società di consulenza finanziaria in Italia - l'esito di questo processo annuncia per forza di cose un cambiamento di paradigma. Il dado è presto tratto. Scrive Prometeia che «nel quinquennio 2008-2013 il numero dei posti di lavoro si sarà ridotto di 800mila unità, di cui 700mila soltanto nel settore industriale». Una Grande Fuga dell'Industria che impone un ripensamento anche delle politiche di welfare e di sostegno al reddito, soprattutto per l'auspicato - ma non ancora pienamente attuato - passaggio a una società del terziario o del post-terziario, capace di ricollocare sul mercato gli esuberi del mercato del lavoro.
LE RAGIONI - Dice Stefania Tomasini, curatrice della ricerca e responsabile delle previsioni economico-finanziarie di Prometeia, che questo scenario da «Apocalypse Now» trova la sua ragion d'essere nel nanismo dimensionale delle nostre imprese («incapaci di attenuare gli effetti della Grande Crisi a causa della debolezza della domanda domestica»), nella stretta creditizia operata dal sistema bancario nel finanziare le imprese («gli istituti di credito sono sempre più selettivi nell'erogazione di liquidità», dice Tomasini, a causa di interessi sempre più alti sull'inter-bancario a causa delle tensioni sul debito sovrano e all'impossibilità della Bce di fungere da prestatore di ultima istanza) e da una «compressione del reddito delle famiglie, che ha determinato una sempre minore possibilità di accumulo (la cosiddetta propensione al risparmio, ndr.), correlata a una riduzione del potere d'acquisto e di spesa in beni durevoli». Da qui, come un cane che si morde la coda, la Grande Industria manifatturiera - di cui s'intravedono gli ultimi retaggi se si pensa ai "favolosi" anni '60 e '70 - sta fuggendo verso altri lidi e mercati inesplorati. E come ignorare la Crisi della Farmaceutica, ormai conclamata, tanto che è «la cura della persona e i servizi legati alla salute il nuovo fronte difficile», aggiunge Tomasini. Sullo sfondo l'esigenza di riformare il mercato del lavoro - avvertita come prioritaria dall'esecutivo Monti - ma che comunque «non attenua gli effetti negativi di questa doppia spirale recessiva - avverte Tomasini - e semmai ha connotati strutturali i cui esiti non sono riscontrabili prima del 2014». D'altronde le previsioni di decrescita del Pil (-1,7% nel 2o12 è l'ultima stima nefasta) lasciano pochi margini di manovra alle parti sociali, anche in previsione di una riforma del sistema degli ammortizzatori, con una progressiva delimitazione d'intervento della cassa integrazione (?), su cui Confindustria e sindacati sembrano piuttosto scettici almeno sul breve-termine.
Fabio Savelli
twitter@FabioSavelli
27 gennaio 2012 | 23:46

Draghi,mercati esagerano rischio debito
Spread motore per riforma per diversi governi
27 gennaio, 15:06
(ANSA) - DAVOS, 27 GEN - ''I mercati stanno esagerando il rischio del debito governativo e questo puo' andare avanti ancora un po'''. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi parlando al World economic forum. 'Gli spread sono stati sempre un potente motore per le riforme di diversi Governi. I Paesi quindi devono prendere le misure necessarie per il risanamento'', ha poi ha detto il presidente della Bce .

Spagna: per regioni autonome obbligo pareggio bilancio dal 2020
27 Gennaio 2012 - 14:17
 (ASCA-AFP) - Madrid, 27 gen - Il governo spagnolo ha approvato il disegno di legge di stabilita' finanziaria che include il divieto per le 17 regioni del Paese, di chiudere i conti in deficit a partire dal 2020.
 ''Tutte le regioni autonome dovranno avere un bilancio in pareggio o in surplus'' ha spiegato il ministro delle Finanze Cristobal Montoro dopo una riunione del Consiglio dei Ministri.
fgl/

Barroso, occorre evitare il default della Grecia
Occorre fare tutto il possibile per evitare il default della Grecia: lo ha affermato in conferenza stampa a Bruxelles il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Durao Barroso.
"Riteniamo che se gli amici greci fanno la loro parte abbiamo il dovere di sostenerli: se sorgesse un problema di default in Grecia la situazione diverrebbe difficile non solo per il Paese ma per l'intera Eurozona", ha spiegato Barroso secondo il quale "chi parla di default greco non sa che cosa stia dicendo: dobbiamo fare del nostro meglio per garantire le condizioni d' insostenibilità della Grecia nell'Eurozona, ovviamente a patto che i greci collaborino".

Macedonia: Grecia protesta per 'irredentismo' Arco Trionfo
Gigantesca 'Porta Macedonia' inaugurata di recente a Skopje
27 gennaio, 16:05
(ANSAmed) - SKOPJE, 27 GEN - La Grecia ha protestato formalmente con il governo macedone per i simboli 'irredentisti' presenti su 'Porta Macedonia', il gigantesco Arco di Trionfo inaugurato nei giorni scorso a Skopje.
 Alexandra Papadopoulou, responsabile dell'Ufficio di collegamento della Grecia a Skopje (Atene non ha un'ambasciata in Macedonia, Paese del quale non riconosce il nome) ha consegnato una nota di protesta al ministero degli Esteri macedone. In essa si denuncia tra l'altro la ''distorsione politica della realta' storica, rivolta contro la Grecia e gli altri paesi della Regione''. Tali azioni, sottolinea Atene, ''sono pericolose e rappresentano una minaccia per la stabilita' dei Balcani, che gia' ha pagato un duro prezzo a causa del nazionalismo''.
 I due Paesi sono opposti da anni in una dura disputa sul nome della repubblica ex jugoslava. Atene ritiene infatti che il termine Macedonia appartenga esclusivamente al patrimonio storico e culturale ellenico, e teme che da parte di Skopje possano esserci rivendicazioni territoriali sulla provincia settentrionale greca che porta proprio il nome di Macedonia. Per tali contrasti, la Grecia blocca da tempo il cammino della Macedonia verso la piena integrazione in Ue e Nato. Negoziati con la mediazione dell'Onu non hanno portato finora a risultati concreti. Per l'opposizione della Grecia, il Paese ex jugoslavo e' stato ammesso alle Nazioni Unite nel 1993 con il nome provvisorio di Fyrom, che sta per Former yugoslavian republic of Macedonia.
 Nelle scorse settimane nel centro di Skopje e' stata inaugurata 'Porta Macedonia', un grandioso Arco di Trionfo realizzato per celebrare l'indipendenza conquistata 21 anni fa.
Alto 21 metri, ricoperto di marmi e strutturato su tre livelli, l'enorme costruzione e' ricoperta da decine di rilievi con motivi che si collegano alla storia e alla cultura della Macedonia, che ha in Alessaandro Magno il suo eroe piu' celebrato. Costata 4,4 milioni di euro, la faraonica 'Porta Macedonia' ha suscitato dure critiche fra le forze dell'opposizione, che hanno denunciato un inutile spreco di denaro in un paese che e' fra i piu' poveri d'Europa. (ANSAmed).

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