martedì 24 gennaio 2012

Federali_sera_24.1.12. Sono solidale con la categoria dei tassisti, non in modo indifferenziato, generico e populistico – ha detto Emiliano ai manifestanti – Se quindi io sono qui oggi è perchè ho l'impressione che tutto questo abbia a che fare con una parola: ingiustizia. E poichè io contro l’ingiustizia ho lottato tutta la mia vita, da quando ero bambino, sperando che questo non disturbi troppo il manovratore e che non faccia offendere nessuno, – ha detto – vi esprimo la solidarietà mia e della città di Bari.

Bari paralizzata dai tassisti. Il sindaco: solidale con voi
Crisi e caro gasolio fermi oggi a Taranto pescatori e autotrasportatori
Napoli. Dopo i camion si fermano le barche
Basilicata. Autotrasporto, è quasi paralisi
Grecia: niente accordo tra Atene e creditori




Bari paralizzata dai tassisti. Il sindaco: solidale con voi
BARI – Traffico paralizzato oggi in una vasta zona del centro di Bari per la manifestazione di circa 150 tassisti delle due cooperative che, a passo d’uomo, hanno percorso un itinerario cominciato da piazza Libertà, sede della prefettura e del Comune, per poi farvi ritorno dopo aver attraversato via Quintino Sella, via Capruzzi (sede del consiglio regionale pugliese), via De Giosa, lungomare (sedi Provincia e giunta regionale).
L'agitazione dei tassisti contro le liberalizzazioni accentua i disagi della circolazione automobilistica che deve registrare il blocco attuato dagli autotrasportatori su gran parte della tangenziale di Bari. Molti automobilisti, per evitare le lunghissime code sulla circonvallazione – una arteria che collega Nord e Sud della Puglia – hanno scelto di by-passarle entrando in città ma non avevano messo in preventivo i disagi causati dallo sciopero dei tassisti.
Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, ha ricevuto in serata una delegazione di tassisti che protestano, fino alle 23, contro le liberalizzazioni decise dal governo Monti e ha espresso ai manifestanti «la sua solidarietà e quella della città».
«Sono solidale con la categoria dei tassisti, non in modo indifferenziato, generico e populistico. – ha detto Emiliano ai manifestanti – Se quindi io sono qui oggi è perchè ho l'impressione che tutto questo abbia a che fare con una parola: ingiustizia». «E poichè io contro l’ingiustizia ho lottato tutta la mia vita, da quando ero bambino, sperando che questo non disturbi troppo il manovratore e che non faccia offendere nessuno, – ha detto – vi esprimo la solidarietà mia e della città di Bari».
I tassisti, approfittando dell’opportunità d’essere ricevuti dal sindaco, hanno poi fatto presente che, in seguito al blocco dei tir, hanno calcolato di avere un’autonomia di carburante pari a un giorno di lavoro.
«Se il blocco va avanti – ha chiesto un rappresentante della delegazione dei tassisti – il sindaco, il prefetto, possono garantirci una colonna per avere combustibile per il nostro servizio?». Un problema sul quale Emiliano si è riservato «di informare il prefetto facendo presente che l’intero trasporto, pubblico e privato, sta andando in collasso compreso quello dei mezzi d’urgenza». Riferendosi poi ad alcune scelte fatte dal governo, Emiliano ha fatto accenno a decisioni frutto di «approssimazione, superficialità e incoscienza» perchè – ha sottolineato – vanno a colpire «la parte più debole del paese».

Crisi e caro gasolio fermi oggi a Taranto pescatori e autotrasportatori
TARANTO - Crisi, incertezza per il futuro, lavoro sempre più scarso, caro gasolio: a partire da oggi si incrociano le proteste di pescatori e autotrasportatori, due categorie tra le più esposte ai venti della recessione. Gli autotrasportatori hanno fermato le loro attività e rimarranno così sino alle 24 del 27 gennaio. In questi giorni ci saranno anche una serie di presidii concentrati in prossimità dell’area industriale e degli stabilimenti Ilva ed Eni soprattutto.
«Il settore è in profonda crisi economica, il gasolio è aumentato ed il costo è sempre più insostenibile per il settore, la committenza non riconosce i costi minimi necessari a garantire la sicurezza dei lavoratori e degli utenti della strada, il Governo manifesta scarsa attenzione verso i problemi della categoria»: così il coordinamento provinciale di TrasporTaranto ha riassunto i motivi dell’agitazione. Che per diversi aspetti. come detto, si incrocia con quella dei pescatori, i quali stamattina alle 9 in piazza Fontana incontreranno il deputato del Pd, Ludovico Vico, quindi alle 12 negli uffici di via Tirrenia il presidente della Provincia, Gianni Florido, e l’assessore provinciale alle Attività produttive, Antonio Scalera.
In un documento di qualche giorno fa Agci Pesca, Lega Pesca e Confcommercio hanno denunciato come tutto il sistema pesca «sia compresso di fatto in una morsa sempre più serrata fra l’aumento dei costi di produzione (gasolio, manodopera, reti, acciaio, etc...) e la stagnazione dei prezzi di vendita dei prodotti ittici nazionali in seguito all’aumento delle importazioni di pesci, molluschi e crostacei provenienti da Paesi extracomunitari a prezzi monopolistici». E ancora la politica della Ue per il settore non tiene conto «della specificità della pesca mediterranea», rischia quindi «di comprometterne l’esistenza» ma soprattutto «accomuna le risorse mediterranee a quelle atlantiche ignorando relazioni e ricerche scientifiche di enti pubblici che pure sottolineano la peculiarità biologica (taglia e quantità ridotte) delle specie presenti nei nostri mari rispetto a quelle oceaniche inasprendo inoltre in maniera irragionevole reati e illeciti amministrativi legati all’esercizio della pesca professionale». A ciò si aggiunga, dicono Agci, Lega e Confcommercio, «la progressiva scadenza dei benefici connessi all’estensione della legge 30 del ’98», che «significherà il raddoppio dei costi previdenziali ed assistenziali per ogni pescatore esercente la pesca costiera». C’è poi «la gestione poco oculata del decreto concernente il fermo temporaneo di pesca» che «non riesce ad arginare il progressivo impoverimento delle risorse nei nostri mari, condizionato com’è, nei tempi e nelle metodologie, da esigenze politiche e sociali e mai da ragioni biologiche. Inoltre negli ultimi tre anni la corresponsione dei benefici connessi al fermo dell’attività è stata differita di circa dodici mesi provocando agli equipaggi ulteriori problemi economici».
Ecco dunque i principali problemi dei pescatori, sui quali il sindaco Ezio Stefàno ha scritto anche al Governo chiedendo che sia difeso il loro lavoro. E da oggi le due proteste, autotrasportatori e pescatori, corrono su binari paralleli.

Napoli. Dopo i camion si fermano le barche
Pescatori contro caro gasolio e regole Ue
Sit-in davanti al consiglio regionale: «Costo della benzina e nuove norme europee ci mettono in ginocchio»
NAPOLI - È una protesta più silenziosa dei camionisti ma altrettanto sentita quella dei pescatori napoletani che oggi sono scesi in piazza. Denunciano anche loro il caro benzina che sta mettendo in ginocchio un intero settore, quello della pesca. «Non riusciamo neppure più a coprire le spese e il peggio arriverà quando l’Ue approverà il nuovo Piano comune per la pesca» dichiarano i lavoratori in sciopero. I barchini, anche quelli più piccoli, dovranno rispettare il limite di distanza dalla costa di un miglio e mezzo, tutti dovranno dotarsi di strumentazioni Gps, e si dovrà pescare con reti a maglia larga: «Così prenderemo solo acqua» avvertono i manifestanti riuniti sotto al palazzo della Regione Campania.
DAL TIRRENO ALL'ADRIATICO - Sono solo alcune delle norme contro le quali i pescatori promettono di dare battaglia. «Abbiamo già consegnato licenze e documenti alle capitanerie, l’unica prospettiva che ci lasciano è quella della cassa integrazione» dichiara Giulio Oliviero, portavoce della delegazione. Pescherecci ferme nei principali porti della Campania dunque, ma la protesta si sta estendendo dal Tirreno all’Adriatico. Una delegazione di un centinaio di lavoratori uniti sotto la sigla “Marinai pescatori d’Italia” presidia il palazzo della giunta regionale al Centro Direzionale.
DA AMENDOLARA - I manifestanti attendono di essere ricevuti dal consigliere all’Agricoltura Vito Amendolara: «Resteremo qui fino a quando non saremo ricevuti». I dimostranti sono tutti uomini, di età compresa tra i 65 i 18 anni, padri e figli che vivono di pesca. Tra loro, Remigio De Gaetano, uno dei più vivaci nelle proteste, spiega che in Italia, sulle nostre tavole, di pesce italiano non ce n’è neppure l’ombra: «Arriva solo merce dalla Cina e dalla Patagonia. Il rischio – continua - è che i camion fermi per la protesta degli autotrasportatori, contengono pesce di provenienza estera, non conservato adeguatamente, ma che comunque sarà consegnato alle grandi catene di supermercati di tutta Italia». «Per il momento siamo tutti fermi – gridano i pescatori – e ci resteremo a oltranza, se sarà necessario».
BARCHE FERME AL GRANATELLO - Imbarcazioni ferme per lo sciopero anche al Porto del Granatello a Portici, nel Napoletano. Alle 8 una quarantina di pescatori, radunata sulla banchina del Porto borbonico, ha illustrato ai cronisti le ragioni della protesta annunciata ieri dopo una assemblea e la consegna dei documenti al comparto marittimo.
Francesca Marra

Basilicata. Autotrasporto, è quasi paralisi
Dalla Sicilia la protesta si espande. Assalto alle pompe di benzina. Blocchi anche in Basilicata sulla Jonica, sulla Salerno Reggio e a Viggiano
24/01/2012  CAMIONISTI e agricoltori lucani in rivolta. Come in Sicilia. Sono scesi in strada ieri mattina verso le 9.30, portando i loro mezzi di trasporto e quindi di lavoro per fermare il traffico sulle principali arterie delle Basilicata, come è accaduto anche nel resto d’Italia. I punti più critici a causa del blocco, sulla Jonica, in Val d’Agri e sulla Salerno Reggio Calabria, all’altezza dello svincolo di Atena lucana. A Potenza si sono dati appuntamento a partire dalle 13 sulla Basentana, nelle due direzioni, all’altezza del Park hotel e della Q8. Tanti lavoratori che, alla stregua dei colleghi siciliani ma non solo, non sopportano gli aumenti dei prezzi del carburante e le tante tasse che rischiano di soffocarli. E presto potrebbero aggiungersi anche allevatori e agricoltori. Per ora si sono fatti sentire i camionisti, comunque. Che da ieri, appunto, hanno interrotto il transito dei mezzi pesanti in due snodi essenziali della jonica, sul versante di Policoro e Scanzano come proprio nell’area della Val d'Agri maggiormente interessata dallo scorrimento dei giganti della strada che consentono la distribuzione del greggio. Ancora il petrolio, infatti, sta al centro dell'attenzione. Perché è l'oggetto che più di tutti condiziona l'economia. Ma che è anche trattato quale strumento della Regione Basilicata in mano alla Regione e da tempo alle compagnie petrolifere per recuperare risorse economiche e foraggiare interessi privati.
 Concesso il passaggio delle automobile, quindi, sembra che l'obiettivo della manifestazione sia di fare un primo e minimo fastidio all'economia ugualmente in crisi di questa terra. Eppure, in attesa dell'assemblea che gli agricoltori hanno convocato per domani a Matera, un appuntamento che si svolgerà in piazza Vittorio Veneto a partire dalla 17.30, un movimento di persone pare abbia ricominciato a muoversi. Dove "Policoro é tua" di Frammartino, "No Scorie Trisaia" di Santarcangelo e "Altragricoltura" di Fabbris ripeteranno la manifestazione di costituzione, già stata a Policoro alcuni giorni fa, dei "forconi lucani". La certezza, per il momento, è che dietro ai camionisti lucani e agli agricoltori e allevatori del Metapontino non ci sono di certo infiltrazioni mafiose o strumentalizzazioni del caso, come si insinua invece per i colleghi siciliani. I dubbi più che altro riguardano la durata della protesta. Ripetere una seconda Scanzano Jonica per il momento non sembra possibile. Seppur la rabbia di fondo, dai tempi della rivolta contro le scorie nucleari, sia aumentata. E davvero di tanto. Ancor più d'allora, tra l'altro, s'è ingrandita e sviluppata la distanza fra partiti e spesso pure sindacati insieme alla associazioni di categoria dalla vita reale e di conseguenza dai tanti problemi della quotidianità. L'attivismo reale, dal basso, oggi, è l'unica e coraggiosa forma di rappresentanza che s’affaccia all'orizzonte delle difficilissime giornate. La forza dei "Forconi Lucani" e dei camionisti in stato d'agitazione sarà pesata nuovamente sul campo. Nel frattempo, ieri, anche a Potenza le pompe di benzina sono state prese d’assalto per la paura di rimanere a secco nel caso di sciopero prolungato.
Nunzio Festa

Grecia: niente accordo tra Atene e creditori
24/01 04:43 CET
Nessun accordo sulla Grecia all’Ecofin. I ministri dell’Economia e delle Finanze della zona euro hanno bocciato la proposta di accordo tra Atene e i suoi creditori privati, chiedendo sforzi ulteriori ad ambo le parti.
La Grecia è a un passo dal default ma per i vertici europei l’uscita della penisola ellenica dalla moneta unica non è nemmeno considerata tra le opzioni:
“Fatemelo dire chiaramente: non esiste assolutamente alcuna divergenza a questo tavolo. Per tutti noi il futuro della Grecia è all’interno della zona euro” ha detto il Presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker.
Questa non è tuttavia l’opinione di alcuni analisti, come il tedesco Robert Halver della Baader Bank, secondo cui Atene dovrebbe regolare i suoi problemi da sola.
“Nemmeno un taglio del 100% del debito ellenico rappresenterebbe una soluzione sostenibile per la Grecia. Perché la Grecia non ha alcuna possibilità di sopravvivere all’interno della zona euro. La miglior soluzione sarebbe che i greci uscissero dall’euro, si mettessero in regola nel corso diciamo di 10 anni, e poi tornassero”.
Il raggiungimento di un accordo tra il governo ellenico e i creditori della Grecia è condizione preliminare all’ottenimento di un nuovo pacchetto di aiuti per Atene da 130 miliardi di euro da parte di Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale.

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