martedì 28 febbraio 2012

News/pm.28.2.12/ Se scrivi Merkel leggi Bundesverband der deutschen Industrie, se parla Tremonti qualcuno ride e qualcunaltro lo sputtana. - Standard and Poor's abbassa il rating della Grecia e lo porta a 'SD', vale a dire una valutazione di defaultselettivo o parziale, ultimo livello prima del default vero e proprio.---La Bce ha sospeso temporaneamente l'accettazione dei titoli della Grecia in garanzia a prestiti non esigibili.

Crisi; Grecia; S&P, default selettivo; Atene, no impatto
Grecia: stop Bce accettazione titoli
Germania spaccata sul fondo salva-Stati. Salta l'Eurosummit di venerdì. I bond greci da oggi non valgono più per ottenere prestiti
Banche: acquisti record titoli di Stato
Crisi: Tremonti, Bce regala soldi a banche e alcune fanno la bisca
Crisi, Banche: "in tre anni liberati 15 miliardi"
Bce, depositi overnight in lieve calo
"Rialzi dei carburanti pesano sugli alimentari per più di 200 euro"
Trst, oltrepadania. Il maxi-sconto benzina esteso sino a marzo
Veneto, padania. Zaia diffida Unicredit: «Niente soldi a Roma»



Crisi; Grecia; S&P, default selettivo; Atene, no impatto
Agenzia abbassa rating a 'SD', prima volta per un paese eurozona
28 febbraio, 09:42
(ANSAmed) - ROMA, 28 FEB - Standard and Poor's abbassa il rating della Grecia e lo porta a 'SD', vale a dire una valutazione di default "selettivo" o parziale, ultimo livello prima del default vero e proprio. Una decisione, quella dell'agenzia americana arrivata in serata, a tre giorni dal lancio dell'operazione di "swap" o scambio dei titoli greci, a cui sono chiamati i creditori privati dopo il difficile accordo raggiunto una settimana fa. Ma Atene tranquillizza: "Il nuovo taglio del rating era atteso" e "tutte le sue conseguenze sono state anticipate" grazie alle decisioni prese dal Consiglio europeo e dall'Eurogruppo, si affretta a precisare, in una nota, il ministero delle Finanze di Atene pochi minuti dopo la notizia del downgrade. E ricorda come il ribasso "non avrà alcun impatto sul settore bancario greco, vista la liquidità fornita dalla Banca centrale della Grecia e dall'Efsf", il Fondo salva-Stati europeo.
 Si tratta comunque di un downgrade, quello di S&P, che porta per la prima volta un Paese dell'eurozona a subire un SD, una valutazione che equivale cioé a un "default selettivo". E che segue quello già deciso, nei giorni scorsi, da un'altra agenzia di rating, Fitch, che la scorsa settimana aveva ribassato Atene, portandone il voto a C da CCC perché l'operazione di swap di titoli greci cui sono chiamati i creditori privati - spiegava l'agenzia - rappresenta un "distressed debt exchange", ovvero un default parziale. S&P ieri sera - si legge nella sua nota - "ha abbassato il rating sui titoli a lungo termine e a breve termine, rispettivamente da CC e C a SD (selective default)" spiegando che la decisione è legata al fatto che "sono venute meno le garanzie su alcune obbligazioni". Ma non ancora su tutte. L'agenzia di rating americana si riserva di rivedere il suo voto, rialzandolo a CCC (rating destinato a Paesi con titoli pubblici considerati vulnerabili e dipendenti dalle favorevoli condizioni economiche e finanziarie) a metà marzo. Quando cioé sarà completata l'operazione di "swap", che prevede l'adesione da parte dei creditori privati al concambio sul debito ellenico, che comporterà una perdita del 53% del capitale investito. E metà marzo è infatti la data in cui Atene si riserva di chiudere lo swap, certa dell'ok dell'Ue al secondo pacchetto di aiuti che ora dovrà essere confermato in due nuovi riunioni dell'Eurogruppo. La prima, giovedì, per verificare se Atene abbia rispettato gli impegni, approvando le prime misure necessarie ad ottenere gli aiuti, come la modifica costituzionale per inserire il vincolo del debito. La seconda riunione, forse da tenersi il 9 marzo, per valutare se la partecipazione dei creditori privati al programma di swap del debito è adeguata. Ieri, intanto, Standard&Poor's ha rivisto anche in negativo l'outlook del Fondo salva-Stati Efsf. Una decisione che "riflette l'outlook negativo di Francia e Austria".(ANSAmed).

Grecia: stop Bce accettazione titoli
Sospensione temporanea dopo declassamento Atene S&P
28 febbraio, 09:25
(ANSA) - ROMA, 28 FEB - La Bce ha sospeso temporaneamente l'accettazione dei titoli della Grecia in garanzia a prestiti non esigibili. Lo si legge su Bloomberg. La decisione dell'Eurotower viene dopo che l'agenzia di rating Standard & Poor's ha abbassato il rating della Grecia, portandolo a 'SD', una valutazione di parziale default.

Germania spaccata sul fondo salva-Stati. Salta l'Eurosummit di venerdì. I bond greci da oggi non valgono più per ottenere prestiti
La Commissione europea ha cancellato l'incontro di venerdì 2 marzo nel quale si sarebbe dovuto discutere del rafforzamento dei fondi di salvataggio europei. La decisione, riferisce una fonte, sarebbe dovuta all'incertezza sulla capacità della Germania di aumentare il suo contributo per il fondo salva-Stati. Ieri il Parlamento tedesco ha votato (a fatica) l'ok al secondo pacchetto di aiuti alla Grecia ma le incertezze sul "firewall" del fondo salva-Stati (il cui rating peraltro è stato tagliato proprio ieri da Standard and Poor's) erano già emerse.
Del resto il rafforzamento del fondo salva-Stati e le continue incertezze della Grecia continuano a tenere in allerta i mercati finanziari. E a sostenere le quotazioni del Bund tedesco.
Volano i cds sulla Grecia
Oggi i cds (credit default swap), una sorta di polizze assicurative che coprono dal rischio fallimento di un titolo sottostante, sul debito greco a cinque anni sono balzati al 75%. Ciò significa che la protezione contro il default della Grecia costa 7,5 milioni dollari in fase iniziale, oltre a 100.000 dollari l'anno, per coprire 10 milioni di dollari del debito per cinque anni.
la decisione annunciata ieri da Standard and Poor's di declassare il debito di Atene a default selettivo.
La Bce sospende i titoli greci come collaterali per prestiti
Decisione che ha spinto la Banca centrale europea a sospendere i bond di Atene come collaterali per ottenere prestiti alla Bce da parte delle banche europee (e domani è in programma una maxi-asta all'1% con durata 3 anni).
Una decisione, spiega la Bce, che riflette le conseguenze sul rating della Grecia indotte dall'accordo di ristrutturazione del debito raggiunto tra Atene e i creditori privati. Tra le agenzie di rating, stamattina Standard & Poor's ha tagliato il merito di credito della Grecia a "Default selettivo", mentre Fitch, dopo averlo già ridotto a C, ha già detto che lo porterà a livelli di Default non appena sarà operativa la ristrutturazione del debito con i privati.
Nei fatti la Bce prende atto che si è verificato un "Credit event". Conseguentemente le necessità di liquidità delle banche che utilizzavano i titoli di stato, cioé quelle greche, saranno soddisfatte con prestiti di emergenza da parte delle banche centrali nazionali.
I requisiti di liquidità delle banche saranno garantiti - spiega ancora la Bce - dalle banche centrali nazionali attraverso l'Emergency Liquidity Assistance, lo strumento che fornisce liquidità d'emergenza.
«I titoli di Stato greci - conclude la Bce - torneranno ad essere idonei in linea di principio una volta che sarà attivato lo schema di rafforzamento del collaterale deciso dai capi di Stato o di Governo dell'Eurozona il 21 luglio 2011, e confermato il 26 ottobre 2011, insieme a numerose altre misure volte ad assistere la Grecia nel suo programma di aggiustamento. Questo dovrebbe avvenire entro metà marzo 2012».
Comincia una settimana di fuoco per Atene
Con la riunione del Consiglio dei ministri, convocato dal premier greco Lucas Papademos per oggi alle 12:30 locali, comincia per il governo di Atene una cruciale maratona di quattro giorni durante i quali si dovranno prendere una serie di importanti decisioni per l'attuazione del nuovo pacchetto di aiuti concesso alla Grecia. Nei prossimi quatto giorni, infatti, dovranno essere preparate decine di circolari che regolano, fra l'altro la chiusura dei primi Enti statali inutili, la riduzione della spesa pubblica, la piena liberalizzazione delle professioni chiuse e la privatizzazione di alcune imprese a partecipazione statale.
In altre parole in questi quattro giorni il governo greco deve dimostrare ai suoi creditori che questa volta fa sul serio. In vista del dibattito in Parlamento sulla legge che prevede la riduzione delle pensioni, previsto per oggi pomeriggio, il premier greco vuole spiegare ai suoi ministri la gravità della situazione e la necessità che ogni ministero promuova senza ritardi gli impegni assuntisi dal governo con la firma del nuovo pacchetto.
La riunione del Consiglio dei ministri di oggi è importante anche per un altro motivo che, oltre la salvezza dell'economia del Paese, riguarda anche il sistema politico. Dalla votazione di oggi infatti, dipenderà anche il futuro dei parlamentari espulsi dai due maggiori partiti durante la votazione in Parlamento del nuovo piano avvenuta 15 giorni fa. Antonis Samaras, il leader di Nea Dimocratia (centro destra), ha già fatto intendere che il ritorno degli espulsi dipende dal loro comportamento durante le prossime votazioni in Parlamento delle leggi collegate con l'attuazione del nuovo programma.
Durante il Consiglio dei ministri di oggi, il premier - secondo informazioni di stampa - dovrebbe annunciare il nome del nuovo ministro per la Protezione del Cittadino dopo le dimissioni di Christos Papaoutsis, che ha lasciato l'incarico per partecipare alle elezioni per la leadership del Pasok previste per il 18 marzo.
 28 febbraio 2012

Banche: acquisti record titoli di Stato
A gennaio 21 miliardi comprati per carry trade fondi Bce
28 febbraio, 10:36
(ANSA) - ROMA, 28 FEB - Le banche italiane e quelle spagnole hanno fatto acquisti record di titoli di Stato nazionali a gennaio, utilizzando i fondi illimitati concessi all'1% dalla Bce a dicembre. Lo scrive il Financial Times elaborando i dati mensili della Bce, secondo cui a gennaio le banche italiane hanno acquistato quasi 21 miliardi di bond governativi il mese scorso, e quelle spagnole oltre 23 miliardi. Le consistenze dei titoli di Stato in portafoglio delle banche sono salite rispettivamente a 280 e 230 mld.

Crisi: Tremonti, Bce regala soldi a banche e alcune fanno la bisca
ultimo aggiornamento: 28 febbraio, ore 10:36
Roma, 28 feb. (Adnkronos)- "La Bce presta all'1% senza condizioni alle banche. Quindi se vai in banca non ti danno l'1%, se sei un Governo devi pagare il 5-6% ma la Banca Centrale Europea alle banche regala capitali all'1%. Con quell'1% per tre anni le banche possono fare quello che vogliono. Non hanno vincoli ad impiegare per le Pmi, non hanno vincoli o obblighi per staccarsi i bonus. In questo momento se c'e' un settore che non ha bisogno di aiuto e' quello delle banche". Cosi' l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti intervistato ai microfoni di Rtl 102.5 all'interno di Non Stop News.

Crisi, Banche: "in tre anni liberati 15 miliardi"
"Le nuove regole non penalizzano il credito"
 "Le banche italiane hanno profuso le proprie risorse ed energie per porre in essere interventi concreti a sostegno di imprese e famiglie", con azioni che "hanno liberato oltre 15 miliardi di liquidità", hanno aiuto 260 mila imprese e 55 mila famiglie". Lo scrivono, in una lettera indirizzata ai principali quotidiani, i presidente delle associazioni bancarie, che oggi firmeranno la nuova moratoria sui mutui con le associazioni delle imprese. Un accordo, sottolineano, "che è una concreta nuova dimostrazione di volontà e cooperazione". "Negli ultimi anni regolamentazioni sui prezzi, fiscalità, peggioramento della qualità del credito hanno penalizzato la redditività delle banche in Italia più che in ogni altro Paese europeo", sottolineano le associazioni bancarie. "Si scorge oggi un recupero di fiducia anche grazie alle meritorie azioni avviate dal governo sul fronte del consolidamento dei conti pubblici. Ci auguriamo che tali azioni siano rafforzate con misure a favore della crescita e una riforma del mercato del lavoro". Le banche italiane, prosegue la lettera, "sono a favore delle liberalizzazioni, ma queste non possono tradursi in imposizione dirigistica di vincoli, prezzi, tariffe, nella richiesta di erogazione gratuita di servizi, come oggi purtroppo accade. E solo nei confronti dell'industria bancaria". Per questo, concludono i presidente delle associazioni, "chiediamo a governo, Parlamento, Autorità di vigilanza e supervisione di riflettere sul delicato momento che attraversiamo e di agire coerentemente", e "chiediamo anche un forte impegno in Europa affinché le scelte regolamentari compiute in quelle sedi tengano adeguatamente conto del nostro modello virtuoso di attività e non ne riducano la capacità di sostenere l'economia reale con misure incoerenti".
 Notizia del 28/02/2012

Bce, depositi overnight in lieve calo
Gli istituti di credito dell'Eurozona hanno effettuato ieri depositi overnight presso la Banca centrale europea per 475,240 miliardi di euro, in leggero calo rispetto ai 477,324 miliardi di euro di venerdì. Lo ha reso noto la stessa Bce, aggiungendo che, sempre ieri, le banche hanno ricevuto liquidità in operazioni di rifinanziamento marginale per 1,068 miliardi di euro, in lieve rialzo rispetto al dato di venerdì di 1,020 miliardi di euro.
Domani è attesa la seconda operazione di rifinanziamento di lungo termine (Ltro) a 3 anni dell'Eurotower, dopo la prima con la quale a dicembre sono stati offerti quasi 500 miliardi di euro a basso costo alle banche dell'Eurozona.
Secondo la stima media di un gruppo di 26 banche d'investimento contattate da DowJones Newswires, gli istituti di credito dell'Eurozona dovrebbero richiedere 450 miliardi di euro nella Ltro di domani. Questo potrebbe causare un nuovo picco per i livelli dei depositi overnight presso la Bce.

"Rialzi dei carburanti pesano sugli alimentari per più di 200 euro"
Roma, 28 feb. - (Adnkronos) - "I rincari continui di benzina e gasolio non solo fanno volare in alto il prezzo del pieno, per il quale gli italiani spendono ben il 12% in più della media europea: rischiano anche di stravolgere in maniera decisiva il carrello della spesa delle famiglie''. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori. Nell'ultimo anno, infatti, ''ogni famiglia ha dovuto mettere in conto 470 euro al mese per trasporti, carburanti ed energia: un budget che ha superato quello per cibo e bevande, fermo a 467 euro mensili. Ora il rischio -sottolinea la Cia- è quello di un ulteriore indebolimento della spesa per gli alimentari proprio a causa degli ennesimi aumenti del carburante. Tanto più che proprio il costo del trasporto incide sul prezzo finale dei prodotti agroalimentari per il 35-40%''. Con la benzina ormai sopra 1,80 euro al litro e il gasolio oltre 1,70 euro, continua la Cia, ''l'aggravio di spesa sull'anno è di quasi 450 euro soltanto per i costi diretti. Mentre le ricadute sui prezzi dei prodotti alimentari superano già i 200 euro annui. Vuol dire una vera e propria stangata sui consumi per la tavola delle famiglie, che già sono ridotti al lumicino con un calo del 2% nel 2011''.
Ma anche per il settore primario i rialzi dei carburanti sono un colpo micidiale ai bilanci aziendali: i listini del gasolio agricolo, rileva la Cia, ''sono cresciuti in maniera esponenziale in meno di due anni, segnando un incremento record del 130 per cento. Il che significa un costo aggiuntivo di oltre 5 mila euro ad impresa. Ecco perché è indispensabile agire al più presto con adeguate agevolazioni e 'bonus' per evitare il collasso di un comparto che già sta pagando i danni del maltempo e soprattutto la 'patrimoniale in campo' prevista dal governo con l'Imu sui terreni agricoli e sui fabbricati rurali''.

Trst, oltrepadania. Il maxi-sconto benzina esteso sino a marzo
La giunta stanzia ulteriori 650mila euro e fissa il prezzo al di sotto di quello applicato in Slovenia
Sconto. di Elisa Coloni
TRIESTE
La Regione mette sul piatto altri 650mila euro per prorogare di un mese il super-sconto benzina e frenare l’esodo degli automobilisti friul-giuliani verso le stazioni di servizio slovene. Lo ha annunciato l’assessore alle Finanze Sandra Savino, sottolineando che la proroga del regime di sconti «risulta compatibile con gli equilibri di bilancio ed è quanto mai opportuna al fine di non deprimere i consumi e di sostenere il potere d’acquisto delle famiglie».
In attesa che il governo Monti batta un colpo sul fronte carburanti, dunque, la Regione corre ai ripari e mette in campo le risorse necessarie per continuare a garantire le misure straordinarie disposte lo scorso primo febbraio, in scadenza domani. Insomma, i soldi, come garantito da Savino, ci sono. Adesso spetterà al vicepresidente Luca Ciriani, essendo la materia di sua competenza, formalizzare la proroga con una delibera, da far approvare in giunta. La questione verrà discussa oggi durante un incontro tra l’assessore alle Finanze e il vicepresidente: «Ho fissato l’incontro perché è fondamentale capire – spiega Ciriani – per quanto tempo possiamo prorogare il regime di sconti, se per un solo mese o per più tempo ancora. Una volta chiariti tutti gli aspetti della questione preparerò la delibera da portare all’esame delle giunta. Nel frattempo, ovviamente, rimaniamo in attesa che Roma ci dia una risposta sull’aumento della compartecipazione regionale al gettito delle accise».
Almeno per il mese di marzo, dunque, gli automobilisti potranno fare il pieno in regione a un prezzo molto vicino a quello praticato in Slovenia. Il super-sconto, infatti, sarà di ulteriori 6 centesimi per i Comuni della prima fascia (dove si arriva a 27 cent), e di 1 centesimo per quelli della seconda (dove si tocca quota 15). «La misura – commenta Savino - si sta dimostrando efficace nel recuperare, almeno parzialmente, al territorio regionale una quota dei consumi di carburante erosi dal crescente differenziale di prezzo praticato dai rivenditori della Slovenia. La possibilità di una proroga della durata di un mese di tale regime di sconti risulta compatibile con gli equilibri di bilancio, in attesa della definizione, nel decreto fiscale prossimamente all’attenzione del governo, della spettanza di una quota maggiore di compartecipazione all’accisa».

Veneto, padania. Zaia diffida Unicredit: «Niente soldi a Roma»
I leghisti svuotano le casse: Muraro compra Bot, Tosi paga tutti i creditori. E mercoledì scade la prima tranche di trasferimenti
VENEZIA — «So che a Roma sono andati in agitazione», dice sornione il presidente del Veneto Luca Zaia. Almeno una piccola soddisfazione nei confronti di questo governo, se l’è tolta. D’altro canto, con la scadenza del 29 febbraio dietro l’angolo, non restava altro da fare. E così, dopo avere impugnato la questione davanti alla Corte Costituzionale, ieri la Regione ha presentato un ricorso al Tribunale di Venezia «affinché sia intimato al nostro tesoriere di non consegnare i soldi allo Stato». In pratica, il Veneto ha diffidato Unicredit Banca a trasferire le risorse della Regione alla tesoreria unica nazionale. Il decreto «Salva Italia» emanato dal governo Monti, impone agli enti locali di trasferire la loro liquidità presso gli istituti bancari del territorio a una tesoreria unica dello Stato, a Roma. La prima tranche del 50% dovrà confluire entro domani, l’altra metà prima del 16 aprile. Entro il 30 giugno, invece, gli enti pubblici dovranno smobilizzare anche gli investimenti finanziari, eccezion fatta per quelli in titoli di Stato italiani. «Un vero e proprio abuso - sostiene Zaia - una intollerabile spoliazione di beni che appartengono alla Regione, e quindi alla comunità veneta.
Abbiamo già avviato tutte le procedure per contrastare sul piano giuridico questa norma centralista e incostituzionale che rappresenta uno schiaffo alle autonomie locali e al processo federalista». Ancora più duro, l’assessore regionale al Bilancio Roberto Ciambetti: «Immaginate di entrare a casa e di trovare l’amministratore del vostro condominio che ha messo a soqquadro ogni stanza nel tentativo di trovare contanti o beni preziosi e non avendo trovato nulla vi impone di consegnargli immediatamente il portafoglio e i vostri risparmi. Come reagireste? Può lo Stato imporre, senza nemmeno chiedere o dare spiegazioni, di cedere la cassa? Sono soldi dei cittadini». Da qui la decisione di opporsi per vie legali. «Quello che stiamo facendo - conclude Ciambetti - è un atto di legittima difesa, la nostra presa di posizione ha l’unico obiettivo di difendere i veneti». La Lega, com’è ovvio, sta dalla parte di Zaia. Quelli che giungono dalla capitale, secondo il senatore Paolo Franco, «sono tentativi ignobili di un governo nominato dalla finanza internazionale che attua a rovescio l’azione di Robin Hood».
Diverse le reazioni degli altri partiti. Per la capogruppo del Pd in consiglio regionale, Laura Puppato, quello del governatore è «un venetismo sterile con discutibili atti di insubordinazione ». Secondo il consigliere dell’IdV, Gennaro Marotta, «questa diffida è solo un’altra bolla di sapone», mentre il deputato dell’Udc Antonio De Poli sostiene che «la Regione pone una questione importante, ma i toni e le modalità rischiano di accendere uno scontro istituzionale che non fa bene a nessuno. La partita più importante rimane quella di una revisione del Patto di stabilità». Il tesoriere Unicredit per ora tace, in attesa di capire se le proteste degli enti locali porteranno qualche risultato. Perchè anche Comuni e Province si preparano a dare battaglia. Come a Treviso, dove il presidente della Provincia Leonardo Muraro (leghista pure lui) ieri ha concluso l’operazione che ha portato a investire i 30 milioni giacenti in tesoreria in titoli di Stato, che daranno un rendimento intorno all’1,7 per cento. Anche Verona ha giocato d’astuzia, svuotando di ogni liquidità il conto del Comune. «Piuttosto che darli allo Stato, abbiamo utilizzato i soldi per regolare tutti i pagamenti ai creditori. Ora sul conto di tesoreria restano soltanto i fondi derivanti da operazioni di mutui, prestiti o altre forme di indebitamento ». E anche in futuro, assicura il sindaco Flavio Tosi, Roma non avrà i soldi dei veronesi: «Siamo pronti ad aprire un nuovo conto corrente, diverso dall’attuale, nel quale far confluire tutta la liquidità».
Andrea Priante

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