giovedì 8 marzo 2012

am:8.3.12/ Fanno sorridere: il Governatore De Filippo crede che il Mediterraneo sia uno Stato, il Governatore Visco confida nell’immortalita’ dell’anziano, come nella sua immercesciabile voglia di faticare a zappare, e quelli della Bp speravano che i pugliesi fossero scozzesi. - Losappio: Noi chiediamo per la Puglia un diverso modello di sviluppo che faccia leva sulle risorse ambientali del territorio, anche in campo energetico. Ci battiamo per attutire l’impatto di impianti già presenti da decenni e costruiti in antitesi a questa impostazione. Non sentiamo alcun bisogno di aggiungerne di altri da lasciare in eredità con i loro devastanti effetti ai nostri figli e nipoti.

Caso Maro': richiesta Italia a Ue per mostrare che conseguenze per tutti
Marò, colloquio tra Monti e Singh. ''La giurisdizione è solo italiana''. Colle: evitare incrinature con India
Maro', Ue in campo su richiesta Italia
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Stop British Gas a rigassificatore Brindisi. Legambiente: società tra i carnefici
Ginevra, assemblea generale R20. Vendola sottoscrive accordo di cooperazione
Pompei, dopo i crolli una nota positiva. Dopo 3 anni riecco le terme stabiane
Mediterraneo: De Filippo (Basilicata), rapporti fondamentali
Ponte Sullo Stretto Spesi 200 milioni dall’86 al 2008
A settembre stop ai buoni vacanza
Il governatore Visco: ''Italia paese anziano, bisogna lavorare di più e più a lungo''
Germania: ordini industria gennaio -2,7%
Grecia:record tassi bond 2 e 10 anni
Grecia, ad oggi adesioni scambio bond al 39,3%
Spagna, -4,2% anno su anno produzione industriale gennaio
Tunisia: Raddoppiato deficit commerciale primi mesi anno



Caso Maro': richiesta Italia a Ue per mostrare che conseguenze per tutti
ultimo aggiornamento: 07 marzo, ore 16:47
Bruxelles, 7 mar. - (Adnkronos) - La richiesta di assistenza dell'Italia all'Ue nel caso dei due maro' arrestati in India nasce dal "bisogno di far uscire la questione dalla dimensione bilaterale, per far comprendere a Nuova Delhi che il problema e' generale". E' quanto hanno spiegato all'Adnkronos fonti diplomatiche a Bruxelles, sottolineando ancora una volta come il caso rientri nell'ambito del rispetto del diritto internazionale e della lotta alla pirateria e non possa dunque essere trattato solo come una questione bilaterale italo-indiana.

Marò, colloquio tra Monti e Singh. ''La giurisdizione è solo italiana''. Colle: evitare incrinature con India
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - L'incidente che ha coinvolto i due marò, impegnati in "una legittima missione internazionale di contrasto alla pirateria", è accaduto in acque internazionali, quindi la giurisdizione è "solo italiana" e l'atteggiamento dell'India potrebbe creare "un pericoloso precedente". Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio Mario Monti, nel corso di una telefonata al primo ministro della Repubblica dell'India, Manmohan Singh.
Su sua iniziativa, il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha avuto oggi - riferisce una nota di Palazzo Chigi - un lungo colloquio telefonico con il primo ministro della Repubblica dell'India, Manmohan Singh. Nel ribadire al premier indiano la massima attenzione e preoccupazione con cui il governo segue le vicende dei marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, il presidente del Consiglio ha ricordato che il presunto incidente - le cui dinamiche sono ancora tutte da accertare - è avvenuto in acque internazionali e che la giurisdizione sul caso è, di conseguenza, solo italiana". "Nel sottolineare che i due militari erano impegnati in una legittima missione internazionale di contrasto alla pirateria, il presidente del Consiglio - prosegue la nota - ha ribadito con forza la ferma aspettativa del governo per un trattamento dei due marò che rifletta pienamente il loro status. Ogni atteggiamento da parte indiana non pienamente in linea con il diritto internazionale, ha poi sottolineato il presidente Monti, rischierebbe di creare un pericoloso precedente in materia di missioni internazionali di pace e di contrasto alla pirateria - missioni in cui sono impegnati anche militari indiani - mettendone a repentaglio l'efficacia e le capacità operative".
"Il presidente Singh - conclude il comunicato di Palazzo Chigi - ha condiviso le preoccupazioni del presidente Monti volte ad evitare che si creino tensioni tra India ed Italia e che la vicenda rechi pregiudizio alla collaborazione tra i due Paesi e alle missioni internazionali di pace e di contrasto alla pirateria. Ha assicurato che presterà la massima attenzione alle richieste del presidente Monti, a cominciare da quella sul trasferimento dei due marò dalla prigione ad altro luogo di custodia adeguato allo status dei due militari. Il presidente del Consiglio ed il premier Singh hanno espresso, infine, l'intenzione di rimanere in stretto contatto sino alla soluzione della vicenda".
Allo stesso tempo, però, Nuova Delhi fa sapere - tramite alte fonti governative indiane, citate dall'agenzia stampa Pti e riprese dalla stampa locale - che "la legge indiana è applicabile" alla vicenda in questione perché "i Nuclei militari di protezione non godono di immunità globale sulla base della legge internazionale".
Da parte sua, il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi ha rimarcato "l'esigenza di affermare sul piano internazionale il principio dell'immunità dei peace keeper che operano nel quadro delle risoluzioni dell'Onu".
Interviene anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano secondo il quale "occorre un'accorta azione sul piano giuridico e diplomatico anche perché abbiamo una magistratura indiana che opera secondo le sue regole e in piena indipendenza". Si tratta "di un'azione anche molto tenace e riservata, come riservata è stata anche la mia forma di assistenza, in questi giorni sul piano politico e diplomatico". "Questo è l'unico modo - ha osservato Napolitano - per riportare a casa i ragazzi: evitare incrinature nel rapporto di reciproco rispetto tra Italia e India. Un rapporto che va riaffermato allo scopo di ottenere la migliore soluzione del caso dei nostri marò".
"Credo che sia stato molto significativo il colloquio telefonico che oggi si è riusciti a realizzare tra il presidente del Consiglio Monti e il primo ministro indiano - ha detto il capo dello Stato -. C'è stato, come ho potuto sapere, un colloquio improntato alla massima cordialità e sforzo di reciproca comprensione".
A proposito di questa vicenda, Marco De Paolis, procuratore militare della Repubblica di Roma, ospite di 'Una domanda a...' sul sito Ign/Adnkronos, ha spiegato che ''il fatto è avvenuto in acque internazionali e nel corso di una missione internazionale sotto l'egida delle Nazioni Unite per un servizio di tutela dei traffici commerciali contro la pirateria. Non ci sono dubbi sul fatto che la giurisdizione in questi casi sia del Paese cui appartengono le persone coinvolte. In questo caso l'Italia, perché sono accusati militari italiani''.
Nel frattempo si muove anche l'Ue. "Su richiesta dell'Italia abbiamo avviato i contatti per contribuire ad una soluzione soddisfacente il prima possibile", ha detto la portavoce dell'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea, Catherine Ashton. In ogni caso Bruxelles, ha ribadito Maja Kocijancic, "ha seguito la questione sin dall'inizio molto da vicino", in particolare attraverso la delegazione Ue di Nuova Delhi, ed è stata "continuamente in contatto con la diplomazia italiana", ma "l'Italia ha la responsabilità" del caso "e all'inizio non aveva chiesto la nostra assistenza, mentre ora sì".

Maro', Ue in campo su richiesta Italia
Ci si sta attivando per trovare ''una soluzione soddisfacente''
07 marzo, 13:31
(ANSA) -BRUXELLES, 7 MAR- Su richiesta dell'Italia, l'Unione europea si sta attivando per trovare "una soluzione soddisfacente" al caso dei marò italiani in India. Lo dice un portavoce di Catherine Ashton, responsabile per la diplomazia Ue. L'Unione europea "ha sempre seguito molto da vicino, fin dall'inizio, questa crisi, in particolare attraverso la sua delegazione a Nuova Delhi", ha detto Maja Kocijancic. "Ora, su richiesta dell'Italia, stiamo attivando contatti per trovare una soluzione positiva alla vicenda".
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Stop British Gas a rigassificatore Brindisi. Legambiente: società tra i carnefici
Bari – “LA British Gas abbandona il progetto di costruire il rigassificatore nel porto di Brindisi, dando la colpa alla lentezza della burocrazia regionale e italiana, ai veti incrociati e all’immobilismo decisionale. Ma in realtà la società inglese non è proprio una vittima del sistema, ma la possiamo annoverare tra i principali carnefici”.
 Il Presidente ed amministratore delegato di British Gas Italia, Luca Manzella, ieri sul Sole24Ore ha presentato una versione dei fatti assolutamente di parte ed ha omesso diverse questioni importanti a partire dalla prossima conclusione del procedimento penale in corso presso il Tribunale di Brindisi e la richiesta di confisca dell’area, attualmente sottoposta a sequestro giudiziario, su cui si vorrebbe realizzare il terminal di rigassificazione. Non si è mai fatto riferimento alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea per la violazione delle direttive europee 85/337CEE e 96/82CE, fatto che ha comportato, a causa della mancata applicazione della direttiva sulla V.I.A. e della consultazione popolare, la riapertura del procedimento autorizzativo. Manzella, infine, ha omesso anche qualsiasi riferimento alle prescrizioni contenute nel decreto del luglio 2010, alle verifiche di assoggettabilità ambientale compiute sull’interramento dei serbatoi ed alla perdurante assenza di un Nulla Osta di Fattibilità (N.O.F.) in merito ai rischi di incidenti rilevanti ed al potenziale effetto domino.
 Di queste “certezze” e delle “rassicurazioni” di rispetto dell’ambiente, della salute pubblica, del territorio e della legalità che il dottor Manzella dovrebbe fare richiesta al Governo Monti, attendendo i pronunciamenti dell’Autorità giudiziaria in merito all’eventuale confisca dell’area di Capobianco e la conclusione di un iter amministrativo che garantisca, come oggi non è, la V.I.A. sull’impianto, sulla colmata, sul nuovo molo, sui serbatoi e sul gasdotto, nonchè un’effettiva consultazione popolare.
 Legambiente, che per prima nel gennaio 2002 evidenziò la violazione della direttiva 85/337/CEE ha sempre evidenziato l’inaccettabile localizzazione di un terminal di rigassificazione nel porto di Brindisi e con estrema soddisfazione ha visto maturare nel tempo l’opposizione unanime all’impianto della Regione Puglia, dell’Amministrazione provinciale, del Comune di Brindisi e della comunità locale.
Legambiente da sempre ha posto seri dubbi su questo progetto, a cominciare dall’ubicazione dell’impianto. “L’area di Capobianco – sottolineano Francesco Tarantini e Fabio Mitrotti, rispettivamente presidente di Legambiente Puglia e presidente del circolo di Brindisi – è fin troppo vicina agli impianti petrolchimici e soprattutto fin troppo vicina alla zona abitata. Il porto di Brindisi ha poi una forma ad imbuto: l’ingresso del porto esterno, delimitato da un lato dalla punta delle isole Pedagne e dall’altro dalla diga, è largo appena 600 metri. La frequenza dei trasporti di gas da rigassificare (si prevede che attraccherebbero 100 navi all’anno, circa 2 a settimana) limiterebbe in questo modo l’accesso di altre navi e dunque le attività commerciali sarebbero compromesse”. E poi non si è trattato di lentezza burocratica ma del tentativo, da parte della British Gas, di eludere le procedure di valutazione ambientale ed è ora di cambiare pagina definitivamente.
 “In Puglia c’è un grande fermento sul fronte delle fonti rinnovabili – sottolinea ancora Tarantini – ma restano grandi problemi ambientali energetici che vedono Brindisi come un epicentro regionale e nazionale. Ci auguriamo che questa vicenda della British Gas possa indirizzare il dibattito sull’energia sulla giusta strada, partendo dalle politiche di efficienza ancora non adeguate e dall’ulteriore sviluppo delle fonti pulite, che marginalizzino sempre di più le fonti fossili, cominciando dal carbone, arrivando al 2050 con una Puglia e un’Italia senza più fossili per produrre energia elettrica, ripercorrendo lo stesso obiettivo che il governo tedesco si è dato recentemente”.
LOSAPPIO: “Niente rigassificatore? E’ una buona notizia” . “Se vera, la rinuncia della British Gas al rigassificatore di Brindisi è una buona notizia. E’ invece stucchevole il tentativo di negare il rischio dell’impianto solo perché non ha ciminiere e non rilascia inquinanti. Anche una centrale nucleare ha queste caratteristiche ed è pericolosa per definizione come ci hanno ricordato i tragici avvenimenti giapponesi. Il rischio di un impianto di rigassificazione è diverso ma altrettanto inaccettabile per Brindisi e per la Puglia.
 Quanto alla brevità delle procedure ed alla richiesta di semplificazioni va ricordato che questa impostazione è stata già praticata dalla Società e dal Ministero ed è stata fortunatamente sconfitta dopo l’intervento della Magistratura”.
 “Noi chiediamo per la Puglia un diverso modello di sviluppo che faccia leva sulle risorse ambientali del territorio, anche in campo energetico. Ci battiamo per attutire l’impatto di impianti già presenti da decenni e costruiti in antitesi a questa impostazione.
 Non sentiamo alcun bisogno di aggiungerne di altri da lasciare in eredità con i loro devastanti effetti ai nostri figli e nipoti”.
 Redazione Stato

Ginevra, assemblea generale R20. Vendola sottoscrive accordo di cooperazione
Bari – “LA lettera di intenti che abbiamo sottoscritto oggi apre una importante prospettiva di collaborazione tra la Puglia e i membri della rete R20, guidata da Arnold Schwarznegger”. Lo ha detto il Presidente Vendola questo pomeriggio a Ginevra dopo aver siglato una lettera di intenti con la rete R20, rappresentata dalla sua presidente Michèle Sabban, Vice Presidente della Regione Ile de France, recentemente in visita istituzionale in Puglia. Testimone dell’accordo, il Presidente Onorario di R20 Arnlod Schwarzenegger. L’accordo darà vita ad un vero e proprio “Piano di azione Mediterraneo per l’energia rinnovabile e l’uso efficiente delle risorse”, che coinvolgerà i Paesi delle due sponde ed in particolare quelli attraversati nei mesi scorsi dalla Primavera araba. “Da oggi – ha detto Vendola – parte un percorso che sarà definito e presentato pubblicamente a Rio de Janeiro nel giugno prossimo, in occasione del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, RIO+20.
 Puglia, R20 e Associazione delle Regioni d’Europa lavoreranno fianco a fianco, assieme ai partners Mediterranei, per la riconversione ecologica del modello economico e produttivo, la diffusione di buone pratiche di risparmio ed efficienza energetica ed uno sviluppo armonico ed eco-compatibile delle energie rinnovabili.
 Redazione Stato

Pompei, dopo i crolli una nota positiva. Dopo 3 anni riecco le terme stabiane
Restaurato e riaperto al pubblico l'edificio termale più antico degli Scavi: biglietto omaggio per le donne
NAPOLI - Non solo brutte notizie di crolli e sgretolamenti. Agli Scavi di Pompei risuonano anche note positive: lo dimostra la riapertura dopo 3 anni di interdizione delle splendide terme stabiane.
7 foto - inserisci il link alla gallery
Dopo i restauri riaprono stabilmente al pubblico da domani, giovedì 8 marzo, a Pompei le terme Stabiane. E per la prima volta, anche in occasione della Festa della Donna e della promozione lanciata dal ministero che assicura il biglietto omaggio a tutte le signore, si potrà visitare anche la sezione femminile.
LA STRUTTURA - Risalente al II secolo a.C., quello delle terme stabiane è l'edificio termale più antico della città, costruito su un impianto precedente del IV-III secolo a. C; è suddiviso in Terme maschili e femminili e presenta la classica ripartizione in frigidarium (sala con vasca per il bagno freddo), apodyterium (spogliatoio), tepidarium (sala tiepida), caldarium (sala per il bagno caldo) e fornaci (per produrre calore). Nell'ingresso e nella palestra si conservano raffinate decorazioni in stucco policromo, con soggetti figurati e mitologici di 'quarto stile. Lo stucco, fatto di calce e calcite, era particolarmente indicato in questi ambienti per la sua caratteristica resistenza all'umidità. Ad ovest della palestra centrale porticata era la natatio (la piscina esterna).

Mediterraneo: De Filippo (Basilicata), rapporti fondamentali
07 marzo, 13:33
(ANSAmed) - POTENZA, 7 MAR - ''I rapporti con il Mediterraneo sono fondamentali per la Basilicata. La visita dell'ambasciatore del regno del Marocco in Italia, Hassan Aboyoub e' un'occasione importante per l'ateneo lucano e per riprendere iniziative sulle quali da tempo, in termini di partnership e collaborazione, stiamo lavorando''.
 E' quanto ha detto, in una dichiarazione, il presidente della Regione, Vito De Filippo (Potenza), a margine dell'incontro presso il campus universitario di Potenza con l'ambasciatore, i rappresentanti delle istituzioni, il rettore dell'Universita' degli Studi della Basilicata, Mauro Fiorentino e i presidi di facolta'.
 In un comunicato diffuso dall'ufficio stampa della giunta lucana e' spiegato che lo scorso luglio l'ambasciatore era stato di nuovo in visita in Basilicata e in quell'occasione furono strette intese per lavorare insieme su progetti legati alle energie rinnovabili. ''Il futuro delle comunita' mediterranee - ha dichiarato l'ambasciatore - e' collegato alla loro capacita' di fare fronte comune e lavorare a una strategia unitaria. La Basilicata fa parte del Mediterraneo e dal punto di vista storico e culturale ha una posizione geografica unica per il processo di integrazione dei popoli''. L'ambasciatore, nel ricordare tratti comuni tra le due terre ha evidenziato come la Basilicata, possa essere ''un laboratorio del modello alternativo per l'area del Mediterraneo. Qui, c'e' la possibilita' di reinventare l'economia della conoscenza e puntare a uno sviluppo umano importante per la crescita economica''. (ANSAmed)

Ponte Sullo Stretto Spesi 200 milioni dall’86 al 2008
 Mercoledì 07 Marzo 2012 16:42  Redazione desk
«L’ultima decisione del Cipe risalente a un mese e mezzo fa ha di fatto bloccato il progetto del Ponte sullo Stretto, ma la Regione Calabria continua a finanziare corsi di formazione rivolti a tecnici ed esperti che dovrebbero partecipare alla realizzazione dell'opera. E' uno spreco di risorse anche perché sono tantissime le richieste al governo Monti di avviare le procedure per sciogliere la Società Ponte di Messina a totale carico pubblico, con capofila Impregilo ma gestita dall'Anas. E' un vaso di Pandora, fermo e vorace dal cui coperchio, una volta sollevato, non è prevedibile cosa potrà uscire». Lo dichiara il senatore della Lega Nord, Piergiorgio Stiffoni della Commissione Lavori Pubblici e Comunicazione del Senato. Stiffoni ricorda che l'accordo del 2006 per la realizzazione del Ponte prevede che nel caso in cui il governo, una volta iniziati i lavori e aperti i cantieri, volesse recedere, questo comporterebbe una penale del 10% sulla parte non ancora realizzata, che comunque non potrà superare i 4/5 del valore del contratto. «Finora non è stata messa neanche una pietra - precisa il senatore della Lega - ma le ultime stime della Corte dei Conti, dal 1986 al 2008, tra progetti, trivellazioni e personale parlano di una cifra di 200 milioni di euro e il periodo in cui è stata utilizzata la maggior quantità di fondi è quello che intercorre tra il 2001 e il 2006, quando le spese totali della Società Stretto di Messina sono state di 88,903 milioni di euro».

A settembre stop ai buoni vacanza
Dopo due anni va in archivio lo strumento ideato per favorire l'accesso al turismo delle famiglie meno abbienti e dei pensionati. I buoni emessi nel 2012 avranno validità fino a domenica 9 settembre.
ID doc: 74102 Data: 07.03.2012 (aggiornato il: 07.mar.2012)
Dopo due anni di attività finisce l'esperienza dei Buoni Vacanze, uno strumento finalizzato a favorire l'accesso al turismo delle persone e delle famiglie meno abbienti e dei pensionati. ''Entro aprile non avremo più Buoni Vacanze da collocare: sono finiti i fondi pubblici e questo strumento non verrù più finanziato'', spiega Benito Perli, presidente di Fitus, la Federazione italiana del turismo sociale tra i soci dell'Associazione Buoni Vacaze Italia che, oltre a Fitus Reti del turismo sociale, annovera anche Assototurismo-Confesercenti, Confturismo-Confcommercio eFederturismo-Confindustria. La rappresentanza dell'Associazione è paritetica tra il settore del
turismo sociale al 50% e il settore della rappresentanza delle imprese turistiche per l'altro 50%. Il Dipartimento per lo Sviluppo del Turismo della presidenza del Consiglio dei Ministri ha stabilito che i Buoni Vacanze emessi nel 2012 hanno validità di utilizzo fino a domenica 9 settembre 2012. Complessivamente, in questi due anni, sono stati erogati e spesi, per finanziare questo strumento, 9 milioni come contributo pubblico per una spesa complessiva intorno ai 22-23 milioni di euro e ha coinvolto 25mila famiglie. Sono stati circa 10mila gli operatori turistici che hanno aderito al progetto. I Buoni Vacanze sono stati usati per il 75% da famiglie, la gran parte delle quali composte da 3 o 4 persone con un reddito complessivo inferiore ai 20-25 mila euro; 25% sono stati i single. L'età media dei richiedenti è di 46 anni. In questi due anni di emissione, ovvero tra il 2010 e il 2011, la richiesta di Buoni Vacanze è aumentata del 40%.

Il governatore Visco: ''Italia paese anziano, bisogna lavorare di più e più a lungo''
ultimo aggiornamento: 07 marzo, ore 13:16
Roma - (Adnkronos) - Il numero uno di Bankitalia: ''Percorso inevitabile da affrontare con determinazione, anche se con la gradualità necessaria''. E sottolinea: ''Rimuovere gli ostacoli alla bassa occupazione di donne e giovani''. Lavoro, vola la cassa integrazione: +49,1%. Eurostat, in Italia crollo del Pil: -0,7%
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - "Non si può non richiedere che si lavori di più, in più e più a lungo". Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, lo dice aprendo i lavori del convegno 'Le donne e l'economia italiana'.
"L'Italia ha molti divari da recuperare - continua - deve affrontare e rimuovere ostacoli importanti per assicurare una crescita con quelle caratteristiche. E' innanzitutto un paese 'anziano'. Questo rende la sfida della crescita economica non solo più difficile ma anche decisiva".
Per il governatore di Bankitalia "il mantenimento stesso del livello di vita raggiunto nel nostro Paese richiede che si innalzi l'intensità del capitale umano e riprenda a crescere la produttività totale di fattori".
"Non si può non richiedere che si lavori di più e più a lungo. Non si tratta di uno slogan ma di un percorso inevitabile da affrontare con determinazione, anche se con la gradualità necessaria. Ma non può esserne rinviato l'inizio - spiega Visco - e mi pare che oggi di questo vi sia consapevolezza".
"I fattori alla base di una partecipazione al mercato del lavoro così strutturalmente bassa sono oggetto di molte analisi, spesso condivise", afferma. "Bisogna operare per rimuoverli - aggiunge - anche se in qualche caso ciò significa contrastare rendite di posizione o interessi particolari. Bisogna avere la consapevolezza, però, che ne va del nostro futuro".
"Un migliore funzionamento del mercato del lavoro - insiste -, con la capacità di accompagnare e non con la volontà di resistere al cambiamento - nelle tecnologie, nelle produzioni, nell'apertura dei mercati, nell'organizzazione delle imprese - va di pari passo con mutamenti profondi della struttura produttiva".
"Il nostro Paese è oggi impegnato in uno sforzo impegnativo sul piano della stabilità finanziaria - sottolinea -; ad esso non può non accompagnarsi quello altrettanto essenziale sul fronte delle riforme strutturali".
"L'obiettivo di conseguire una piena uguaglianza di genere  - continua - va ovviamente oltre solo la sfera economica. In molte aree i divari sono evidenti, su altre operano effetti indiretti che vanno studiati e rimossi. Occorre quindi ricercare le ragioni, e rimuoverle, per le quali è così bassa l'occupazione in parti importanti del nostro territorio, tra i giovani, tra le donne".
"Nel Mezzogiorno il tasso di occupazione è pari al 44 per cento della popolazione tra 15 e 64 anni" riferisce Visco, sottolineando che "è occupato meno di un giovane su quattro e solo tre donne su 10". "Nel Centro-Nord, dove il tasso di occupazione femminile è più elevato (55 per cento), il divario con il tasso maschile è di circa 18 punti percentuali" aggiunge il governatore di Bankitalia.
Visco, poi, sottolinea che "oltre due milioni di giovani oggi nel nostro Paese non studiano e non lavorano e non partecipano a un'attività formativa; di essi 1,2 milioni sono donne. E le donne sono la maggioranza sia tra coloro che, pur disponibili a lavorare, non cercano attivamente un'opportunità di impiego perché ritengono di non avere sufficienti probabilità di trovarlo, sia tra coloro che sono attivamente alla ricerca di un'occupazione".
''In Banca d'Italia nel 1980, pochi anni dopo la mia assunzione, la percentuale di donne era del 23% circa: lo 0,2% dei dirigenti, il 12% dei funzionari, il 26% negli altri ruoli - ricorda - . Al Servizio Studi erano il 46%, per lo più negli 'altri ruoli' dove coprivano il 70% delle posizioni; non c'era nessuna dirigente, erano il 14% dei funzionari. Oggi le donne sono il 35% della compagine e rappresentano il 20% dei dirigenti''. ''Questa evoluzione è in buona parte il frutto da un lato dell'aver compreso l'importanza della 'diversità' delle competenze, delle attitudini, delle modalità di lavoro nell'assicurare risultati migliori; dall'altro la prevalenza assoluta di meccanismi di selezione pienamente basati sul merito e sull'impegno'', conclude Visco.

Germania: ordini industria gennaio -2,7%
Peggio di stime, pesa frenata domanda estera. Su anno -4,9%
07 marzo, 12:25
(ANSA) - ROMA, 7 MAR - Gli ordinativi industriali in Germania hanno segnato a gennaio un calo del 2,7% dopo il +1,6% di dicembre, risentendo della frenata della domanda estera. Gli economisti, scrive Bloomberg, puntavano su un aumento dello 0,6%. Su base annua si e' registrata una flessione del 4,9%. Gli ordini dai Paesi fuori dell'area euro sono crollati dell'8,6% a gennaio dopo il +12,1% di dicembre, mentre gli ordini dai Paesi dell'eurozona sono diminuiti dello 0,4% dopo il ribasso del 6,5% del mese prima.

Grecia:record tassi bond 2 e 10 anni
Rendimento biennale schizza sopra 250%, decennale supera il 40%
07 marzo, 12:48
(ANSA) - ROMA, 7 MAR - Nuovi record per i rendimenti dei titoli di Stato della Grecia: il tasso del biennale e' schizzato per la prima volta sopra il 250% (252,61%) e quello del decennale ha superato la soglia del 40% (40,5%). (ANSA).

Grecia, ad oggi adesioni scambio bond al 39,3%
Per ora sono meno del 40 per cento, a fronte del 75 per cento minimo richiesto, i creditori privati della Grecia che hanno dichiarato di voler aderire alla proposta di scambio sui titoli di Stato della Grecia. Lo ha affermato il Comitato di rappresentanza dei creditori (Pcic) con un comunicato diramato tramite l'Institute of International Finance, ente che rappresenta diverse tra le maggiori banche e assicurazioni creditrici della Grecia. Nel pomeriggio la Borsa di Atene segna
un calo dell'1,30 per cento, dopo il forte rialzo registrato ieri.
Il comitato raccomanda energicamente l'adesione, per la quale c'è tempo fino a domani sera, e va ricordato che solitamente in queste operazioni buona parte delle partecipazioni tendono a concentrarsi nella ultima fase. Ad ogni modo finora, secondo il Comitato, si son detti pronti allo scambio creditori che detengono 81 miliardi di euro di bond Greci, su 207 miliardi totali oggetto della proposta, il 39,3 per cento del totale. Lo scambio prevede la rinuncia al 53 per cento circa del valore nominale dei bond.
La quota di adesioni è un tema cruciale su questa operazione di swap. Se raggiungeranno il 90 per cento andrà tutto liscio, altrimenti servirà almeno un 75 per cento affinché Atene possa far ricorso a clausole che forzeranno i creditori rimanenti a subire lo scambio, posto che questo innescherebbe altri aspetti tecnici problematici. Ieri l'incertezza sul successo dell'operazione aveva riportato allarme sulle Borse mondiali.
Garantirsi questo consistente contributo dei privati - con cui si punta ad alleggerire di oltre 100 miliardi il fardello di
debito della Grecia - è un passo indispensabile affinché l'Eurogruppo sblocchi un nuovo piano di aiuti al paese, da 130 miliardi di euro, senza i quali sarebbe una vera bancarotta. Secondo quanto riferito dal Pcic, tra i gruppi che intendono
aderire allo scambio vi sono le italiane Intesa SanPaolo, Assicurazioni Generali e Unicredit.

Spagna, -4,2% anno su anno produzione industriale gennaio
Dopo la flessione di dicembre del 3,5% anno su anno (dato rivisto) la produzione industriale in Spagna a gennaio è scesa, in termini destagionalizzati, del 4,2% anno su anno. Lo ha reso noto l'ufficio di statistica spagnolo (Ine) aggiungendo che, sempre a gennaio, la produzione industriale ha registrato cali in tutti i settori industriali, eccetto in quello dei beni di consumo non durevoli, e tassi negativi in 13 comunità autonome.

Tunisia: Raddoppiato deficit commerciale primi mesi anno
07 marzo, 13:24
(ANSAmed) - TUNISI, 7 MAR - Nei primi due mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2011, il deficit commerciale della Tunisia e' praticamente raddoppiato, passando da 761 milioni di dinari a quasi 1.639. Lo ha reso noto l'Istituto nazionale di Statistica, dopo la comparazione dei dati relativi al periodo gennaio-febbraio di 2011 e 2012. L'aumento e' conseguenza soprattutto del rialzo delle importazioni, che quest'anno e' stato del 25,3 per cento, mentre, nel primo bimestre del 2011, aveva fatto registrare un progresso del 2,9 per cento. A determinare questa situazione e' stata la crescita delle importazioni di prodotti agro-alimentari di base (+23,4 per cento), energetici (+32,3 per cento), minerali e fosfati (+17,9 per cento), materie prime e prodotti semilavorati (+20,9 per cento). (ANSAmed).

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