lunedì 19 marzo 2012

pm:19.3.12/ La contabilita’ in mitteleuropa e padania. – Trst, oltrepadania, Gabriella Ziani: La commissione - racconta - sempre formata da Provincia, Comune, tre consiglieri regionali di maggioranza e due di opposizione, si riuniva per vagliare le domande. Questo sì? Questo no?. Al 99,9% si decideva all’unanimità, poi il prefetto controllava la congruità con i regolamenti, e approvava.---In Italia, negli ultimi 5 anni la fedelta' fiscale dei contribuenti e' scesa di 17,3 punti passando da 33,8% a 16,5% a causa dei pochi servizi che si ricevono in cambio delle molte tasse che si pagano. Negli ultimi 5 anni l'imponibile evaso in Italia è cresciuto del 37,2% con punte record nel nord dove ha raggiunto l' 39,7%.

Maro', prolungata carcerazione 14 giorni
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Fisco, contribuenti.it: crolla la tax compliance -17,3%.
Industria: forte calo per fatturato e ordinativi
Trst, oltrepadania. «Fondo Trieste, mai tenuta una contabilità»

Maro', prolungata carcerazione 14 giorni
Fino al 2 aprile, respinta richiesta fermo polizia
19 marzo, 09:03
(ANSA) - NEW DELHI, 19 MAR - La carcerazione preventiva per i maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e' stata estesa per altri 14 giorni su ordine del magistrato di Kollam, davanti al quale i due militari sono comparsi stamattina. Durante l'udienza, durata circa 15 minuti, il legale dei due maro, Sunil Maheshwar, ha chiesto al giudice la possibilità di concedere un fermo di polizia, invece della carcerazione preventiva. Il giudice si è però opposto e ha disposto la custodia fino al prossimo 2 aprile.
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Fisco, contribuenti.it: crolla la tax compliance -17,3%.
ROMA - Crolla l'indice della Tax Compliance, che misura la fedeltà fiscale dei contribuenti, del 17,3% ed aumenta l'evasione fiscale. In Italia 4 italiani su 5 non capiscono perché si pagano le tasse.
E' questo il quadro che e' emerso dalla ricerca effettuata da Krls Network of Business Ethics per ''Contribuenti.it Magazine'' dell'Associazione Contribuenti Italiani, che ha analizzando i dati sulla Tax Compliance rilevati da Lo Sportello del Contribuente nel periodo febbraio 2007-febbraio 2012. In Italia, negli ultimi 5 anni la fedelta' fiscale dei contribuenti e' scesa di 17,3 punti passando da 33,8% a 16,5% a causa dei pochi servizi che si ricevono in cambio delle molte tasse che si pagano.
Negli ultimi 5 anni l'imponibile evaso in Italia è cresciuto del 37,2% con punte record nel nord dove ha raggiunto l' 39,7%.
Ogni contribuente italiano ''versa medi! amente al fisco 7.930 euro all'anno, fra tasse, imposte e tributi vari, la cifra piu' alta tra i paesi dell'area euro, ma riceve in cambio in servizi sociali meno della metà, 3.460 euro, il piu' basso tra i principali paesi europei.
Dalla ricerca di Contribuenti.it Magazine emerge che al primo posto tra i paesi che investono maggiormente nei servizi sociali troviamo la Francia, seguita dalla Germania, Svezia, Olanda, Inghilterra e Spagna con 8.120 euro.
L'indice della tax compliance e' l'indice di fiducia dei contribuenti italiani. Esso rappresenta il comportamento dei contribuenti nei confronti dell'amministrazione finanziaria. La sua rilevazione avviene attraverso l'analisi di un campione di circa 5.000 contribuenti ed e' costituito da due subindici, la stima dei contribuenti sulla situazione corrente (40%) e le previsioni per il futuro (60%)''. Il dato 'ha una forte influenza sulla politica monetaria e fiscale in quanto e' l'indice della Tax Compliance. Piu' il valo! re e' alto, piu' i contribuenti hanno conoscenza, informazione e certezza di poter contare sui propri diritti. Attraverso questa via c'e' da attendersi una diminuzione delle evasioni fiscali insieme ad un incremento delle soluzioni pacifiche delle controversie.
"L'evasione fiscale non si combatte con gli spot televisivi, ma con i fatti - ha affermato Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - In Italia manca la certezza del diritto. Basta guardare al credito d'imposta sud per l'occupazione. Approvato nel maggio 2011 nel decreto sviluppo, ancora nessuna impresa ha potuto beneficiare del contributo con grave danno per l'occupazione. Lo Stato deve tornare ad essere credibile mantenendo le promesse prese, migliorare la qualità dei servizi pubblici e sopratutto rendere trasparenti i conti pubblici facendo comprendere ai contribuenti come si amministrano i propri soldi. Fino a quando non migliorerà l'efficienza dell'amministrazion! e finanziaria e si taglieranno le spese della casta, il governo avrà sempre bisogno di far pagare le tasse attraverso l'accertamento con adesione per far cassa ad ogni costo. Anche con saldi che arrivano all'80%. E si premieranno sempre i grandi evasori fiscali, che preferiscono pagare le tasse a forfait e con il massimo sconto".
CONTRIBUENTI.IT - ASSOCIAZIONE CONTRIBUENTI ITALIANI

Industria: forte calo per fatturato e ordinativi
A gennaio il fatturato dell'industria cala su base mensile del 4,9 per cento e su base annua del 4,4 per cento. Ordinativi a -5,6 per cento su base annua e a -7,4 per cento su base mensile.
ID doc: 74286 Data: 19.03.2012 (aggiornato il: 19.mar.2012)
Netto calo degli ordinativi e del fatturato dell'industria a gennaio. Lo segnala l'Istat. Il calo, congiunturale per gli ordini, e' del 7,4%, sintesi di una contrazione del 7,6% degli ordinativi interni e del 7,3% di quelli esteri. Nella media degli ultimi tre mesi gli ordinativi totali diminuiscono del 2,9% rispetto al trimestre precedente. In flessione anche il fatturato: a gennaio, al netto della stagionalita', registra una diminuzione del 4,9% rispetto a dicembre (-5,2% sul mercatointerno e -4,5% su quello estero). Nella media degli ultimi tre mesi (novembre-gennaio), l'indice diminuisce dell'1,6% rispetto ai tre mesi precedenti (agosto-ottobre). Il fatturato dell'industria a gennaio, corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 del gennaio 2011) diminuisce in termini tendenziali del 4,4%, con una riduzione del 7,1% sul mercato interno e un aumento dell'1,3% su quello estero. Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano, in termini congiunturali, diminuzioni dell'8,5% per i beni strumentali, del 4,7% per i beni intermedi, del 3% per i beni di consumo, del 2,5% per l'energia. Il settore di attivita' economica per il quale si registra l'incremento tendenziale maggiore del fatturato è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+15,8%), mentre la diminuzione piu' marcata riguarda la fabbricazione di mezzi di trasporto (-14%). L'indice grezzo del fatturato registra, in termini tendenziali, una riduzione dell'1,4%: il contributo piu' ampio viene dalla componente interna dei beni intermedi. Riguardo agli ordinativi, l'Istat nota che nel confronto con il mese di gennaio del 2011, l'indice grezzo ha segnato un calo del 5,6%. Per gli ordinativi, inoltre, l'aumento tendenziale maggiore si rileva per la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+6,5%). I cali piu' ampi si registrano, invece, per la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-11,7%), per i mezzi di trasporto (-10,2%) e per la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi lettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-9%).

Trst, oltrepadania. «Fondo Trieste, mai tenuta una contabilità»
Lo ammette il deputato Ettore Rosato. Scoccimarro: troppi soldi distribuiti a pioggia e lo scivolone sulla Diga
di Gabriella Ziani
 Col senno di poi siamo tutti dottori, ma anche l’esperienza conta. Oggi, con una sola “tranche” del Fondo Trieste “anni d’oro” si sarebbero restaurati di botto palazzo Carciotti (20 milioni la stima) e palazzo Biserini con la biblioteca (10 milioni): soldi inesistenti. Trenta milioni era stato lo stanziamento massimo del “FT”, in lire 60 miliardi, il decremento è partito più o meno col 2003, oggi la cassaforte contiene solo vecchie ricevute, non un euro.
«Io credo che il fine del Fondo Trieste sia stato sempre rispettato, che la distribuzione negli anni sia stata equa, che tanti piccoli interventi erano ciascuno per la sua parte importanti, e che se non li avesse pagati quel fondo non sarebbero stati fatti da nessuno, ricordo che soprattutto ne hanno beneficiato il porto, l’industria e la ricerca scientifica», afferma il deputato Pd Ettore Rosato, sempre in prima linea per guadagnare, in Parlamento, i rifinanziamenti. E aggiunge: «Peccato non ci sia più. Abbiamo fatto il possibile per farlo durare». Un solo ripensamento: «A posteriori, potrei dire che si è sbagliato nel finanziare l’Antica diga, ma chi ha la sfera di cristallo...». Di quella truffa, di quella veloce marcia indietro, si è subito avvantaggiato il Comune, che si è fatto riassegnare i fondi per il centro della scienza al Salone degli incanti.
E i soldi non spesi in anni e anni, di cui oggi nessuno conosce né entità, né destino? «Diciamo così, per anni non c’è stata rendicontazione - ammette Rosato -, la cosa è stata gestita in maniera poco “industriale”. Nessuna azienda ignora mai la posizione dei propri soldi. C’è indubbiamente da metterci mano. Senz’altro però i finanziamenti revocati molti anni fa sono ormai andati persi».
Ma pur se tutto lo stillicidio di microfinanziamenti è stato gestito in legge e trasparenza, con la presenza notarile del Commissariato di governo, nessuno ha mai pensato, dal 1955 all’altroieri, di far fruttare alla grande somme così ingenti, al di là di un restauro, di una sala parrocchiale, di una ricerca, di un campetto di calcio? La risposta è no. Anche se l’idea oggi viene a Fabio Scoccimarro, Pdl ex An, presidente della Provincia dal 2001 al 2006 e nel contempo presidente del Fondo: «Se al posto dei finanziamenti “a pioggia” avessimo cambiato lo Statuto per creare un fondo a sostegno degli interessi passivi delle aziende, con 20-30 miliardi di lire all’anno e poi tanti milioni in euro ci ritroveremmo oggi una ricchissima “banca” da usare per il territorio. I “contributi a pioggia” mettono tutti d’accordo. Ma non creano impresa. Soldi regalati, che rischio c’è?».
Senza acrimonia, tanto si sa come va il mondo e comunque le regole sono state sempre formalmente rispettate, c’è chi oggi ricorda il tristemente ovvio: ai partiti, a chi ha vinto le elezioni o spera nelle prossime va superbene avere dei soldi da distribuire. E oggi che servirebbero come l’acqua? «Io credo che proprio oggi il Fondo andrebbe rifinanziato per aiutare questa nostra area in grande difficoltà per la concorrenza con la Slovenia - afferma Roberto Decarli, consigliere comunale di Trieste cambia -. È adesso che c’è una necessità primaria: per imprese, territorio, ambiente, istruzione. Il Fondo Trieste va conservato, modificato, attualizzato».
Scoccimarro (che ha molti gustosi ricordi dei retroscena) da un lato aggiunge di aver «sconsigliato» il finanziamento all’Antica diga, e dall’altro spolvera dalla sua persona il sospetto di essersi procurato, da presidente del “FT”, finanziamenti come presidente della Provincia: «La commissione - racconta - sempre formata da Provincia, Comune, tre consiglieri regionali di maggioranza e due di opposizione, si riuniva per vagliare le domande. “Questo sì? Questo no?”. Al 99,9% si decideva all’unanimità, poi il prefetto controllava la congruità con i regolamenti, e approvava».

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