lunedì 26 marzo 2012

pm:26.3.12/ Sinistri ultimatum. - La decisione della moneta unica e' stata anche politica, ha aggiunto, e gli stati dell'eurozona non possono auspicare l'uscita dei uno dei membri; questo non e' previsto nel trattato europeo. Atene, ha concluso Merkel, ha davanti a se' una lunga strada per il risanamento.---Chiara Rancati: Queste persone possono fare paura, ma in realta' non sono pericolose - afferma Coletsos - stanno solo cercando di realizzare un sogno, credono che l'Italia, la Germania, siano il paradiso, e farebbero di tutto per arrivarci.---Nonostante il generale crollo dei consumi le vendite porta a porta resistono.

LA NUOVA SARDEGNA - Politica: Indipendentismo, ultimatum del Pd a Sel
Agricoltura, 108 milioni di euro per il settore oleicolo
Crisi, resistono vendite porta a porta
Grecia: tecnici troika di nuovo al lavoro
Merkel, uscita Grecia da euro catastrofe
Crisi: Patrasso, porta d'Europa in lotta per sopravvivere

LA NUOVA SARDEGNA - Politica: Indipendentismo, ultimatum del Pd a Sel
26.03.2012
CAGLIARI. Ultimatum del Pd a Sel e agli partiti del centrosinistra che hanno votato assieme alla giunta Cappellacci e al centrodestra l’ordine del giorno «indipendentista». Silvio Lai ha convocato un vertice dei segretari per venerdì. «Sono - ha detto Lai - comportamenti incompatibili e se non c’è chiarezza i democratici sono pronti ad andare da soli anche alle elezioni regionali». Mercoledì, quando il Consiglio regionale ha votato l’ordine del giorno sardista, la tensione politica era già alta. Per evitare incidenti con il Psd’Az, Ugo Cappellacci aveva fatto esprimere alla giunta parere favorevoli e quasi tutto il Pdl aveva votato «sì». A favore l’Udc, che aveva firmato il documento, compattamente contrari solo i Rifortmatori. La bagarre era esplosa nel centrosinistra: Sel, Idv e Api avevano firmato con sardisti e centristi, contro si è espresso - in maniera unanime - soltanto il Pd. Una frattura che sta avendo serie conseguenze nei rapporti all’interno dell’opposizione come dimostra l’escalation di dichiarazioni polemiche dei giorni scorsi tra esponenti di Pd e Sel. Ieri è sceso in campo il segretario regionale dei democratici, Silvio Lai, che, interpellato da altri leader di partito, ha deciso di convocare un vertice politico del centrosinistra. Al quale il segretario di Sel, Michele Piras, ha assicurato la partecipazione. Nel Pd non solo Silvio Lai sospetta che Sel si stia prendendo qualche libertà rispetto allo schema tradizionale del centrosinistra. «Quello sul documento sardista - ha detto il segretario democratico - non è l’unico flirt con una parte della maggioranza. Se dovessero proseguire e persino diventare ipotesi di alleanze elettorale, sarebbe giusto che tutto avvenisse alla luce del sole, sia per le comunali sia per le regionali. E si sappia che il Pd ovunque andrebbe da un’altra parte, con un proprio programma e con un proprio candidato, abbiamo rispetto per gli elettori e non siamo disponibili ad allearci con alleati del Pdl almeno sino a quando restano nella giunta Cappellacci». Lai è stato molto duro: «Certi documenti e certi compartamenti sono incompatibili con il Pd e con il centrosinistra, quello che è successo in Consiglio regionale mercoleì è inaccettabile». Per due ragioni. La prima è il merito del documento: «Non si può, senza alcuna discussione di merito, approvare un documento di cinque righe che ipotizza, se lo Stato non dimostra la propria lealtà istituzionale, che la Sardegna esca dalla Repubblica italiana. Non fa certo piacere che il quotidiano della Lega Nord abbia esaltato in prima pagina la secessione della Sardegna». Poi c’è l’anomalia di Sel e Idv con Udc e Pdl e la giunta Cappellacci. Questo è il secondo punto perché «una parte dell’opposizione copre le responsabilità del centrodestra sardoi dandole allo Stato cattivo e patrigno». Quindi «ha fatto doppiamente bene il gruppo del Pd a schierarsi all’opposto di questa strana compagnia». E il Pd si è opposto a questi flirt anche quando «la stessa compagnia propone l’uso distorto delle regole e del denaro pubblico con le stabilizzazioni». Chiarito che «ciò che è dovuto alla Sardegna per i patti stipulati con lo Stato deve arrivare in Sardegna» anche da parte del governo Monti, Lai ha detto che «siamo contrari a confondere i venti anni di Berlusconi e gli ultimi tre nello specifico con i quattro mesi di Monti, siamo contrari a dare la colpa allo Stato se la Regione non ha fatto ricorso alla Corte costituzionale per il rispetto dell’accordo sulle nuove entrate fiscali, se questa giunta regionale dopo tre anni ha perso i fondi europei del Fas, se non ha contrattato, a differenza di tutti gli altri, la modifica del patto di stabilità, se sta sprecando le risorse pubbliche in sanità e in clientelismo vario, se in Sardegna il colpevole ritardo nel rapporto subalterno con Tremonti da parte del Pdl ha generato tre anni di ritardi nella spesa pubblica che non recupereremo». Insomma «siamo contrari a coprire con esercizi circensi il fallimento di tre anni, rianimando una legislatura in agonia per precise responsabilità chiare ed evitanti ai cittadini».

Agricoltura, 108 milioni di euro per il settore oleicolo
26 Marzo 2012
Il Mipaaf ha approvato i programmi triennali (2012/2014) presentati dalle organizzazioni di operatori del settore oleicolo italiano.
I programmi sono finanziati con fondi dell'Unione Europea, integrati dalla partecipazione dello Stato membro e dalle risorse dei beneficiari, ed avranno inizio dal 1° aprile 2012.
"La filiera dell'olio d'oliva italiano avrà a disposizione nei prossimi tre anni 108 milioni di euro per azioni di monitoraggio, tracciabilità, certificazione, miglioramento della qualità e dell'impatto ambientale. Si tratta di risorse messe a disposizione dall'Unione Europea, che contribuiranno significativamente a supportare al meglio la crescita di un comparto importante come la nostra olivicoltura", questo il commento del ministro Catania.
Nello specifico, a livello nazionale, l'importo assegnato al "monitoraggio" è pari a 9.600.000 euro; il plafond riconosciuto alla "tracciabilità" e alla "certificazione" dell'olio d'oliva è di 22.750.000 euro.
A livello di attuazione regionale, i progetti riguardano il miglioramento della qualità, per un importo, relativamente alla quota comunitaria, di 37.600.000 euro, mentre i progetti concernenti il miglioramento dell'impatto ambientale verranno finanziati interamente dall'Ue con 38.000.000 di euro.
L'importo totale assegnato alle organizzazioni di filiera è dunque pari a 108 milioni di euro, cifra che deve essere integrata da circa 15 milioni di euro di cofinanziamento nazionale e dalla partecipazione diretta dei beneficiari, che dovranno contribuire per analogo importo.
Fonte: Mipaaf

Crisi, resistono vendite porta a porta
Nonostante il generale crollo dei consumi le vendite porta a porta resistono. Nel 2011 il fatturato delle imprese industriali e commerciali che utilizzano la vendita diretta a domicilio per la distribuzione dei loro prodotti/servizi rappresentate da Avedisco è stato di 895 milioni di euro, in crescita dello 0,3% rispetto agli 885 milioni di euro registrati nel 2010. Significativo poi l'aumento del tasso occupazionale (+7,20%) che ha sfiorato 241.000 incaricati delle vendite.
Nel 2011, tutti i settori merceologici mantengono la loro presenza capillare sul mercato italiano; il comparto tessile ha avuto il maggior incremento con un + 17,64%, e un fatturato superiore ai 39 milioni di euro, seguito dal settore casa e beni di consumò con un incremento di 5,17% e dalla sezione altro con un + 2,38%. Anche nel 2011 le nostre imprese hanno segnato una crescita confermando la validità, l'attualità, e la vitalità della nostra formula distributiva. Con questo dato manteniamo un trend di crescita costante da 9 anni, con un incremento medio del 3,9%» ha detto il presidente di Avedisco Giovanni Paolino.

Grecia: tecnici troika di nuovo al lavoro
Funzionari Bce-Fmi-Ue passano al vaglio misure
26 marzo, 10:57
(ANSA) - ATENE, 26 MAR - Da oggi i tecnici della troika - Fmi, Ue e Bce - sono di nuovo ad Atene per passare al vaglio le spese del settore pubblico e cercare gli 11,5 miliardi che mancano per il periodo 2012-2013, mettendo ancora una volta sotto pressione il governo centrale, il settore pubblico e i sussidi sociali. Maggiore attenzione sara' data alla lotta contro l'evasione fiscale da cui la troika spera di reperire, fino alla fine del 2014, circa 3,5 miliardi di euro.

Merkel, uscita Grecia da euro catastrofe
Decisione moneta unica anche politica
26 marzo, 11:37
(ANSA) - BERLINO, 26 MAR - Un'uscita di Atene dall'eurozona avrebbe un impatto catastrofico sui Paesi della moneta unica e comporterebbe un forte indebolimento per la loro economia. Lo ha ribadito oggi alla BBC la cancelliera Angela Merkel. La decisione della moneta unica e' stata anche ''politica'', ha aggiunto, e gli stati dell'eurozona non possono auspicare l'uscita dei uno dei membri; questo non e' previsto nel trattato europeo. Atene, ha concluso Merkel, ha davanti a se' una lunga strada per il risanamento.

Crisi: Patrasso, porta d'Europa in lotta per sopravvivere
Traffico in calo e cruccio immigrati. Ma investimenti continuano
26 marzo, 12:22
(di Chiara Rancati) (ANSAmed) - PATRASSO, 26 MAR - I greci la chiamano 'la porta orientale dell'Europa', passaggio storico tra Medio Oriente e Adriatico. Oggi, Patrasso resta uno snodo importante, soprattutto per il traffico passeggeri, ma e' ormai lontana dagli splendori degli anni Ottanta e Novanta, e paga come tutto il Paese un elevato prezzo alla crisi.
 ''Un tempo questa era la principale citta' industriale di Grecia - racconta Coletsos, responsabile dei servizi di sicurezza dell'Autorita' portuale di Patrasso - con distillerie, aziende vitivinicole, fabbriche tessili e cartiere. Lo sviluppo e' iniziato negli anni Trenta, ed e' esploso dopo la guerra. Ma dagli anni Ottanta e' stato il declino, per una serie di ragioni come la delocalizzazione di certi tipi di produzione. Nel 2000 era tutto finito, e oggi ci resta solo il porto. Per questo per le persone della mia generazione e' importante salvaguardarlo, mantenerlo piu' efficiente e operativo possibile''. Un impegno a cui l'Autorita' non e' mai venuta meno, continuando a investire nello sviluppo dell'area, e addirittura inaugurando un nuovo terminal passeggeri, il Porto Sud, a luglio dell'anno scorso.
Ciononostante, i numeri parlano di una contrazione inesorabile dei volumi di attivita', che si e' fatta piu' rapida dal 2007 a oggi: nel 2011, i passeggeri in partenza verso destinazioni estere sono stati oltre 560 mila in meno rispetto a dieci anni prima, e 515 mila in meno rispetto a cinque anni prima; quelli verso altri porti greci rispettivamente 143 mila e 90 mila in meno. Cifre simili anche per i veicoli (auto e tir) trasportati sui traghetti, mentre l'attivita' cargo scivola sempre piu' verso il basso.
 ''Il porto e' l'unica costante in questa citta', ieri, oggi, domani - spiega - fin dai tempi dei micenei, che qui commerciavano oggetti d'arte, e poi delle legioni romane. Grazie al commercio su larga scala di uva sultanina, nell'eta' moderna, si e' sviluppato in ampiezza e in competenza, anche per merito dei tecnici di compagnie tedesche e britanniche che vennero qui ad occuparsi di logistica. Poi, e' cresciuto in parallelo con lo sviluppo industriale''. Gli anni d'oro, precisa, sono stati dal 1992 a fine decennio, durante la guerra nell'ex Jugoslavia e poi in Kosovo: ''In quel periodo, tutte le rotte balcaniche furono dichiarate non sicure, quindi l'unica via per risalire l'Adriatico era quella via Patrasso'', sia per le merci che per le persone.
 In quel periodo, aumentarono volume degli scambi e numero delle compagnie che effettuavano collegamenti da Patrasso a Bari, Ancona, Venezia e Trieste. ''Sono state fino a 14, a un certo punto. Ora sono meno di dieci, e alcune hanno grossi problemi finanziari'', spiega Coletsos. La riduzione del traffico non e' pero' l'unico problema con cui il porto di Patrasso si confronta: c'e' anche quello degli immigrati che, giunti in Grecia attraverso l'estesa frontiera con la Turchia, tentano di raggiungere l'Italia e poi l'Europa centrale nascondendosi nelle navi. La sorveglianza e' molto aumentata negli ultimi anni, e il nuovo porto ha una distanza maggiore tra punto di ingresso dei viaggiatori e molo, per rendere piu' facile l'individuazione dei clandestini. Stabilire quanti ce ne siano in attesa di tentare e' difficile, ma basta fare un rapido giro in uno dei complessi industriali abbandonati dietro il porto per vederne diverse decine. ''Queste persone possono fare paura, ma in realta' non sono pericolose - afferma Coletsos - stanno solo cercando di realizzare un sogno, credono che l'Italia, la Germania, siano il paradiso, e farebbero di tutto per arrivarci''.(ANSAMed).

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