lunedì 9 aprile 2012

am_9.4.12/ Ritorni al primordio. - Trst, oltrepadania, Gabriella Ziani: Lega a Trieste: lo scandalo dei soldi distolti che ha portato Bossi a clamorose dimissioni non scuote nel profondo una città che non è certo “leghista”, ha già dato in campo separatista a suo tempo, col Melone.---Bozen, oltrepadania, Francesca Gonzato: Zeller rivela un retroscena inedito: Noi portiamo avanti le nostre proposte, ma la realtà è che andrà bene se tutto resterà com'è. Questo governo di tecnici non condivide la base finanziaria dell'autonomia speciale. La restituzione del 90% del gettito delle imposte è troppo, secondo loro, vorrebbero scendere al 60%, ma per fortuna senza il nostro accordo non si farà.

Immatricolazioni auto crollano nel Sud Italia
Fuga capitali, introvabili 500 euro
Bozen, oltrepadania. Zeller: il governo vuole tagliare l'autonomia
Trst, oltrepadania. I contras della Lega accusano: «Anche qui sparivano soldi»

Immatricolazioni auto crollano nel Sud Italia
Filadelfo Scamporrino - 8 aprile 2012
Già da diversi mesi in Italia per il mercato dell’auto è notte fonda in virtù di un persistente calo, mese dopo mese, delle immatricolazioni. Ma la situazione è ancor peggiore nel Sud Italia, dove nel primo trimestre del 2012 c’è stato un vero e proprio crollo. A rilevarlo è un Rapporto dell’Unrae, l’Unione delle case automobilistiche estere che operano in Italia, da cui è in particolare emerso come nel primo trimestre del 2012, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il mercato dell’auto su scala nazionale abbia fatto registrare una contrazione del 21% rispetto invece, su base regionale, al -30% della Sicilia e addirittura al -35% della Campania.
Nel dettaglio, in Campania nel periodo gennaio-marzo del 2012 sono state immatricolate solo 15.083 vetture con una perdita netta pari a ben 8 mila unità rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il risultato è frutto nel trimestre del crollo delle immatricolazioni a Napoli con un pesante -36% e poi a seguire Salerno con -34% e Caserta con -31%.
Non va molto meglio in Sicilia dove sono state immatricolate nel primo quarto del 2012 16.166 vetture con un calo netto anno su anno pari a ben 7 mila unità circa. Anche in questo caso i numeri sono pessimi da Catania con un -29% a Palermo con una contrazione trimestrale del 27%. Secondo quanto dichiarato dal Direttore Generale dell’Unione delle case automobilistiche estere, Romano Valente, la crisi del settore auto è frutto di un insieme di fattori che penalizzano il comparto. Si parte nello specifico dalla disoccupazione per poi passare alla stretta creditizia e all’elevato costo delle assicurazioni con la conseguenza che per il rilancio del settore servono misure strutturali che diano sostegno alla domanda con agevolazioni per le famiglie e per le imprese.

Fuga capitali, introvabili 500 euro
I 4/5 sono sulle zone di confine
09 aprile, 12:50
(ANSA) - ROMA, 9 APR - Introvabili le banconote da 500 euro: maggior parte di quelle che circolano in Italia (si parla di una quota pari ai 4/5 del totale) - secondo l'Icsa - sarebbe allocato in tre aree ben definite: i comuni a ridosso del confine italo-svizzero, la provincia di Forlì e il tri-veneto, ovvero le tre 'rampe' di fuga dei capitali dal nostro territorio, così come del loro rientro clandestino in Italia.

Bozen, oltrepadania. Zeller: il governo vuole tagliare l'autonomia
L'allarme del deputato: «Ci hanno detto che dovremmo scendere al 60% del gettito»
autonomia, governo, finanziamenti
di Francesca Gonzato
BOLZANO. Bolzano-Roma, cronaca di una crisi annunciata. Modalità di finanziamento alla Provincia, norme di attuazione sospese, accordo interrotto sui cartelli di montagna, Rai e Poste. Questi gli argomenti posti il 28 marzo dal presidente Luis Durnwalder al ministro per gli Affari regionali Piero Gnudi. Viene garantita una risposta. «Sì, aspettiamo», gela sarcastico Karl Zeller.  Deputato della Svp e componente della Commissione dei 6 e dei 12, vivendo metà della settimana a Roma Zeller aggiorna in peggio la visione del rapporto tra governo Monti e autonomia speciale.  Zeller rivela un retroscena inedito: «Noi portiamo avanti le nostre proposte, ma la realtà è che andrà bene se tutto resterà com'è. Questo governo di tecnici non condivide la base finanziaria dell'autonomia speciale. La restituzione del 90% del gettito delle imposte è troppo, secondo loro, vorrebbero scendere al 60%, ma per fortuna senza il nostro accordo non si farà. Intanto negano il "bollino" della copertura economica alle nostre richieste. E' andata così alla nomina del terzo consigliere di Stato».  La questione dei cartelli di montagna torna di attualità: il Cai sollecita il ripristino del bilinguismo, Durnwalder ne ha parlato con Gnudi. Si arriverà alla firma? «L'errore di base (di Durnwalder, ndr) è stato rilanciare e rilanciare quando l'accordo con l'ex ministro Raffaele Fitto era praticamente chiuso. Il lavoro effettuato dalla commissione dei tecnici andava bene, magari con qualche ritocco. Lì si doveva firmare. Con il governo dei tecnici vedo tutto  più complicato. Qu ando dico tutto, intendo tutto».  In che senso?
«Abbiamo riscontrato che a livello governativo c'è una non condivisione sul fatto che l'autonomia speciale dia diritto al finanziamento basato sul 90% del gettito erariale. Vorrebbero ridurlo al 60%».  E' stato detto? «Sì, non è una mia intuizione. Certamente non viene messo per iscritto, ma è stato detto. Sanno anche che non saremmo mai d'accordo sulle modifiche, ma è giusto capire qual è il clima. In una fase così dobbiamo essere tutti uniti nella difesa dell'autonomia. Con il governo siamo in una fase di conflitto palese: non ricordo un tasso così alto di impugnazioni davanti alla Consulta, da parte del governo verso la Provincia e viceversa».  Rimpiange il governo Berlusconi?. «Non ho nostalgie, ma questo governo sta comportando due conseguenze pesanti per l'autonomia speciale».  Quali? «Essendo impegnato sulle macro-questioni, il governo lascia campo libero ai tecnici ministeriali nei rapporti con le autonomie speciali. Questa è una catastrofe, e non solo per le autonomie speciali, perché ciò comporta un nuovo centralismo, favorito dalla marginalità politica della Lega. Spesso le norme di attuazione sono andate in porto grazie alla spinta politica, perché gli uffici hanno la tendenza naturale a centralizzare ed evitare situazioni ad hoc per la specialità. Ma la spinta politica non c'è, perché il governo più che sostenerci vorrebbe ridimensionarci».  Secondo timore? «Alle spalle del governo tecnico si profila la grande coalizione, che schiaccerà le Regioni speciali. Sarebbe un fronte talmente potente da essere autosufficiente e centralista. Perdipiù senza la Lega, che era la voce più alta a favore di una impostazione federalista. Lo scippo del 50% dell'Imu ai Comuni non sarebbe stato possibile con il governo precedente».

Trst, oltrepadania. I contras della Lega accusano: «Anche qui sparivano soldi»
Giorgio Marchesich (Camicie Verdi): «La sagra di San Luigi fruttava 15 milioni di lire a sera, denaro mai registrato». Fedriga: «Bossi tradito dalla famiglia»
di Gabriella Ziani
 Il fuoriuscito col dente avvelenato sputa veleno: «Bossi? È la mente di tutto, meno male che hanno fatto fuori questo comitato d’affari che è la Lega, il ben noto “mangia-mangia”». Il leader parlamentare, reduce dal congresso federale, si tiene fermo: «Ho visto Bossi piangere». Il capogruppo comunale confessa: «Se è tutto vero, è molto imbarazzante, ma figurarsi se un capogruppo triestino ne sa qualcosa, l’importante è capire presto che cosa succede in questo paese: un sistema o colpa di singoli?». L’ultimo arrivato nella piccola truppa distingue e filosofeggia: «Bossi onestissimo, la “base” leghista pure, il figlio un errore, i partiti portano le idee, poi gli uomini fanno i partiti, cadono sulla ricchezza...».
 Lega a Trieste: lo scandalo dei soldi distolti che ha portato Bossi a clamorose dimissioni non scuote nel profondo una città che non è certo “leghista”, ha già dato in campo separatista a suo tempo, col Melone. Massimiliano Fedriga, il giovane segretario e parlamentare che al prossimo congresso passerà la mano dopo 9 anni (di cui 3 già in deroga), difende e attacca: «È un processo di rinnovamento, Bossi non è indagato, qui casomai c’entra la famiglia, son contento che le cose vengano a galla, perché le mele marce vanno cacciate, non la daremo vinta a quattro delinquenti: chiunque sbaglia, deve pagare». Ma Fedriga ammette: «Ripercussioni elettorali ci saranno, è ovvio, ci sono persone deluse che guardavano alla purezza della Lega, partito degli onesti. Bossi è stato tradito dalle persone più vicine, piangeva, tutti piangevano al congresso federale...».
 Giorgio Marchesich, leghista della prima ora e poi “Camicia verde” e Fronte Giuliano e ora responsabile triveneto dell’associazione fiancheggiatrice Volontari verdi per l’indipendenza della Padania, è invece un fiume in piena: «Già nel ’94 si era capito tutto, il tesoriere triestino Fabrizio Roma, consigliere della Lega, fu arrestato per usura, aveva anche costretto l’usurato a bastonarmi e distruggermi l’auto, infine aveva patteggiato la pena. E i soldi in nero? C’erano già allora. Facevamo la nostra festa a San Luigi, 15-16 milioni di lire d’incasso a sera, per una settimana: tutti soldi mai registrati. Oggi non mi meraviglio affatto. La Lega è diventata un partito della prima Repubblica, non ha mai lavorato per la “Padania”, si è scelta sempre i militanti più imbecilli per mettere su il comitato d’affari. Bossi? Un piazzista. Quanto a Fedriga, è un nulla condito di niente, gli auguro di trovarsi un lavoro quanto prima...».
 Maurizio Ferrara, il capogruppo di cui sopra, nella Lega dal 2008 (ex dei Verdi), ricorda che «Andreotti è rimasto senatore a vita fino al terzo grado di giudizio», giudica l’atto di Bossi «responsabile e coraggioso» e confessa di non avere «la più pallida idea» di quel che succede nel partito. Il suo collega in Consiglio comunale, Roberto De Gioia, ora con la Lega dopo candidature in più partiti «fedele all’autonomismo non alle sigle», scinde appunto cosa da cosa: le idee dai partiti, i partiti dagli uomini, gli uomini dai soldi. «Guardiamo al Psi: un grande ideale offuscato dagli scandali». De Gioia si fidava: «Scossone utile, pensavo che la Lega fosse portatrice di valori, Bossi dopo la malattia ha sbagliato, avrebbe dovuto costruire la successione. L’unico malcontento di tutti era proprio la sua famiglia, ha scocciato quel figlio imposto. E non amato da nessuno».

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