domenica 8 aprile 2012

pm_8.4.12/ I padani sono una specie di barbari con tendenza alla stanzialita’; anche in oltrepadania. – Udin, Anna Buttazzoni: Nella rete degli incarichi padani in due si contendono lo scettro di più quotati, Enzo Bortolotti e Giorgio Michelutti.---In conclusione, il rischio è quello di innescare un effetto a spirale, un avvitamento verso il basso dannoso per tutti: per gli albergatori, per i turisti (questo potrebbe essere l'ennesimo colpo all'appeal dell'Italia nei confronti degli stranieri), ma anche per le stesse città, che grazie alla tassa di soggiorno si troverebbero certamente più ricche di denaro, ma molto probabilmente più povere in termini di capacità ricettiva.

La tassa di soggiorno fa male al turismo
Pasqua amara per gli albergatori
Partita a poker con i bond di Atene
Udin, oltrepadania. Fvg, ecco la mappa delle poltrone padane

La tassa di soggiorno fa male al turismo
Venezia conta di incamerare almeno 15 milioni di euro, Roma ne ha incassati 70, Firenze ne ha portato a casa 11 milioni in soli sei mesi. Non c'è dubbio che la tassa di soggiorno sia una vera manna per le casse degli enti locali italiani, a secco da qualche anno in forza delle rigide regole del patto di stabilità. Il fastidioso balzello però rischia di trasformarsi nell'ennesimo costo di sistema per le imprese italiane. Molti albergatori, per evitare un brusco calo della clientela (pare che diversi tour operator stranieri preferiscano cambiare destinazione piuttosto che accettare un ritocco all'insù del prezzo) hanno deciso di lasciare inalterate le tariffe, incorporando così l'onere della tassa. Secondo i primi riscontri nelle città che l'hanno applicata, pare inoltre che la tassa stia impattando negativamente sui flussi.
 In conclusione, il rischio è quello di innescare un effetto a spirale, un avvitamento verso il basso dannoso per tutti: per gli albergatori, per i turisti (questo potrebbe essere l'ennesimo colpo all'appeal dell'Italia nei confronti degli stranieri), ma anche per le stesse città, che grazie alla tassa di soggiorno si troverebbero certamente più ricche di denaro, ma molto probabilmente più povere in termini di capacità ricettiva.

Pasqua amara per gli albergatori
Da "IL SOLE 24 ORE" di domenica 8 aprile 2012
Turismo. Sono soltanto 9,5 milioni gli italiani in vacanza nel week end, il 10,3% in meno rispetto ai dati dell`anno scorso Pasqua amara per gli albergatori L`allarme delle imprese: preoccupano le proiezioni in vista della stagione estiva Matteo Meneghetto Circa 51milioni di italiani se ne staranno a casa, e dormiranno nel loro letto. A prenotare almeno una notte fuoriporta, durante queste vacanze pasquali, saranno quest`anno «solo» 9,5 milioni di italiani. Più di un milione di persone in meno rispetto ai io,6 milioni conteggiati l`anno scorso, vale a dire un`«emorragia» di oltre il dieci per cento.
 L`allarme è lanciato da un`indagine istantanea svolta da Fede ralberghi, commissionata all`Istituto Acs marketing solutions dal 29 marzo al 2 aprile su un campione rappresentativo.
 Il danno economico è conseguente, anche se non direttamente proporzionale. Secondo l`analisi statistica la spesa media pro-capite (comprensiva di tarsporti, cibo, alloggio e divertimenti) quest`anno si attesterà sui 329 euro rispetto ai 3o9 del 2011, generando un giro d`affari di 3,13 miliardi di euro, in calo del4 p er cento rispetto ai 3,27 miliardi di euro dell`anno prima.
 «La crisi dei consumi in generale e turistici in particolare non accenna a diminuire - ha spiegato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca-, nemmeno in un periodo tradizionalmente festivo quale quello pasquale.
 La perdita di oltre il 10% tra gli italiani che partiranno per Pasqua e il parallelo decremento del 4% del giro d`affari costituiscono due campanelli d`allarme di notevole portata».
 A conferma di questo allarme, Bocca ha ricordato come dall`indagine di Federalberghi risulti che la motivazione economica è indicata come determinante nella scelta di rinunciare alle vacanze dalla metà dei 51 milioni di italiani che resteranno a casa.
 «Tutto questo - ha concluso il presidente dell`associazione -, a fronte di un sistema alberghiero che ancora una volta ha lasciato ferme le proprie tariffe, se non diminuite, proprio per venire incontro alle difficoltà finanziare delle famiglie italiane.
 Segnale, tra le altre cose, colto dalla clientela internazionale, che per le festività pasquali mostra invece chiari segnali di recupero.
 A questo punto - ha concluso Bocca - auspichiamo che all`indomani delle festività venga avviato un confronto tra Governo, imprese e sindacati volto a stabilire alcune priorità, senza le quali il sistema turistico nazionale rischia di vedere compromessa anche la prossima stagione turistica estiva».
 I segnali negativi evidenziati da Federalberghi sono confermati anche da Confesercenti.
 «La difficile congiuntura economica e la mancanza di `una strategia governativa avranno serie ripercussioni per il mercato interno» ha spiegato il presidente di Aigo Confesercenti, Agostino Ingenito, secondo ìl quale «saranno sempre meno gli italiani che si sposteranno in questo fine settimana e per la primavolta si riduce anche il periodo di permanenza che si attesta ad un massimo di due giorni».
 Le segnalazioni delle principali località turistiche italiane sono, al momento, improntate al pessimismo. Non ci sarà il tutto esaurito nelle aree normalmente più frequentate del lago di Como (Bellagio, Menaggio, Cernobbio). Anche in provincia di Brescia i flussi sono in diminuzione:
 secondo l`Arthob (Associazione ristoranti trattorie hostarie bresciane) questa sarà una Pasqua magra. Situazione migliore nelle principali città d`arte e anche a Capri e in Sardegna, nonostante le previsioni meteorologiche poco confortanti.
 Non si registra il tutto esaurito, infine, neppure in Val d`Aosta, nonostante le ultime nevicate stiano allungando la stagione.
 «Le previsioni meteo sono buone e quindi si spera in un buon afflusso - ha spiegato Aurelio Marguerettaz, assessore regionale al turismo -. Abbiamo ancora degli impianti aperti e questo potrebbe aiutarci».
 Gli albergatori puntano tutto sul last minute.

Partita a poker con i bond di Atene
Marco Liera
Chiamatela, se volete, «pirateria sovrana». La ristrutturazione del debito pubblico greco è stata imposta con svalutazioni che sfiorano l'80% anche agli investitori che non ne avevano accettato le intollerabili condizioni. In questi giorni questo trattamento poco ortodosso viene agitato come minaccia anche verso i possessori di bond greci regolamentati da leggi di Stati esteri. Il 72% dei detentori di questi bond ha aderito obtorto collo allo swap-capestro e la Grecia ha ulteriormente rinviato al 20 aprile la scadenza per il restante 28% di riottosi. I quali sperano di poter contare sulla giustizia di altri Paesi per ottenere dal Governo greco quanto contrattualmente previsto, in assenza di una approvazione specifica degli emendamenti proposti da Atene da parte di ciascuna assemblea di bondholders. L'esito di questa partita a poker sarà un passaggio significativo per il futuro della tutela dei risparmi. Se la Grecia, spalleggiata da Ue e Fmi, arriverà a uno swap coattivo anche per i bondholder tutelati dalle leggi di altri Paesi, saremo di fronte a un salto di qualità nell'aggredibilità dei patrimoni privati da parte degli Stati sovrani. Si affermerà il principio che gli Stati possono sottrarsi a obblighi assunti su contratti disciplinati dalle leggi di altri Paesi. È chiaro che di fronte alla drammaticità e alla pericolosità dell'alternativa, rappresentata da un default disordinato, si possono sempre invocare rimedi estremi. Dopodiché occorre chiedersi quali potrebbero essere le conseguenze sulla disponibilità dei privati a continuare a finanziare i debiti sovrani. La sfiducia verso la solvibilità - e verso la lealtà - degli Stati si osserva già da tempo nei rendimenti di alcune emissioni private inferiori a quelli dei titoli pubblici di pari durata del Paese in cui risiede l'emittente. Siamo all'apparente paradosso che i capitali siano più protetti quando sono prestati alle imprese anziché agli Stati che li ospitano. Ma c'è un'insidia in più: se parliamo di pirateria, uno Stato in gravi difficoltà finanziarie potrebbe anche confiscare «legalmente» la liquidità di tante imprese floride sottoposte alla sua giurisdizione. Più probabilmente, è difficile immaginare che in caso di default di uno Stato tutte le grandi aziende residenti in quel Paese possano sopravvivere senza imporre un costo ai propri creditori. Come decidere allora sui propri risparmi? La tradizionale risposta della diversificazione tra emittenti si rivela appropriata in scenari incerti, ma non necessariamente in quelli estremi. Quando un emittente pubblico arriva veramente sull'orlo del default non si capisce bene chi e soprattutto quale parte della ricchezza privata si possa salvare. Quando i debiti statali si espandono oltre il punto di non ritorno, l'aggressione ai patrimoni diventa molto di più di un'eventualità. Gli anni di doloroso deleveraging pubblico che ci attendono minacciano vari forzieri in giro per il mondo. Non stupisce che Apple abbia deciso di distribuire ai soci 45 miliardi di dollari di liquidità custoditi negli Usa. Nello Stato più indebitato al mondo, è prudente che le corporation non siano troppo ricche.

Udin, oltrepadania. Fvg, ecco la mappa delle poltrone padane
Posti in cda, enti e agenzie per iscritti e professionisti vicini al Carroccio. Presidenze in Friulia Sgr, Arlef, Ater di Pordenone, Promotur e Ape Fvg
di Anna Buttazzoni
 UDINE. Ce n’è per tutti i gusti. Doppi incarichi, presidenze, gestioni di enti. D’altronde un posticino in un consiglio di amministrazione non si nega alla seconda forza del governo regionale. La Lega, tra iscritti e professionisti vicini al partito, occupa poltrone in posti di rilievo e non, perché l’importante è esserci. Il Carroccio si alterna al Pdl, il primo partito di governo in Regione, e stacca per nomine l’Udc, la terza compagine di maggioranza. E piazza un po’ tutti, da amministratori comunali a professionisti adeguati al compito, fino alle addette alle segreterie dei due assessori regionali del Carroccio, Claudio Violino e Federica Seganti.
 Nella rete degli incarichi padani in due si contendono lo scettro di più quotati, Enzo Bortolotti e Giorgio Michelutti. Il sindaco anti-burqa è il vicepresidente vicario di Autovie Venete e percepisce un compenso di 41.200 euro l’anno.
 Ma la concessionaria autostradale gli ha affidato anche il compito, da 30 mila euro lordi, di gestire e rivitalizzare l’ex area doganale dell’autoporto di Coccau. Doppio impegno anche per Michelutti. La Lega lo ha voluto vicepresidente della “cassaforte” Friulia Spa, compito retribuito con 37.500 euro l’anno. Dopo sei mesi senza presidenza, un’analisi approfondita e uno scontro politico, il Carroccio ha anche ottenuto la presidenza di Friulia Sgr, società costruita da Friulia per la gestione di attività finanziarie, dal venture capital all’immobiliare. La guida è stata affidata a Michelutti cui vanno 30.273,98 euro l’anno.
 Hanno meritato più incarichi anche Graziano Pizzimenti, Maurizio Dunnhofer e Loris Mestroni. Il vicesindaco di Marano Lagunare, Pizzimenti, è componente del cda dell’Ater udinese, pagato 5.597,33 euro lordi l’anno, e del comitato tecnico-scientifico della struttura commissariale della Laguna di Grado e Marano. Mestroni è alla guida dell’Ape – agenzia per l’energia del Friuli Vg – e vice commissario dell’Autorità di bacino, ruolo retribuito con 40 mila euro lordi l’anno.
 L’esperto del Carroccio per il turismo è Dunnhofer, già presidente di Promotur, incaricato dalla giunta regionale nel 2009 quale responsabile dell’ambito turistico del Travisiano e di Sella Nevea, incarico da 3.094,83 euro lordi il mese e che scadrà a giugno. A dicembre, però, Promotur ha affidato a Dunnhofer il compito di predisporre e attuare un Piano pluriennale «di azioni volte a gestire i grandi eventi sportivi – si legge nell’accordo – assegnati a Promotur da organismi internazionali affinché diventino occasione di sviluppo economico della filiera turistica della montagna e dell’intera regione».
 Difficile quantificare il compenso, perché – l’italiano è lingua insidiosa – sarà variabile, recita il contratto, e composto da un incentivo collegato alle presenze turistiche alberghiere connesse a ciascun grande evento e conteggiate in 2,50 euro a presenza, da un premio di risultato del 15% come massimo delle economie di spesa consolidate da Promotur dopo le azioni proposte da Dunnhofer e da un corrispettivo di funzione. Anche la presidenza di Promotur è nomina padana, assegnata a Stefano Mazzolini, 25.411 euro l’anno.
 Ci sono poi le Ater. Il Carroccio ha la presidenza di quella di Pordenone con Claudio Serafini (27.986,65 euro l’anno) e tre vicepresidenze, a Trieste (Tullio Pantaleo, 16.537,57 euro); Gorizia (Sergio Pacor, 12.212,36) e nell’Alto Friuli (Daniele Di Lenardo, 8.904,85). Terreni leghisti sono anche l’Ersa, direttore fino al luglio 2014 è Mirko Bellini indicato da Violino, e l’Arlef – Agenzia per la lingua friulana – presieduta da Lorenzo Zanon, 12.800 euro l’anno. Sono leghiste la vicepresidenza di Aeroporto Fvg (Adriano Ceccherini) e la presidenza di Gestioni Immobili Fvg Spa, affidata a Francesco Moro per 25.099,80 euro l’anno.
 Il Carroccio ha anche assicurato un posto nel cda di Mediocredito, assegnato a Massimiliano Marzin (indennità da 775,32 più un gettone da 516,45 ad assemblea), dell’Ares, con Lorenzo Tosolini (e un’indennità annua da 5 mila euro) e in Agemont, dato al capogruppo della Lega in Consiglio comunale a Gemona, Barbara Zilli (gettone da 189 euro ad assemblea).
 Anche negli Erdisu c’è un po’ di Lega. A Trieste a comporre il cda è Serena Tonel, addetta alla segreteria in Regione di Seganti, e a Udine la vicepresidente è Serena Fragrante. Fvg Strade è l’ultima vicepresidenza padana assegnata ad Arianna Dreossi (12 mila euro l’anno), capo segreteria in Regione di Violino. Danilo Slokar, infine, occupa un posto nel cda di Finest, 12.639,45 euro l’anno.

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