venerdì 18 maggio 2012

am_18.5.12/ Vaiolo 3. - In Spagna è corsa agli sportelli bancari di Bankia, l'istituto nazionalizzato dal governo la settimana scorsa. Secondo quanto scrive El Mundo, negli ultimi giorni i correntisti hanno prelevato dalla banca oltre un miliardo di euro.---Confcommercio: Inoltre - ha spiegato il direttore, Mariano Bella - la ricchezza accumulata arretra velocemente: nel biennio 2013, la ricchezza media pro-capite, stimata in 143.243 euro varrà 7.076 euro in meno. Il risparmio annuale è stato nel 2011 1.491 euro, ma la perdita di potere d'acquisto subita dagli asset accumulati è di circa 3500 euro l'anno, quindi l'incremento non riesce a coprire le perdite.

Caso maro': disposto trasferimento dal carcere tra 20 giorni
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Fiat, Mise: ''Quindici giorni a Dr Motor per garanzie finanziarie su Termini''
Divario post unitario e protezionismo. Una lezione per l’oggi
In calo risparmio e consumi degli italiani
Fitch taglia il rating della Grecia Cameron: enormi rischi per tutti
Grecia: Tsipras, se Ue interrompe finanziamenti non pagheremo i creditori
Spagna: corsa a sportelli Bankia, ritirato oltre 1 mld
Moody's taglia rating a 16 banche Spagna
Ungheria emette 53 miliardi di fiorini di Bond a 3, 5 e 10 anni

Caso maro': disposto trasferimento dal carcere tra 20 giorni
ultimo aggiornamento: 17 maggio, ore 13:29
Roma, 17 mag. (Adnkronos) - Le autorita' delllo stato indiano del Kerala hanno disposto il trasferimento tra 20 giorni dei due Maro' italiani Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, dal carcere di Trivandrum ad un'altra struttura della citta'. E' quanto si legge sul sito della Farnesina. Con questa decisione si risponde alla Corte Suprema Indiana che nei giorni scorsi ha invitato le autorita' locali a dare seguito all'impegno di trasferire i militari italiani in una struttura diversa dal carcere.
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Fiat, Mise: ''Quindici giorni a Dr Motor per garanzie finanziarie su Termini''
Roma, 17 mag. (Adnkronos) - Quindici giorni a Dr Motor per presentare le necessarie garanzie finanziarie per Termini Imerese. Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha incontrato in serata i rappresentanti della Regione Sicilia e, successivamente, i vertici dei sindacati nazionali per fare il punto sullo stato di attuazione del progetto di riconversione industriale del sito di Termini Imerese. E nel corso della riunione, Passera ha comunicato che Invitalia, advisor del Mise, ha inviato alla società DR Motor Company Spa - soggetto attuatore del progetto di conversione di Termini Imerese - una richiesta improrogabile di chiarimenti, entro massimo 15 giorni, per avere conferma da parte della stessa Dr Motor di essere in grado di rispettare gli impegni assunti nel luglio scorso.
La solidità aziendale e la disponibilità a immettere capitale nel nuovo progetto rappresentano infatti il requisito indispensabile per poter accedere alle ingenti risorse pubbliche nazionali e regionali messe a disposizione per la realizzazione del progetto di rilancio di Termini Imerese.
Alla scadenza dei 15 giorni, il Ministero dello Sviluppo Economico convocherà nuovamente il tavolo su Termini Imerese per prendere atto delle risultanze.

Divario post unitario e protezionismo. Una lezione per l’oggi
Il Mezzogiorno e l’Italia unita affossati dal protezionismo. La chance di un traguardo unitario mancata per la politica dei dazi. «Le dogane: in cauda venenum» scrive Stefano Fenoaltea, docente di Economia Applicata all’Università di Tor Vergata, in uno studio su “I 150 anni dell’Unità d’Italia» per la fondazione Giuseppe Di Vittorio. Cifre alla mano «balza agli occhi che dal 1871 al 1881 la crescita maggiore, anche industriale, è centromeridionale – si legge nella ricerca -: il libero scambio, le nuove ferrovie meridionali, insomma l’Unità, hanno fatto bene all’ex Regno borbonico».
Invece «dal 1881 al 1901 (e al 1911), col passaggio al protezionismo, crescono sempre meno le regioni meridionali più dinamiche, sempre più le regioni, sempre più industriali, del triangolo; dal 1901 al 1911 - afferma Fenoaltea - è notevole la crescita emiliana (dovuta, sembra, alle bonifiche, agli zuccherifici...). De Viti de Marco denunciava i danni arrecati al Mezzogiorno, alla sua agricoltura specializzata esportatrice, dal protezionismo che riduceva il commercio (e dunque anche le esportazioni)». Il salto all’indietro è nei numeri elaborati dal Fenoaltea con il collega Carlo Ciccarelli, oltre che nelle analisi sociali, storiche e politiche.
«Lo Stato passò, dal 1878, al protezionismo: tra il 1887 e il 1895 aumentò in particolare il dazio sul grano, contrastando il calo del prezzo all'importazione- è scritto nella ricerca -. L'economia italiana non ha le risorse per crescere in autarchia: prospera se importa prodotti primari a basso prezzo, e vende prodotti finiti a prezzi competitivi. Alzando (del 50%, nel 1895!) il costo del grano, bene di sussistenza, si alzava giocoforza il costo reale del lavoro in Italia, e dunque il costo reale del made in Italy, pertanto meno competitivo sui mercati mondiali. Per nutrirsi di grano a buon mercato, per produrre a costi competitivi, gli italiani dovettero espatriare: è il protezionismo la causa principale della nostra diaspora, della nostra bassa crescita economica. Allora - si domanda lo studioso - perché alzare il dazio sul grano? Senza dazio l'Italia avrebbe largamente abbandonato la coltura estensiva del grano, concentrandosi maggiormente nelle colture intensive ("specializzate"), esportatrici (seta, vite, agrumi...). Ma queste richiedevano meno terra, e più lavoro, di quella: il libero scambio avrebbe reso meno scarsa, meno redditizia, la terra, e meno abbondante, più redditizio, il lavoro». Insomma, «senza il dazio, il calo del prezzo del grano avrebbe fortemente danneggiato le classi abbienti proprietarie della terra (e consumatrici di lavoro) a beneficio dei lavoratori (consumatori di [prodotti della] terra). Con il dazio sul grano lo Stato interviene non per far crescere la ricchezza del paese, ma per cambiarne la distribuzione a favore delle classi superiori: è questo il “socialismo borghese” che condanna Pareto».
E se «l’alfabetizzazione di massa ha giovato in particolare al Sud», c’è da dire che «il mancato sviluppo dell’istruzione tecnica ha limitato la crescita industriale del Sud (che a differenza del Nord non aveva le risorse idriche per attirare la prima industria di fabbrica, tessile)». A tirare le somme: «Il protezionismo ha favorito alcune industrie settentrionali (il cotone), danneggiandone altre (esportatrici). Il protezionismo ha favorito la cerealicoltura, al Nord e al Sud, danneggiando l’agricoltura specializzata, esportatrice (il gelso al Nord, vino e agrumi al Sud). Ma (mancando i politecnici) l’agricoltura specializzata era l’unico settore dinamico dell’economia meridionale. Sembra aver comunque salvato Puglie e Sicilia: quanto di più - è l’interrogativo rimasto sino ad oggi inevaso - si sarebbe sviluppato il Mezzogiorno, senza il protezionismo?». Il protezionismo dei Borboni prima, e, dopo nemmeno un ventennio, dell’Italia poi.

In calo risparmio e consumi degli italiani
Ufficio Studi Confcommercio: il risparmio medio pro-capite, per il 2012, è 1.475 euro. Calano i consumi sui livelli degli anni '90 a 15.175 euro all'anno (nel 2007 erano 18.663) e diminuisce il reddito disponibile a 16.650 euro (16.374 nel 2007).
ID doc: 75189 Data: 17.05.2012 (aggiornato il: 17.mag.2012)
Gli italiani sono ancora dei risparmiatori, anche in un periodo di ristrettezza: cala però la quota di reddito che si riesce a mettere da parte. Il risparmio medio pro-capite, stimato dall'Ufficio Studi di
Confcommercio, per il 2012 è 1.475 euro. Calano i consumi, che viaggiano sui livelli degli anni '90 a 15.175 euro all'anno per italiano (nel 2007 erano 18.663), e diminuisce il reddito disponibile a 16.650 euro (16.374 nel 2007). "Inoltre - ha spiegato il direttore, Mariano Bella - la ricchezza accumulata arretra velocemente: nel biennio 2013, la ricchezza media pro-capite, stimata in 143.243 euro varrà 7.076 euro in meno. Il risparmio annuale è stato nel 2011 1.491 euro, ma la perdita di potere d'acquisto subita dagli asset accumulati è di circa 3500 euro l'anno, quindi l'incremento non riesce a coprire le perdite.

Fitch taglia il rating della Grecia Cameron: enormi rischi per tutti
Washington, 17 mag. (Adnkronos/Ign) - Nuovo downgrade della Grecia, operato questa volta dall'agenzia Fitch che ha abbassato di un livello il giudizio sul debito di Atene, da B- a CCC. All'origine della scelta, spiega Fitch, l'accresciuto rischio che Atene non riesca a mantenere la partecipazione nell'Eurozona, visti i risultati dei partiti 'anti-austerità' nel voto dello scorso 6 maggio. Ma l'agenzia evidenzia anche le possibili disastrose conseguenze per l'Eurozona in caso di un'uscita di Atene.
Il premier britannico David Cameron ha difeso il proprio diritto a intervenire sulla crisi dell'eurozona, dopo che i toni aspri usati per ammonire l'Europa degli "enormi rischi per tutti" provocati da una possibile uscita della Grecia dalla moneta unica, avevano suscitato qualche critica. "E' più pericoloso tacere che dire le cose come stanno", ha detto Cameron parlando a Manchester a un gruppo di imprenditori, come riferisce la Bbc. "Mi rendo conto che i Paesi dell'eurozona potrebbero non essere contenti dei consigli che vengono da chi si trova al di fuori del blocco, in particolare da Paesi come la Gran Bretagna, che ha le sue difficioltà", ha detto Cameron. Ma, ha aggiunto, "l'eurozona è a un bivio. O riacquista le sue forze o dovrà affrontare una potenziale collasso".
"A nostro parere la Banca Centrale Europea ha spazio per nuovi interventi monetari" come il taglio dei tassi o iniezioni di liquidità al sistema bancario ha affermato oggi, riferisce il sito MarketWatch del Wall Street Journal, il portavoce del Fondo Monetario Internazionale David Hawley, incontrando la stampa. Per Hawley, inoltre, "potrebbero servire ulteriori misure non convenzionali" come gli acquisti di titoli di Stato operati dall'Eurotower fino a poche settimane fa. Hawley ha anche annunciato una sospensione dei contatti con Atene fino alle nuove elezioni, convocate per il prossimo 17 giugno.

Grecia: Tsipras, se Ue interrompe finanziamenti non pagheremo i creditori
ultimo aggiornamento: 17 maggio, ore 21:37
Atene, 17 mag. (Adnkronos) - Il leader di Syriza, Alexi Tsipras, possibile vincitore delle prossime elezioni del 17 giugno, ritiene vi siano scarse possibilita' che l'Europa interrompa i finanziamenti alla Grecia e, nel caso cio' avvenisse, Atene si rifiuterebbe di pagare i propri debiti. "La nostra prima scelta e' convincere i nostri partner europei che e' nel loro stesso interesse non interrompere i finanziamenti alla Grecia -dice Tsipras in un'intervista al Wall Street Journal- se non riusciamo a convincerli, perche' non e' nostra intenzione intraprendere azioni unilaterali, ma se loro procedono con azioni uniltarerali, in altre parole, se interrompono i finanziamenti, allora saremo costretti a interrompere i pagamenti ai nostri creditori".

Spagna: corsa a sportelli Bankia, ritirato oltre 1 mld
In Borsa azioni istituto nazionalizzato guidano perdite
17 maggio, 13:34
(ANSAmed) - ROMA, 17 MAG - In Spagna è corsa agli sportelli bancari di Bankia, l'istituto nazionalizzato dal governo la settimana scorsa. Secondo quanto scrive El Mundo, negli ultimi giorni i correntisti hanno prelevato dalla banca oltre un miliardo di euro.
 In Borsa le azioni di Bankia continuano a registrare perdite, per la decima seduta consecutiva. A mezzogiorno il titolo aveva perso fino al 28,2%, per poi recuperare a -17%.
 Dall'esordio in Borsa nel luglio scorso con un valore di 3,75 euro, le azioni di Bankia hanno perduto già oltre il 60% del valore. La capitalizzazione borsistica è passata dai 4,89 miliardi di euro dello scorso 4 maggio ai 2,5 miliardi di oggi, informano fonti finanziarie citate dalla Radio nazionale spagnola Rne. Le quotazioni di Bankia, che non sono state sospese dalla Commissione Nazionale del Mercato Valori, si sono viste condizionate dalle dimissioni dell'ex presidente Rodrigo Rato, dal cambio di direzione del gruppo, dall'annuncio della nazionalizzazione della controllata Bfa e dalla necessità di ulteriori accantonamenti per 4,81 miliardi di euro per sanare il portafoglio immobiliare del gruppo finanziario.(ANSAmed).

Moody's taglia rating a 16 banche Spagna
Poche ore dopo notizia su fuga depositi da Bankia
18 maggio, 00:16
(ANSA) - MADRID, 18 MAG - Bankia innesca la miccia e Moody's alimenta il fuoco del panico: nel giorno in cui El Mundo lancia l'allarme della corsa al ritiro dei depositi da parte dei correntisti di Bankia, che avrebbero ritirato più di un miliardo di euro in pochi giorni, la scure di Moody's si abbatte sul Paese: l'agenzia taglia prima il rating di quattro regioni, poi quello di 16 banche e del Santander Uk. Il rating del Santander e del Bbva è tagliato ad 'A3'. Madrid chiede aiuto alla Bce.

Ungheria emette 53 miliardi di fiorini di Bond a 3, 5 e 10 anni
L'Agenzia del debito ungherese (Akk) ha collocato 53 miliardi di fiorini (228,3 milioni di dollari) di titoli di Stato a 3, 5 e 10 anni, una cifra superiore rispetto a quanto pianificato. I rendimenti sono saliti rispettivamente dal 7,7% all'8,22%, dal 7,82% all'8,35% e dal 7,98% all'8,45%.

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