giovedì 17 maggio 2012

pm_17.5.12/ Ministero dell’Ordine della Cultura padana. - R.P: Ebbene nelle indicazioni «imprescindibili» per la letteratura del quinto anno gli esperti ministeriali si mantengono sul classico e nel periodo tra Ottocento e Novecento inseriscono Pascoli, D'Annunzio, Verga e Pirandello, autori giustamente definiti «non eludibili». Ma la sorpresa arriva al XX secolo. Ci sono Ungaretti, Saba e Montale per la poesia e per la narrativa, dalla stagione neorealistica ad oggi, Gadda, Fenoglio, Calvino, Primo Levi, integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello…)». Stop. Nient'altro. Quasimodo? Dimenticato. E con lui Scotellaro, Silone, Sciascia, Vittorini, Serao.

Maro', presentato ricorso cauzione
India:trasferimento maro' Borstal school
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Letterati del Sud esclusi, Regione in campo
Potenti d'italia piu' vecchi in Ue, eta' media 59 anni
Grecia, la Bce sospende i crediti alle banche
Grecia: Tsipras alla CNN, 'stiamo andando all'inferno'
Bozen, oltrepadania. La Provincia: «Pagato a Roma già un miliardo»

Maro', presentato ricorso cauzione
Sara' discusso sabato
17 maggio, 11:12
(ANSA) - TRIVANDRUM (INDIA), 17 MAG - I legali dei maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno presentato oggi un ricorso presso la 'Session Court' di Kollam per ottenere per i due un provvedimento di liberta' dietro cauzione. Lo ha appreso l'ANSA dalla delegazione italiana a Trivandrum, in Kerala.
 Il ricorso che sara' discusso sabato si e' reso necessario perche' una prima petizione su questo argomento e' stata respinta l'11 maggio per ragioni tecniche da un giudice di primo grado. (ANSA).

India:trasferimento maro' Borstal school
Struttura esterna al carcere centrale di Trivandrum
17 maggio, 12:20
(ANSA) - TRIVANDRUM, 17 MAG - Dopo laboriose discussioni, le autorita' del Kerala hanno accettato un trasferimento dei maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in una struttura esterna al carcere centrale di Trivandrum: la Borstal School di Kochi.
Lo ha appreso l'ANSA da fonti locali. La firma sul decreto che dispone la sistemazione di questa struttura - un ex carcere minorile - e' stata apposta pochi minuti prima della scorsa mezzanotte, entro il limite massimo posto dalla Corte suprema di New Delhi.
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Letterati del Sud esclusi, Regione in campo
Approvato documento di Cortese e D'Amelio: «Profumo integri i programmi delle scuole»
NAPOLI — Il consiglio regionale della Campania, su proposta del Pd, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno con il quale s'impegna a inviare al ministero dell'Istruzione la richiesta di integrare i programmi scolastici con autori del Sud e autrici italiane, assenti da qualsiasi indicazione.
EREDITÀ GELMINI - «Anche a diversi mesi dalla caduta del governo Berlusconi la perniciosa eredità lasciata dall'ex ministro Gelmini continua a produrre disastri. Tra questi c'è la cancellazione dai programmi scolastici di molti importanti autori meridionali e di scrittrici di tutta Italia, completamente rimosse dalle antologie dei licei italiani per decisione del gruppo di lavoro chiamato dal Ministero a dettare le indicazioni nazionali». Angela Cortese e Rosa D'Amelio, consigliere regionali democratiche, ieri «hanno presentato in rappresentanza del gruppo regionale del Pd un ordine del giorno approvato all'unanimità». «Approvandolo — spiega Cortese — il Consiglio si impegna ad inviare al ministero dell'Istruzione una formale richiesta di integrazione delle indicazioni nazionali con autori del Sud e con autrici di tutte le regioni italiane che hanno dato lustro alla nostra cultura e ad inviare inoltre una lettera ufficiale ai consigli di tutte le regioni meridionali affinché possano intraprendere analoghe iniziative».
DALLA ORTESE A SCIASCIA - E prosegue: «La questione non è di lana caprina, ma sostanziale: ferma restando la libertà di insegnamento costituzionalmente sancita, infatti, il limite si troverebbe nei libri di testo, che restano l'unico sussidio disponibile per gli studenti. In quei libri, giganti della nostra letteratura come Ortese, Silone, Serao, Vittorini, Sciascia, Quasimodo e Levi rischiano di essere derubricati tra gli autori minori. Un assurdo culturale al quale bisogna assolutamente porre rimedio».
L'allarme è stato lanciato a marzo proprio dal Corriere del Mezzogiorno su segnalazione di un gruppo di professori di Nusco (guidati da Paolo Saggese) che aveva scoperto il mistero. L'esclusione dei letterati meridionali dai programmi scolastici è stata anche denunciata da Pino Aprile nel suo ultimo libro «Giù al Sud».
QUASIMODO DIMENTICATO - Nel silenzio generale, nel 2010, una commissione di esperti nominata dal ministro dell'Istruzione di allora Maristella Gelmini ha varato le linee guida destinate ai docenti per il cosiddetto «curricolo»: serve a definire i fondamentali degli insegnamenti che il Miur ritiene strategici per gli studenti delle scuole superiori. Ebbene nelle indicazioni «imprescindibili» per la letteratura del quinto anno gli esperti ministeriali si mantengono sul classico e nel periodo tra Ottocento e Novecento inseriscono Pascoli, D'Annunzio, Verga e Pirandello, autori giustamente definiti «non eludibili». Ma la sorpresa arriva al XX secolo. Ci sono Ungaretti, Saba e Montale per la poesia e per la narrativa, dalla stagione neorealistica ad oggi, Gadda, Fenoglio, Calvino, Primo Levi, integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello…)». Stop. Nient'altro. Quasimodo? Dimenticato. E con lui Scotellaro, Silone, Sciascia, Vittorini, Serao.
L’APPELLO - Il «Centro di documentazione della poesia del Sud» di Nusco, in Irpinia, lanciano un appello. Che come spiega Paolo Saggese, uno dei prof che (insieme con Alfonso Nannariello, Alessandro Di Napoli, Franca Molinaro, Peppino Iuliano) anima l'associazione, non vuole alimentare «polemiche o battaglie di retroguardia. O, peggio ancora, una contrapposizioni Nord-Sud».
L'appello, lanciato anche a tutte le scuole italiane, vuol essere un manifesto per l'unità culturale del Paese. «Perché — argomenta Saggese — una cultura nazionale veramente unitaria deve dare agli studenti la visione completa degli autori, includendo quelli del Sud. Invece con la Gelmini — aggiunge — è stata introdotta, non sappiamo quanto volontariamente, una visione decisamente nordista che tiene fuori almeno 15 regioni». Ora la questione assume anche una connotazione più istituzionale dopo l'ordine del giorno del consiglio regionale della Campania. E dopo l'interrogazione parlamentare sempre del Pd sul caso. Finora il ministro Profumo, pur sollecitato, non è mai intervenuto direttamente.
R.P

Potenti d'italia piu' vecchi in Ue, eta' media 59 anni
Hanno in media 59 anni. Coldiretti: record spetta ai manager delle banche e ai ministri di governo
17 maggio, 10:23
ROMA - Spetta all'Italia il primato europeo di anzianità della classe dirigente con un'età media di 59 anni. Il record è toccato dai manager delle banche, a pari merito con i vescovi in carica e dai rappresentanti del governo, rispettivamente con 67 e 64 anni, seguiti dai professori universitari con 63 anni; i più giovani sono i dirigenti delle aziende quotate in Borsa con 53 anni.
E' quanto emerge dal primo report sull'anagrafe dei potenti italiani nel tempo della crisi, presentato oggi nel corso dell'assemblea dei giovani della Coldiretti. Se il presidente del Consiglio, Mario Monti ha 69 anni e i ministri più giovani, Renato Balduzzi e Filippo Patroni Griffi, hanno 57 anni, in Gran Bretagna David Cameron è diventato primo ministro a 43 anni, Tony Blair a 44, John Major a 47 e Gordon Brown a poco più di 50.
Tra i parlamentari, evidenzia la Coldiretti, l'età media dei senatori è di 57 anni e quella dei deputati 54. Nelle ultime 3 legislature sono stati eletti soltanto 2 under 30 su 2.500 deputati, anche se il peso dei 25-29 enni è pari al 28% della popolazione eleggibile. Oggi solo un deputato su 630 ha meno di 30 anni e appena 47 sono gli under 40 mentre gli over 60 anni sono 157. Il presidente del Consiglio, Mario Monti ha 69 anni e 57 anni i ministri più giovani, Renato Balduzzi e Filippo Patroni Griffi. Un'anzianità che, per quanto riguarda la burocrazia, va ad incidere secondo cittadini e imprese, sulla scarsa attenzione per le nuove tecnologie.
Ecco che l'età media dei direttori generali della Pubblica amministrazione è di 57 anni, che sale a 61 per le aziende partecipate statali. La situazione migliora nel privato dove gli amministratori delegati delle aziende quotate in Borsa a Milano hanno in media 53 anni. Sul fronte universitario un quarto dei professori ha più di 60 anni, contro il 10% in Francia e Spagna e l'8% in Gran Bretagna, 3 su 16 mila gli ordinari con meno di 35 anni e 78 gli under 40. I segretari regionali dei sindacati dei lavoratori, infine, secondo il report, hanno in media 57 anni e 59 quelli delle organizzazioni di rappresentanza di industria e commercio, mentre nell'agricoltura in Coldiretti, l'età è di 47 anni.

Grecia, la Bce sospende i crediti alle banche
Il default dello Stato costerebbe 200 miliardi
Non è chiaro di quanti e quali istituti di credito si parli, ma secondo Spiegel online “numerose” banche greche sono state di fatto escluse dalla possibilità di rifinanziamento attraverso la Bce. Non possono più offrire garanzie
 dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
BERLINO – Drastico aggravamento della crisi per la Grecia. La Banca centrale europea, come informano diversi siti mediatici online tedeschi citando fonti ufficiali della Eurotower, ha sospeso i crediti a diversi istituti di credito ellenici. La notizia ha esaperato l’allarme sui mercati, contribuendo anche a una flessione dell’euro sul fronte dei cambi.
Non è chiaro di quanti istituti di credito greci si parla, ma secondo Spiegel online “numerose” banche greche sono state di fatto escluse dalla possibilità di rifinanziamento attraverso la Bce. Secondo l’agenzia di stampa Market news international, si tratta soprattutto di diversi istituti di piccole dimensioni, che ormai non possono più offire sufficienti garanzie come ‘pegno’ per la Bce in cambio dei suoi finanziamenti. Almeno quattro banche greche ormai lavorano in negativo, non hanno più proprio capitale.
 L’assalto a sportelli e bancomat, da parte di migliaia e migliaia di cittadini ellenici che prosciugano i loro conti per mettere al sicuro i loro risparmi in euro, ha aggravato la situazione di questi istituti. Ai quali, secondo il suo severo statuto, la Bce non può più fornire liquidità. Alle banche colpite dal provvedimento, secondo Spiegel, resta solo uno strumento d’emergenza: il ricorso alla cosiddetta ‘emergency liquidity assistance’ (aiuto di liquidità d’emergenza), cioè un meccanismo in base al quale le banche centrali nazionali dell’Eurozona  possono fornire crediti agli istituti del loro paese. Ma questo aggraverebbe la situazione già pesantissima del debito sovrano ellenico. Secondo fonti vicine alla Bce, la Eurotower potrà riprendere la sua assistenza solo se in tal modo la ricapitalizzazione delle banche elleniche avrà successo. Il rischio per la Bce è di ritrovarsi in mano crediti più che sofferenti, anzi assolutamente non riscuotibili, in caso di uscita della Grecia dell’euro e di conseguente fallimento di molte banche greche.
L’agenzia Reuters intanto diffonde una previsione più che inquietante dei costi che un abbandono della moneta unica da parte di Atene farebbe gravare sui paesi che resterebbero membri dell’unione monetaria europea. Sommando i titoli greci di vario tipo in possesso degli istituti europei, e l’esposizione con crediti concessi alla Grecia, si arriverebbe a un probabilissimo rischio di perdite per almeno 200 miliardi di euro.
(17 maggio 2012)

Grecia: Tsipras alla CNN, 'stiamo andando all'inferno'
17 maggio, 12:27
(ANSAmed) - ROMA, 17 MAG - Il leader della coalizione della sinistra radicale greca Syriza, Alexis Tsipras, ha detto alla Cnn che a causa del memorandum e l'austerità che esso impone i greci "stanno andando direttamente all'inferno". Tsipras ha detto il suo partito vuole mettere fine all'austerità, tenere la Grecia nell'eurozona e allacciare nuove alleanze per superare la crisi. "Faremo tutto quel che possiamo per muoverci in questa direzione, per mantenere la Grecia nella zona euro e in Europa", ha affermato il leader di Syriza, ricordando che egli intende "cancellare il memorandum, poi rinegoziare a livello europeo" per trovare la soluzione alla crisi, che non è un problema solo greco, ma europeo. Tsipras ha segnalato che vorrebbe trovare partner a questo fine tra i paesi del sud e del centro Europa.
 Accusando la cancelliera tedesca Angela Merkel di mettere a rischio l'eurozona, Tsipras ha però detto che su una cosa lo trova d'accordo: "un mese fa ha detto che se la Grecia uscisse dall'eurozona e tornasse alla dracma, i mercati andrebbero in caccia del prossimo paese", ad esempio Italia o Spagna. Il leader della sinistra ellenica ha quindi bocciato l'idea del ritorno alla dracame: "Vorrebbe dire che i poveri hanno la dracma e i ricchi possono comprare tutto con gli euro". (ANSAmed).

Bozen, oltrepadania. La Provincia: «Pagato a Roma già un miliardo»
I conti del vertice con il ministro Gnudi. E sul tavolo ora i costi locali dello Stato per altri 450 milioni
di Orfeo Donatini
BOLZANO. Giovedì della prossima settimana il presidente Durnwalder e il governatore Dellai si ritroveranno al medesimo tavolo con il ministro per gli Affari regionali Piero Gnudi per avviare il tanto atteso confronto fra autonomie speciali e governo. E la partita sia per Bolzano che per Trento è più che mai aperta.
Le “diplomazie” delle due Province sono da giorni al lavoro per tentare di definire un possibile quadro delle future relazioni finanziarie con Roma, ma le premesse non sono rosee.
Negli ultimi tre anni del resto Bolzano ha già sborsato cifre decisamente impressionanti per contribuire al risanamento dei conti pubblici statali: circa 500 milioni all’anno se ne sono andati dopo la firma del Patto di Milano a seguito del quale per altro non sono mai state approvate le necessarie norme di attuazione; poi con il Patto di stabilità se ne sono andati dalla casse altoatesine altri 350 milioni di euro l’anno (metà in tagli di bilancio e metà con risorse non utilizzate). Ma non è finita qui: con l’insediamento del governo tecnico di Mario Monti infatti sono arrivati almeno tre decreti per far quadrare i conti pubblici e, ad esempio, altri 120 milioni di euro se ne sono andati solo con il “SalvaItalia” . Insomma qualcosa come un miliardo di euro già materialmente pagati dall’autonomia speciale altoatesina che ha reagito con grande compostezza: «Siamo assolutamente disposti a fare la nostra parte - ha sempre sostenuto il presidente Luis Durnwalder - ma è evidente che chiediamo il rigoroso rispetto dello Statuto e del Patto di Milano. Il che significa la concertazione sulle scelte che ci riguardano». Sul piano politico poi l’Obmann della Svp Richard Theiner ha rilanciato con il suo progetto di autonomia integrale tradotto, nel contingente, dal presidente della giunta provinciale nella richiesta di passaggio all’autonomia di tutte le competenze statali operanti sul territorio.
Ma ora, concretamente, quali potranno essere le prospettive nelle relazioni fra le autonomie e il governo? L’impressione è che a Roma nessuno pensi nemmeno di prendere in considerazione la richiesta di nuove competenze e che, al contrario, si stia parlando eventualmente di far assumere alle autonomie i costi delle competenze statali sul territorio . E si starebbe parlando di qualcosa come una cifra compresa fra i 400 e i 450 milioni di euro all’anno. Di certo però questa volta non sembra così semplice da parte di Roma calare la nuova stangata senza mettere nulla sull’altro piatto della bilancia. Questa volta la “lista della spesa” con la quale di solito Durnwalder era solito scendere a Roma sarà composta da richieste procedurali e di rispetto delle regole anche se non mancheranno obiettivi come la cancellazione della riserva erariale che “gira” direttamente alle casse statali quote importanti di contributi locali oppure una maggiore libertà erariale locale anche per rendere almeno più equo l’inevitabile salasso dei cittadini.


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