martedì 8 maggio 2012

am_8.5.12/ Eurodieta: a colazione würstel e crauti, pranzo con un primo albanese, cavoli greci a merenda; per cena purga catalogna. - Per un imprenditore lavorare in Sardegna significa spendere 2.708 euro in più rispetto agli altri industriali di tutta l’Europa.---La produzione industriale in Spagna a marzo è scesa, in termini destagionalizzati, del 7,5% a livello tendenziale dopo la flessione del 5,3% registrata a febbraio.---Volano gli ordinativi industriali in Germania. A marzo hanno segnato un rialzo del 2,2% rispetto a febbraio, trainati da una forte domanda dei Paesi emergenti. Lo riferisce il ministero dell'economia tedesco. Le stime erano per un rialzo molto piu' contenuto dello 0,5%.

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Imprese, energia salata nell’isola
coldiretti,20% agroalimentare all'estero
Moda: Confesercenti, situazione 'critica' per 71% negozi
Italia-Albania: Terzi, con 400 aziende siamo primo investitore
Crisi: Merkel ammonisce Hollande, fiscal compact non si rinegozia
Grecia: Merkel, e' molto importante rimanga sulla via delle riforme
Grecia a un passo dall'addio all'euro
Grecia nel caos dopo le elezioni. Samaras rinuncia: impossibile formare un governo pro austerity
Germania: volano ordini industria marzo
Spagna, -7,5% anno su anno produzione industriale marzo
Spagna: Ue, piu' tempo per ridurre deficit? valuteremo situazione economica
Spagna, governo pronto a versare soldi pubblici per salvare le banche.
Repsol: Ue, a breve azione contro Baires

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Imprese, energia salata nell’isola
07.05.2012
Per un imprenditore lavorare in Sardegna significa spendere 2.708 euro in più rispetto agli altri industriali di tutta l’Europa. Il conto è stato fatto dall’Ufficio studi della Confartigianato sui dati ufficiali di Terna. «Significa che l’1,03 per cento del valore aggiunto di un’impresa», spiega Luca Murgianu, presidente di Confartigianato, «scompare tra i fili della corrente». Se questo dato viene applicato all’intero sistema sardo scopriamo che il divario totale tra le imprese dell’isola e quelle europee arriva a quota trecento milioni l’anno, 299 milioni in più rispetto al conto pagato nell’Ue. E’ un esempio della “fatica” di essere sardi, di far parte di un sistema che non dispone di infrastrutture, dal metano alle autostrade, ai mezzi di trasporto per le merci. (Secondo i dati dell’Istituto Tagliacarne, la Sardegna ha un indice medio d’infrastrutture che, fatto 100 per l’Italia, si ferma nell’isola a 53,3; con grandi differenze territoriali perché si va dal 75,3 del Sassarese al 25% di Nuoro). Il problema dei costi esorbitanti non riguarda solo le industrie energivore come quelle dell’alluminio ma coinvolge tutti. «Un caso eclatante», rivela Murgianu, «è quello delle società che hanno le piscine. Queste strutture necessitano di una notevole quantità di energia elettrica o carburante per essere riscaldate ma per via dei costi energetici, ormai spropositati, rischiano di non aprire il prossimo inverno». C’è un altro fatto che preoccupa le piccole imprese sarde: è i l decreto dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico sugli interventi a sostegno del fotovoltaico e delle altre fonti rinnovabili. Da luglio partirà un nuovo sistema di incentivi, ridotti per allinearsi alla media dell’Unione europea. «Quei decreti introducono procedure burocratiche e prenotazioni degli incentivi», afferma il presidente della Confartigianato sarda, «che penalizzano in misura maggiore le piccole aziende che tra produttori, installatori e manutentori di impianti di energia prodotta da fonti rinnovabili, impiegano nell’isola 7.500 addetti». Confartigianato sottolinea che senza i correttivi a questi decreti un intero comparto rischia di non poter più operare. Per l’operatività delle piccole imprese sarebbe importante tutelare gli impianti di dimensioni minime, (sino a 30 Kw di potenza); impianti che non dovrebbero essere soggetti ai tetti massimi di incentivanzione. Nei decreti si prevede per il fotovoltaico, oltre all’abbassamento delle tariffe incentivanti, l’introduzione di registri per impianti superiori a 12 Kw. Per poter accedere agli incentivi da parte delle imprese che volessero allacciare nei prossimi mesi un proprio impianto fotovoltaico, dunque, sarà anche una corsa contro il tempo.

coldiretti,20% agroalimentare all'estero
E' record per effetto +75% export e -2% consumi interni
07 maggio, 13:13
(ANSA) - ROMA, 07 MAG - Tocca record del 20% la quota di produzione agroalimentare destinata all'estero, grazie all'effetto congiunto della crescita del 75% delle esportazioni ma anche della stagnazione dei consumi interni -2%. Emerge da un'analisi della Coldiretti. Nel settore del vino, prima voce dell'export, il valore delle bottiglie destinate all'estero ha superato quello realizzato sul mercato nazionale. Nel 2011 l' agroalimentare made in Italy ha superato i 30 miliardi.

Moda: Confesercenti, situazione 'critica' per 71% negozi
07 Maggio 2012 - 14:54
 (ASCA) - Roma, 7 mag - Il settore dell'abbigliamento continua a vivere in uno stato di preoccupante crisi dopo il 2011, annus horribilis per 3 esercenti su 4. I saldi di gennaio non sono riusciti a migliorare la situazione che resta critica per il 66% dei negozi delle grandi citta' ed il 71% su scala nazionale. E le previsioni per il 2012 non sono rosee: solo l'8% ipotizza un miglioramento. E' quanto emerge da un'indagine della Confesercenti-Fismo, presentata oggi nel corso di una conferenza stampa.
 ''Gli esercenti intervengono sugli approvvigionamenti tagliando gli acquisti, una strategia citata dal 33% degli intervistati'', afferma Roberto Manzoni, presidente della FISMO, la Federazione italiana settore moda aderente a Confesercenti. ''In discesa anche i redditi di impresa, che si sono contratti del 32% nel corso degli ultimi 5 anni. Non cala, pero', la qualita' del prodotto di punta: solo se costretti si affiancano articoli di fascia piu' bassa per recuperare clientela o battere la concorrenza''.
 ''Il comparto impiega circa 320 mila occupati totali, di cui 166 mila occupati indipendenti e 154 mila occupati dipendenti. Ma nonostante la crisi - sottolinea Manzoni - solo il 9% degli esercenti pensa di intervenire riducendo il personale per battere la crisi, proprio in difesa di quel patrimonio di conoscenze che rappresenta il valore aggiunto del settore''.
 Per Manzoni ''la situazione di crisi dell'intera filiera del settore tessile abbigliamento rischia di diventare insostenibile se il Governo non varera' in tempi veloci una politica di sostegno nei confronti della piccola e media impresa distributiva del Made in Italy. La Fismo - spiega - boccia le liberalizzazioni e chiede al Governo Monti interventi strutturali, a cominciare dal sostegno allo sviluppo, ma soprattutto misure di agevolazione fiscale oltreche' concreti interventi per scongiurare il paventato aumento dell'IVA che ridurrebbe ulteriormente la capacita' di spesa delle famiglie''.
red/glr

Italia-Albania: Terzi, con 400 aziende siamo primo investitore
Convegno a Roma per nuove opportunita' di cooperazione
07 maggio, 16:28
Il forum economico sull'Albania oggi a Roma
(ANSAmed) - ROMA - ''Con 400 aziende italiane o italo-albanesi attive in Albania, l'Italia e' il primo investitore straniero per numero di operatori e il secondo per valore degli investimenti''. Lo ha detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi, intervenendo al convegno ''Albania in Europa, nuove opportunita' di cooperazione economica e industriale per le imprese italiane''. ''La collaborazione economica - ha aggiunto - si e' avvantaggiata anche della maggiore mobilita' di persone tra Albania e Unione Europea garantita dalla liberalizzazione dei visti, entrata in vigore nel dicembre 2010''. Terzi ha quindi ricordato che ''il Governo italiano ha piena fiducia nel futuro dell'Albania, e intende continuare a sostenerla nel suo cammino di modernizzazione economica e sociale''. Non a caso, ''negli ultimi vent'anni, la nostra cooperazione ha destinato all'Albania un contributo di aiuti allo sviluppo, tra doni e crediti, per oltre 540 milioni di euro. Il Memorandum firmato nel 2010 stabilisce un ulteriore contributo di 51 milioni di euro in doni e crediti, e un accordo di conversione del debito.

Crisi: Merkel ammonisce Hollande, fiscal compact non si rinegozia
ultimo aggiornamento: 07 maggio, ore 15:20
Berlino, 7 mag. - (Adnkronos/Dpa) - Angela Merkel si prepara ad "accogliere a braccia aperte" Francois Hollande, eletto ieri alla successione di Nicolas Sarkozy, ma lo ammonisce che non c'e' possibilita' di rinegoziare il fiscal compat. "Semplicemente, cio' non avverra'" ha avvertito la cancelliera in conferenza stampa a Berlino.

Grecia: Merkel, e' molto importante rimanga sulla via delle riforme
07 Maggio 2012 - 13:16
 (ASCA) - Roma, 7 mag - E' molto importante che la Grecia rimanga sulla strada delle riforme. Lo ha detto il cancelliere tedesco, Angela Merkel, dopo le elezioni in Grecia che generano incertezze sul proseguimento delle azioni di risanamento del bilancio pubblico.
sen/

Grecia a un passo dall'addio all'euro
Per Citigroup le probabilità salgono al 75%. Rischio ingovernabilità. La Ue: futuro della Grecia all'interno dell'Eurozona
Atene a un passo dal ritorno alla dracma. Se prima delle elezioni le probabilità che la Grecia uscisse dall'Eurozona entro 18 mesi erano al 50% adesso, dopo il voto del 6 maggio (che ha decretato un Parlamento frammentato con una forte presenza di partiti estremisti e anti-europeisti) salgono al 75%. È il pensiero di due economisti di Citigroup, Jurgen Michels e Guillaume Menuet.
Non c'è tempo da perdere. Già a giugno i commissari della Troika (Bce-Ue-Fmi) che ha elargito a marzo il secondo salvataggio da 130 miliardi di euro attende risposte da Atene su come riuscirà a risparmiare 11,6 miliardi tra il 2013 e il 2014. Condizione necessaria perché l'impianto degli aiuti (prestiti a tassi agevolati) resti saldo.
Ipotesi che non esclude un nuovo piano di austerity. Sulla cui approvazione però, questa volta, si prevede dura lotta tra le forze politiche. Proprio perché il risultato delle urne ha decretato la bocciatura del piano di austerità sostenuto finora dai due principali partiti del Paese. Nelle prossime ore la Grecia dovrà cercare di uscire dall'impasse politica avviando le consultazioni per dare vita a un governo di coalizione, sotto lo sguardo inquieto dei mercati.
Il Presidente Carolos Papoulias convocherà oggi Antonis Samaras, leader dei conservatori di Nea Demokratia, per conferirgli un mandato esplorativo" con l'obiettivo di dare vita a un governo di coalizione. Nea Demokratia si è affermato come primo partito al voto di ieri con il 18,8% dei voti, pari a 108 seggi, contro il 33,5% del 2009; anche i socialisti del Pasok, con cui hanno governato dalla fine del 2011, sono crollati ieri ai seggi, ottenendo il 13,2% dei consensi, pari a 41 seggi, contro il 43,9% del 2009. I due partiti non riescono quindi a raggiungere i 151 seggi della maggioranza assoluta e dovranno cercare di ottenere il sostegno di un terzo partito per poter portare avanti il piano di salvataggio concordato con l'Unione europea (Ue) e il Fondo monetario internazionale (Fmi).
Ma il terzo partito dovrà essere scelto tra le cinque formazioni entrate in Parlamento, tre di sinistra e due di destra, che insieme detengono di fatto la maggioranza aritmetica, 151 seggi, e che si oppongono al piano di rigore voluto dai creditori internazionali.
Secondo la stampa, se non si riuscirà a formare un governo dopo gli eventuali incarichi in successione ai tre leader dei principali partiti usciti dalle elezioni di ieri, allora la Grecia tornerà alle urne entro giugno. E ingovernabilità è termine ricorrente nei titoli dei quotidiani greci.
In questo sfondo i rendimenti dei titoli a 10 anni sono balzati oltre il 20% mentre la Borsa di Atene cede l'8% con punte fino al 10%, zavorratta dal settore bancario che cede il 19%.
Nonostante tutto la Commissione Ue si dice «fiduciosa nel futuro della Grecia all'interno dell'Eurozona», attraverso il portavoce Pia Ahrenkilde Hansen precisando che «la Commissione spera e si aspetta che il futuro governo greco rispetterà gli impegni presi dalla Grecia» nel quadro dei programmi di aggiustamento dei conti pubblici stabiliti assieme ai partner europei.
Un'eventuale uscita della Grecia dall'euro comporterebbe quella che gli economisti chiamano svalutazione competitiva della moneta locale. In questo caso la dracma. Sarebbe vantaggiosa? I benefici di una svalutazione competitiva (moneta più debole e rilancio conseguenziale delle esportazioni) potrebbero però essere vanificati dagli svantaggi di un'uscita dall'euro: alta inflazione, alti tassi di interessi (con aumento dei costi per sostenere il debito pubblico) aumento del costo dei beni importati e ddi quelli prodotti in loco che incorporano materie prime importate.Insomma, i costi di un'uscita della Grecia dall'euro potrebbero essere pesantissimi per Atene. Così come, allo stesso tempo, pesantissime sono le misure di austerity a cui è costretta per ricevere gli aiuti europei del piano di salvataggio.
Grecia sì o Grecia no, l'euro non corre rischi secondo i due economisti di Citigroup che giudicano «molto bassa la probabilità di una frammentazione dell'Unione monetaria».
07 maggio 2012

Grecia nel caos dopo le elezioni. Samaras rinuncia: impossibile formare un governo pro austerity
articolo di Vito Lops - analisi video di Isabella Bufacchi
Antonio Samaras, leader di Nea Dimokratia, ha preso atto in meno di 24 ore che è impossibile formare un governo con le forze sostenitrici delle misure di austerity imposte dal piano di salvataggio europeo. Pertanto, malgrado avesse tre giorni di tempo, ha rinunciato all'incarico e lo ha rimesso nelle mani del presidente. Ora l'incarico potrebbe essere affidato al leader di Syriza, la sinistra radicale di Alexis Tsipras, uscita seconda dalle elezioni di ieri. Tsipras ieri aveva rivolto un appello a tutte le forze anti-euro ma aveva già ricevuto un netto no dai comunisti del Kke.

Le accuse dell'estrema destra
«Tutti in piedi»: oggi pomeriggio, il servizio d'ordine di Nikos Michaloliakos, leader del partito neonazista greco "Alba Dorata", aveva invitato i giornalisti presenti a una conferenza stampa nella sede del partito ad alzarsi «in segno di rispetto» per il loro dirigente, e chi non fosse d'accordo poteva lasciare la stanza. Michaloliakos - un ex militare - ha ringraziato i suoi elettori e se l'è poi presa con i media, colpevoli a suo dire di essersi schierati contro il suo movimento, e in particolare con il «grande accusatore», il leader conservatore Antonis Samaras, che «si è definito un patriota pur avendo servito nell'esercito appena tre mesi» e si è rimangiato la promessa pre-elettorale di non riformare un esecutivo di unità: «La "giunta del salvataggio" continua a esistere, e continuerà anche la nostra resistenza», ha concluso.

Non siamo neonazisti
Nel frattempo la figlia del leader, Urania, ha respinto le critiche di neonazismo: «Non siamo neonazi, perché non siamo tedeschi; né siamo fascisti, perché non siamo italiani e non crediamo nello Stato: siamo dei nazionalisti greci». L'estrema frammentazione del Parlamento greco ha fatto sì che i due principali partiti, i conservatori di Nea Demokratia e i socialisti del Pasok - duramente puniti per le politiche di austerità varate in cambio del salvataggio finanziario dell'Ue - non raggiungano insieme la maggioranza, il che rende problematica anche la formazione di un governo di unità.
 7 maggio 2012

Germania: volano ordini industria marzo
Dato superiore a stime
07 maggio, 12:51
(ANSA) - ROMA, 7 MAG - Volano gli ordinativi industriali in Germania. A marzo hanno segnato un rialzo del 2,2% rispetto a febbraio, trainati da una forte domanda dei Paesi emergenti. Lo riferisce il ministero dell'economia tedesco. Le stime erano per un rialzo molto piu' contenuto dello 0,5%.
Su base annua si registra una flessione dell'1,3%.

Spagna, -7,5% anno su anno produzione industriale marzo
La produzione industriale in Spagna a marzo è scesa, in termini destagionalizzati, del 7,5% a livello tendenziale dopo la flessione del 5,3% registrata a febbraio. Lo ha reso noto l'ufficio di statistica spagnolo (Ine), aggiungendo che a gennaio l'indicatore era sceso del 4,4%, sempre a livello tendenziale.

Spagna: Ue, piu' tempo per ridurre deficit? valuteremo situazione economica
ultimo aggiornamento: 07 maggio, ore 14:47
Bruxelles, 7 mag. - (Adnkronos) - La Commissione europea terra' conto della situazione economica nella quale la Spagna si trova quando dovra' decidere se concedere o meno piu' tempo al governo di Mariano Rajoy per riportare al 3% il deficit sul Pil entro il 2013. "La Spagna si e' impegnata con i suoi partner europei su una serie di obiettivi in materia di consolidamento di bilancio - ha detto Amadeu Altafaj, portavoce del commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn - Questi sono i parametri che la Spagna deve rispettare".

Spagna, governo pronto a versare soldi pubblici per salvare le banche.
Il premier: come negli altri paesi
Il governo conservatore spagnolo si appresta al salvataggio della quarta banca del Paese, Bankia, nata nel 2010 dalla fusione di sette casse di risparmio in difficoltà: fonti della Banca di Spagna e del ministero dell'Economia hanno rivelato oggi, secondo quanto riporta il quotidiano El Pais, che il piano di salvataggio prevede l'immissione di denaro pubblico attraverso titoli di Stato convertibili in azioni, che Bankia dovrebbe pagare al tasso di interesse di mercato (circa l'8%).
L'intervento potrebbe essere annunciato ufficialmente già venerdì. Il presidente di Bankia, Rodrigo Rato, ex ministro dell'Economia di José Maria Aznar ed ex direttore del Fondo monetario internazionale, ha annunciato oggi le sue dimissioni.
Le dichiarazioni del premier
Lo stesso premier Mariano Rajoy, in un'intervista radiofonica, oggi non ha escluso l'uso di denaro pubblico per salvare le banche del Paese iberico. «Se fosse necessario per salvare il sistema finanziario spagnolo, non rinuncerei a iniettare denaro pubblico - ha detto Rajoy -; è l'ultima cosa che vorrei, ma se sarà necessario lo farò, così come lo hanno fatto altri governi». Il premier ha però insistito sul fatto che «Il denaro pubblico sarà usato solo in una situazione estrema e ... questo non avrà effetti sul deficit pubblico».
No alla "bad bank"
Rajoy ha ribadito di essere contrario alla creazione di una "bad bank", ma ha difeso la necessità di un ente che si faccia carico degli attivi immobiliari 'problematici' detenuti dalle banche, la cui creazione potrebbe essere annunciata nel consiglio dei ministri di venerdì.
 7 maggio 2012

Repsol: Ue, a breve azione contro Baires
De Gucht, in America Latina crescente protezionismo
07 maggio, 20:29
(ANSA) - BRUXELLES, 7 MAG - L'Ue rispondera' a breve ''nei prossimi giorni'' alla decisione presa dal governo argentino di nazionalizzare YPF, filiale di Repsol. Lo ha annunciato il commissario al Commercio Karel De Gucht. ''Agiremo presto per rispondere all'iniziativa dell'Argentina'', ha sottolineato evidenziando ''la crescente tendenza al protezionismo dell'America Latina''. Il riferimento e' anche alla Bolivia che ha scorso settimana ha optato per la nazionalizzazione della rete elettrica della spagnola REE.

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