mercoledì 16 maggio 2012

pm_16.5.12/ Cottura lenta: La Fiat ha preso per i fondelli la Giunta Lombardo, Termini Imerese e tutti il resto della Sicilia. Come? Ha pagato un attore. – Roberto Cicchetti: Il Sindaco di Tula, facendo due calcoli, è riuscito nell'impresa: l'aliquota è stata abbassata fino al limite minimo del 2 per mille. Al contempo però la detrazione sulla prima casa è stata raddoppiata da 200 a 400 euro (ai quali vanno comunque sommati gli ulteriori 50 euro di sgravio per ogni figlio a carico). Applicando queste modifiche ai calcoli sulle nuove rendite catastali (aumentate del 60%), si ottiene un risultato pari a zero. In questo modo l'Imu, sebbene formalmente accettato, viene di fatto neutralizzato.

Marò, polizia presenta accuse 'questa settimana'
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Per non pagare l’IMU basta una pala eolica
De Castro, agroalimentare «La qualità non basta, serve maggiore competitività»
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Contributi a pioggia, è l’agricoltura che vive d’assistenza
Termini Imerese: Lombardo domani incontra ministro Passera
Inflazione: Eurostat, ad aprile in eurozona giu' al 2,6%, Italia al 3,7%
Dati di sintesi del conto del Settore Statale del mese di Marzo 2012
Conti Pubblici: Mef rivede in leggero rialzo fabbisogno marzo a 17,86 mld
Monti sulla crisi, 'Siamo in piena fase 1'
Rajoy: la Spagna rischia di non potersi più finanziare

Marò, polizia presenta accuse 'questa settimana'
I due militari italiani detenuti nel carcere di Trivandrum sono accusati dell'uccisione di due pescatori lo scorso 15 febbraio
16 maggio, 08:13
NEW DELHI  - Il commissario della polizia Ajit Kumar presenterà entro "questa settimana" il verbale delle accuse a carico dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Lo ha detto stamattina all'ANSA. Kumar è a capo della speciale squadra investigativa che conduce le indagini sull'uccisione di due pescatori lo scorso 15 febbraio.
 Il commissario Kumar, che è il capo della polizia di Kochi, non ha fornito altri particolari sulla conclusione delle indagini. Gli investigatori comunicheranno le accuse al giudice istruttore di Kollam che sta istruendo il processo contro i due militari italiani detenuti nel carcere di Trivandrum. Il verbale con i capi di imputazione dovrà essere presentato prima del termine di legge dei tre mesi di carcerazione preventiva che scade sabato prossimo.
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Per non pagare l’IMU basta una pala eolica
Roberto Cicchetti
Tra i due litiganti il terzo gode? E' il nostro caso: mentre continua il braccio di ferro tra Governo e Lega per il pagamento dell'Imu, un comune di 1600 anime in provincia di Sassari ha dichiarato che i proventi del limitrofo parco eolico bastano a pagare il balzello. Il Sindaco di Tula, facendo due calcoli, è riuscito nell'impresa: l'aliquota è stata abbassata fino al limite minimo del 2 per mille. Al contempo però la detrazione sulla prima casa è stata raddoppiata da 200 a 400 euro (ai quali vanno comunque sommati gli ulteriori 50 euro di sgravio per ogni figlio a carico). Applicando queste modifiche ai calcoli sulle nuove rendite catastali (aumentate del 60%), si ottiene un risultato pari a zero. In questo modo l'Imu, sebbene formalmente accettato, viene di fatto neutralizzato.
Il parco eolico, di 90 megawatt di potenza, è sufficiente a soddisfare il fabbisogno elettrico di 65mila famiglie. Frutta all'amministrazione circa 400mila euro, con picchi di 500mila negli anni tempestosi. Questo consente al Comune di essere in pareggio e di poter fare a meno dell'Imu ma anche dell' addizionale Irpef e dell'aumento sulla tassa sui rifiuti.
Fatto trenta arriviamo a trentuno. Adesso il Comune punta sul solare termico. «Diamo un contributo del 45% a chi installa pannelli solari per scaldare l'acqua di casa: spendi 5 mila euro? Il Comune te ne dà 2.250», afferma il Sindaco Andrea Becca. «Il nostro Comune è piccolo, ma proviamo a pensare in grande. A Roma quante case potrebbero avere l'acqua calda scaldata con l'energia solare?».

De Castro, agroalimentare «La qualità non basta, serve maggiore competitività»
di MARCO MANGANO
«La qualità è necessaria, ma non sufficiente: si punti sul marketing per garantire maggiore competitività alle aziende». È il monito che Paolo De Castro, (Pd), di San Pietro Vernotico, nel Brindisino, presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, docente universitario a Bologna, lancia agli imprenditori agroalimentari di Bari e della Bat (presenti, fra gli altri, Vincenzo Carpentiere, della «Carpentiere» di Barletta, nella Bat; Gaetano Dentamaro, della «Dentamaro» di Bari e Marina Mastromauro, della «Granoro», di Corato, nel Barese).
«Siamo alla vigilia del varo della riforma della Politica agricola comune», ricorda l’europarlamentare nella sede della Confindustria di Bari e Bat, nel corso di un incontro con gli imprenditori agroalimentari presieduto da Francesco Divella, presidente della sezione agroalimentare di Confindustria Bari e Bat. Dal capoluogo pugliese, l’ex ministro sottolinea che, in seguito al Trattato di Lisbona, entrato in vigore il primo dicembre del 2009, il Parlamento dell’Ue ha acquistato poteri molto più ampi.
I NUMERI - «La Pac - sottolinea De Castro, rispondendo alle domande degli imprenditori ansiosi di comprendere come le politiche agricole europee e nazionali stiano influenzando le dinamiche dell’agroalimentare - movimenta 53 miliardi annui, rappresentando così la fetta maggiore della spesa comunitaria. All’Italia finiscono 6,3 miliardi, destinati per l’80% al sostegno agli agricoltori e per il 20% ai piani di sviluppo rurale».
LA PAC VISTA DA VICINO - Ma andiamo a dare un’occhiata alle caratteristiche salienti della riforma nascitura: la manovra della Commissione Ue prospetta una rivoluzione nel regime dei pagamenti diretti, attraverso la convergenza del valore medio dei trasferimenti per ettaro fra Paesi membri e la redistribuzione delle risorse nei confini nazionali, per gli Stati dove vige il sistema storico individuale di calcolo dei diritti Pac disaccoppiati (slegati dalla produzione). Oggi ci sono due estremi: da una parte Malta, dove gli agricoltori incassano in media quasi 800 euro per ettaro e dall’altra la Lettonia con un importo medio inferiore a 100 euro. Per l'intera Unione europea il dato medio è 270 euro per ettaro; in Italia ci si attesta attorno ai 370.
LA CONVERGENZA - La convergenza innesca un processo di appiattimento parziale e graduale delle differenze fra nazioni, da realizzarsi fra il 2014 ed il 2018. Tuttavia, anche se questo concetto è scomparso nelle proposte ufficiali, l'intenzione è di proseguire nella convergenza dopo il 2020, fino ad avere un'aliquota unica di aiuto per ettaro, valida per l'intero territorio dell'Ue.
IL BLOCCO DELL’EST EUROPA - Di sicuro i Paesi dell'Est Europa pretendono la completa parità di trattamento nel lungo termine. Per l'Italia la convergenza implica la perdita annua di circa 250 milioni di euro a regime in termini di massimale per i pagamenti diretti. Il nostro Paese si trova in una situazione peculiare. A fronte di una media di 370 euro per ettaro, registra una forte escursione fra i diversi settori produttivi, fra le aree geografiche e fra i soggetti beneficiari: l'intervallo di variazione del valore del pagamento ad ettaro oscilla fra la completa assenza di titoli disaccoppiati (orticole, vigneti, ecc.) e qualche migliaio di euro per ettaro. All'interno dei due estremi, si passa attraverso le possibili differenti situazioni, con alcuni elementi degni di segnalazione. In montagna e nelle aree svantaggiate dal punto di vista agricolo, in genere, il valore del diritto si attesta sotto la soglia dei 100 euro per ettaro.
LA REDISTRIBUZIONE - I settori come l'olivicoltura, tanto cara alla Puglia, l'ingrasso della carne bovina, la produzione di latte bovino, il pomodoro da industria, gli agrumi hanno, di solito, valori unitari dei titoli Pac più elevati rispetto alla media. Con il termine di redistribuzione si intende il processo (anche graduale nel tempo) mediante il quale tutti i beneficiari di una certa area geografica (intero territorio nazionale o regione omogenea) avranno, a regime, un pagamento diretto uniforme (flat rate) che prescinderà dalla maggiore ominore necessità di manodopera di una coltura rispetto alle altre. Ed è questo uno dei tasti più caldi dell’euroriforma verde, che suscita malumori soprattutto in Puglia.

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Contributi a pioggia, è l’agricoltura che vive d’assistenza
16.05.2012
I soldi pubblici ci sono, eccome. Per l’agricoltura, sono addirittura abbondanti, persino a pioggia, ma se poi mancano le idee non si va da nessuna parte, tanto meno in Europa. Peccato, perché solo nel 2011 l’Agenzia regionale per il sostegno – si badi non lo sviluppo – delle campagne e quella nazionale, sono l’Argea e l’Agea, insieme hanno concesso alla Sardegna contributi di ogni tipo, per ben 328 milioni e un altro centinaio sono fermi da qualche parte. Dove sono finiti? Sono stati investiti bene o male? Male, sono stati divorati, maciullati, resi inutili, spazzati via da un tornando di debiti, passività, scarsa competizione, esportazioni impossibili e aggregazioni ancora improponibili. Con tutto questo bendidio, che ogni anno arriva da Bruxelles, Roma e Cagliari, l’agricoltura sarda dovrebbe essere invece ricca, produttiva, scattante e felice. Nulla di tutto questo esiste, purtroppo, perché questo è ancora un mondo prigioniero di quel carceriere storico e maledetto che è l’assistenzialismo. È una pioggia ricca ma acida che allunga l’agonia, non certo la vita, il mercato, gli utili. Allora a cosa serve che Argea, lo ha fatto ieri, si vanti di aver erogato da sola, nel 2011, 227 milioni, se poi in dieci anni la crisi ha spazzato via trentamila aziende agricole su novantamila, o l’incidenza dell’economia verde sul Prodotto interno lordo isolano è crollata al 3 per cento (era al 4 nel 2008) con una perdita secca di 400 milioni, o se il Consiglio regionale dal 2010 in poi è stato capace di licenziare solo due leggi a sostegno di latte, uva, pane e pecorino? Serve a dimostrare solo un efficientismo, contestato tra l’altro dalle associazioni di categoria, ottimo per le statistiche, di scarso peso negli stazzi. Ci sono altri dati che preoccupano. Il primo: da quel mega-salvadanaio che è il «Piano di sviluppo rurale» 2007-2013 la Sardegna finora ha pescato appena 35 milioni (866 aziende premiate su 2500 domande)dal fondo per far crescere la competitività delle aziende, cioè gli investimenti, contro i mostruosi 138 milioni (oltre 57 mila le pratiche istruite) pagati invece come «ristoro» di cassa e indennità compensative. È o no assistenzialismo, questo? Lo è, perché significa che nel 2011 ogni impresa ha incassato non più di 2 mila e 500 euro, giusto i soldi per qualche bolletta dell’Enel,e non certo sufficienti (fanno sorridere) se l’obiettivo invece è, come dovrebbe essere, quello di entrare nel mercato e aggredirlo. È finita peggio con la legge Prato, quella del 2010, votata all’indomani della battaglia campale per il prezzo del latte: i 19 milioni erogati si sono polverizzati in quegli aiuti che pomposamente qualcuno chiama de minimis. Secondo dato preoccupante: il 50 per cento delle domande a favore del cambio generazionale nelle aziende è stato bocciato dalla burocrazia e il che vuole: a breve l’agricoltura scomparirà per vecchiaia e non solo a causa della crisi e dalla voracità delle banche. Certo la colpa non può essere scaricata su Argea, che è un ente pagatore, eccellente per il suo direttore Marcello Onorato, farraginoso invece secondo la controparte, Coldiretti, Cia, Copagri e Confagricoltura. La colpa vera e unica è della politica (non solo dell’assessore Oscar Cherchi) che non sa indirizzare, difendere ed esaltare le aziende. Prima di spandere, dovrebbe saper scegliere modelli di sviluppo anche per l’agricoltura, finalmente oltre le disgrazie e la solita danza. Di contributi.

Termini Imerese: Lombardo domani incontra ministro Passera
16 Maggio 2012 - 18:08
 (ASCA) - Palermo, 16 mag - Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, incontrera' domattina a Roma il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. La riunione sara' dedicata ad analizzare i programmi di rilancio per l'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. Lo rende noto l'ufficio stampa della presidenza della Regione.
ags/mau/bra

Inflazione: Eurostat, ad aprile in eurozona giu' al 2,6%, Italia al 3,7%
ultimo aggiornamento: 16 maggio, ore 11:00
Bruxelles, 16 mag. - (Adnkronos) - Inflazione in discesa nell'eurozona. Secondo Eurostat, ad aprile si e' registrato un tasso annuale del 2,6%, contro il 2,7% di marzo, mentre quello mensile e' stato dello 0,5%. Per quanto riguarda l'Ue a 27, il mese scorso l'inflazione e' scesa al 2,7%, rispetto al 2,9% di marzo. E il tasso mensile e' stato dello 0,5%.

Dati di sintesi del conto del Settore Statale del mese di Marzo 2012
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di marzo 2012.
Fabbisogno del settore statale del mese di marzo 2012
         Milioni di euro
 Formazione del fabbisogno      
 Entrate  31.499
 Spese     49.366
 di cui: spesa per interessi          7.860
 Fabbisogno (-) / Disponibilità (+)        -17.867
 Copertura    
 Totale     17.867
 Titoli a breve termine          3.639
 Titoli a medio-lungo termine      -1.748
 Titoli esteri    209
 Altre operazioni (1)      15.767
(1) Comprendono la raccolta postale e la variazione del conto di disponibilità.
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In conformità al programma Special Data Dissemination Standard (SDDS) del Fondo Monetario Internazionale, il calendario delle pubblicazioni dei dati sopraesposti è disponibile sul sito (Collegamento a sito esterno http://
dsbb.imf.org).
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Roma, 16 maggio 2012

Conti Pubblici: Mef rivede in leggero rialzo fabbisogno marzo a 17,86 mld
ultimo aggiornamento: 16 maggio, ore 17:44
Roma, 16 mag. - (Adnkronos) - Il fabbisogno dello Stato a marzo e' stato pari a 17,86 miliardi. Lo rileva il ministero dell'economia che rievede in leggero rialzo la stima preliminare pari a 17,5 mld. A determinare il fabbisogno 31,49 miliardi di entrate e 49,36 miliardi di uscite oltre, di cui 7,86 miliardi per interessi.

Monti sulla crisi, 'Siamo in piena fase 1'
'Vicinanza ai dipendenti della Pubblica Aministrazione chiamati a funzioni impopolari'
16 maggio, 11:55
ROMA - "Se per fase uno parliamo di gestire una crisi che comporta ancora aspetti di emergenza siamo ancora nel pieno della fase uno". Lo sottolinea il presidente del Consiglio, Mario Monti, accennando a "quello che vediamo in Europa, e in Grecia. E all'agenda del G8 di Camp David dove a preoccupare è soprattutto l'economia dell'eurozona".
 Parlando al convegno di inaugurazione del Forum P.A., Monti ha sottolineato di non vedere "distinzioni tra fase uno e fase due" sul fronte della crisi. Ed ha poi aggiunto che se per fase due si intende l'impegno per la crescita comunque è un lavoro che il governo sta facendo "fin dal suo insediamento".
 L'Italia affronta la crisi ancora in quella che può essere definita una fase 1, ancora con "aspetti di emergenza". Ma, ha affermato il presidente del Consiglio, abbiamo fatto grandi passi avanti "rispetto a novembre quando l'Italia stessa era fonte di crisi".
 "Malgrado il contributo di Stati Uniti e paesi europei, se la crisi dovesse tracimare l'Italia si troverebbe con la coscienza pulita anche se con mercati finanziari turbati". Il premier Mario Monti lo ha detto dopo aver accennato all'agenda del G8 di Camp David che sarà incentrata soprattutto sull'allarme Eurozona.
 "Se fase 1 significa gestire una crisi che comporta anche aspetti di emergenza, allora, signori, siamo ancora nel pieno di una fase 1", ha detto Monti al convegno inaugurale del Forum Pa. "Vediamo - ha quindi spiegato - qual'é la preoccupazione principale dell'agenda del G8 che comincerà presto a Camp David: è soprattutto su temi strategici di vasta portata, sul tema economico dell'economia europea, dell'Eurozona". Noi, sottolinea il presidente del Consiglio, "abbiamo la grande tranquillità psicologica e politica che all'interno e all'esterno del Paese, e credo che l'ambasciatore Usa Thorne (presente al convegno) potrebbe autorevolmente confermarlo" che "l'Italia si trova in una situazione completamente diversa" se si confronta "una situazione di crisi come quella di oggi con quella nella quale questo Governo ha esordito a metà novembre". Monti ha più volte sottolineato che è una semplificazione comprensibile ma non corretta quella di distinguere una fase 1 ed una fase 2 nell'azione del Governo sul fronte della crisi. Perché fin da suo insediamento il Governo ha lavorato anche per "salvaguardare le prospettive di crescita. L'impegno mio, di tutto il Governo, e credo di tutto il sistema pubblico italiano - ha quindi sottolineato il presidente del Consiglio - è di portare avanti una fase 1 ed una fase 2 che si sviluppano in modo molto abbracciato".
 "Il governo ringrazia i dipendenti della Pubblica amministrazione che corrono rischi per la loro incolumità fisica".
 "Ribadisco, e avrò in futuro occasioni per farlo più da vicino, la vicinanza del governo ai membri della pubblica amministrazione chiamati a funzioni impopolari". Lo ha detto il premier Mario Monti inaugurando il forum PA. "Il fatto che una certa insofferenza sia giustificata non significa che la loro importanza sia meno essenziale e che non debbano avere il rispetto dei cittadini. Lavoreremo per ricostruire un rapporto basato sulla fiducia".

Rajoy: la Spagna rischia di non potersi più finanziare
ROMA - La Spagna corre il rischio di non avere più accesso ai mercati per finanziarsi. A lanciare l'allarme è lo stesso primo ministro Mariano Rajoy. «Al momento - ha detto il premier - c'è un rischio concreto di essere tagliati fuori dai mercati, oppure dover pagare tassi astronomici. Tutte le misure che stiamo prendendo sono necessarie per uscire dal tunnel». L'appello del premier spagnolo arriva con lo spread Madrid-Berlino al record storico di 507 punti base e con il rendimento dei bonos al 6,49%. A marzo i titoli decennali iberici pagavano meno del 5%.

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