martedì 29 maggio 2012

pm_29.5.12/ Modelli a faccia di cazzo, in vacanza tra Friuli-Venezia Giulia ed India.

Maro', respinto ricorso su giurisdizione
Maro': indiano in Italia offre terra
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L'UNIONE SARDA - Economia: «L'Imu viola lo Statuto sardo»
Inps, una pensione su due sotto i 500 euro, tre su quattro sotto i 1000
Il crack di Bankia: la finanza occulta spagnola
Udin, oltrepadania. Tondo: siamo un modello

Maro', respinto ricorso su giurisdizione
Latorre e Girone ancora in carcere per morte due pescatori
29 maggio, 12:14
(ANSA) - NEW DELHI, 29 MAG - L'Alta Corte di Kochi ha respinto il ricorso del governo italiano riguardante la giurisdizione da applicare ai maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in carcere per la morte di due pescatori indiani. Lo ha appreso l'ANSA da un membro della delegazione italiana che ha seguito l'udienza. Il ricorso mirante a bloccare il referto della polizia del Kerala (Fir) era stato presentato settimane fa, ma l'Alta Corte di Kochi è entrata in un periodo di vacanza.

Maro': indiano in Italia offre terra
Al tribunale come garanzia per loro liberta' dietro cauzione
29 maggio, 07:57
(ANSA) - NEW DELHI, 29 MAG - John Thekkekara, indiano originario del Kerala e da 25 anni residente in Italia ha offerto all'Alta Corte di Kochi un terreno del valore di 20 milioni di rupie (285.000 euro) come garanzia per la concessione della libertà dietro cauzione dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Lo scrive oggi il quotidiano The Times of India spiegando che Thekkekara é proprietario in Italia di una società di servizi a Genova e che è convinto che "la negazione del 'bail' sia una ingiustizia".
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L'UNIONE SARDA - Economia: «L'Imu viola lo Statuto sardo»
29.05.2012
Considerato che sugli immobili diversi dalla prima casa suona come un esproprio del risparmio investito, l'Imu sarà ricordata come una delle imposte più “dolorose” e ingiuste a danno della collettività. O forse no, almeno per i sardi, se verrà dato seguito all'analisi del deputato sardo Mauro Pili, che in una interrogazione parlamentare indirizzata a Monti, Passera e Catania denuncia l'incostituzionalità dell'imposta. Quindi la non applicabilità alla Sardegna: lo Statuto sardo, attacca Pili nel documento, assegna la competenza esclusiva in materia di finanza locale alla Regione. Ergo, il governo deve bloccare «immediatamente i provvedimenti e dare immediata copertura finanziaria agli enti locali».
L'INTERROGAZIONE Otto pagine argomentate e intrise di toni aspri. Un aut aut, quello di Pili, che arriva in un momento delicato, quando cioè i Comuni stanno decidendo (e alcuni hanno già deliberato) le aliquote da applicare. Alla vigilia della missione dei circa 70 sindaci sardi, giovedì a Venezia per protestare contro l'Imposta, Pili rivendica la decisione presa a suo tempo di non votare il decreto sull'Imu.
LA DECISIONE DI PILI Allora come ora le motivazioni sono le stesse: «La Regione ha competenza primaria in materia di finanza locale ed enti locali e, poi, è palesemente violata la norma che obbliga lo Stato a concertare con le Regioni a statuto speciale tali provvedimenti». Non solo. «Lo Stato - attacca il deputato - applica l'articolo 8 dello Statuto Sardo in modo unilaterale, scaricando sulla Sardegna il costo della sanità e la continuità territoriale e bloccando in tutti i modi i trasferimenti pure previsti da quella stessa norma. Uno Stato strabico che applica quel che gli conviene e disattende quello che non gli interessa».
ANALISI DEL COSTITUZIONALISTA Tommaso Frosini, costituzionalista, condivide la tesi di fondo, con qualche distinguo. «Gli argomenti usati dal deputato per sollevare la questione e avere una risposta (dal Governo ed eventualmente dalla Corte Costituzionale) ci sono tutti». La perplessità è però nel merito del tributo: «Lo Statuto rivendica la riserva esclusiva in materia di tributi locali ma c'è da dire che l'Imu non è un'imposta meramente locale, bensì statale: i comuni possono avere l'attribuzione della tassazione che loro stessi determinano, ma questo non fa considerare l'Imu una tassa esclusivamente locale come invece era l'Ici». Detto questo, continua Frosini, l'aspetto della concertazione da parte dello Stato con le regioni a statuto speciale in merito a provvedimenti che attengono all'emanazione di nuove tasse e tributi è sacrosanto. E il governo, «nell'emanazione di questo decreto - specifica il costituzionalista - non ha tenuto conto della procedura, costituzionalmente corretta, di “dialogo” con le Regioni». Emanuela Zoncu

Inps, una pensione su due sotto i 500 euro, tre su quattro sotto i 1000
Donne più penalizzate degli uomini. Una pensione su due erogata dall'Inps e' sotto i 500 euro e tre su quattro non superano i 1.000 euro. E' quanto si legge nel Rapporto annuale dell'Inps presentato nella sala della Lupa della Camera dei Deputati. Poco piu' di 9 milioni dei 18.363.760 trattamenti pensionistici (9.017.432 per la precisione) non arrivano a 500 euro mensili, il 49,1%. Il 27,9% (5.123.681) e' inferiore a 1.000 euro e l'11,6% (2.138.316) non supera i 1.500 euro. Il restante 11% e' oltre questa cifra: il 5,8% dei vitalizi e' tra 1.500 e 1.999 euro, il 2,9% tra 2.000 e 2.499, l'1,2% tra 2.500 e 2.999 e l'1,4% oltre i 3.000 euro.In totale i pensionati che percepiscono piu' di 2.000 euro mensili sono poco piu' di un milione, di questi 265.143 sono oltre i 3.000 euro e sono quasi tutti uomini. Ad essere piu' penalizzate, anche tra i piu' poveri, sono le donne. Secondo una tabella del Rapporto sono 6,3 milioni le pensionate che ricevono meno di 500 euro al mese contro i 2.651.503 uomini. Poco piu' di 3,2 mln, infine, quelle che percepiscono fino a mille euro contro l'1,8 mln di maschi. In generale, gli importi delle pensioni erogate alle donne si situano per quasi il 60% al di sotto dei 500 euro, mentre per oltre il 90% non vanno oltre i 1.000 euro. Rispetto ai diversi livelli di importo si conferma quindi una notevole disparita' di genere, con la componente maschile che tende a prevalere laddove le pensioni toccano punte piu' elevate: quasi il 19% tra i 1.000 e i 1.500 euro mensili per gli uomini contro il 6,5% per le donne e 23% di pensioni maschili con importi pari o superiori ai 1.500 euro mensili a fronte di meno del 3% per le pensioni femminili.

Il crack di Bankia: la finanza occulta spagnola
Di Alessandro Proietti  | 29.05.2012 08:56 CEST
La situazione spagnola peggiora. La particolarità del deterioramento, però, è che non è determinato da nuovi fatti che accadono ma semplicemente dallo "svelarsi" di alcune realtà nascoste.
Facciamo un passo indietro, al 2010, e guardiamo globalmente al sistema bancario spagnolo: il dato che salta subito all'occhio è quello presente nella casella "Prestiti deteriorati" che sbandiera, come valore, oltre 180 miliardi di euro. Parliamo di prestiti legati al settore immobiliare. Molti, in tempi non troppo sospetti, avevano già capito la necessità di svalutare quel monte crediti troppo gonfio ma l'azzardo morale pervade nuovamente banchieri spagnoli ed autorità politiche. Con abilità si riesce ad occultare questa montagna di crediti in sofferenza del settore immobiliare facendoli sembrare "in salute".
Il tempo passa, la crisi si aggrava e torniamo a poche settimane fa: il Governo, finalmente, ritrova la lucidità per richiedere un innalzamento degli accantonamenti dal 7 a 30%. Troppo tardi. Il mercato ha fiutato l'inganno subito e nessuno è più disposto a credere ai numeri dei bilanci, troppo spesso camuffati per nascondere la loro vera natura.
Il plot di questa storia ben si adatta alla situazione attuale di Bankia, quarta banca di Spagna, ora malato quasi terminale con buchi di bilancio pari a una volta e mezzo il capitale posseduto. Il timore maggiore è che molte altre banche spagnole potrebbero seguire questo percorso: i nomi in auge sono ora quelli del Banco Popular, di Bankinter e del Banco Sabadell. La ciliegina sulla torta la mette ancora una volta Standard & Poor's declassandole fino al rating "junk" (spazzatura).
Il procedimento logico, ma non etico, vorrebbe che le banche in questione alzassero bandiera bianca per poi, con l'aiuto dello Stato, vendere a prezzo "irreali" tutti gli assets tossici che confluirebbero in una unica bad-bank parafulmine. La manovra, già applicata qualche anno fa negli U.S.A., ha un solo, unico, problema: necessità di ingenti somme da parte del Governo. La Spagna, ora come ora, non è in grado di sobbarcarsi l'intero ammontare dei titoli spazzatura è chiamerebbe in causa, così, la BCE. Francoforte, però, pondererà bene la sua scelta visto che la Spagna ha già attinto, da sola, al 27% dell'intero monte prestiti dell'Eurosistema.
Come reagirà la Banca Centrale Europea? Ai posteri l'ardua sentenza.

Udin, oltrepadania. Tondo: siamo un modello
Il saluto del presidente della Giunta regionale al capo dello Stato
di Anna Buttazzoni
 UDINE. Il modello Friuli inteso come autonomia responsabile, commissario per la A4 compreso. E il ricordo di un colloquio su Eluana Englaro. Il governatore Renzo Tondo saluta così il Capo dello Stato.
 Qual è il significato della visita e della tappa a Porzus?
 «Ha un alto significato simbolico perché ridà dignità a un pezzo di storia a lungo occultato. Il presidente Napolitano compie un gesto nobile nel rendere onore a quell’eccidio».
 Il presidente ripercorrerà anche i luoghi del terremoto: sono ancora il simbolo della rinascita e una lezione per rialzare la testa in questo momento di crisi?
 «Sì, è un messaggio importante anche perché avviene all’indomani di un altro terremoto, quello in Emilia. Noi friulani guardiamo con grande orgoglio ai risultati della ricostruzione. E poi al sisma è legata l’autonomia come responsabilità. Mi piacerebbe che Napolitano cogliesse anche la grande esperienza dell’assunzione di responsabilità finalizzata allo sviluppo, necessaria oggi più di prima. Mi auguro che il Capo dello Stato possa apprezzare anche il contesto complessivo e l’alto valore del commissario per la terza corsia della A4, che resta un passaggio fondamentale».
 Dalle tappe storiche ai poli tecnologici, simboli dell’innovazione: è il nuovo volto dell’economia al quale si deve tendere?
 «È uno dei pezzi più importanti, non l’unico. Abbiamo una storia fatta di manifatturiero e di attività di servizi, come il turismo, e da Trieste a Pordenone il talento regionale e la nostra storia portano all’innovazione e all ricerca, elementi su cui puntare per lo sviluppo».
 Qual è il messaggio che affiderà al Capo dello Stato?
 «Il modello Friuli come autonomia responsabile in una fase di grandi cambiamenti per il Paese. Sarebbe grave se non si capissero la forza e l’opportunità generate dalla specialità come autonomia responsabile».
 C’è un episodio particolare che la lega a Napolitano?
 «Ricordo l’appuntamento sulle Dolomiti quando Napolitano mi chiese le evoluzioni sulla vicenda di Eluana Englaro, che stava accadendo. Ho apprezzato l’attenzione che mi stava dedicando esprimendomi alcune sue considerazioni».

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