mercoledì 30 maggio 2012

pm_30.5.12/ A Balvano il crollo della chiesa di S. Maria Assunta causò la morte di 77 persone, di cui 66 bambini e adolescenti che stavano partecipando alla messa. Pochi, disse un padano.

L’Alta corte di Kochi rigetta il ricorso italiano sulla giurisdizione da applicare ai militari Latorre e Girone
Maro': tv, concessa liberta' su cauzione
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LA NUOVA SARDEGNA - Economia: «Restituite i soldi a fondo perduto»
Terremoto, Cdm: aumento della benzina
Cnel, oltre 10mila cervelli in fuga. Ma c'è il boom di infermieri rumeni in Italia
Grecia, chiudono hotel di lusso a Atene

L’Alta corte di Kochi rigetta il ricorso italiano sulla giurisdizione da applicare ai militari Latorre e Girone
Ormai sembra di rivedere la stessa scena all’infinito. Ieri l’Alta corte di Kochi ha respinto il ricorso del governo italiano riguardante la giurisdizione da applicare ai marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in carcere in India, perché accusati della morte di due pescatori indiani. Nel ricorso si chiedeva l’annullamento del cosiddetto “Fir”, First Information Report, ossia del rapporto di polizia su cui si è basata l’apertura delle indagini a carico dei due militari italiani, chiamati a partecipare ad una missione antipirateria. Al danno dell’ennesimo rigetto si è ben presto aggiunta la beffa.
 La Corte, infatti, ha condannato il governo italiano al pagamento di 100 mila rupie (quasi 1.500 euro). Respingendo il ricorso, il giudice P. S. Gopinathan ha affermato che la polizia del Kerala aveva l’autorità per avviare le indagini in quanto l’incidente è avvenuto nelle acque territoriali che ricadono nella Zona economica esclusiva dell'India.

Maro': tv, concessa liberta' su cauzione
Tra condizioni poste, deposito 143mila euro,designazione garanti
30 maggio, 11:31
(ANSA) - NEW DELHI, 30 MAG - L'Alta Corte del Kerala ha concesso la liberta' su cauzione ai maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Lo dice la tv indiana Cnn-Ibn. Consultato dall'ANSA, il console generale Giampaolo Cutillo ha confermato che ''questo sembra essere l'orientamento, ma che ancora non abbiamo in mano l'ordinanza firmata dal giudice''. Secondo la tv fra le condizioni poste vi e' il deposito di 10 milioni di rupie (143.000 euro) per ciascun maro' e la designazione per loro di due garanti.
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LA NUOVA SARDEGNA - Economia: «Restituite i soldi a fondo perduto»
30.05.2012
Le omissioni, come le bugie, hanno le gambe corte e spesso vengono scoperte. Un’omissione della Regione, scoperta casualmente dopo un ricorso presentato a Bruxelles da un imprenditore escluso da un finanziamento, è costata una condanna all’Italia da parte della Commissione europea. E ora, dopo dodici anni, Cagliari vorrebbe far pagare il conto alle sue vittime. Per l’esattezza agli operatori turistici ai quali aveva concesso milioni di euro a fondo perduto. Denari che, come dicono gli imprenditori «noi non abbiamo chiesto puntando una pistola in testa a qualcuno». Sta di fatto che, una ventina di albergatori, entro 15 giorni, dovranno restituire quei denari, (oltre 19 milioni) che non hanno a disposizione, e sui quali sono addirittura maturati gli interessi "composti". E’ la sintesi del terzo atto della commedia kafkiana «Come mettere in ginocchio un’impresa e gettarla nelle braccia di Equitalia». Dopo l’Agricoltura e la Pastorizia, quindi è la volta del Turismo. Correva il 1993 e tutti parlavano del futuro dell’economia regionale coccolando gli imprenditori e una legge, la 40 di quell’anno, prevedeva di incentivarli con mutui agevolati. Non c’è stato assessore che non ripetesse il mantra «la Sardegna deve puntare sull’ospitalità per quasi tutto l’anno, altro che due mesi striminziti d’estate». Così in molti presentarono la documentazione necessaria, i business plan etc. Dopo 5 anni, la Regione fece anche di più: e con un’altra legge, la 9 del 1998, offrì la possibilità a quelle imprese di ottenere contributi a fondo perduto per la riqualificazione delle strutture alberghiere pari al 40% del valore delle opere. Una legge che la Regione notificò alla Commissione Europea, che ne dichiarò la compatibilità con le norme comunitarie e pubblicò un estratto sulla Gazzetta ufficiale. Ma l’approvazione di Bruxelles era condizionata a un particolare: gli aiuti potevano essere erogati sulle spese sostenute dopo la presentazione delle domande, quindi non avevano effetto retroattivo. «Gli unici a conoscere questa condizione, che non è stata pubblicata, era la Regione – spiega oggi il dottor Roberto Piras, uno dei consulenti delle aziende – e Cagliari, addirittura ha invitato le imprese ad inserire nella domanda di contributo anche la documentazione delle opere effettuate precedentemente, purchè dopo l’entrata in vigore della legge 9 del 1998». Quanto spiega il dottor Piras è pubblicato anche nel Buras del 29 aprile del ’99. La giunta regionale è riuscita a fare di più: con una successiva delibera (la 33/4 del 2000), costretta, ha approvato le nuove direttive che negavano i contributi per spese retroattive, ma subito dopo ha ammesso l’accesso al finanziamento alle stesse imprese escluse dalla delibera. Un particolare che la Regione si sarebbe “dimenticata” di trasmettere alla Commissione europea che, ignara, approvò. Un’omissione che troverebbe spiegazione in quanto la Regione stessa ha dichiarato nell’approvare la delibera incriminata: «Un’ipotesi di esclusione delle opere o forniture antecedenti potrebbe determinare ricorsi giudiziari e realistiche possibilità di soccombenza in giudizio dell’Amministrazione...». E’cominciato così un balletto di impugnazioni al Tar mentre la Regione ricorreva al Tribunale di primo grado dell’Ue contro la decisione della Commissione Europea. Ricorso respinto mentre riconosceva invece che «la Regione aveva indotto le imprese a confidare nella legittimità del contributo e che tale affidamento ben poteva essere riconosciuto dai giudici nazionali». La decisione del Tribunale comunitario è stata impugnata davanti alla Corte di giustizia sia dalla Regione che dalle imprese. Il giudizio non è stato ancora pronunciato. Cagliari vorrebbe eseguire l'ordine della UE di "recuperare gli aiuti" con ingiunzioni immediatamente esecutive e la minaccia di iscrizione a ruolo delle somme richieste. La palla rischia di essere afferrata da Equitalia.

Terremoto, Cdm: aumento della benzina
 Deroga a Patto stabilità per ricostruire
Il 4 giugno lutto nazionale. Rincaro di 2 centesimi dell'accisa sui carburanti. Pagamenti fiscali e contributivi rinviati a settembre.
ROMA - Lunedì 4 giugno lutto nazionale, amnto dei carburanti di 2 centesimi, versamenti fiscali e contributivi rinviati a settembre, deroga al Patto di stabilità per la ricostruzione: sono alcune delle misure varate dal Cdm straordinario di oggi dedicato al terremoto in Emilia, che è cominciato con un minuto di silenzio. «C'era un bel clima - ha detto il ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi - il presidente Monti ha detto parole molto toccanti. Siamo molto vicini alle popolazioni».
Il 4 giugno lutto nazionale. Lunedì 4 giugno lutto nazionale. Durante la giornata - ha stabilito il Cdm - le bandiere saranno a mezz'asta e si osserverà un minuto di raccoglimento in tutte le scuole. Sono inoltre auspicate iniziative da parte delle associazioni del commercio per la chiusura degli esercizi durante le esequie e modifiche palinsesti tv.
Aumento dei carburanti di 2 centesimi. A copertura degli interventi previsti a seguito del sisma in Emilia, si legge nella nota di Palazzo Chigi, è stato deciso l'aumento di 2 centesimi dell'accisa sui carburanti per autotrasporto così come l'utilizzo di fondi resi disponibili dalla spending review.
Versamenti fiscali e contributivi rinviati a settembre. Il Cdm ha varato un decreto ministeriale che concede agli abitanti delle zone terremotate il rivioo dei versamenti fiscali e dei contributi a settembre.
Stato d'emergenza esteso a Reggio Emilia e Rovigo. Il Cdm ha varato l'estensione dello stato di emergenza alle Province di Reggio Emilia e Rovigo. Al presidente della Regione sono stati affidati i compiti di Commissario per la ricostruzione. Ai sindaci dei Comuni colpiti dal sisma sono affidate le funzioni di vice commissari.
Deroga Patto stabilità per la ricostruzione. Il governo ha previsto, per decreto, la deroga del Patto di stabilità, entro un limite definito per i Comuni, delle spese per la ricostruzione.

Cnel, oltre 10mila cervelli in fuga. Ma c'è il boom di infermieri rumeni in Italia
Secondo la ricerca, Germania, Gran Bretagna e Svizzera sono le mete scelte dai giovani professionisti italiani per trovare un'occupazione. Ciononostante l'Italia risulta essere polo attrattivo per lavoratori stranieri (da Romania, Spagna e Germania) con una formazione medio bassa
ROMA - Medici, avvocati e architetti in fuga all'estero per trovare lavoro. Sono oltre 10 mila i professionisti che tra il 1997 e il 2010 si sono trasferiti stabilmente in altri paesi europei. Circa 4mila persone vivono in gran Bretagna, 1500 scelgono la Svizzera e  poco più di 1000 persone optano per la Germania. Lo conferma l'indagine del centro studi del Forum nazionale dei Giovani in collaborazione con il Cnel.
I lavoratori altamente qualificati che lasciano l'Italia sono medici (2640), insegnanti delle scuole superiori (1327), avvocati (596) e architetti (214). Tuttavia il Belpaese è un polo di attrazione per chi arriva dall'estero. Il saldo tra gli arrivi e le partenze è positivo per circa mille unità. Tra il 2007 al 2010 sono arrivati in Italia professionisti rumeni (5125), spagnoli (1306) e tedeschi (1030). In genere, la loro qualifica è medio-bassa: la maggior parte sono infermieri (6531).
Le difficoltà. Per i lavoratori altamente qualificati lasciare il proprio paese non è una passeggiata. Secondo il Cnel, i principali ostacoli sono la libera circolazione in Europa, il riconoscimento dei titoli, l'omogeneità dei percorsi formativi. I professionisti più agevolati nella mobilità Ue sono i medici e gli architetti. Le maggiori difficoltà le incontrano psicologi e giornalisti; seguono notai, commercialisti, consulenti del lavoro e avvocati. Secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico 
(Ocse) l'Italia risulta avere   una regolamentazione tra le più complicate in Europa. Peggio solo la Slovenia, la Turchia e il Lussemburgo.
Professionisti over 50.Tra gli oltre 2 milioni di iscritti agli ordini professionali, appena il 9,4% ha meno di 30 anni. Nell'indagine, un notaio su due ha più di 50 anni e quasi tre medici su quattro sono over 45. Ci sono più giovani nella categoria dei giornalisti e degli avvocati: oltre il 60% ha meno di 45 anni.

Grecia, chiudono hotel di lusso a Atene
Athens Imperial e' l'ultima 'vittima' della crisi
30 maggio, 13:26
(ANSA) - ATENE, 30 MAG - Un grande albergo di lusso del centro di Atene, l'Athens Imperial, del gruppo Grecotel, chiude i battenti a causa della crisi. Si tratta del terzo albergo, dopo il Fashion House Hotel e il Classical Acropol, tutti e tre nel centro storico della capitale ellenica, che la Grecotel si vede costretta a chiudere. Cosi' il numero degli alberghi chiusi ad Atene negli ultimi due anni supera i 20 e, secondo ambienti turistici locali, e' destinato a non fermarsi qui.

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