mercoledì 25 luglio 2012

(1) XXV.VII.MMXII/ Previsioni.===In sostanza, precisa Moody's, i rischi che possano portare ad un downgrade del fondo salva stati sono legati al deterioramento del merito di credito degli stati partecipanti all'area euro. D'altra parte, l'outlook del EFSF puo' ritornare a stabile se le prospettive sui rating dei grandi paesi contribuenti come germania, Francia e Olanda tornassero stabili.---Grecia, Vittorio Da Rold: Questo significa che i creditori pubblici (oggi sono la quasi totalità in campo), la Bce e i Paesi dell'Eurozona, dovrebbero ristrutturare, cioè perdere, parte dei 200 miliardi di euro di bond in loro possesso. Insomma dopo i privati sarebbe la volta dei creditori pubblici.

Sicilia: Lombardo, spending review per ripresa crescita
LA NUOVA SARDEGNA - Trasporti e infrastrutture: Onorato: ecco come sarà la mia Tirrenia
Crisi: Moody's taglia a 'negativo' outlook del fondo salva stati EFSF
Debito greco, verso nuovo accordo
Udi, oltrepadania. Tondo in tv: non paghiamo per la Sicilia

Sicilia: Lombardo, spending review per ripresa crescita
“Oltre alla sconfessione di qualunque ipotesi di default della Regione Siciliana, evocata con troppa disinvoltura e molti pregiudizi da alcuni media – ha detto il presidente della regione siciliana, Raffaele Lombardo – ma soprattutto fomentata per interessi di parte da forze politiche che guardano ancora alla Sicilia come terra di conquista e che hanno provocato gravi danni, non solo di immagine alla nostra Regione, dei quali dovranno rispondere, l’incontro di oggi a Palazzo Chigi ha costituito un passaggio essenziale nella conferma del rapporto pattizio Stato-Regione che e’ il fondamento della nostra autonomia statutaria”.
“Informazioni parziali e talvolta disoneste e sollecitazioni interessate, hanno indotto il convincimento che la Regione Siciliana, in ragione della sua specialita’, in un momento di delicata transizione politica, volesse sottrarsi all’impegno di risanamento e di razionalizzazione necessario per assicurare la stabilita’ economica e la sicurezza sociale e che ha caratterizzato il lavoro del Governo regionale sin dal suo insediamento nel 2008″.
“Abbiamo informato- ha proseguito Lombardo – il Governo nazionale di quanto gia’ fatto in questi anni e della determinazione di avanzare ancora nel percorso di ottimizzazione delle risorse regionali in una interlocuzione indispensabile per assicurare un quadro di coesione sociale, messo a dura prova da una crisi economica grave, ancor piu’ pesante in una regione del Sud. In questo spirito, improntato al principio della leale collaborazione tra gli organi istituzionali, accoglieremo ogni suggerimento utile per migliorare le nostre performance e garantire, nel rispetto delle irrinunciabili prerogative costituzionali conquistate dal popolo siciliano, una collaborazione sempre piu’ efficace e costruttiva”.

LA NUOVA SARDEGNA - Trasporti e infrastrutture: Onorato: ecco come sarà la mia Tirrenia
25.07.2012
La settimana di vacanza che si è concesso tra gli impegni di vela, la firma di convenzioni e l’armare le nuove navi targate Tirrenia Vincenzo Onorato la sta trascorrendo, in solitario, a bordo della sua anziana signora del mare, uno spendido “Swan 65”. Onorato, lei per decenni ha rivendicato il suo ruolo di armatore privato in lotta contro la gestione Tirrenia, accusandone i dirigenti di non fare gli interessi della Sardegna dissipando le sovvenzioni di Stato. Ora dirige la flotta che ha sempre osteggiato, è diventato l’ammiraglio monopolista dell’intero Mediterraneo, e incasserà per otto anni le sovvenzioni statali. Non le sembra un controsenso? «Non mi considero un asso pigliatutto, ma soltanto un armatore che ha lottato da solo per realizzare un sogno che ho inseguito per tutta la vita e realizzato nonostante l’attuale crisi e la stretta creditizia. Il mio sogno, sin da bambino, era di trasformare la Tirrenia come la volevo io, dando alla Sardegna quei servizi che le spettano di diritto. Sa come ho chiamato le prime due navi che, lunedì prossimo, farò approdare nell’isola?: “Amsicora e Bonaria”, in ricordo dei miei primi 15 anni trascorsi tra Bonaria e l’Amsicora, dove giocavano Riva, Nenè, Cera, Albertosi...» Non mi ha risposto in merito alle sovvenzioni «Ci sto arrivando. Per dotare l’isola di una nuova flotta sono necessari forti investimenti, ed è quanto stiamo già facendo con Tirrenia. Che non cambierà nome, essendo questo un brand da sempre legato all’Isola. Dobbiamo sostituire, anche se la convenzione non lo prevede, buona parte della vetusta flotta della gestione di Franco Pecorini, il boiardo di Stato che decise di abbandonare a se stesso il sud dell’isola per fare la guerra alla Moby nel nord. Con il risultato di generare un mostro industriale, robusto da una parte e claudicante dall’altra. Cambiare le vecchie navi tipo “Strada” e l’osceno “Toscana” è il primo impegno, nei fatti, che la nuova Tirrenia targata Cin sta già attuando». Il senatore Francesco Sanna, del Pd, ha posto ieri una serie di domande all’armatore. Il quale coglie al balzo l’assist, essendo fermo in banchina a causa del vento, e risponde. Le rotte sovvenzionate (76,2 milioni di euro all'anno). La Cin sarebbe disponibile a una revisione delle convenzioni che soddisfi gli interessi specifici del sistema economico e della comunità sarda ? «Certamente sì – dice di getto Vincenzo Onorato –: se un tempo la Tirrenia rappresentava un interlocutore senza una precisa identità quella di oggi, in Sardegna, si chiama Vincenzo Onorato: io ci metto la faccia». Investimenti sulla flotta. Nella convenzione di servizio non vi sono disposizioni che impegnino a rinnovarla. Nei prossimi 8 anni rimarremo così ? «Il primo atto di Tirrenia-Cin è l’alienazione di tutte le navi Strada e della “Toscana”. Il primo intervento sarà quello di curare un’emergenza, la Cagliari-Civitavecchia, dove operano navi anacronistiche, con tempi di traversata inaccettabili. Lunedì, e invito il senatore ad essere in porto con le sue bottiglie di birra Ichnusa, che bevo volentieri, sarò a Cagliari con le due nuove ammiraglie della flotta, autentiche navi da crociera che viaggiano a trenta nodi. Queste garantiranno la traversata, in una sola notte, a 2000 passeggeri e 2 chilometri lineari di camion, auto o Tir, per il rilancio del traffico merci su questa tratta. A settembre una terza nave gemella entrerà in linea sulla Napoli-Cagliari, e sempre in autunno sarà attivata la linea Genova -Livorno -Cagliari, con due navi capaci di trasportare 2,5 chilometri di mezzi gommati ciascuna. Con queste 5 navi ritengo di dare un contributo sostanziale e risolvere in parte il problema di intasamento dei Tir sulla Carlo Felice, con notevoli benefici economici per il sud Sardegna e, non ultima, la salvaguardia ambientale. La mia famiglia e da 4 generazioni al servizio dell’isola, ed io sono il depositario di questa tradizione». A bordo di Tirrenia il sardo si parla solo tra i passeggeri. Cin ha sottoscritto un accordo con i sindacati in cui non c'è la prospettiva di un incremento degli occupati sardi. Può impegnarsi a sostituire ogni dipendente Tirrenia che va in pensione con personale reclutato in Sardegna? «Il problema occupazionale dei marittimi sardi deve passare attraverso l’avvicinamento culturale al lavoro del mare. Moby impiega sul territorio isolano e sulle navi 302 sardi, grazie al reclutamento e avviamento al lavoro del mare cominciato nel dopoguerra da mio padre Achille e mio zio Orlando. La Saremar, sulle tre navi che collegano Sardegna e continente, su 129 marittimi occupa soltanto 18 sardi, al di là della demagogia spicciola che si chiama “flotta sarda”. La nuova Tirrenia darà vita ad una fondazione che opererà nelle scuole per portare i giovani a conoscere il mare, con stage sulla navi per indirizzarli ad una sicura opportunità di lavoro. La Flotta Tirrenia sarà aperta ai sardi, attraverso un processo formativo-professionale già allo studio con un progetto culturale curato da Marina Spinetti, una insegnante dell’isola di La Maddalena». Con le attuali tariffe le navi viaggiano semivuote anche in alta stagione, gli alberghi sono pieni solo a metà. Ma invece di navi care e vuote non converrebbe avere navi piene ed economicamente accessibili ? «Il costo dei biglietti è rigorosamente previsto dalla convenzione, e non possono essere modificati. In linea di massima resteranno quelli attualmente in vigore su Tirrenia».

Crisi: Moody's taglia a 'negativo' outlook del fondo salva stati EFSF
25 Luglio 2012 - 08:31
 (ASCA) - Roma, 25 lug - Moody's ha tagliato da stabile a negativo l'outlook sul rating di 'Tripla A' del fondo salva stati europeo.
 La decisione di tagliare le prospettive dell'European Financial Stability Facility, spiega l'agenzia, riflette le analoghe decisioni sui rating sovrani di Germania, Olanda e Lussemburgo che ''implicano una crescente probabilita' che il EFSF possa essere declassato nei prossimi 12-18 mesi''.
 In sostanza, precisa Moody's, i rischi che possano portare ad un downgrade del fondo salva stati sono legati ''al deterioramento del merito di credito degli stati partecipanti all'area euro''. D'altra parte, l'outlook del EFSF ''puo' ritornare a stabile se le prospettive sui rating dei grandi paesi contribuenti come germania, Francia e Olanda tornassero stabili''.
fgl/

Debito greco, verso nuovo accordo
Vittorio Da Rold
 L'instabilità politica e il populismo si paga caro: dopo due elezioni in sei settimane, riforme al palo e privatizzazioni mai partite, la Grecia non riuscirà a rispettare gli obiettivi di riduzione del debito concordati con la Ue e il Fondo monetario internazionale e potrebbe quindi essere costretta a varare nuove misure di ristrutturazione del debito. Lo si apprende da fonti europee, per le quali almeno sei Paesi si oppongono però a un'estensione del piano di assistenza ad Atene (già arrivato a 240 miliardi di euro complessivi) e questo può diventare un grave problema politico.
 Questo significa che i creditori pubblici (oggi sono la quasi totalità in campo), la Bce e i Paesi dell'Eurozona, dovrebbero ristrutturare, cioè perdere, parte dei 200 miliardi di euro di bond in loro possesso. Insomma dopo i privati sarebbe la volta dei creditori pubblici.
 Atene ha già ristrutturato una prima volta il suo maxi-debito per una perdita del 70% del valore dei bond per gli investitori privati per una cifra pari a 100 miliardi di euro, il maggiore della storia moderna. In cambio la Grecia si era impegnata a portare il debito al 120% del Pil nel 2020, ma ora questo obiettivo sarebbe saltato e viaggerebbe al 130%, uno sforamento equivalente ad altri 30 miliardi di euro da mettere sul piatto per salvare il Paese con l'Fmi che a questo punto potrebbe sfilarsi e lasciare il conto da pagare a eurozona e Bce. Per un totale di aiuti complessivi pari a 270 miliardi di euro, sempre meno però dei mille miliardi di dollari stimati dall'Iff, l'Associazione delle maggiori banche al mondo, per un'eventuale uscita della Grecia dall'euro.
 Atene chiede una ristrutturazione del debito o più tempo da parte dei creditori internazionali per raggiungere gli obiettivi stabiliti, privatizzare gli asset pubblici e ripagare i debiti ma gli alleati del cancelliere tedesco Angela Merkel, liberali e Csu bavarese, gli olandesi e i finlandesi si oppongono a nuove concessioni alla Grecia e minacciano una crisi a livello europeo.
 Ma le brutte notizie non finiscono qui. Il giorno in cui è arrivata la troika ad Atene composta da Ue, Bce e Fmi per verificare lo scostamento dei conti pubblici greci dagli obiettivi prefissati si scopre che la recessione in Grecia potrebbe essere più profonda del previsto: la contrazione del Pil potrebbe superare il 7% dal 5% stimato, un elemento che allontana l'obiettivo di ridurre il deficit di bilancio al 7,3 per cento del Pil quest'anno dal 9,1% nel 2011.
 Lo ha detto il primo ministro, il conservatore Antonis Samaras, parlando a un gruppo di parlamentari. «Inizieremo a contrastare la recessione quest'anno e saremo in grado di avviarci verso la ripresa all'inizio del 2014», ha spiegato Samaras. E proprio di questo parleranno domani ad Atene il presidente della Commissione Ue José Barroso e il premier greco in un incontro per discutere dei rischi di avvitamento della situazione dell'economia greca e di come uscire dall'impasse.
 Con l'economia in caduta libera il ministro delle Finanze Yannis Stournaras ha detto che l'obiettivo è di raggiungere il disavanzo nominale di 14,8 miliardi di euro di deficit di quest'anno, non il rapporto con il Pil. Giochetti contabili che lasciano il tempo che trovano.
 La Grecia non ha nemmeno ultimato il piano di tagli per complessivi 11,50 miliardi di euro chiesto dalla troika per il biennio 2013-14 per ottenere nuovi prestiti e i delegati della troika sono ad Atene proprio per valutare se concedere alla Grecia un nuovo pacchetto di aiuti da 31,50 miliardi euro entro la fine di settembre. Due bond greci in mano alla Bce per un totale di 3,1 miliardi di euro, sono in scadenza il 20 agosto, ma le casse sono vuote. Cosa farà la Bce? Darà maggior tempo per il rimborso o chiederà il pagamento a tutti i costi rischiando di mandare in default il Paese?
 Intanto resta sempre sullo sfondo la necessità di ricapitalizzazione del sistema bancario greco profondamente colpito proprio dalla prima ristrutturazione del debito.

Udi, oltrepadania. Tondo in tv: non paghiamo per la Sicilia
Il presidente della Regione a Uno Mattina Estate: «Da noi la spending review è cominciata quattro ani fa. Ora basta»
 di Anna Buttazzoni
 UDINE. Snocciola qualche numero e poi chiede: quindi siete la Germania d’Italia? Comincia da lì il paragone che Gerardo Greco, conduttore di Uno Mattina Estate su Rai1, vuole abbozzare tra il Fvg e la Sicilia, due Regione Autonome, speciali, finite tutte insieme nel calderone di chi spreca. In studio ci sono il governatore Renzo Tondo, con l’assessore Federica Seganti, e il vicepresidente siciliano Massimo Russo, con l’assessore Gaetano Armao. Lo scontro sembra titanico, già nei numeri.
 E proprio da quelli inizia Tondo per rispondere, sorridendo: «Sì, può essere che siamo la Germania d’Italia». «Abbiamo cominciato a tagliare le spese quando il termine spending review nessuno sapeva che cosa fosse o volesse dire. Dal 2008 a oggi – afferma il governatore – abbiamo portato il debito della Regione da 1,6 miliardi a 1,1».
 La Sicilia invece che debito ha?  «Cinque miliardi su un bilancio di 27 – replica Russo – e abbiamo cominciato a ridurre le spese a dicembre riportandole al livello del 2001. Non c’è alcun rischio fallimento». Ma i paragone con il Fvg non tiene. Il vice presidente della Sicilia lo intuisce, prova anche a buttarla sulla polemica, sul Nord in conflitto con il Sud, ma è una provocazione che nessuno raccoglie.
 «Ma il Fvg non vuole pagare la Sicilia?», chiede Greco a Tondo. «Il 65% delle nostre entrate restano allo Stato che usa quelle risorse – afferma il governatore – per coprire i buchi. Con il 35% noi ci paghiamo sanità, trasporto pubblico locale, autonomie locali e molto altro. Rispetto alla Sicilia le Regioni speciali del Nord hanno sottoscritto un patto con il governo. Il Fvg dà a Roma 370 milioni l’anno per attuare il federalismo e superare la crisi. Non possono esserci chieste ancora risorse». Non cerca la rissa Tondo, ma è chiaro. «Vogliamo continuare a fare la nostra parte ma anche gli altri facciano la propria».
 Nel frattempo al Senato ieri è cominciata la selezione degli emendamenti che saranno discussi in Aula per la spending review. I parlamentari del Fvg ne hanno presentati tre e puntano a trovare un accordo con il governo e a introdurre un meccanismo che premi le Regioni virtuose. I prossimi due giorni saranno cruciali. Perché è quasi scontato che i saldi della manovra Monti non saranno toccati, ma resta da definire la compartecipazione del Fvg al risanamento della finanza pubblica. Al momento Roma chiede a Trieste 2,7 miliardi da quest’anno al 2014. La Regione ripete che la cifra è insostenibile. Con ogni probabilità la questione finirà davanti alla Corte costituzionale.

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