venerdì 6 luglio 2012

(2)_6.VII.12/ Caricatori scarichi.===E nella Stella alpina, mai così snobbata a Roma, già si rispolvera il motto che rese famoso e potente Silvius Magnago con il suo raduno del 17 novembre 1957 a Castel Firmiano al grido di “Los von Rom”.---Vittorio Da Rold: Yannis Stournaras, il neo ministro delle Finanze greco, all'uscita dal colloquio con i funzionari della troika (Ue, Fmi e Bce) ha detto ai cronisti che lo assediavano fuori dal Megaro Maximou, il bianco edificio in stile neoclassico che ospita la sede del governo ad Atene, che «l'economia greca ha dovuto attraversare due difficili elezioni e il programma di risanamento è andato per certi aspetti fuori strada e per altri invece è sulla buona strada. Ma noi non chiederemo niente ai nostri creditori prima di averlo rimesso in carreggiata».

Napoli. Tagli ai dipendenti pubblici: è scontro Governo-Regione
Le famiglie hanno sempre meno soldi
FT, Draghi sta esaurendo munizioni
Dietrofront di Atene: tagli confermati
Spagna: a maggio nuovo crollo della produzione industriale -6,1%
Francia: 5,32 miliardi di euro deficit commerciale maggio
Bozen, oltrepadania. Roma chiede altri 500 milioni di euro

Napoli. Tagli ai dipendenti pubblici: è scontro Governo-Regione
In bilico 560 unità, tra personale e dirigenti dell'ente Santa Lucia. Caldoro: 3 mila assunti meno del Veneto
NAPOLI — Braccio di ferro tra il Governo e la Regione sui tagli. Dando attuazione alle norme contenute nel decreto sulla spending review, in Campania, dove il rapporto tra la spesa del personale e quella corrente totale è ben al di sopra della media del 2%, raggiungendo il 3,4%, non si potranno effettuare nuove assunzioni. Il provvedimento varato ieri sera stabilisce che in base ai parametri di virtuosità saranno definite entro fine anno le piante organiche delle amministrazioni territoriali: tenendo prioritariamente conto del rapporto tra dipendenti e popolazione residente.
Oggi, secondo le stime della Commissione sul federalismo fiscale, la Campania spende per il personale la cifra più elevata tra le Regioni a statuto ordinario, sfiorando i 384 milioni. Se la Regione dovesse poi applicare i criteri della Pubblica Amministrazione centrale, e cioè il taglio del 20% dei dirigenti e del 10% del personale, allora sarebbero dolori: sui 5.135 dipendenti attualmente in organico, per retribuire i quali servono circa 400 milioni all'anno, 514 dovrebbero andare a casa. E sui 224 dirigenti, suddivisi tra coordinatori, dirigenti di settore e di servizio, il cui costo per le casse dell'ente di via Santa Lucia si aggira attorno ai 18 milioni, ne risulterebbero in eccesso 45. In totale circa 560 persone. Ma non sempre i crudi numeri spiegano bene la realtà. Come ammonisce il governatore Stefano Caldoro, secondo il quale «in Campania ci sono 3.000 dipendenti in meno del Veneto, pur avendo 500mila abitanti in più.Vanno guardati la qualità della spesa e le performance, non solo i dati storici». Gli fa eco l'assessore regionale al personale e alle autonomie Pasquale Sommese che difende la Campania «perché - incalza - ha già dato, dopo aver ridotto del 10% le piante organiche», oltre ad aver fortemente diminuito sia le consulenze che le auto blu. Per di più, ci tiene a chiarire l'assessore, sono state anche drasticamente ridotte dell'80% le consulenze e le collaborazioni ed è stato addirittura eliminato dalla pianta organica il 70% dei posti che si sono liberati in questo periodo. Chi ha ragione, chi ha torto? O meglio, il Governo terrà conto di quelle Regioni che nel campo della spending review si sono mosse con anticipo, come dice Sommese, o ragionerà a bocce ferme, a partire da oggi, e perciò pretenderà ulteriori sacrifici sulla piante organica?
Le restrizioni imposte dalla spending review riguarderanno, oltre alla sanità, anche i trasferimenti erariali dallo Stato a tutte le Regioni italiane per un totale di 700 milioni quest'anno e un miliardo il prossimo: ovviamente una quota non irrisoria riguarderà anche la Campania. Colpiti dal decreto inevitabilmente anche gli enti locali: al Comune di Napoli il sindaco Luigi De Magistris non ci sta a questa politica dei tagli annunciata dal governo e fa sapere: «Da tempo sto lavorando alla riforma della macchina comunale, per superare le difficoltà amministrative, adeguarsi alle proposte di restrizione della spesa sui dipendenti e dirigenti, fronteggiare il pensionamento di numerosi dirigenti dell'amministrazione di palazzo San Giacomo». Preoccupazioni anche a piazza Matteotti, nella sede dell'amministrazione provinciale: «Mi auguro che l'istituzione della Città metropolitana non sia ispirata solo da esigenze di tagli e revisione della spesa pubblica», ribadisce il presidente della Provincia Luigi Cesaro, secondo il quale questa scelta deve rispondere a una precisa domanda di servizio, «al fine di migliorare la gestione di un territorio complesso, in grado di fare sistema sotto il profilo urbanistico, della mobilità, dell'economia, e capace quindi di produrre ricchezza».
Insorgono anche i sindacati. La leader della Uil regionale Anna Rea sostiene che «il prezzo più elevato della politica accanita dei tagli sarà pagato, ancora una volta, dalla Campania, dove il blocco del turn over e una carenza oggettiva di personale già rendono difficile l'erogazione di servizi primari negli ospedali, nei tribunali, nelle scuole. Intanto circola con insistenza la voce che il governo voglia creare anche una sorta di superprefettura, concentrando negli uffici territoriali dello Stato del Comune capoluogo di Regione, quindi, per la Campania, sarebbe ovviamente Napoli, le funzioni di tutte le amministrazioni periferiche. Quindi quelle che hanno sede a Caserta, Salerno, Avellino e Benevento.
Emanuele Imperiali

Le famiglie hanno sempre meno soldi
Istat: reddito disponibile in termini reali giù dell'1% su base congiunturale, del 2% su base annua
06 luglio, 10:28
Crisi pesa, giù consumi alimentari per famiglie
ROMA  - Nel primo trimestre del 2012, tenuto conto dell'inflazione, il potere d'acquisto delle famiglie consumatrici, cioé il reddito disponibile in termini reali, è calato dell'1% su base congiunturale del 2% su base annua. Lo rileva l'Istat.
 Nel primo trimestre del 2012 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è sceso dello 0,5% sul trimestre precedente, mentre risulta in aumento dello 0,9% su base annua. Lo rileva l'Istat aggiungendo che nei primi tre mesi dell'anno la propensione al risparmio, misurata al netto della stagionalità, è stata pari al 9,2%, ferma su base congiunturale e in aumento (+0,4 punti percentuali) in termini tendenzial

FT, Draghi sta esaurendo munizioni
Se non ci sarà ripresa, presto altre misure
06 luglio, 09:53
ROMA  - Mario Draghi ha quasi esaurito tutte le munizioni nel tentativo di rilanciare la crescita nell'eurozona. Lo scrive il Financial Times, dopo che ieri la Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi al minimo storico dello 0,75% e portato a zero il tasso sui depositi. Secondo gli economisti interpellati dal quotidiano londinese, se non ci sarà la ripresa la Bce dovrebbe di nuovo varare misure straordinarie perché ormai i margini per agire di nuovo sui tassi sono molto limitati. La decisione di ridurre a zero il tasso sui depositi è molto significativa, scrive l'Ft, perché dovrebbe scoraggiare le banche a parcheggiare la liquidità presso la Bce e immetterla invece nell'economia reale.

Dietrofront di Atene: tagli confermati
Vittorio Da Rold
 Yannis Stournaras, il neo ministro delle Finanze greco, all'uscita dal colloquio con i funzionari della troika (Ue, Fmi e Bce) ha detto ai cronisti che lo assediavano fuori dal Megaro Maximou, il bianco edificio in stile neoclassico che ospita la sede del governo ad Atene, che «l'economia greca ha dovuto attraversare due difficili elezioni e il programma di risanamento è andato per certi aspetti fuori strada e per altri invece è sulla buona strada. Ma noi non chiederemo niente ai nostri creditori prima di averlo rimesso in carreggiata».
 È una svolta importante quella del neo ministro delle Finanze, un economista liberista di grande valore e riconosciuto prestigio che ieri mattina ha giurato per l'insediamento e subito dopo si è recato all'appuntamento con la troika in vista del cruciale appuntamento di lunedì a Bruxelles: il difficile debutto all'Eurogruppo. Un cambio di rotta inatteso, perché finora il premier Antonis Samaras, il leader conservatore che guida un Governo di coalizione, anche se non aveva mai apertamente chiesto una rinegoziazione del Memorandum che prevede tagli di 11,6 miliardi per il biennio 2014-2015 da definire nel mese di luglio per ridurre il deficit, aveva fatto filtrare la richiesta di far slittare di due anni gli ulteriori tagli a pensioni e stipendi, congelare i 150mila licenziamenti dei dipendenti pubblici, ridurre le tasse, e poter godere di un aiuto extra per i redditi più bassi e disoccupati.
 Tutti gli osservatori greci convenivano finora che il punto di maggior criticità del nuovo Esecutivo consisteva nel fatto che il premier Samaras avrebbe potuto essere tentato di concentrare le forze soprattutto sulla rinegoziazione del Memorandum invece che puntare sulle politiche di controllo dei costi pubblici (tra cui i conti della sanità e delle aziende pubbliche ) e sulla lotta all'evasione fiscale.
 La frase di Stournaras, se non è una mossa tattica, rappresenta la consapevolezza che Atene ha capito che ha bisogno come l'aria della tranche di aiuti da 31,5 miliardi di euro, senza la quale il Paese andrebbe in default in poche settimane e che ogni passo falso potrebbe pregiudicare l'arrivo degli aiuti. Il governo Samaras ha solo 2 miliardi di euro in cassa, un'evasione fiscale record pari al 20% del Pil, un'economia al quinto anno di recessione, 150mila fallimenti di piccole e medie imprese una disoccupazione al 22 per cento. Continuare in un braccio di ferro con la troika potrebbe essere molto pericoloso.
 Dopo il voto del 17 giugno la mina dell'uscita della Grecia dall'euro è scongiurata ma i problemi sono ancora tutti sul tavolo e ciò che lascia incerti gli analisti è se ci sia davvero nel governo Samaras una forte volontà politica di sciogliere i nodi di fondo dell'arretratezza economica del Paese. Ora il ministro Stournaras con le sue dichiarazioni sembra aver compreso che il tempo dei rinvii è finito. Il Governo greco è sotto pressione a causa delle tensioni sociali che l'austerità ha provocato ma si trova di fronte alla decisa resistenza dei partner europei sempre più stanchi dei continui rinvii greci. Stournaras adesso vuole convincere i partner Ue che Atene ha capito che questa è l'ultima chiamata.

Spagna: a maggio nuovo crollo della produzione industriale -6,1%
06 Luglio 2012 - 09:10
 (ASCA) - Roma, 6 lug - A maggio nuovo crollo della produzione in Spagna con una contrazione pari a -6,1% su base annuale.
In flessione la produzione dei beni di consumo (-3,2%), dei beni di investimento (-13,3%) e di quelli intermedi (-6,7%).
Lo comunica l'istituto nazionale di statistica.
com/red

Francia: 5,32 miliardi di euro deficit commerciale maggio
Il deficit commerciale della Francia a maggio è sceso a 5,32 miliardi rispetto i 5,8 miliardi di marzo. Lo ha rilevato l'ufficio doganale francese precisando a maggio in Francia le esportazioni sono state pari a 37,4 miliardi a maggio rispetto i 37,04 miliardi  del mese precedente. Le importazioni si sono attestate a 42,76 miliardi, comparati ai 42,84 mld del mese precedente. Il deficit complessivo dei mesi da gennaio a maggio è stato di 69,6 miliardi euro (68,48 mld nel 2011).

Bozen, oltrepadania. Roma chiede altri 500 milioni di euro
Salasso di bilancio entro il 2014.Spariscono anche i piccoli tribunali: chiusi Merano, Bressanone, Silandro e Brunico
di Orfeo Donatini
 BOLZANO. Ieri il governo Monti ha varato il primo dei decreti sul taglio della spesa pubblica - la cosiddetta spending review - e per le autonomie speciali è stata un’altra doccia fredda.
 Accantonato per il momento da parte del ministro alla Sanità Renato Balduzzi il taglio dei miniospedali - in Alto Adige avrebbe interessato quelli di San Candido, Vipiteno e Silandro - la scure del governo si è abbatuta sulle quattro sezioni distaccate del Tribunale. Con u n provvedimento firmato dal ministro di Grazia e Giustizia Paola Severino infatti sono stati soppressi o accorpati 295 uffici giudiziari: 37 tribunali, 38 procure e 220 sezioni distaccate.
 E in Alto Adige il destino segnato riguarda i minitribunali di Merano, Silandro,Bressanone e Brunico. Strutture per salvare le quali si era ipotizzato anche ad un finanziamento diretto da parte della Regione: ma la competenza è statale e non ci possono essere mediazioni di sorta rispetto ad un provvedimento di tale portata.
 Tuttavia la scure più pesante che sta per abbattersi sull’autonomia speciale è di nuovo quella finanziaria: nel decreto di tagli alla spesa, vi sarebbero per Bolzano delle previsioni di tagli ai trasferimenti decisamente pesantissimi.
 Si parla di 74 milioni ancora per il bilancio del 2012, ovvero quello in corso e quindi con un diktat retroattivo; altri 120 milioni per quello del prossimo anno e infine 280 per il 2014: qualcosa come poco meno di mezzo miliardo di euro in tre anni. Un salasso destinato a mettere in ginocchio la gestione provinciale.
 «Non c’è cosa peggiore - ha commentato ieri l’assessore provinciale alle finanze, Roberto Bizzo - che mettere in discussione il rapporto fiduciario fra Autonomia e Stato. Già nel 2010 abbiamo messo a disposizione 500 milioni per risanare i conti pubblici dicendo chiaramente al governo che non volevamo certo sottrarci dall’azione di risanamento ma che avremmo voluto un pieno rispetto dei patti siglati, a partire dal Patto di Milano. Invece così non è andata e siamo arrivati ad un ulteriore salasso con il decreto Salva Italia del governo Monti; abbiamo ricercato nuovamente il confronto e con il ministro Gnudi abbiamo aperto un tavolo di confronto che evidentemente non è servito a far capire al governo che c’è uno Statuto e dei patti da rispettare. Oggi, ma dobbiamo attendere i contenuti del decreto in via di approvazione, si parla di nuovo e senza averci nemmeno contattato di un prelievo dai nostri bilanci di cifre impressionanti. Semplicemente non si fa così. Capisco la crisi, ma non si fa così».
 La scelta del governo rischia di essere dirompente chiaramente non solo sotto il profilo economico finanziario, quanto anche per quello politico. A maggior ragione se si considera che ci si sta avviando a grandi passi verso un anno elettorale, sia per le politiche nazionali che per le provinciali.
 E nella Stella alpina, mai così snobbata a Roma, già si rispolvera il motto che rese famoso e potente Silvius Magnago con il suo raduno del 17 novembre 1957 a Castel Firmiano al grido di “Los von Rom”.
 Certo scelte e politiche del secolo scorso che anche a prima vista mal si conciliano con la crisi globale, lo spread sui mercati finanziari e la spending review avviata dal governo, ma che danno subito la misura di una tensione che cova, pronta a sbocchi imprevedibili.
 Per di più, come detto, se collegata ad una serie di campagne elettorali nelle quali prima si gioca per vincere da parte di tutti i partiti e solo poi per tradurre i risultati in scelte programmatiche e di governo.


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