sabato 21 luglio 2012

(3) XXI.VII.MMXII/ Aveva 81 anni. E’ stato consigliere regionale e deputato per il Pci. Diede un contributo fondamentale all’istituzione dell’Università di Udine. Sua la legge per la valirizzazione della marilenghe

Lombardo:"Non licenzio nessuno"                                             Draghi,no a Bce soluzione problemi Stati
Draghi,euro irreversibile,non esplodera'
Spagna, scricchiola il sogno delle autonomie
Udin, oltrepadania. Morto l’on. Baracetti padre della legge sul friulano
Lombardo: "Non licenzio nessuno"
                                                               
Il presidente della Regione: "C'è un problema di liquidità ma chiederò a Monti i 900 milioni che ci aspettano". Intanto la Giunta annuncia che farà causa a "Libero" e al "Giornale" per un miliardo di euro per le notizie sul rischio crac
di GIACINTO PIPITONE
PALERMO. Conferma che si dimetterà il 31 luglio e apre la campagna elettorale. Raffaele Lombardo va all’attacco, davanti ai deputati dell’Ars appositamente convocati, per difendere i conti della Regione. E «avvisa» Monti: «Non scarico i precari». Il presidente anticipa al Parlamento ciò che dirà a Monti martedì e spera di dire in seguito anche a Napolitano: «Non c’è un rischio default. E del debito da circa 6 miliardi almeno la metà è stato fatto dal precedente governo per coprire il buco della sanità. Solo un miliardo e mezzo si dive alla mia giunta». Il presidente non nasconde che c’è un problema sui «residui attivi», i 15 miliardi iscritti in bilancio in entrata su cui la Corte dei Conti e il Commissario dello Stato sollevano dubbi: «È il primo problema che stiamo affrontando col governo nazionale - commenta Lombardo - ma per la maggior parte si tratta di soldi che ci devono Stato e Ue». Sarà il governo nazionale a decidere se almeno 5 di questi 15 miliardi debbano essere cancellati creando un buco. Il tema scalda i partiti e l’Mpa ha organizzato per martedi pomeriggio un presdio di protesta sotto la sede del Commissario dello Stato. Il motto è: «Gù le mani dalla Sicilia».
Nel frattempo mercoledì sul rischio crac la commissione Bilancio della Camera sentirà la presidente della Corte dei Conti, Rita Arrigoni. Lombardo ricorda poi di aver diminuito la spesa corrente e di aver bloccato le assunzioni: «Abbiamo fermato gli sprechi. I dipendenti sono scesi a 17.900 e i dirigenti a 1.800 grazie ai pensionamenti». Ammettendo però che c’è un serio problema di liquidità: «Non ci impedirà di pagare stipendi e rate dei mutui ma sarà un problema per i nostri creditori». Ecco perchè a Monti chiederà di «versare i circa 900 milioni che lo Stato ci deve».
Da qui in poi Lombardo alza la voce: «Troppi precari nelle partecipate, nei Comuni o fra i forestali? Non licenzierò gente che lavora da 15 anni e che se facesse ricorso vincerebbe». In questo senso Lombardo ha dubbi su un disegno di legge dell’assessore Gaetano Armao che, in ottica spending review, riduce le piante organiche grazie a pensionamenti o mobilità verso i Comuni di duemila dipendenti. Armao però spinge la norma, malgrado a 10 giorni dalla fine della legislatura le probabilità che venga approvata sono remote. L’assessore spera di farne un maxi emendamento da approvare fra martedì e venerdì. Sarebbe un segnale per Monti: «Per me è fondamentale per proseguire le trattative a Roma. Se la giunta non lo approvasse, ne trarrei le conseguenze» precisa Armao. Ma ormai Lombardo è in campagna elettorale e attacca.
La Cisl «deve smetterla di avere due parti in commedia». Frase che suscita la difesa del sindacato da parte di Giuseppe Lupo. «Gli industriali - aggiunge il presidente - hanno intrattenuto rapporti non trasparenti con i precedenti governi e hanno portato gruppi che non hanno creato sviluppo ma inquinamento». E, ribadendo che «a Roma c’è una manovra per impedire il voto anticipato in Sicilia», apre la campagna elettorale: «Vi consegno questi temi, sono argomento di una competizione democratica che nessuno può sottrarci». In serata, la giunta ha deliberato di chiedere un risarcimento di un miliardo di euro alle testate giornalistiche «Libero» e «Il Giornale» per i danni «provocati dalla campagna di stampa volta ad accreditare, presso l’opinione pubblica e i mercati finanziari, un presunto rischio di fallimento per la Regione».

Draghi,no a Bce soluzione problemi Stati
Eurotower deve garantire stabilita' prezzi e sistema finanziario
21 luglio, 12:18
(ANSA) - PARIGI, 21 LUG - ''Il nostro mandato non e' di risolvere i problemi finanziari degli Stati, ma di garantire la stabilita' dei prezzi e mantenere la stabilita' del sistema finanziario in tutta indipendenza''. Lo afferma il presidente della Bce, Mario Draghi, in un'intervista a Le Monde.

Draghi,euro irreversibile,non esplodera'
Chi immagina contrario mal conosce capitale politico investito
21 luglio, 12:26
(ANSA) - PARIGI, 21 LUG - L'euro ''e' irreversibile'', non c'e' un rischio di ''esplosione'' dell'unione monetaria. Lo afferma il presidente della Bce Mario Draghi. ''Vediamo analisti immaginare scenari di esplosione della zona euro - spiega - vuol dire mal conoscere il capitale politico che i nostri dirigenti hanno investito in questa unione e il sostegno degli europei''.

Spagna, scricchiola il sogno delle autonomie
Dopo Valencia anche Catalogna ed Andalusia e altre quattro
21 luglio, 17:00
di Emanuele Riccardi
 Dopo la Comunitat Valenciana, la prima regione autonoma spagnola ad aver chiesto aiuto al governo centrale di Madrid, altre sei 'autonomias' sono a rischio default e tra queste spicca la Catalogna. Scricchiola seriamente in queste ore il sogno spagnolo delle regioni autonome, spesso citato come esempio riuscito della sempre più auspicata complementarità tra governo centrale e poteri locali. Le 17 comunità autonome, sancite dalla costituzione del 1978 sono alla base della Spagna moderna del dopo franchismo, un regime dittatoriale scaturito dalla tremenda Guerra Civile del 1936. Un regime centralizzato con la predominanza assoluta del castigliano, il soffocamento delle tendenze autonomistiche oltre alla proibizione di fatto di lingue come il catalano o l'euskera, il basco. Le 'autonomias' hanno ampissimi poteri, in settori chiave come la pubblica istruzione, la sanità e l'emittenza televisiva. Nel caso della Catalogna e di Euskadi, il paese basco, ci sono anche poteri di polizia, rispettivamente con i Mossos d'Esquadra e la Ertzaintza, le guardie del popolo. Chiedere aiuto al governo di Madrid, una sorta di 'nemico' storico per autonomie come quella catalana o basca, è una mossa sofferta e psicologicamente devastante, dato che le drastiche condizioni per ottenere gli aiuti rappresentano un commissariamento di fatto, e quindi una seria parentesi nell' indipendenza dal governo centrale. Secondo la stampa spagnola di oggi, oltre alla Comunitat Valenciana, la prima regione ad aver chiesto di aderire al Fondo di Liquidità autonomo (Fla), sono a rischio default la Catalogna, Castilla-La Mancha, le Baleari, Murcia, le Canarie e forse anche l'Andalusia. Oggi il vicepresidente del governo regionale andaluso, Diego Valderas, in una intervista alla radio Cadena Ser ha smentito che Siviglia abbia l'intenzione di ricorrere al Fla, un fondo dotato di soli 18 miliardi di euro, almeno per il momento. Secondo Valderas, responsabile per le relazioni istituzionali, L'Andalusia è messa molto meglio di altre 'autonomias', e la regione ha ancora spazio da percorrere "prima di ricorrere" al meccanismo. Il vicepresidente ha riconosciuto però che lo scenario attuale "è tremendamente complicato e difficile".

Udin, oltrepadania. Morto l’on. Baracetti padre della legge sul friulano
Aveva 81 anni. E’ stato consigliere regionale e deputato per il Pci. Diede un contributo fondamentale all’istituzione dell’Università di Udine. Sua la legge per la valirizzazione della marilenghe
UDINE. E’ morto oggi a Udine all’età di 81 anni, l’on. Arnaldo Baracetti. Ne dà notizia Bepi Agostinis, segretario del comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli.
 Il mondo della cultura e della politica regionale perdono un personaggio di primo piano. Nato a Rivolto il 27 dicembre del 1931, Baracetti è stato deputato comunista per Udine 1976-87.
 Dal 1968 al 1976 fu consigliere regionale. Dopo il terremoto del 1976 fu stabilito per legge, grazie ad un suo emendamento, che l'Università di Udine avesse come «obiettivo di contribuire al progresso civile, sociale e alla rinascita economica del Friuli e di divenire organico strumento di sviluppo e di rinnovamento dei filoni originali della cultura, della lingua, delle tradizioni e della storia del Friuli».
 Nel 1978 presentò la proposta di legge Norme per la valorizzazione della lingua e della cultura friulana. È stato responsabile regionale del Pci per la cooperazione economica internazionale.
 Nel Partito dei democratici di sinistra è impegnato per la riforma federalista del Friuli-Venezia Giulia. Fu tra i promotori del Centro studi e progettazioni culturali Pier Paolo Pasolini.

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