lunedì 2 luglio 2012

pm_2.7.12/ Lo shopping istituzionale degli oltrepadani, che non e’ il federalismo in salsa padana, ma una sua derivazione endogena. Insomma, tra loro.

Trani, indagine S&P. Il «rating» correva sul filo telefonico
Sale la disoccupazione giovanile, più di uno su tre è senza lavoro
Ue-17: disoccupazione giovani a 22,6%, 52% in Spagna
Cipro: presidenza Ue, i numeri del Paese
Patriarca: “il kosovo e’ la gerusalemme serba”
Bosnia, l’Europa è sempre più lontana
Comuni in fuga, l’ira delle categorie: «Grave errore, consiglio allo sbando»

Trani, indagine S&P. Il «rating» correva sul filo telefonico
di ANTONELLO NORSCIA
TRANI - Nonostante la sua posizione non sia più al vaglio della Procura della Repubblica di Trani, che ha trasmesso gli atti per competenza alla Procura di Milano, sono diverse le telefonate intercettate che riguardano Maria Pierdicchi, la responsabile della sede italiana della società di rating Standard and Poor’s indagata dal sostituto procuratore Michele Ruggiero, insieme alle “consorelle” Moody’s e Fitch, per il declassamento del sistema economico-finanziario Italiano.

Tra quelle riportate nell’infor mativa della Guardia di Finanza di Bari, per gli inquirenti è eloquente il tenore di una telefonata intercorsa tra la Pierdicchi e Deven Sherma ex presidente di “S&P”.

Pierdicchi: «Ho chiamato anche Jan per dirgli di posticiparla, perché sarebbe davvero molto pericolso avviare un’azione di rating questo mese, ma credo che sia stata posticipata a settembre, comunque qualsiasi cosa dovessimo fare d ev ’esser perfettamente come da linee guida, perché la gente analizzerà molto attentamente tutto».
Sherma: «Qual è stata la reazione del personale?»

P: «Sinceramente, Deven, alcuni non ritengono che noi avessimo le capacità di sostenere questo tipo di azioni di rating in Italia al momento, ritengono che serve più personale Senior che si occupi dell’Italia adesso; sono venuta a sapere queste cose da persone durante i meeting e durante le conversazioni, che servono più esperti Senior che si occupino dell’Italia adesso; sono venuta a sapere queste cose da persone Senior vista la situazione molto delicata; e sinceramente, è il secondo Paese, anzi, dopo Usa e Giappone, il terzo, come dimensione e tutto quindi, questi commenti non mi piacciono molto, da parte degli analisti, io li passerò a Miriam, che deve accertarsi che abbiamo le persone giuste al posto giusto, sai, possono essere chiamati dal Pm, si potrebbero trovare davanti a degli aggressori e devono essere capaci di mantenere la loro decisione, giusto? Avviserò anche Jan ma avviare altre azioni di estrema importanza per me è inquietante, perché dobbiamo essere estremamente consapevoli delle conseguenze di una qualsiasi azione intrapresa, in termini di reazioni, media politici, soluzioni ordinarie del Parlamento contro di noi, con voti in unanimità, di portare più prove contro noi, ci sono stati dei commenti: le persone incontrate di recente risentono la pressione, sull’industria, certamente. E la Consob e la Procura di Trani, nonostante sia una piccola città del sud e tutto quanto, ma comunque occupano le prime pagine dei giornali e creano delle criticità tra gli analisti politici, ci sono alcune parti che ci difendono, più accademiche, e dobbiamo legare più con loro, ma questo richiede pù aiuto sul piano della comunicazione, perché, sai... è difficile fare tutto qua con poche risorse. Sto lavorando con Martin su questo, dobbiamo ingaggiare delle terze parti per parlare per conto nostro».

S: «Ma il Parlamento ha adottato delle risoluzioni o qualcosa?»
P: «Si, ho inviato tutte le traduzioni a Chris, non è una vera è propria risoluzione ma hanno approvato, quindi è da parte dei “partigiani”, sia l’opposizione che il governo, una risoluzione con molti commentari sul lavoro incompleto svolto da parte delle agenzie di rating, che dovrebbe essere più duro, con più responsabilità, e cose di questo tipo. Ti posso inviare il testo. Ho tutte le traduzioni. Il nostro governo è anche molto fragile in questo momento, perché gli spreads sono aumentati in una maniera incredibile, e Tremonti sta sotto attacco per le sue vicende personali, quindi è un momento molto delicato, spero che saranno pronti a fare qualcosa al più presto perché il mercato può diventare molto negativo per l’Italia, e l’Italia non è la Grecia o l’Irlanda, è un vettore importante, quindi tutto ciò che facciamo dev’essere pieno di bozze, completo di dati, metodologia, tutto, per evitare di essere attaccati dal fronte politico».
S: «Ci teniamo in contatto per vedere come le cose evolveranno adesso».

Sale la disoccupazione giovanile, più di uno su tre è senza lavoro
ultimo aggiornamento: 02 luglio, ore 10:47
Roma, 2 lug. - (Adnkronos/Ign) - Disoccupazione in lieve calo a maggio, ma tra i giovani è record storico. Lo rende noto l'Istat in un comunicato precisando che si tratta di dati provvisori e destagionalizzati.
Il tasso complessivo calcolato dall'Istituto, a maggio si è infatti attestato al 10,1%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto ad aprile e in aumento di 1,9 punti rispetto all'anno precedente. Tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, ovvero l'incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, la disoccupazione raggiunge il 36,2%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto ad aprile (rispetto alla popolazione di questa fascia di eta' i disoccupati rappresentano il 10,5%). Si tratta di un livello record sia rispetto all'inizio delle serie storiche mensili nel 2004 sia rispetto a quelle trimestrali nel quarto trimestre del 1992.
Il numero dei disoccupati, pari a 2.584 mila, diminuisce dello 0,7% rispetto ad aprile (-18 mila unità), tale diminuzione riguarda sia gli uomini sia le donne. Su base annua si registra una crescita del 26,0% (534 mila unità). A maggio gli occupati sono 23.034 mila, in aumento dello 0,3% rispetto ad aprile (60 mila unita'), la crescita dell'occupazione riguarda sia gli uomini sia le donne. Rispetto a maggio 2011 gli occupati crescono dello 0,4% (98 mila unita'). Il tasso di occupazione e' pari al 57,1%, in aumento nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e di 0,3 punti in termini tendenziali.
Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,2% (-25 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività si posiziona al 36,5%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,4 punti su base annua.

Ue-17: disoccupazione giovani a 22,6%, 52% in Spagna
Nella Ue-27, sono 5,5 milioni gli under 25 senza un lavoro
02 luglio, 12:39
BRUXELLES  - Nel maggio 2012, nella Ue a 27 c'erano 5,517 milioni di giovani sotto i 25 anni senza un lavoro (pari ad un tasso del 22,7%), di cui 3,412 milioni nella zona dell'euro (22,6%). Rispetto al maggio 2011, il numero dei giovani disoccupati è aumentato di 282 mila nella Ue-27 e di 245 mila nella zona euro. Nel maggio 2011, i tassi di disoccupazione erano rispettivamente del 21% e del 20,5%. Il record negativo spetta a Grecia (dato di marzo) e Spagna, entrambe con un picco del 52,1%.
 Il tasso di disoccupazione all'11,1% in maggio nell'area dei 17 paesi della moneta unica è il più alto registrato dalla nascita dell'euro. Da mesi, è un susseguirsi di record negativi: in marzo, per la prima volta, il tasso dei senza lavoro aveva raggiunto la soglia dell'11%. Con maggio, è il tredicesimo mese consecutivo che viene passato il tetto del 10% nella zona dell'euro. E' record negativo anche nella Ue a 27 dove in maggio il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 10,3% (10,2% in aprile).

Cipro: presidenza Ue, i numeri del Paese
02 luglio, 09:32
(ANSAmed) - NICOSIA, 2 LUG - Ecco qui di seguito alcuni fatti e cifre sulla Repubblica di Cipro, Paese membro dell'Unione europea e dell'eurozona che dal primo luglio ha assunto per sei mesi la presidenza di turno dell'Ue.

- Area: 9.250 chilometri quadrati (poco meno delle Marche).

- Abitanti: 838.897 nel 2011.

- Capitale: Nicosia (Lefkosia in greco, Lefkosha in turco) - Lingue ufficiali: greco e turco. Cipro è divisa in due dal 1974 dopo l'invasione militare turca della sua parte Nord. La popolazione greco-cipriota e' divisa da quella turco-cipriota da una "linea verde" monitorata dai caschi blu dell'Onu (Unficyp) nella quale sono pero' attivi alcuni varchi attraverso i quali e' possibile il transito fra le parti. La Repubblica Turca di Cipro del Nord - Rtcn, proclamata il 15 novembre 1983 con una Dichiarazione unilaterale d'indipendenza (Udi) - copre il 37% della parte settentrionale dell'isola e vi vivono circa 300.000 persone. Con la risoluzione 541 del 1983 l'Onu sanci' che l'Udi era "legalmente invalida" e la Rtcn non e' mai stata riconosciuta da alcun Paese eccettuata la Turchia.

Istituzioni politiche: - Repubblica presidenziale - Presidente della Repubblica: Demetris Christofias, eletto a suffragio universale diretto nel febbraio 2008. Appartiene al Partito progressista del lavoro (Akel, comunista). Non c'e' primo ministro e il capo dello Stato presiede il Consiglio dei ministri. Christofias è attualmente leader di un governo di minoranza composta dal solo Akel che dispone di 19 seggi su 56 (La Camera dei rappresentanti ha 80 seggi, di cui 24 riservati alla comunità turco-cipriota sono vacanti).

- Prossime elezioni: presidenziali nel febbraio 2013 e parlamentari nel 2016. - Cipro ha aderito all'UE il primo maggio 2004 e all'eurozona il primo gennaio 2008.

- Economia: Cipro è la terza isola più grande del Mediterraneo dopo la Sicilia e la Sardegna. I servizi rappresentano il 70% del Pil, compresi quelli finanziari e del turismo. La Repubblica di Cipro e' stata duramente colpita dalla crisi in Grecia, Paese al quale e' culturalmente ed economicamente molto vicino (l'inno nazionale greco-cipriota e' quello greco). Quasi tutte le banche cipriote sono in possesso di una grande quantita' di titoli di debito greci che sono stati enormemente svalutati. Pil: 17,3 miliardi di euro nel 2010 (secondo dati della Commissione Europea). Debito pubblico: 71,6% del Pil nel 2011, 76,5% nel 2012 (previsioni della Commissione europea). Disavanzo: 6,3% del Pil nel 2011, 3,4% nel 2012 (previsioni della Commissione europea). Crescita: +0,5% nel 2011, -0,8% nel 2012 (previsioni della Commissione europea). Inflazione: 3,5% nel 2011, 3,4% nel 2012 (previsioni della Commissione europea). - Disoccupazione: 7,8% nel 2011, 9,8% nel 2012 (previsioni della Commissione europea).
 L'agenzia internazionale di rating Fitch's ha seguito Standard & Poor's e Moody's nella riduzione del rating del credito di Cipro allo status di "spazzatura" rendendo cosi' piu' costosa al governo dell'isola la raccolta di fondi sui mercati internazionali. Il governo di Nicosia ha chiesto lunedi' scorso alle autorita' europee un'assistenza finanziaria non precisata per aiutare il proprio settore bancario. Fitch ha stimato che in totale le banche cipriote potrebbero aver bisogno di quattro miliardi di euro, cioe' piu' del 20% del prodotto interno lordo del Paese. (ANSAmed).

Patriarca: “il kosovo e’ la gerusalemme serba”
Il Patriarca della Chiesa ortodossa serba, Jrinej ha ribadito nelle celebrazioni del giorno di San Vito (Vidovdan) che “il Kosovo è la Gerusalemme serba, è stata, è e rimarrà la Terra santa del nostro popolo”.
 Iddio “non permetterà che il Kosovo sia distrutto e umiliato, ed un giorno esso risorgerà, poiché l’Altissimo non permetterà che non sia più terra serba. Ci sono stati sommovimenti, scontri, rovine e miserie – si legge nel resoconto della “Tanjug” ma la gente tornerà sempre, e noi non dimenticheremo il Kosovo poiché se lo facessimo dimenticheremmo noi stessi”.

Bosnia, l’Europa è sempre più lontana
Il commissario all’allargamento Füle: «Sarajevo non rispetta gli standard comunitari». Pesante crisi politica ed economica
di Mauro Manzin
 TRIESTE. Bruxelles chiama Sarajevo, ma Sarajevo non risponde. E il “treno” bosniaco verso l’Unione europea non è neanche pronto in stazione per la partenza. L’ostacolo è il caos politico che il Paese ex jugoslavo sta vivendo e che vanifica qualsiasi trattativa con l’Ue. E il capostazione (il commissario Ue per l’Allargamento, Stefan Füle) non ha nemmeno tirato fuori dalla tasca il fischietto per il via libera. A Bruxelles il commissario è stato esplicito. Parlando alla delegazione bosniaca ha affermato che «una Bosnia decentralizzata non costituisce certo un ostacolo ma se nelle trattative non parlerà con voce unitaria allora non ci sarà alcun progresso». La Bosnia-Erzegovina ha sottoscritto il Trattato di associazione e stabilizzazione con l’Ue nel 2008, ma lo stesso non è mai entrato in vigore in quanto Sarajevo non ha rispettato i doveri richiesti. L’ostacolo principale è costituito dall’impossibilità nel Paese ex jugoslavo che anche gli appartenenti alle cosiddette minoranza possano ricoprire le più alte cariche istituzionali e sedere in Parlamento. Si tratta del cosiddetto caso Finci-Sejdi„ dal nome dei due appartenenti alla comunità ebraica e a quella rom che hanno portato Sarajevo davanti alla Corte europea per i diritti dell’uomo e che ha dato loro ragione. Ma nonostante la sentenza, come ha chiaramente espresso Füle, ancora oggi la discriminazione resta nei confronti dei serbi nella Federazione croato-bosniaca e nei confronti di croati e bosgnacchi nella Republika Srpska.
 Un monito destinato a cadere nel vuoto viste le condizioni politiche esistenti a Sarajevo. Il presidente del Consiglio dei ministri della Federazione, Vjekoslav Bevanda (croato) ha chiesto la testa di due ministri e un sottosegretario della Sda che non ha votato il bilancio 2012. Sda che si sta coalizzando con gli ex “nemici” di entrambe le Hdz e la Snsd di Milorad Dodik per cercare di dare vita a una nuova maggioranza di governo. Non va meglio nella Republika srpska dove c’è maggiore stabilità politica ma una profonda crisi socio-economica. E Banja Luka preferisce chiedere crediti alle banche russe piuttosto che al Fondo monetario internazionale. A livello federale le esportazioni sono diminuite del 7% e la disoccupazione marcia al 21%. E le condizioni sono destinate a peggiorare con l’ingresso della Croazia nell’Ue.
 L’Europa, dunque, resta lontana. Gli accordi di Dayton mostrano tutti i loro acciacchi e La Bosnia è una fotocopia della Jugoslavia prima del tracollo. E c’è già chi fa gli scongiuri.

Comuni in fuga, l’ira delle categorie: «Grave errore, consiglio allo sbando»
Passaggio di Sappada e Cinto al Friuli, da Confturismo agli industriali critiche al via libera regionale. Le imprese: effetto valanga. E ripartono i referendum
VENEZIA — Mettere Roma con le spalle al muro. Costringere lo Stato a occuparsi della «grana» delle Regioni (e Province) a statuto speciale, fonte di «conflitti intollerabili». L’ha spiegata così, il governatore Luca Zaia, la vicenda del via libera di tre giorni fa di palazzo Ferro-Fini al trasferimento amministrativo di Sappada (Belluno) e Cinto Caomaggiore (Venezia) dal Veneto al Friuli- Venezia Giulia. Semaforo verde che, peraltro, ha fatto infuriare i sindaci di Comuni che hanno tenuto consultazioni popolari per l’addio al Veneto anni prima di Sappada e Cinto, ma dei quali il consiglio regionale non si è mai occupato. Ora bussano alla porta delle istituzione veneziane, e si teme l’effetto valanga. Ma che ne pensano le categorie? «Una delibera folle—afferma il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli—frutto di un momento di sbandamento del parlamentino regionale. I consiglieri non si sono neanche resi conto di cos’hanno combinato: lo scenario, a breve, è quello di un Veneto ritagliato, senza la zona del Garda, mezzo Bellunese e il territorio orientale.
Hanno rimesso in moto lo "shopping istituzionale" delle regioni autonome. Ma pensano davvero che a Trento interessi Lamon (Belluno), a Bolzano Colle Santa Lucia (Belluno) e al Friuli Cinto Caomaggiore? Perché le cose non stanno così». E come stanno? «A Trento — continua — interessano il Garda e Asiago (Vicenza); a Bolzano Cortina d’Ampezzo (Belluno) e al Friuli Bibione (San Michele al Tagliamento, Venezia). Si pensi che se Bibione passasse il confine, il Friuli raddoppierebbe le entrate derivanti dal turismo. E si terrebbe per sé gran parte dell’Iva». È un argomento che Michielli conosce bene. «Nel 2005—termina—guidavo il fronte del no al referendum per il passaggio di San Michele al Tagliamento al Friuli. Ce l’abbiamo fatta grazie all’astensione. Ma se adesso si tornasse alle urne, visto che il Veneto vuole liberarsi di territori periferici, voterei sì». Secondo Francesco Frattolin, fra i leader del comitato per il sì nel 2005 «un nuovo referendum si farà senz’altro». Ma il sindaco di San Michele al Tagliamento Pasqualino Codognotto non ne vuole sapere: «Niente, non farò neanche un sondaggio». Tornando alle categorie, per il presidente di Confartigianato Imprese Veneto Giuseppe Sbalchiero «la scelta del consiglio regionale non è corretta, ma ormai è fatta. Il Veneto, che esiste da secoli anche come realtà geografica, si sbriciola sotto i colpi di queste sciocchezze. La verità è che la Regione dovrebbe battersi per l’uguaglianza degli enti territoriali; perché finché ci sarà convenienza ad andare di là, ci sarà sempre qualcuno che ci vuole andare».
La pensa così anche il vicepresidente di Confindustria Veneto Francesco Peghin. «Una decisione in effetti "pericolosa" — afferma Peghin—anche se si è trattato di una provocazione: si voleva suscitare interesse sui privilegi di regioni e province autonome. Prerogative che non hanno più ragione di esistere, vissute come ingiustizie nei Comuni veneti di confine. Non trovo altra spiegazione. Certo, lasciare andar via Sappada non è una grande idea; ma è una questione più vasta di cui si deve occupare il Parlamento ». Ma il fronte delle categorie non è così compatto: a Cortina d’Ampezzo c’è chi è pronto a saltare lo steccato. «L’ho visto con i miei occhi— concede il vicepresidente degli albergatori ampezzani Roberto Cardazzi — come si sono mossi in Alto Adige. Altro che da noi. Basta passare il confine e lanciare uno sguardo ai prati ben tenuti, ai cancelli di legno curati, alla pastorizia, ai parchi, agli alberghi accessoriati. Per loro il turismo è una cosa seria. Un meccanismo dove gli ingranaggi funzionano all’unisono ». E contributi a fondo perduto per gli alberghi. «Già — continua Cardazzi — ma non solo: si pensi alla burocrazia. Lì non è un incubo, come da noi». Ma il presidente della Federalberghi Belluno Gildo Trevisan non ci crede: «Alla fine, non passerà nessuno: il Parlamento, di questi tempi, ha altri problemi».
Marco de’ Francesco

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