mercoledì 4 luglio 2012

pm_4.7.12/ Quando gli oltrepadani di Bozen inveiscono contro “Roma” si definiscono fieramente “sudtirolesi”, se piangon pena e sciagura, “altoatesini”.

Anche a maggio consumi in forte crisi
Conti pubblici: aumentano le uscite in calo le entrate
Bozen, oltrepadania. Theiner: lo Stato taglia sulla pelle degli altoatesini

Anche a maggio consumi in forte crisi
L’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC), indica una riduzione del 2,3 per cento su base annua ed una flessione dello 0,9 per cento su base mensile. Pasti in casa e fuori casa in negativo da gennaio ad oggi.
ID doc: 75952 Data: 04.07.2012 (aggiornato il: 04.lug.2012)
L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala a maggio una riduzione del 2,3% in termini tendenziali ed una flessione dello 0,9% rispetto al mese precedente. Nel mese di maggio 2012 ci sono state lo stesso numero di giornate lavorative del 2011. Il dato fortemente negativo dell'ultimo mese, che segue la pesante riduzione registrata ad aprile (-5,4%), evidenzia lo stato di estrema criticità della domanda per consumi, una delle fasi più difficili della nostra recente storia economica. Stando alle prime stime di Confindustria, a giugno la produzione industriale ha registrato una diminuzione dello 0,5% in termini congiunturali; in ulteriore ridimensionamento sono risultati, nello stesso mese, gli ordinativi (-1,0%). Alla luce di questi dati, la lettura delle stime provvisorie dell'Istat sull'andamento del mercato del lavoro nel mese di maggio richiede estrema attenzione in quanto, in un contesto che rimane molto difficile, emergono anche degli elementi debolmente positivi. Dopo 14 mesi di continuo aumento, il tasso di disoccupazione ha mostrato una contenuta riduzione, scendendo al 10,1% dal 10,2% di aprile, sintesi di una crescita modesta degli occupati e di una contenuta flessione dei disoccupati. In questo contesto si è registrato un deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro per le fasce più giovani. A maggio il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è salito al 36,2%, quasi 9 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno. Il sentiment delle famiglie e delle imprese si è attestato anche a giugno sui livelli minimi raggiunti nei mesi precedenti, a segnalare come i diversi operatori economici non intravedano a breve un significativo miglioramento rispetto alla situazione in essere. La dinamica tendenziale dell'ICC di maggio riflette un aumento dello 0,6% della domanda relativa ai servizi ed una riduzione della spesa per i beni (-3,3%). Per l'abbigliamento e le calzature (-3,9%), l'alimentare le bevande e i tabacchi (-1,7%) ed i beni e servizi per la casa (-2,6%) la contrazione dei volumi acquistati dalle famiglie nel mese di maggio, rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente, si inserisce in un contesto che vede ormai da mesi una situazione di continuo ridimensionamento della domanda, che ha assunto nel mese di aprile toni preoccupanti.
In ulteriore diminuzione sono risultati, anche a maggio, i consumi per alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (-1,0%). Continuano a fare eccezione alla generalizzata tendenza alla riduzione, i consumi per i beni e i servizi per le comunicazioni (+2,3%). Questo segmento ha mostrato negli ultimi due mesi una marcata tendenza alla decelerazione nei primi mesi del 2012, infatti, le variazioni tendenziali erano prossime al 10%. I dati destagionalizzati mostrano a maggio una riduzione dell'ICC dello 0,9% rispetto ad aprile. In termini di media mobile a tre mesi l'indicatore segnala un ulteriore arretramento, proseguendo nella fase di ridimensionamento iniziata ad ottobre del 2011. Nel mese di maggio la riduzione dei volumi acquistati dalle famiglie ha interessato sia la componente relativa ai beni (-1,1%) sia quella relativa ai servizi (-0,3%). La componente di spesa più penalizzata dalla scelta delle famiglie risulta quella relativa ai beni e servizi per le comunicazioni (-4,7%). Un contenuto ridimensionamento è segnalato anche per i beni e servizi per la casa (-0,2%). Relativamente alle altre voci i contenuti aumenti registrati a maggio rispetto ad aprile si configurano come modesti recuperi rispetto alle sensibili riduzioni rilevate nei mesi precedenti. Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di luglio 2012 si stima una variazione congiunturale nulla dell'indice dei prezzi al consumo. Il dato porterebbe ad una riduzione del tasso di crescita tendenziale, stimato attestarsi al 3,1% a fronte del 3,3% registrato a giugno.

Conti pubblici: aumentano le uscite in calo le entrate
Nel primo trimestre dell'anno l'indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche è stato pari all'8 per cento del Pil. Nei primi tre mesi del 2011 era stato del 7 per cento.
ID doc: 75956 Data: 04.07.2012 (aggiornato il: 04.lug.2012)
I dati Istat indicano che nel primo trimestre dell'anno l'indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche è stato pari all'8% del Pil (Prodotto interno lordo). Nei primi tre mesi del 2011 era stato del 7%. Il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è stato -11.471 milioni di euro (-3% l'incidenza sul Pil). Il saldo corrente (risparmio) è stato pari a -21.952 milioni di euro (era stato -17.120 milioni di euro nel corrispondente trimestre dell'anno precedente), con un'incidenza sul Pil di -5,8%. Sempre nei primi tre mesi di quest'anno, le uscite totali sono aumentate, in termini tendenziali, dell'1,3%. Le uscite correnti sono cresciute del 2,6%, mentre quelle in conto capitale sono diminuite del 19,9%. Le entrate totali nel primo trimestre del 2012 sono diminuite, in termini tendenziali, dell'1,0%. Le entrate correnti sono diminuite dello 0,2%. I risultati del primo trimestre 2012 hanno risentito, riassume l'Istituto di statistica, da un lato, dell'aumento della spesa per interessi dovuto alla salita nel corso del 2011 dei rendimenti sui titoli di Stato e, dall'altro, del calo delle entrate causato dall'andamento negativo dell'economia.

Bozen, oltrepadania. Theiner: lo Stato taglia sulla pelle degli altoatesini
La sostituzione del Durp col sistema nazionale porterà a restrizioni nei contributi. Fronte comune Bolzano-Trento: «Qui il costo della vita è più alto che altrove»
BOLZANO. «Lo Stato vuole risparmiare sulla pelle degli altoatesini e noi non ci stiamo». L’assessore provinciale alla sanità Richard Theiner ed il collega trentino Ugo Rossi si danno la mano e combattono la stessa battaglia: «Roma mette a rischio tutto il sistema delle prestazioni sociali perchè vuole toglierci la Durp (dichiarazione di reddito unificata), che a Trento si chiama Icef, per sostituirla con l’Isee. Se così fosse, malgrado l’autonomia, nè l’Alto Adige, nè il Trentino potrebbero più stabilire come assegnare stipendi, contributi al canone d’affitto o sussidi sociali perchè sarebbe lo Stato a fissare i criteri d’accesso». Gli assessori chiedono una clausola di salvaguardia: «Altrimenti impugneremo il provvedimento del governo o chiederemo al presidente Luis Durnwalder e Lorenzo Dellai di rivolgersi direttamente al ministro Elsa Fornero». Theiner è ottimista nonostante tutto: «Spero bene ma a dire il vero abbiamo già spedito due lettere e non ci hanno neanche degnato di una risposta». Insomma è guerra per tenersi stretta la Durp. Ricordiamo - infatti - che nel 2011 la giunta provinciale ha semplificato e unificato l'accesso alle prestazioni sociali grazie alla dichiarazione unificata di reddito e patrimonio. Theiner spiega che il nuovo redditometro funziona da 10 mesi ed è stato accettato dalla popolazione visto che a fine giugno le dichiarazioni rilasciate hanno toccato quota 142.940. «Proprio in questi giorni abbiamo pagato gli assegni a circa 17.600 famiglie in base ai nuovi criteri. Con la riforma centralizzante dello Stato il calcolo di reddito e patrimonio rischia però di cambiare radicalmente. Ad esempio il sistema Durp non contempla la prima casa a differenza del sistema statale Isee. Gli stessi risparmi vengono valutati in modo molto severo dall’Isee (franchigia solo fino a 5mila euro), mentre in Alto Adige – per le prestazioni come gli assegni familiari esiste l’esenzione fino a 100mila euro».
Molto grave - è stato fatto notare nella conferenza stampa congiunta - è anche il fatto che l’Isee nasce come strumento unico nazionale e in quanto tale i suoi criteri di accesso tengono conto della situazione nazionale, dove i redditi sono più bassi e le risorse per erogare prestazioni sono poche. «In Alto Adige il costo di vita è molto più alto che nelle altre regioni, ma il sistema Isee qui non farà differenze. Per questo ci sarà una forte selezione tra i cittadini per poter accedere alle prestazioni sociali».
L’obiettivo delle Province di Bolzano e Trento è quello di salvare i sistemi locali di valutazione cercando di utilizzare le risorse finanziare in modo mirato ed efficiente. «Se adesso verrà imposto un sistema statale a tutti gli enti locali, non sarà più possibile garantire tali scelte di equità con effetti molto negativi sui cittadini». L'assessore trentino Ugo Rossi sottolinea come le «le modifiche del Governo siano parziali anche rispetto al sistema trentino, molto più evoluto proprio perché siamo partiti nel 2003 con l'Icef, strumento flessibile che abbiamo modificato nel tempo sulle diverse esigenze».
Rossi ha anticipato i prossimi passi: «Vogliamo informare i cittadini sui passaggi che stiamo portando avanti congiuntamente, oltre a fare appello alle parti sociali delle nostre comunità affinché questo messaggio non sia solo politico. Abbiamo già scritto analoga lettera alla sottosegretaria Maria Cecilia Guerra e adesso i due presidenti Dellai e Durnwalder si rivolgeranno direttamente al ministro Fornero».

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