martedì 7 agosto 2012

(1) VII.VIII.MMXII/ Il ministero delle finanze padane comunica ai suoi sudditi.===Nel complesso, pur in presenza di una congiuntura fortemente negativa, la dinamica delle entrate tributarie registra una tendenza alla crescita a ritmi superiori rispetto all'analogo periodo dello scorso anno per effetto delle misure correttive varate a partire dalla seconda metà del 2011. In particolare, alla variazione delle entrate che affluiscono al bilancio dello Stato, ha contribuito il gettito di spettanza erariale della prima rata di acconto dell'IMU (pari a 3.934 milioni di euro) che è risultato in linea con le previsioni.

Imprenditori materani «Così rivive il grano del senatore»
L'UNIONE SARDA - Economia: Fondi Ue, non spesi più della metà
L'UNIONE SARDA - Politica: «Rivolta bipartisan contro Monti»
Entrate Tributarie Gennaio-Giugno 2012 Confermata la dinamica positiva delle entrate tributarie
Istat: produzione industria giugno - 8,2%

Imprenditori materani «Così rivive il grano del senatore»
di EMILIO SALIERNO
L’azienda biologica dei fratelli Scaraia di Irsina ha un grande merito: ha rilanciato la varietà di frumento Senatore Cappelli, il «Re» del grano duro, che l’impresa utilizza per produrre la pasta con il marchio «Filiere Lucane». Il grano e e le sementi di Peppino e Felice Scaraia è ora molto ambito dai più noti pastifici italiani, in particolare da quelli napoletani, che vorrebbero avviare una collaborazione con l’azienda materana per utilizzare il grano Cappelli per la loro produzione.
Peppino e Felice, tornando indietro nel tempo, hanno fatto un bel passo in avanti, riprendendo una grande tradizione che era sparita. Nel 1997 mettono su i silos per per stoccare i cereali e successivamente ricevono l’autorizzazione a certificare le sementi. L’azienda parte alla grande e si impone a livello nazionale. Grazie ai due fratelli, che stringono alleanze con alcuni agricoltori del vasto agro irsinese, può riprendere sul nostro territorio quel grano Cappelli che ha sfamato, in passato, intere generazioni. Nel 2011 viene varato «Filiere Lucane» per produrre e commercializzare pasta ottenuta dalla lavorazione del grano Senatore Cappelli.
«I formati di pasta che Filiere Lucane produce nei pastifici scelti - fa presente l’azienda - sono svariati e oltre alla produzione di pasta normale, si produce pasta integrale e biologica e si lavora al progetto di “pasta salute” che vede l'impiego di betaglucani in abbinamento con il grano duro Cappelli».
Il frumento Senatore Cappelli è una varietà creata nel 1915 da Nazareno Strampelli, a partire dall'incrocio tra le varietà Rieti e tunisina; ebbe la maggior diffusione in Italia fino al 1975, quando, attraverso una sua modifica zione genetica, venne introdotta la varietà "creso", che pose a rischio di estinzione la Cappelli. Il nome della varietà è stato dato in onore del marchese abruzzese Raffaele Cappelli, senatore del Regno d'Italia, che insieme ad un fratello, nell'Ottocento, diede l'avvio all'epoca della trasformazioni agrarie nelle regioni meridionali. Peppino Scaraia, 59 anni, è naturalmente molto fiero, insieme al fratello, di ciò che è stato e si potrà ancora fare. «Già da un anno, noi produciamo e commercializziamo grano e pasta al cento per cento Cappelli. Nel 2007 abbiamo ottenuto, dalla Fondazione Bolognini, che detiene il marchio, e dall’Istituto di cerealicoltura di Roma, l’esclusiva per la coltivazione e la tenuta in durezza del grano. Siamo gli unici in Italia a poterlo fare, non considerando la Sardegna».
Un impegno, quello per rilanciare il grano Cappelli, iniziato sin dal 1995. «Sì - segnala Peppino Scaraia -, in effetti è da anni che stiamo dietro a questo progetto, che si è poi concretizzato. Un duro lavoro, che però sta dando ottimi frutti. Siamo di fronte ad un frumento duro, dotato di ariste, i filamenti che si notano nelle graminacee, ottenuto per selezione genealogica. Abbiamo preso a cuore questa attività e siamo disposti a fare altri sacrifici per poter far capire la qualità di un prodotto che viene da lontano ed è espressione del nostro territorio».

L'UNIONE SARDA - Economia: Fondi Ue, non spesi più della metà
07.08.2012
È alle pagine finali il capitolo della programmazione comunitaria 2007-2013. Ma da un primo bilancio dei fondi stanziati per il rilancio economico della Sardegna emerge un forte ritardo nella spesa. La colpa non è solo della burocrazia (regionale, nazionale ed europea). La crisi ha giocato contro. E così le imprese, chiamate sempre a cofinanziare gli interventi pubblici, si sono trovate a corto di liquidi e senza capacità di investire. Non è un caso, quindi, che in media è stato impiegato meno del 50% delle risorse disponibili.
LE RISORSE Il plafond dei fondi comunitari ammonta a 3,6 miliardi di euro: il 40% è finanziato direttamente dalla Ue, per il resto si tratta di soldi dello Stato (quasi il 50%) e della Regione (poco più del 10%). L'assessorato al Bilancio, guidato da Giorgio La Spisa, gestisce la fetta più grossa, e per certi versi la più importante, della programmazione: vale a dire 1,36 miliardi di euro del fondo Fesr (che diventano 1,7 miliardi sommando i 340 milioni del Piano di azione e coesione). Tutti questi soldi servono per finanziare lo sviluppo e la competitività del territorio. Per arrivare al totale degli oltre 3,6 miliardi, però, bisogna aggiungere altri soldi: quelli stanziati sul Feasr, padre del Programma di sviluppo rurale (Psr), che raccoglie 1,2 miliardi di euro, i 750 milioni del Fondo sociale europeo (rivolti al rafforzamento del capitale umano e della formazione) più i 14 milioni del Fep, il fondo per la pesca, di cui non è stato ancora speso nulla.
LA SPESA Certo, la rapidità della spesa non è stata aiutata dalla programmazione dei fondi, che non è partita in orario anche per ritardi di pianificazione a Bruxellles e a Roma (per la parte nazionale). Insomma, per avere la disponibilità delle risorse, ci sono voluti un paio d'anni. «Quando sono arrivato in assessorato nel 2009, del Programma operativo regionale relativo al Fesr non era stato impiegato ancora un euro. Ci siamo messi al lavoro e a maggio scorso abbiamo certificato già 480 milioni di euro di spesa. Entro dicembre, prevediamo di arrivare a 661 milioni». Ma la strada per arrivare a 1,36 miliardi del fondo Fesr sembra irraggiungibile. «L'Ue concede due anni in più, dal 2013, per concludere gli interventi», risponde La Spisa. «Quindi, contiamo di spendere tutto quello che abbiamo a disposizione entro il 2015».
I RITARDI L'altra fetta cospicua dei fondi interessa l'agricoltura. E anche in questo caso la necessità di spingere sull'acceleratore è impellente. Ad oggi, l'assessorato dell'Agricoltura, deputato alla gestione del Psr, ha speso 517 milioni. I pagamenti più consistenti sono stati erogati attraverso l'asse 2, relativo al miglioramento dello spazio rurale. L'asse 1 - che mira al rafforzamento della competitività - è molto in ritardo. Le ragioni? Secondo l'assessorato, la congiuntura finanziaria rende le imprese poco disponibili a investire. Idem per il fondo sociale europeo (Fse): i pagamenti al 31 maggio scorso raggiungono i 353 milioni di euro sui circa 750 milioni disponibili. Lanfranco Olivieri

L'UNIONE SARDA - Politica: «Rivolta bipartisan contro Monti»
07.08.2012
Oggi, salvo sorprese, il decreto sulle spending review dovrebbe essere convertito in legge. Il voto di fiducia, che il governo ha annunciato di voler chiedere, metterà così la Camera di fronte all'aut auto di approvare il provvedimento nella stessa stesura col quale è uscito dal Senato. I deputati sardi, così come gli altri delle regioni a statuto speciale si troveranno di fronte a un bivio: rispettare la disciplina di partito (si parla di Pdl, Pd e Udc, che sostengono la maggioranza) o votare contro, per manifestare l'insoddisfazione per l'atteggiamento nei confronti dell'Isola. Da villa Devoto il governatore Cappellacci chiede un sussulto di dignità bipartisan, nell'interesse della Sardegna, preannunciando un ricorso alla Consulta contro le parti della legge che infrangono le prerogative autonomistiche dell'Isola. Qual è il vostro atteggiamento nei confronti di questo provvedimento? «Lo stesso di qualche settimana fa, quando abbiamo chiesto di distinguere tra una condivisibile revisione della spesa e e tagli fortemente discriminatori nei confronti della Sardegna e delle autonomie in generale». L'appello sembra essere caduto nel vuoto. Qual è il prossimo passo? «Siamo pronti a rivolgerci nuovamente alle Corte costituzionale per impugnare quelle parti del provvedimento che violano l'autonomia e penalizzano il popolo sardo. Emerge ancora una volta un problema di dialettica con lo Stato, di rispetto della Costituzione e del nostro Statuto, di leale collaborazione istituzionale. L'aggressione ai nostri diritti é un fatto tutt'altro episodico e non ascrivibile a un solo esecutivo o una sola parte politica, ma sta diventando una prassi consolidata». Pensa che possa realmente servire un ricorso? «La Regione ha dovuto adire le vie legali sulla Tirrenia, sulle entrate, sul patto di stabilità, sull'Imu e su tutte le altre questioni riguardo alle quali occorre ribadire che i diritti dei sardi non si negoziano ma si rispettano. Tutte queste patologie dimostrano che occorre rivedere la dialettica tra la nostra Isola e lo Stato. Serve una mobilitazione permanente della politica sarda, che vada oltre il fatto episodico, e che difenda gli interessi dell'isola superando, in tutti i casi in cui ciò é necessario, le appartenenze partitiche». Ma il problema è avvertito solo in Sardegna? «Non direi. A noi tocca il coordinamento delle regioni a statuto speciale e da tutte le altre realtà arrivano lamentele simili alla nostra. La Costituzione prevede che il governo debba concordare con le realtà autonome il percorso e la sostanza di modifiche di questa portata. Se la legge verrà approvata è certo il ricorso anche del coordinamento delle regioni». Quale sarebbe il primo effetto nefasto? «La Consulta ha già ribadito il principio che l'impegno di spesa di una regione come la nostra è calibrato sulle entrate previste. Non è possibile che ogni anno queste vengano messe in discussione». Anthony Muroni

Entrate Tributarie Gennaio-Giugno 2012 Confermata la dinamica positiva delle entrate tributarie
È disponibile sul sito del Dipartimento delle Finanze (www.finanze.gov.it) il Bollettino delle entrate tributarie per il periodo gennaio-giugno 2012, corredato dalle appendici statistiche e dalla guida normativa, che fornisce l'analisi puntuale dell'andamento delle entrate tributarie, e la relativa Nota tecnica che illustra in sintesi i principali contenuti del documento.
Nel periodo gennaio-giugno 2012 le entrate tributarie erariali si sono attestate a 191.180 milioni di euro, mostrando una crescita del 4,3% (+7.963 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e recuperando 1,8 punti percentuali rispetto al mese di maggio. Ai fini di un confronto omogeneo, al netto dell'imposta sostitutiva una tantum sul leasing immobiliare registrata nel mese di aprile 2011, la crescita tendenziale è ancora più sostenuta e pari al 5,1%.
Le imposte dirette aumentano del 5,1% (+4.964 milioni di euro). Il gettito IRE evidenzia una lieve variazione negativa dello 0,5 % (-381 milioni di euro) che riflette l'andamento delle ritenute dei lavoratori autonomi (-3,8%) e delle ritenute d'acconto applicate ai pagamenti relativi ai bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o di spese per le quali spetta la detrazione d'imposta, per effetto della riduzione dell'aliquota della ritenuta dal 10% al 4%. Crescono le ritenute dei lavoratori dipendenti pubblici (+0,4%) e dei dipendenti privati (+0,7).
Il gettito IRES registra una flessione dell'1,6% (-157 milioni di euro).
Tra le altre imposte dirette significativo risulta l'incremento dell'imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale (+1.545 milioni di euro, pari a +46,7%) influenzata da diversi fattori di carattere tecnico-normativo e in particolare dalle modifiche apportate al regime di tassazione delle rendite finanziarie.
Le imposte indirette fanno rilevare un incremento complessivo del 3,5% (+2.999 milioni di euro). Al netto dell'imposta sostitutiva una tantum sul leasing immobiliare la crescita delle imposte indirette è risultata pari a 5,0% (+4.258 milioni di euro). In flessione il gettito IVA (-1,4% pari a -705 milioni di euro) che riflette l'effetto congiunto dell'aumento della componente IVA del prelievo sulle importazioni (+2,8%) e della flessione della componente relativa agli scambi interni (-2,2%) che risente della stagnazione della domanda interna in particolare nel comparto dei beni di consumo durevoli compensata solo parzialmente dagli effetti legati all'incremento di un punto percentuale dell'aliquota IVA introdotta dal D.lgs 138/2011.
In aumento il gettito delle imposte sulle transazioni che nel complesso aumenta del 32,5%.
In crescita significativa l'imposta di bollo che registra un incremento del 136,3% (+2.066 milioni di euro) dovuto alle modifiche normative apportate con i provvedimenti della seconda metà del 2011 alle tariffe di bollo applicabili su conti correnti, strumenti di pagamento, titoli e prodotti finanziari, nonché all'anticipo del versamento dell'acconto sull'imposta di bollo.
Tra le altre imposte indirette si evidenzia la crescita del gettito dell'imposta di fabbricazione sugli oli minerali (+24,2% pari a +2.136 milioni di euro) sostenuto dagli aumenti delle aliquote di accisa disposti dalle recenti manovre varate anche per fronteggiare gli effetti degli eventi sismici che hanno interessato i territori di alcune province di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.
In flessione il gettito dell'imposta di consumo sul gas metano (-27,4% pari a -686 milioni di euro) a causa del meccanismo di versamento dell'imposta e del calcolo del conguaglio sui consumi dell'anno precedente.
Tra le entrate relative ai giochi, che si riducono complessivamente del 5,7% (-404 milioni di euro), si evidenzia l'andamento positivo delle lotterie istantanee (+3,4% pari a +27 milioni di euro) e degli apparecchi e congegni di gioco (+1,8% pari a +36 milioni di euro) mentre risultano in calo le entrate relative ai proventi del lotto (-7,0% pari a -234 milioni di euro).
Positivo l'andamento degli incassi da ruoli relativi ad attività di accertamento e controllo che hanno fatto registrare un incremento del 4,5% (+146 milioni di euro).
Nel complesso, pur in presenza di una congiuntura fortemente negativa, la dinamica delle entrate tributarie registra una tendenza alla crescita a ritmi superiori rispetto all'analogo periodo dello scorso anno per effetto delle misure correttive varate a partire dalla seconda metà del 2011. In particolare, alla variazione delle entrate che affluiscono al bilancio dello Stato, ha contribuito il gettito di spettanza erariale della prima rata di acconto dell'IMU (pari a 3.934 milioni di euro) che è risultato in linea con le previsioni.
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Roma, 6 agosto 2012

Istat: produzione industria giugno - 8,2%
Su mese flessione dell'1,4%
(ANSA) - ROMA, 7 AGO - La produzione industriale a giugno e' diminuita dell'1,4% rispetto a maggio e dell'8,2% rispetto a giugno 2011.
Lo comunica l'Istat precisando che il dato congiunturale e' destagionalizzato mentre quello tendenziale e' corretto per gli effetti di calendario.

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