lunedì 3 settembre 2012

(1) III.IX.MMXII/ Spread privato.===Assistiamo a una sorta di privatizzazione del Pil», spiega Fara, «da parte di chi non riuescendo a rispondere a standard di legalità difende la propria attività economica spostandola nella dimensione privata».


Campania. Lavoro, Istat: 12mila posti in meno
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Sassari in testa per la ricchezza nascosta
Fisco e caro energia, stangata d'autunno aumenti fino a 450 euro in più a famiglia
Allarme Coldiretti su prezzi mangimi
Scuola, contribuenti.it: 2 edifici su 3 non a norma.
Francia rivede al ribasso pil 2013
Bozen, oltrepadania. Durnwalder: «Napolitano ci aiuti»

Campania. Lavoro, Istat: 12mila posti in meno
La Regione: a breve inversione di tendenza
Cifre allarmanti dall'istituto di Statistica. Ma uno studio dell'osservatorio multiregionale Seco segnalerebbe invece un aumento dell'occupazione
NAPOLI — Tre numeri messi in fila offrono in controluce un quadro crudo, pur se incontrovertibile, della crisi del lavoro in Campania. Il primo: diminuiscono ancora gli occupati di 12mila unità in un anno, erano 1.586mila a fine giugno 2011, sono calati a 1.574mila a fine giugno 2012. In tutt'Italia sono stati 48mila i posti di lavoro perduti in dodici mesi, di cui un quarto, quindi, nella sola Campania. Il secondo: il tasso di occupazione campano è il più basso tra tutti quelli italiani, appena il 39,7%, l'unico a non riuscire a raggiungere neppure il 40%, mentre in media nel resto del Sud è attestato al 44,2% e nell'intero Paese al 57,1%. Il terzo: cambia la tipologia e la natura dell'occupazione regionale, prima la Campania era un regione con un solido apparato industriale, fatto da alcune grandi fabbriche, pubbliche e private, e un indotto interessante, ora si presenta sempre più come un'area terziaria, dove su un totale di 1 milione 574mila occupati, 1.175mila sono impegnati nei servizi e nel commercio, solo 328mila nell'industria e 72mila in agricoltura.

Le cifre dell'Istat diffuse ieri non fanno quindi altro che confermare quell'allarme che soprattutto le organizzazioni sindacali regionali hanno lanciato da tempo, con la manifestazione del 2 luglio scorso: «La Campania è un'emergenza nazionale, per affrontare la quale serve subito un tavolo di confronto nazionale», ha nuovamente sollecitato ieri il segretario della Cgil Franco Tavella. Ma qualcosa, pur se timidamente, comincia a muoversi, se è vero che, come emerge dai dati resi noti sempre ieri dal Seco, il gruppo multiregionale di analisi del mercato del lavoro, nel secondo trimestre 2012, mentre nel resto d'Italia la domanda di rapporti di lavoro dipendente sarebbe diminuita dell'8,9%, rispetto allo stesso periodo del 2011, in Campania avrebbe fatto segnare un aumento pari al 3%. Numeri che, però, sono del tutto diversi e assolutamente non in linea con quelli forniti dall'Istat.

Secondo l'analisi del Seco, infatti, la crisi colpisce nella regione i settori più tradizionali, con un calo di 10mila posti di lavoro tra luglio 2011 e il mese scorso. Ma, ribadisce l'assessore al Lavoro Severino Nappi, ci sarebbe un'inversione di tendenza a breve, tenendo presente che nell'ultimo semestre i saldi tra ingressi e uscite dal mondo del lavoro registrerebbero un andamento positivo, per oltre 62.100 unità. «Peraltro - spiega ancora la Regione - sul risultato dell'ultimo trimestre hanno pesato i dati dell'istruzione che ha perso 26mila lavoratori a tempo determinato, in gran parte donne, durante la chiusura delle scuole». In base alle cifre del Seco, l'industria manifatturiera campana avrebbe guadagnato da gennaio 2012 poco meno di 7.000 unità e l'edilizia 2.000, mentre la crescita più consistente riguarderebbe il turismo, con un incremento di circa 25.000 opportunità. «I rapporti di lavoro a tempo indeterminato - ribadisce Nappi - sono 20.000 in più tra gennaio e giugno di quest'anno, oltre a 4mila nuovi apprendisti, ma, nel frattempo, i contratti in somministrazione e di collaborazione sono stati 3mila in meno a giugno rispetto a marzo 2012».

Negli ultimi tempi, spiegano alla Regione, si stanno sviluppando i contratti intermittenti o a chiamata, in particolare in campo turistico - alberghiero, che sono stati 7.000 in più da gennaio ad oggi. Infine, conclude il rapporto del Seco, in agricoltura quest'anno si sarebbero avute 30.000 nuove posizioni di lavoro dipendente. C'è, infine, una spiacevole sorpresa per quanti rientrano dalle ferie e ricominciano il lavoro, perché anche il costo della vita rialza la testa: a Napoli ad agosto i prezzi sono aumentati dello 0,3%, in base alle rilevazioni dell'Istat rese note da palazzo San Giacomo. «Il tasso tendenziale annuo - sottolinea il Comune - sale al 2,9%, contro il 2,7% dello scorso mese». L'inflazione si mantiene comunque al di sotto del 3,2 % di media nazionale. A Napoli gli incrementi di prezzo più significativi hanno colpito la casa e l'energia, cresciuti del 6,6% in un anno, gli alcolici e le sigarette, aumentati del 6,7% e i trasporti, che fanno segnare più 4,5%.
Emanuele Imperiali

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Sassari in testa per la ricchezza nascosta
03.09.2012
Sassari ha uno “spread” di 57 punti ed è al secondo posto in Italia per la differenza tra ricchezza, redditi dichiarati e tenore di vita. Questo particolare spread è stato calcolato dall’Eurispes, l’istituto di ricerca nazionale presieduto dal tempiese Gian Maria Fara. Con la crisi economica, oltre allo spread sui titoli di Stato, cresce anche quello tutto italiano tra la ricchezza reale, i redditi che vengono dichiarati al fisco e il tenore di vita delle famiglie. Lo studio dell’Eurispes ci conferma scientificamente che i redditi di una famiglia tipo non sono più sufficienti a far fronte alle spese necessarie per mantenere il proprio tenore di vita. Per superare le difficoltà aumenta il secondo lavoro e la quota del sommerso: è questa la prima risposta alla crisi visto che, secondo i dati Eurispes, solo un terzo delle famiglie riesce ad arrivare con tranquillità alla fine del mese. Le città in cui si manifesta maggiormente lo spread, prevale il Mezzogiorno: Sassari è al secondo posto con 57 punti dopo Catania (60) ed è allineata a Ragusa, Brindisi e Agrigento; Oristano è al sedicesimo posto con 52 punti; Nuoro al trentacinquesimo posto con 39 punti di spread; Cagliari si piazza in graduatoria al numero quaranta con un divario di 36 punti. Gian Maria Fara spiega: «Se di fronte alla crisi economica e a una pressione fiscale senza precedenti, gli italiani non danno ancora vita a manifestazioni spontanee di forte dissenso è solo perché nel Paese è presente un’economia parallela che in mille modi e sotto diverse forme va ad integrare i redditi delle famiglie. Una sorta di ammortizzatore sociale», afferma Fara, «per milioni di italiani che sono quotidianamente, insieme e a turno, vittime dell’evasione ed evasori essi stessi». L’Eurispes stima che l’insieme dell’economia sommersa in Italia abbia generato nell’ultimo anno circa 530 miliardi di euro, pari al 35% del Pil ufficiale che è intorno ai 1.540 miliardi di euro. Un sistema economico parallelo, un fenomeno di enormi proporzioni che attraversa tutti i settori più diversi, dall’agricoltura, all’edilizia, dai servizi all’industria. C’è un esercito di doppiolavoristi che esercitano attività in nero; impiegati ma anche immigrati e pensionati. Casalinghe che svolgono piccoli lavori (baby sitter o lavori di cura e domestici extra familiari), e c’è un esercito di lavoratori che sono “indipendenti a tutti i costi” e cioè idraulici, muratori, giardinieri, sarte a domicilio (un tempo in declino, oggi tornate di attualità), restauratori (in crescita), venditori ambulanti (in grande crescita), contabili, istruttori di danza, massaggiatori, chiropratici e persino tutor universitari.«Assistiamo a una sorta di privatizzazione del Pil», spiega Fara, «da parte di chi non riuescendo a rispondere a standard di legalità difende la propria attività economica spostandola nella dimensione privata».

 Fisco e caro energia, stangata d'autunno aumenti fino a 450 euro in più a famiglia
Lo studio Ref UnionCamere sull'impatto economico di Imu, tariffe e imposte per le famiglie italiane
Imu, tariffe, imposte e rincari dell'energia costeranno dai 200 ai 450 euro a famiglia nel periodo tra settembre e dicembre 2012. A fare i conti sulla "stangata d'autunno" è uno studio Ref - Unioncamere, che evidenzia un aumento dnell'ordine del 20% per la spesa annua compressiva prevista per il 2012 rispetto all'anno passato. A pagare il conto più salato saranno le famiglie con due o più figli, che si troveranno a sborsare 467 euro in più, contro i 282 di un nucleo familiare composto da due persone anziane. Sui single, il caro autunno rispetto all'anno precedente sarà un poco più leggero, attestandosi intorno ai 194 euro.
A pesare, soprattutto il fisco locale. Ma alle addizionali Irpef regionali e comunali, sbloccate nel 2011 con effetti a partire da quest'anno, all'Imu, e al rincaro al massimo dell'imposta sui premi Rc auto in oltre il 60% delle province, c'è da aggiungere l'aumento delle accise sui carburanti (ritoccate sei volte nell'ultimo anno e mezzo) che – insieme all'Iva – porta il peso delle imposte a incidere per oltre il 57% sul costo della benzina e per oltre il 53% sul gasolio. Una zavorra che sfiora il 60% nelle undici Regioni che applicano anche l'addizionale regionale all'accisa nazionale.

Allarme Coldiretti su prezzi mangimi
In 8 mesi +40% prezzi mais, farina soia +70%
02 settembre, 15:16
(ANSA) - ROMA, 2 SET - Con l'autunno è a rischio la produzione di latte e carne in Italia dove riempire la mangiatoia negli allevamenti costa fino al 50 per cento in piu' dall'inizio dell'anno. E' la Coldiretti a lanciare l'allarme a causa dell'aumento record dei prezzi dei mangimi, con effetti sulle tavole degli italiani. Da gennaio ad agosto il mais è aumentato di oltre il 40 per cento e la farina di soia di quasi il 70 per cento

Scuola, contribuenti.it: 2 edifici su 3 non a norma.
SORRENTO - Mettere subito in sicurezza il 66% delle scuole italiane. Lo richiede Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani al governo Monti quale segnale concreto nella lotta all'evasione fiscale . In Italia, secondo lo studio di KRLS Network of Business Ethics redatto per conto di "Contribuenti.it Magazine" dell'Associazione Contribuenti Italiani, solo il 45% delle scuole ha il certificato di agibilità statica, contro il 97% della Germania, il 94% della Francia, il 92% dell'Inghilterra, l'88% della Spagna, il 77% della Polonia, il 71% del Portogallo, il 62% della Romania, il 58% della Bulgaria e il 52% della Grecia che chiude la classifica.
"Prima di chiedere ulteriori sacrifici economici ai contribuenti - afferma Vittorio Carlomagno - bisogna far comprendere agli italiani come vengono spesi i loro soldi! . Tre contribuenti su quattro chiedono di investire sulla sicurezza, sui giovani e sulla pubblica istruzione affinché tutti gli edifici scolastici siano a norma ed antisismici".
Nel corso della manifestazione conclusiva di Fisco Tour 2012, tenutasi stamane a Sorrento, il presidente Carlomagno ha ricordato che in Italia, due scuole su tre non sono a norma. Appena il 34% degli edifici, infatti, ha il certificato di agibilità statica, quello di agibilità igienico sanitaria, nonché il certificato prevenzione incendi.
"Basta con il teatrino della politica. Bisogna iniziare a risolvere i problemi di tutti i giorni. Il governo tecnico deve dimostrare di saper spendere i nostri soldi in opere utili, riconquistando la fiducia dei contribuenti italiani. I dati statistici - conclude Carlomagno - dicono che solo un cittadino su cinque capisce perché paga le tasse. Solo con la tax compliance si può combattere l'evasione fiscale".
Contribuenti.it - Associazione C! ontribuenti Italiani
L'ufficio stampa Infopress 3314630647 – 0642828753

Francia rivede al ribasso pil 2013
Ayrauld, molto difficile rispettare 1,2% previsto finora
02 settembre, 20:11
(ANSA) - ROMA, 2 SET - Le stime di crescita della Francia saranno riviste al ribasso per il 2013: lo ha detto il premier francese Jean-Marc Ayrault in un'intervista, secondo quanto riporta Bloomberg. ''Ho l'onesta' di dire ai francesi che la stima iniziale dell'1,2% (di crescita del pil, ndr) sara' molto difficile da rispettare'', ha detto il premier che non ha dato nuove cifre ''che sicuramente saranno piu' basse come in tutta Europa'', perche' vuole aspettare ''stime piu' credibili''.

Bozen, oltrepadania. Durnwalder: «Napolitano ci aiuti»
Il presidente provinciale: «Periodo difficile sul rispetto dello Statuto». Zeller: «Con Roma trattativa ancora lunga»
autonomia
di Francesca Gonzato
BOLZANO. L’autonomia speciale altoatesina come fortunata esperienza politica da preservare: sarà questo l’appello di Luis Durnwalder ai presidenti Napolitano e Fischer mercoledì durante la cerimonia al Kurhaus di Merano. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il presidente austriaco Heinz Fischer riceveranno l'onorificenza del Grande Ordine di merito della Provincia di Bolzano. Di fatto, una celebrazione dell’Autonomia in occasione del quarantennale del Secondo statuto di autonomia e del ventennale della chiusura della vertenza tra Italia e Austria. Ma l’autonomia «si sta svuotando», accusa da mesi il presidente Luis Durnwalder, sotto i colpi di tagli governativi onerosi e non concordati. L’evento sarà l’occasione per ricordare le difficoltà attuali, ma il presidente Durnwalder chiarisce: «La cerimonia non diventerà una polemica. Farò un accenno, ricorderò che lo Statuto di autonomia è valido, ma vive alcune difficoltà di applicazione. Non certo per responsabilità del presidente Napolitano, che è il garante della sua applicazione». Napolitano come garante dell’autonomia. «Non è questa l’occasione per soffermarsi oltre sulle criticità», prosegue Durnwalder, «che ho illustrato al presidente Napolitano nel nostro incontro di alcuni mesi fa».
Le onorificenze provinciali, ribadisce Durnwalder, «intendono essere il nostro ringraziamento a tutti coloro che in Italia e Austria ci hanno aiutato per arrivare a questo risultato. L’autonomia è stata possibile grazie a un percorso di ottimismo, pazienza e legalità».
Fischer ha promesso che l’Austria, se necessario, si impegnerà per l’Alto Adige (vedi articolo sotto). Il commissario alla spendig review Enrico Bondi ha annunciato il proprio arrivo a Bolzano. Ma il deputato Karl Zeller si recherà a Merano senza aspettative eccessive: «La cerimonia è stata organizzata per ringraziare i due presidenti. Sarebbe poco elegante attendersi qualcosa». Tuttavia, aggiunge Zeller, la presenza di Napolitano e Fischer riveste in sé grande importanza: «I due presidenti sono amici, si conoscono da molti anni. Entrambi conoscono molto bene la situazione altoatesina e il presidente Napolitano ha un ruolo molto forte in questo momento. Immagino che nel suo discorso potrà esserci un riferimento all’importanza di salvaguardare le autonomie speciali, in particolare la nostra, radicata su accordi internazionali». Un sostegno da parte del presidente della Repubblica verrà accolto con sollievo, ma Zeller è convinto che la trattativa con Roma impegnerà molti mesi: «Tra poco saremo già in clima di campagna elettorale nazionale. Credo che dobbiamo metterci il cuore in pace: con il governo Monti non concluderemo granché, dovremo attendere il prossimo governo». Il ricorso alla potenza tutrice di Vienna? «Resta come prospettiva, se costretti», risponde Zeller, «ma preparandoci bene». Durante la visita di Stato a Vienna il 26 giugno 2007 Napolitano aveva sottolineato: «Non può che considerarsi esemplare la soluzione costruita e consolidata in lunghi anni per l'autonomia dell'Alto Adige, e l'intensa collaborazione regionale transfrontaliera, con particolare riguardo all'Alto Adige-Süd Tirol. Non c'è nessuna ombra nelle relazioni tra i nostri due Paesi». Napolitano aveva aggiunto: «Da 15 anni è stato concluso il lungo processo di attuazione e sviluppo dell’accordo De Gasperi-Gruber del 1946, volto a garantire un durevole ordinamento di autonomia per l’Alto Adige, nel pieno rispetto dei diritti delle popolazioni di lingua tedesca e di lingua italiana, in un contesto di feconda contaminazione culturale e di costruttiva collaborazione civile e sociale».



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