venerdì 7 settembre 2012

(1) VII.IX.MMXII/ Ticino, Corrado Bianchi Porro: Infatti prima di tutto i singoli Paesi dovranno chiedere l’intervento. In secondo luogo, il vaglio sarà sottoposto al consiglio dei governatori della BCE che decideranno in base agli spread, alla volatilità, all’andamento dei singoli mercati e soprattutto alla volontà dei rispettivi governi di porre in atto le misure di risanamento necessarie. Insomma: una politica a due gambe: BCE e singoli Governi. Non c’è pericolo che allora i Paesi invece di emettere bond a 10 anni passino a finanziarsi con titoli a tre anni che sono coperti dalla BCE? C’è questo pericolo, ha risposto il presidente della BCE, Mario Draghi. E appunto per questo la condizionalità è l’elemento cardine per verificare la bontà del risanamento, l’equilibrio necessario dei prestiti tra medio e lungo termine e l’andamento dei mercati.


Arance, la Coldiretti esulta. Frutta nelle bibite al 20%
Crisi: Banca mondiale pronta a fornire consulenza a Eurozona non denaro
Fmi: apprezza fortemente azioni Bce
Monti: in Parlamento insofferenza verso la Germania
Ticino. BCE a braccia aperte in soccorso dell'euro

Arance, la Coldiretti esulta. Frutta nelle bibite al 20%
Una battaglia che è partita da Rosarno e che ha visto la Coldiretti lottare a lungo contro le grandi multinazionali, in primis la Coca Cola, per vedere riconoscere dal parlamento la normativa secondo la quale la frutta nelle bibite deve essere pari almeno al 20%, dal primo gennaio sarà così
ROSARNO - «E' un giorno per esultare. Una battaglia iniziata in Calabria con l’incessante iniziativa "Non lasciamo sola Rosarno, coltiviamo gli stessi interessi" è stata portata a termine con grande soddisfazione da parte di tutta la Coldiretti. Ha vinto il gioco di una squadra capitanata dalla Coldiretti». Lo afferma, in una nota, il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro. «Un risultato – aggiunge – che va ascritto alla validità e importanza di un sistema produttivo quale è quello degli agrumi e che dalla prima ora ha visto la convinta adesione di tanti sindaci e consigli comunali, dei primi firmatari delle proposte di legge i parlamentari Oliverio, d’Ippolito e Beccalossi, del presidente della Commissione agricoltura della Camera Paolo Russo, dei Ministri Catania e Riccardi che, capendone le ragioni, avevano assicurato nelle loro visite in Calabria il loro massimo impegno. Ed ancora il consiglio regionale della Calabria con l’assessore Trematerra e i consiglieri regionali Nucera, Imbalzano e Giordano, l’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria ed il mondo dell’informazione, che ha rilanciato le motivazioni alla base della richiesta, le associazioni dei consumatori e innumerevoli cittadini». «L'aumento della quantità di frutta nelle bibite al 20 per cento – dice ancora Molinaro – è ora una realtà che migliora la qualità dell’alimentazione e concorre a ridurre così le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all’obesità e da una risposta concreta al territorio coniugando giustizia economica e giustizia sociale. L’importante provvedimento recita testualmente che «a decorrere dal primo gennaio 2013 le bevande analcoliche di cui all’articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1958, n.719, devono essere preparate con un contenuto di succo naturale non inferiore al 20 per cento. Una ottima e straordinaria notizia, con una norma che manda in soffitta la legge nazionale di oltre cinquanta anni fa. L'aumento della percentuale del contenuto minimo di frutta al 20 per cento corrisponde all’utilizzo di 200 milioni di chili in più di arance all’anno, con evidenti e positive ricadute occupazionali che andranno ad alleviare la catena dello sfruttamento». «Il passo successivo, adesso – conclude Molinaro – è l'approvazione dei regolamenti attuativi sull'indicazione obbligatoria dell’origine del succo in etichetta».
06 settembre 2012 16:40

Crisi: Banca mondiale pronta a fornire consulenza a Eurozona non denaro
06 Settembre 2012 - 18:18
 (ASCA-AFP) - Pretoria, 6 set - Il ruolo della Banca mondiale non e' quello di fornire liquidita' all'Eurozona, ma e' pronta a fornire consulenze. Lo ha detto il nuovo presidente della Banca mondiale, Jim Yong.
 ''Abbiamo molto specifiche competenze tecniche che possono essere utili se i paesi europei sono interessati - ha detto Kim ai giornalisti dopo aver incontrato i leader del Sud Africa. Il nostro ruolo non e' quello fornire grandi quantita' di denaro all'economia europea, questo non e' il nostro ruolo. La nostra organizzazione sorella del Fondo monetario internazionale e' molto piu' coinvolta in quell'aspetto.'' ''Naturalmente - ha aggiunto Kim -, deve esserci una richiesta a monte. Ho semplicemente voluto mettere in chiaro che siamo pronti ad offrire consiglii''.
sen/

Fmi: apprezza fortemente azioni Bce
Pronti a collaborare
06 settembre, 17:25
(ANSA) - ROMA, 6 SET - Il Fondo Monetario Internazionale apprezza fortemente le azioni della Bce. Lo ha annunciato, secondo quanto riporta Bloomberg, lo stesso Fmi precisando di esser pronto a collaborare.

Monti: in Parlamento insofferenza verso la Germania
Il premier: "Ho particolare affinità con Ppe e dissi sì all'ingresso di Forza Italia". "Politici non dicano che i sacrifici li chiede l'Europa"
Roma - “È superfluo dare un riconoscimento alla importanza che il Ppe ha avuto e ancora ha nella costruzione europea”. Esordisce così il premier italiano Mario Monti nel suo intervento alla riunione dell’Ufficio di presidenza del Partito popolare europeo in corso a Fiesole. E subito dopo sottolinea come lui abbia sempre avuto “una particolare affinità e dimestichezza di frequentazione con il partito popolare europeo”. Un partito che per Monti ha “nella sua radice intellettuale” quell’economia sociale di mercato che “ha ispirato tutta la mia attività di studioso prima, di commissario europeo poi e quindi di responsabile del governo italiano”. Ma il presidente del consiglio italiano dopo aver anche ricordato il giudizio favorevole che diede a suo tempo sull’ingresso di Forza Italia nel Ppe, affronta subito temi di stretta attualità economica. “L’euro - afferma quindi - paradossalmente può diventare, anziché il perfezionamento dell’unione dei popoli, un grande fattore di disgregazione: sarebbe ancora più grave delle conseguenze materiali della crisi. Se non alziamo il livello di guardia politico e psicologico - ammonisce - questa cosa avverrà”. “La cosa peggiore che un politico possa fare - aggiunge poi - è dire che si devono fare sacrifici perché sono richiesti dall’Europa. Perché cosi si distrugge cinicamente e consapevolmente la fiducia dei cittadini nei confronti del processo di integrazione europea”. “Ogni volta che parliamo all’opinione pubblica italiana di vincoli europei, patto di stabilità, fiscal compact - ha sottolineato -, non diciamo mai che dobbiamo farlo perché lo chiede l’Europa”.
 E proprio a proposito dei rischi di contrapposizione fra stati della Ue, in questo periodo di crisi finanziaria dell’Europa, segnala come “nonostante nel Parlamento italiano ci siano due gruppi uno di centro e uno di centrodestra che afferisco a quello stesso Ppe di cui fanno parte Csu e Cdu, dall’inizio del mio governo ad oggi ho visto nel Parlamento italiano persino in quei due gruppi bollire un tasso di insofferenza verso la Germania e il governo tedesco nel giro di quattro-sei mesi”. Ma Monti denuncia anche che ‘in una fase di tanto facile scatto dei risentimenti, localismi e populismi, ci manca solo che i governanti nazionali cavalchino l’onda anti-Bruxelles dopo aver partecipato, magari distrattamente, alle decisioni prese proprio a Bruxelles”. Nel suo discorso poi il premier non manca di evidenziare che c’è in questi anni un rifiorire di polemiche tra un nord tutto virtuoso e un sud tutto vizioso e indisciplinato. Ma l’Italia - aggiunge - in questo momento non ha un debito neanche di un euro nei confronti dei fondi di stabilità finanziaria. E l’Italia è anche il terzo paese come dimensione dell’impegno finanziario assunto per risolvere il caso greco”.   (ilVelino/AGV)
(red/fch) 06 Settembre 2012 14:29

Ticino. BCE a braccia aperte in soccorso dell'euro
Acquisti illimitati, ma condizionati, di bond
di Corrado Bianchi Porro
Non si procederà ad acquisti di titoli a lunga scadenza perché questo è contrario agli statuti di finanziamento agli Stati. Ma si procederà ad acquisti illimitati per i titoli fino a tre anni per gli Stati che ne faranno richiesta per ristabilire la fiducia nei mercati, purché questi Paesi rispettino i criteri stabiliti dalla BCE. Questa terza manovra si è resa necessaria perché i precedenti interventi della BCE non hanno sortito l’effetto desiderato di riportare la liquidità nel circuito economico. La BCE dava denaro alle banche e queste la riportavano alla Banca Centrale Europea. Così di fronte al deterioramento della situazione economica non solo in Spagna, Grecia, Italia, Portogallo, ma anche al nord, in Francia e Germania, si è deciso questo colpo di acceleratore.
Una strategia a due gambe
Questa sterzata non sarà tuttavia incondizionata. Infatti prima di tutto i singoli Paesi dovranno chiedere l’intervento. In secondo luogo, il vaglio sarà sottoposto al consiglio dei governatori della BCE che decideranno in base agli spread, alla volatilità, all’andamento dei singoli mercati e soprattutto alla volontà dei rispettivi governi di porre in atto le misure di risanamento necessarie. Insomma: una politica a due gambe: BCE e singoli Governi. Non c’è pericolo che allora i Paesi invece di emettere bond a 10 anni passino a finanziarsi con titoli a tre anni che sono coperti dalla BCE? C’è questo pericolo, ha risposto il presidente della BCE, Mario Draghi. E appunto per questo la condizionalità è l’elemento cardine per verificare la bontà del risanamento, l’equilibrio necessario dei prestiti tra medio e lungo termine e l’andamento dei mercati.
Fanno festa i mercati
Dopo le parole di Draghi, che pure non ha abbassato i tassi d’interesse (ma non era il cardine l’attesa di un taglio di un quarto di punto) le borse hanno festeggiato con incrementi che hanno superato il 4% per Milano e Madrid, il 3% per Parigi e poco meno Francoforte, mentre anche Londra e Zurigo che non partecipano alle decisioni ma ne sono evidentemente interessate, il guadagno dopo la chiusura della conferenza stampa di Draghi si è assestato sopra l’1,5%. Unica eccezione tra le borse europee, quella di Atene che di fronte al termine di aiuti condizionati al rispetto delle regole, ha prima perso l’1%, poi galvanizzata dal tono generale positivo si è riportata in attivo. A Zurigo il rapporto euro franco ha raggiunto l’1.2062 in mattinata, è sceso sotto l’1.2040 alle 13 e quando si è saputo del voto contrario della Bundesbank e poi si è riportato a 1.2064 alle 16 e ha chiuso a 1.2043. Come si vede da queste escursioni, i mercati rimangono abbastanza volatili. I titoli bancari maggiori come UBS e Credit Suisse sono stati nella borsa elvetica quelli che hanno registrato le performance migliori, tra il 4 e il 5%. Il Presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, «è contrario al piano di acquisti illimitati di titoli di Stato da parte della Bce». Lo ha comunicato la stessa Banca centrale tedesca, precisando che il piano «potrebbe far slittare le riforme» nei Paesi a rischio perché favorirebbe l’azzardo morale. Plauso invece dal Fondo Monetario Internazionale che si è detto disposto a collaborare. Unico difetto della manovra l’insistenza nel voler sterilizzazione gli acquisti implica che i bond potranno essere comprati fino a quando durerà la domanda per gli Euro T-bills. Vedremo.
07.09.2012


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