mercoledì 5 settembre 2012

(1) V.IX.MMXII/ Trst, oltrepaedania, Mauro Manzin: Ma il problema si fa ancora più complesso perché lo stesso Janša, secondo Die Presse, sostiene che al momento la Slovenia non può permettersi di acquisire nuovi debiti. E mentre a Lubiana le parole del premier sembrano passate del tutto inosservate e nel paese vale la regola del “business as usual”, le stesse hanno provocato invece il panico in Austria che è di gran lunga il Paese maggiore investitore in Slovenia tanto da annoverare da solo il 50% degli investimenti esteri e solo l’anno scorso sono affluiti in Slovenia dall’Austria qualcosa come 5,7 miliardi di euro.


LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Turismo in calo, ma c’è un +3% di stranieri
Tutela ulivi monumentali è un nuovo scontro
Basilicata, nuova card  per «bonus benzina» ma è senza un euro
Crisi:boom ricerca case estero, +9%
Ue-17: commercio dettaglio, -0,2% luglio
Janša: «In ottobre Slovenia senza soldi»
Fiat: Marchionne, capiamo difficolta' Serbia, ma fiducia

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Turismo in calo, ma c’è un +3% di stranieri
05.09.2012
CAGLIARI La stagione turistica in Sardegna ha più ombre che luci: calano presenze e arrivi, in linea con la frenata dello scorso anno (-5%), ma una nota positiva è data dal boom di stranieri, +3%, in testa i francesi, seguono spagnoli e nord europei. Ancora: il 2012 ha segnato l’exploit delle vacanze last minute e acquistate on-line. È la sintesi del bilancio sull’estate nell’isola tracciato dall’assessore regionale Luigi Crisponi. «In Sardegna – ha detto Crisponi – si sta vivendo una stagione turistica deludente. Buona, però, la performance di agosto, che riequilibra in parte l’andamento stagionale, complice il bel tempo che ha ritardato le consuete partenze post Ferragosto. Le previsioni per settembre sono incoraggianti, con una confermata vivacità di presenze straniere e con uno stallo degli arrivi dei turisti italiani». L’assessore si appella al ministro del Turismo Piero Gnudi perchè tra le 46 mosse annunciate nelle scorse settimane «sciolga il nodo scorsoio dei collegamenti marittimi che sta strangolando la nostra economia». Al calo delle presenze nei porti fa da contraltare la tenuta negli aeroporti. Con un aumento del numero dei passeggeri del 9,4%. A Cagliari si registra un +7,4, ad Alghero +11,2, a Olbia +14. Tra le strutture alberghiere si sono consolidate le presenze nei 4 e 5 stelle. Crisponi ha osservato che «è il costo di accesso all’isola che frena, rispetto a quello di soggiorno. I vacanzieri ricercano ostinatamente offerte al volo, sono consumatori di tariffe e non di destinazioni».

Tutela ulivi monumentali è un nuovo scontro
di GIUSEPPE ARMENISE
Oggi in V commissione le audizioni sulla proposta di modifica di legge riguardante «Tutela e valorizzazione degli ulivi monumentali». Ci saranno anche gli assessori all’Assetto del territorio, Angela Barbanente, alla Qualità dell’ambiente, Lorenzo Nicastro, e alle Risorse agroalimentari, Dario Stefàno. L’articolo in oggetto, si legge nella relazione di accompagnamento al testo firmato dal presidente della commissione, Donato Pentassuglia e dal consigliere Pietro Iurlaro, «tende a recuperare un aspetto di salvaguardia dei piani urbanistici e dei diritti acquisiti da strumenti urbanistici attuativi sottordinati a piani e/o programmi approvati prima dell’entrata in vigore della legge regionale 14/2007», ovvero la legge sulla tutela delle piante d’ulivo monumentali. Di cosa si tratta? È presto detto. Con l’emendamento alla legge rivivrebbero previsioni di piani urbanistici già approvati prima della legge di tutela, che altrimenti sarebbero decadute.
La legge, nell’attuale formulazione, prevede che «per gli ulivi e gli uliveti monumentali possono essere concesse deroghe ai divieti esclusivamente per motivi di pubblica utilità o per opere i cui procedimenti autorizzativi siano stati completati alla data di entrata in vigore della presente legge». L’emendamento propone di estendere la deroga «ai piani attuativi di strumenti urbanistici generali approvati prima dell’entrata in vigore della presente legge. Per tali ultimi interventi non si applicano le previsioni di cui al comma 3 dell’articolo 6 della presente legge». In definitiva si allargherebbe l’area di quei piani urbanistici esenti dalla scure delle Norme tecniche di attuazione (Nta) del Piano urbanistico territoriale tematico (Putt-p).
La questione sarà dibattuta e l’associazione ambientalista Italia nostra, nell’osservazione a firma della presidente pugliese, Enza Rodio, già agli atti della V commissione, avverte: «la deroga permetterà di realizzare, senza alcun parere paesaggistico, tutti i piani urbanistici approvati prima dell’entrata in vigore della legge regionale 14 anche se ricadono in uliveti monumentali già riportati negli elenchi regionali. Eppure la legge nazionale, come l’originario testo di quella regionale, prevedeva l’abbattimento di 5 alberi d’ulivo ogni biennio solo qualora indispensabile per l’esecuzione di opere di pubblica utilità o quando necessario per la costruzione di fabbricati destinati ad uso abitativo». Il rischio, denuncia la Rodio, è che invece con l’ulteriore deroga si realizzino «villaggi turistici, capannoni, cave, strade, impianti fotovoltaici e quant’altro».

Basilicata, nuova card  per «bonus benzina» ma è senza un euro
di Luigia Ierace
POTENZA - «Mi è arrivata la card idrocarburi, ma quando arriveranno i soldi?» Difficile rispondere. L’estate sta finendo e con essa, anche la stagione degli «scontoni» che le grandi compagnie petrolifere hanno effettuato nei weekend estivi. Allora ai lucani non resta ora che affidarsi alla card idrocarburi, che proprio in questi giorni sta arrivando nelle case nei nuovi patentati e dei vecchi. Tutti quelli che non avevano fatto domanda, perché «scettici» e che poi si sono ricreduti quando hanno visto prendere consistenza quel «pieno» di 100 euro e 70 centesimi.
Un bonus pronto a lievitare fino a 140 euro per la seconda annualità, grazie all’aumento della produzione e al costo del greggio. Soldi che sarebbero stati accreditati, tra l’8 ottobre e in 27 ottobre, ai circa 319 mila beneficiari della seconda erogazione, ben 32 mila in più rispetto alla prima. Praticamente tutti i patentati residenti in Basilicata, oltre il 95 per cento, tra vecchi e nuovi aventi diritto. Completato, infatti, il recapito delle carte ai nuovi beneficiari (solo per le richieste accettate) previsto il 15 settembre, si sarebbe potuto procedere all’accredito di tali somme.
Un «ricco pieno» che in questo periodo di forte ascesa dei prezzi di benzina e gasolio avrebbe davvero fatto comodo, ma il condizionale è d’obbligo dopo il tiro mancino sferzato dalla Regione Veneto e la sentenza del Tar del Lazio che ha dato loro ragione equiparando l’attività di produzione di idrocarburi a quella di rigassificazione e portando di fatto a una diversa ridistribuzione del Fondo a danno della Basilicata.
Tutto è insomma legato alle decisioni del Consiglio di Stato che dovrebbero arrivare tra fine settembre e ottobre. Se dovesse confermare le decisioni del Tar del Lazio, il rischio, nella peggiore delle ipotesi per i lucani, sarebbe quello di vedersi ridotto a 50 euro il bonus, che sarebbe letteralmente «scippato» da Veneti e Liguri. Nella migliore delle ipotesi, invece, con una sentenza favorevole del Consiglio di Stato e il riconoscimento delle ragioni della Basilicata, si potrebbe procedere con l’attribuzione dei 140 euro sulla card, ma con uno slittamento dei tempi. Bisognerà comunque attendere la pronuncia dei giudici e poi poter procedere con l’erogazione, operazione per la quale, però, essendo già tutto predisposto, richiederà circa tre settimane. Insomma, per ben che vada, il «pienone» di benzina o gasolio, dovrebbe arrivare a fine dell’anno.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha presentato i primi di luglio memoria all'Avvocatura di Stato che ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio, al termine del periodo di presentazione delle richieste della seconda erogazione relativa all’anno 2012. Il Consiglio di Stato dovrà prima pronunciarsi sulla richiesta di sospensiva e poi nel merito. Anche se il giudizio sulla sospensiva potrebbe già essere determinante.
Ma cosa succederà se si dovesse ripartire il Fondo idrocarburi in maniera diversa dall’attuale, secondo le indicazioni della sentenza del Tar del Lazio, e quindi inserendo i rigassificatori di Panigaglia su terraferma in Liguria e quello di Porto Viro, antistante la costa del Veneto in offshore.
L'importo della seconda erogazione per l’anno di riferimento 2012, pari a un totale di 55,3 milioni, 48,7 dei quali della Basilicata verrebbe così ripartito (tralasciando le altre regioni): alla Basilicata invece dei 48,7 milioni, ne andrebbero 20 milioni, per cui ogni beneficiario, invece, dei circa 140 euro, ora previsti, avrebbe circa 50 euro; al Veneto andrebbero circa 24,5 milioni che in ogni caso non verrebbero ripartiti tra i residenti in quanto, in considerazione dell’elevato numero di patentati veneti, ognuno di loro dovrebbe avere un importo pro capite di soli 8 euro (l’intera somma, quindi, ai sensi del DI 12/11/2010, che andrebbe direttamente alla Regione, perché inferiore ai 30 euro a patentato tetto fissato per l’assegnazione diretta ai cittadini ); alla Liguria andrebbero circa 6,5 milioni che, anche in questo caso, non sarebbero ripartiti tra i residenti in quanto, in considerazione del numero dei patentati, si avrebbe un importo pro capite di soli 7 euro (quindi l’importo totale anche in questo caso andrebbe direttamente alla Regione).
Si comprende il danno che ne avrebbero i lucani e qualche perplessità desta la mancata costituzione in giudizio della Regione, al fianco dei Ministeri dell’Economia e delle Finanze e dello Sviluppo Economico, a difesa di un bonus che, seppur discutibile, ormai è una legge dello Stato e il beneficio verrà erogato anche negli anni successivi per un importo che varierà in funzione della produzione di idrocarburi che in Basilicata potrà aumentare con la messa a regime del giacimento dell’Eni in Val d’Agri e l’avvio di quello della Total a Tempa Rossa.

Crisi:boom ricerca case estero, +9%
Immobiliare.it: in un anno 25.000 compravendite
05 settembre, 09:55
(ANSA) - ROMA, 5 SET - La crisi del mercato immobiliare sembra non toccare affatto le compravendite di case all'estero.
Nel primo semestre del 2012 le ricerche di immobili situati in altri stati sono cresciute del 9% rispetto allo stesso periodo del 2010 e, secondo i dati di Immobiliare.it, complessivamente, il mercato degli italiani che investono nel mattone straniero vale circa 4,2 miliardi di euro, con piu' di 25 mila compravendite in un anno. L'importo medio delle transazioni è pari a circa 175.000 euro.

Ue-17: commercio dettaglio, -0,2% luglio
Vendite settore alimentare-bevande-tabacco in calo dello 0,9%
05 settembre, 11:00
(ANSA) - BRUXELLES, 5 SET - Il commercio al dettaglio ha registrato a luglio una flessione dello 0,2% rispetto al mese precedente nei Paesi della zona euro,mentre e' rimasto stabile nell'Ue-27. A giugno segnava una crescita rispettivamente dello 0,1% e dello 0,2%, mentre su base annua c'e' stato un calo dell'1,7% e dello 0,2%. Lo rende noto Eurostat. A incidere negativamente sulle vendite al commercio, il settore alimenti-bevande-tabacco che ha subito una riduzione dello 0,9% nella zona euro e dello 0,6% nell'Ue-27.

Janša: «In ottobre Slovenia senza soldi»
Lo Stato verso la bancarotta. Il governo avvia le riforme delle pensioni e del mercato del lavoro. Sindacati in allarme
di Mauro Manzin
TRIESTE. A ottobre la Slovenia potrebbe non essere più in grado di pagare i suoi debiti. Parola del premier sloveno Janez Janša rilanciate dal portale telematico del quotidiano austriaco Die Presse. Insomma, ancora un mese di sopravvivenza e poi Lubiana rischierebbe la bancarotta.
Ma il problema si fa ancora più complesso perché lo stesso Janša, secondo Die Presse, sostiene che al momento la Slovenia non può permettersi di acquisire nuovi debiti. E mentre a Lubiana le parole del premier sembrano passate del tutto inosservate e nel paese vale la regola del “business as usual”, le stesse hanno provocato invece il panico in Austria che è di gran lunga il Paese maggiore investitore in Slovenia tanto da annoverare da solo il 50% degli investimenti esteri e solo l’anno scorso sono affluiti in Slovenia dall’Austria qualcosa come 5,7 miliardi di euro.
Qualche campanello d’allarme dovrebbe risuonare però anche in Italia visto che il nostro Paese è secondo nell’interscambio con la Slovenia dopo la Germania e prima dell’Austria. Interscambio che ammonta a circa 6,5 miliardi di euro nel 2011, pari al 40% dell'interscambio commerciale totale tra l'Italia e gli 8 Paesi dei Balcani. E siamo anche il terzo investitore estero nel Paese.
Alla Slovenia, come viene ribadito a Lubiana dai principali consessi istituzionali europei, servono riforme strutturali. Ecco allora che il governo si appresta a varare la riforma delle pensioni, cercando di riuscire là dove il precedente governo Pahor fallì, bocciato dal referendum popolare. E, in effetti, la proposta dell’esecutivo Janša, firmata dal ministro del Lavoro, Andrej Vizjak, non si discosta molto da quella clamorosamente respinta dall’elettorato sloveno. La bozza prevede che si vada in pensione con 40 anni di contributi e 60 anni di età.
Nessuna differenza tra uomini e donne. Chi a 60 anni non avrebbe maturato ancora i 40 anni di contributi dovrà andare in pensione a 65 anni d’età. Il pre-pensionamento sarebbe penalizzato con una diminuzione dello 0,3% della retta pensionistica per ogni mese di anticipo rispetto ai limiti di legge.
Assieme alla riforma pensionistica il governo sloveno è intenzionato a varare anche quella del mercato del lavoro. Riforma che prevede un periodo di prova di 5 mesi per i neo-assunti che il datore di lavoro potrà interrompere quando vuole e con 14 giorni di preavviso. Nella fase successiva, fino a due anni di anzianità, il datore di lavoro potrà interrompere il contratto per motivi economici (crisi aziendale) o di colpa grave del dipendente. Dopo i due anni il contratto di lavoro si prolungherà di tre mesi in tre mesi. La buonuscita, in caso di licenziamento, ammonterebbe a un quinto dello stipendio.
Tagli anche per l’indennità di disoccupazione che dall’80% attuale dello stipendio scenderebbe al 70% nei primi tre mesi di disoccupazione. Anche la cassa integrazione (per usare termini a noi vicini) non andrebbe oltre i 18 mesi.I pensionati e i disoccupati potrebbero però svolgere lavori occasionali o a tempo determinato secondo le linee normative dettate dalla legge varata dal precedente esecutivo Pahor e denominata del “piccolo lavoro”.
Ora però il ministro Vizjak dovrà illustrare il progetto di riforma delle pensioni e del mercato del lavoro ai partner di maggioranza per poi dare inizio al confronto con i sindacati. Tempi lunghi, ma il problema è che la Slovenia non se li può permettere. La crisi del sistema bancario è oramai un cancro in piena metastasi. Lo sa il governo, lo sanno i sindacati. Lubiana assomiglia sempre di più ad Atene e c’è già chi prepara il funereo cartello: “Chiuso per fallimento”.

Fiat: Marchionne, capiamo difficolta' Serbia, ma fiducia
Visita a stabilimento Kragujevac; Nikolic, rispetteremo impegni
04 settembre, 18:20
 (ANSAmed) - KRAGUJEVAC (SERBIA) - L'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne ha detto di "capire le difficoltà della Serbia" ma di avere fiducia nella nuova dirigenza di Belgrado. "Noi sappiamo le difficoltà della Serbia, ma abbiamo al tempo stesso grande fiducia nella nuova dirigenza", ha detto Marchionne con riferimento alla richiesta di dilazione dei pagamenti chiesta dal nuovo governo serbo sugli impegni contrattuali di quest'anno. Marchionne ha aggiunto di aver avuto un "ottimo colloquio" con il nuovo presidente serbo Tomislav Nikolic, con il quale ha visitato oggi il nuovo stabilimento dove si produce la 500L. "Ci sono altre zone in cui le cose vanno bene, come il buon investimento fatto in Serbia", ha aggiunto Marchionne per il quale la nuova 500L "é una delle migliori auto mai prodotte dalla Fiat". "Qui produciamo una grande macchina", ha detto precisando che in meno di sei mesi sarà pronta la versione destinata al mercato Usa.
 Riferendosi alle difficoltà del mercato europeo, Marchionne ha detto di non ritenere che vi sarà una riduzione nelle quote di produzione in Serbia. "A fine 2013 avremo una visione completa" e saranno prese le dovute decisioni, ha affermato.
 Dal canto suo il presidente Nikolic ha assicurato Marchionne che Belgrado rispetterà tutti gli impegni assunti per l'impianto di Kragujevac. "Ci sono difficoltà ma noi facciamo di tutto per rispettare i nostri impegni anche per quanto riguarda le strade e le infrastrutture", ha detto Nikolic con riferimento alla richiesta della Serbia di dilazionare in due tranche il pagamento di 90 milioni di euro previsto per quest'anno da parte del governo serbo. La 500L, ha aggiunto Nikolic "é uno dei prodotti migliori della Serbia. Sono orgoglioso che quest'auto viene prodotta interamente in Serbia". "Dobbiamo lavorare tutti insieme per il successo di questa fabbrica", ha concluso il presidente serbo.(ANSAmed).


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